Macroeconomia I tedeschi, sono la causa della crisi dell'euro? (1 Viewer)

Duel

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A mio modesto parere, la risposta e' affermativa, soprattutto se i politici tedeschi continueranno a comportarsi come stanno facendo dall'inizio della crisi, ovvero eludendo le proprie responsabilita' (non dimentichiamo che l'onere della loro costosa riunificazione, e' stato pagato anche:DDai bistrattati Grecia/Portogallo) ed addossando i problemi attuali, ai paesi che ne stanno subendo i danni maggiori.:cool:
E' giustificato un rendimento dei bono spagnoli, mentre i tedeschi col bond pagano solamente 1,5%, con uno spread di ben 450 punti?:eek::eek:

Cui prodest.......codesta effimera situazione?;)

La Germania ha innescato la crisi perchè vuol fare quello che non è riuscita nella 2 guerra mondiale
Conquistqare l'Europa e il Mondo!
Il Lupo perde il velo ma non il Vizio

PS: complimenti per l'Avatar F18 e cono di Mach:bow:
 

Pitagora

Aquila libera
:bow::bow:

Finalmente un politico con gli attributi, che dice quello che pensa.:up:

Eurogruppo, Juncker lascia "Ingerenze franco-tedesche :D:D:wall::wall::wall:nella gestione della crisi"
"Parigi e Berlino si comportano come se fossero i soli membri del gruppo". Con questa motivazione Juncker ha spiegato la sua decisione di lasciare la carica di presidente
di Nico Di Giuseppe - 30 aprile 2012, 20:05
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Si è stufato. Non gli è andato giù il modo in cui viene affrontata la crisi economica europa. E, soprattutto, si è stancato dell'ingerenza di Francia e Germania.


Il presidente dell'Eurogruppo, JunckerIngrandisci immagine
Per questo motivo, il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker ha deciso di lasciare la presidenza. In particolare, secondo quanto dichiarato da Juncker durante un discorso ad Amburgo, Parigi e Berlino "si comportano come se fossero i soli membri del gruppo".

Il dimissionario presidente ha poi spiegato che l’Eurozona ha bisogno di crescita economica ma non a spese del consolidamento dei conti pubblici. Inoltre, Juncker si è sempre detto favorevole al potenziamento delle risorse a disposizione della Banca Europea per gli Investimenti, posizione condivisa anche dal cancelliere tedesco, Angela Merkel e dal Commissario agli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn.

Juncker "appoggerà in pieno" una eventuale candidatura del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble come suo successore perché Schaeuble "ha requisiti eccezionali" per un ruolo che richiede "una grande capacità di ascoltare gli altri".

Tag: francia,  crisi,  dimissioni,  presidente,  eurogruppo,  juncker,  ingerenze,  germania
 

Pitagora

Aquila libera
Ormai i tedeschi....non hanno +remore.:wall::wall:



Ma non tutte le regole funzionano bene in ogni Paese: «Con l’uniformazione distruggiamo l’Europa». Juncker lo ha detto oggi ad Amburgo rispondendo a un’intervista di Spiegel. Per Juncker la causa principale della difficile situazione attuale ...................
........è stata una mancanza di coordinamento, in passato, nelle politiche economiche, dovuta anche all’opposizione tedesca e dei Paesi Bassi nelle trattative per i trattati di Maastricht.



Cacciamoliiiiiiiiii.

IL CASO
Juncker: "Mi dimetto
pressioni franco-tedesche"
Il presidente dei ministri dell'area euro lascia l'incarico in polemica con Berlino e Parigi: "Si comportano come se fossero i soli membri del gruppo", ha detto durante un discorso ad Amburgo
Lo leggo dopo
Jean-Claude Juncker (ansa)
AMBURGO - Jean-Claude Juncker ha deciso di lasciare la carica di presidente dell'Eurogruppo al termine del suo mandato quest'estate perché "stanco" delle ingerenze franco-tedesche nella gestione della crisi. Parigi e Berlino "si comportano come se fossero i soli membri del gruppo", ha detto Juncker durante un discorso ad Amburgo. Nonostante l'insofferenza per il ruolo di Francia e Germania, Juncker fa sapere di appoggiare - come suo successore - il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Sarebbe "un buon candidato" alla successione anche se ce ne sono anche degli altri, ha detto il presidente dell'Eurogruppo.

