Buongiorno,
nell'attesa di poter chiamare FINECO, che mi segnala che da oggi FT quota ex cedola, cosa che a me non risulta ho un minuto per fare un discorso sui bancari di carattere generale.
Abbiamo letto che le banche italiane sono gravate da un costo crescente della raccolta, vale a dire che sono costrette mediamente a pagare tassi di interesse più elevati per i depositi bancari e le obbligazioni, fonti tradizionali della raccolta bancaria, in particolare i depositi bancari, come si evince dai bilanci delle banche stesse.
Tutti gli analisti e, per certi versi, le banche stesse imputano questo fenomeno al c.d. rischio Italia ed alla scarsa capitalizzazione delle banche stesse, e di qui la necessità di procedere in tempi rapidi agli aumenti di capitale, richiesti dalla stessa BANCA D'ITALIA.
In realtà come al solito le cose non stanno esattamente così, al punto di poter dire che il fenomeno delle difficoltà del funding, come viene definita in inglese la raccolta, e del conseguente aumento del suo costo è un fenomeno strutturale e non congiunturale e, in quanto tale, destinato a crescere nei prossimi anni.
Quali le cause è presto detto:
a) i minori risparmi delle famiglie;
b) una maggiore consapevolezza dei risparmiatori unita alla maggiore concorrenza sul mercato come si evince dalla diffusione crescente dei c.d. conti deposito (Arancio, Che Banca ecc.);
c) la minore vischiosità derivante dal fatto che oggi è sempre più semplice cambiare conto corrente e/o aprirne di nuovi e traferire le somme di denaro.
Quindi la sfida che le banche si troveranno ad affrontare è enorme, anche perchè baracconi autoreferenziali politico-clientelari quali sono, hanno ancora una certa difficoltà a districarsi nel mare aperto del mercato.
Da questo consegue che:
1. non c'è da aspettarsi miracoli sul versante delle quotazioni, che quindi quotazioni ante crisi non sono neanche lontanamente immaginabili;
2. potremo assistere ad andamenti fortemente divergenti tra banca e banca, dovuti alla capacità di adattamento alle nuove sfide;
3. in pole position per affrontare al meglio le sfide, tra le big vi è senza dubbio Unicredit, anche se la defenestrazione di Profumo qualche dubbio lo lascia sulla effettiva intenzione di proseguire in maniera decisa sulla strada dell'efficientamento avviata magistralmente da Profumo. La preoccupazione è che segua una strada intermedia nè carne, nè pesce, quella sponsorizzata da Palenzona, che rischia di portarla in un vicolo cieco.