  (30 aprile 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cacciamoliiiiiii:D:ciao:
 
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Pitagora

Aquila libera
Le recenti elezioni francesi, hanno fatto palesemente emergere l'antipatia per l'arroganza e imdiktat della Merkel, l'Italia anziche' approfittarne per ribellarsi contro lo strapotere tedesco che fa?....continua a stringere accordi, elargendo ulteriori prestiti che saranno pagati con ulteriori manovre?:eek::wall::wall:

  MONTI CI SPEZZA LE RENI PER DARE I SOLDI ALLA GRECIA
Postato il Lunedì, 30 aprile @ 21:18:31 CDT di davide  
 
  DI FRANCO BECHIS
liberoquotidiano.it

Regaliamo 35 miliardi anche a Irlanda e Portogallo. E il rapporto deficit/Pil si impenna al record del 124%

Lo rivela Mario Monti a pagina 36 del Def appena portato in Parlamento. Il premier italiano annuncia triste che a fine 2012 il rapporto debito pubblico/Pil schizzerà per l’Italia alla percentuale record del 123,4%. Una cifra mostruosa, che in parte deriva dalle scelte di politica economica del governo italiano, che mettendo troppe tasse ha provocato la recessione (facendo scendere dunque il Pil più delle previsioni) e che non tagliando la spesa ha provocato la crescita del debito pubblico. Ma c’è anche un’altra ragione dei guai italiani, che era meno nota.

Monti infatti nel giro di poche settimane ha messo la sua firma sotto due decisioni dell’Unione europea. La prima è il varo del famoso trattato sul fiscal compact, che rischia di mettere in ginocchio l’Italia perchè prevede l’obbligo di rientro rapido nel parametro debito/pil del 60%, costringendo a fare manovre annuali da 40 miliardi di euro l’anno per circa 20 anni. Mentre il premier, ben conscio di quel debito pubblico che stava schizzando alle stelle, con la sua firma da una parte metteva la testa dell’Italia sotto la ghigliottina, dall’altra firmava altri documenti che aggravavano ancora di più la situazione dell’Italia sborsando la bellezza di 35,1 miliardi di euro a favore di Grecia, Portogallo e Irlanda.

Il Def lo racconta così: «Lo scorso anno per il 2012 si prevedeva complessivamente un esborso aggiuntivo per la Grecia di circa 0,2 punti di Pil inclusi nel fabbisogno. Tra la fine dello scorso anno e l’inizio di quello in corso gli accordi europei sono stati modificati prevedendo che gli aiuti alla Grecia transitino attraverso l’Efsf insieme con quelli per il Portogallo e Irlanda, approvati successivamente all’uscita del programma di stabilità del 2011 (che infatti non li includeva). L’ammontare previsto delle emissioni di debito Efsf, per la quota italiana, sarà pari a circa 29,5 miliardi di euro, cui vanno aggiunte le tranche di pagamento per la costituzione del capitale dell’organismo permanente Esm (European Stability Mechamism), pari a circa 5,6 miliardi per il 2012 (anche esse non previste nella stima dello scorso anno)».

In tutto appunto fanno 35,1 miliardi di euro, una cifra spaventosamente alta che Monti si è impegnato a spendere senza per altro chiedere permesso al Parlamento né discutere pubblicamente della cosa. Certo, salvare la Grecia può essere utile anche all’Italia che era travolta dalla tempesta finanziaria subito a ruota. Ma quei 35,1 miliardi come oggi Monti riconosce, hanno un effetto grave sul debito pubblico italiano, visto che in cassa non c’erano e per pagarli si sono emessi nuovi titoli pubblici. «Complessivamente», scrive il premier italiano, «questi contributi rappresentano circa il 2,2 per cento del Pil, due punti percentuali in più rispetto alla stima dello scorso anno. D’altra parte la previsione per il fabbisogno del settore pubblico, proprio per effetto del superamento della modalità di erogazione diretta alla Grecia, è previsto essere inferiore di circa 0,2 punti percentuali di Pil rispetto alla stima dello scorso anno. A questo andamento dello stock del debito va poi associata una dinamica del Pil nominale decisamente più lenta».

Traduciamo per chi non fosse a conoscenza dei termini tecnici. Secondo gli accordi che l’Italia aveva con la Ue prima dell’arrivo dei governi tecnici, l’aiuto alla Grecia sarebbe stato di circa 3 miliardi di euro da pagare direttamente. Monti ha portato quell’impegno a 35,1 miliardi di euro, emettendo titoli del debito pubblico. Il risultato sarà che il deficit scenderà di 3 miliardi di euro non per merito del governo tecnico, ma per una scelta contabile. E il debito pubblico peggiorerà di 35,1 miliardi di euro, facendo schizzare il parametro debito/pil a quel 123,4% appena annunciato per il 2012.

Valeva la pena mettere l’Italia in queste condizioni e aggravare ancora di più la manovra di rientro imposta dal trattato sul fiscal compact? Come ha fatto Monti a firmare con la mano destra lo stanziamento di quei 35,1 miliardi a Grecia, Portogallo e Irlanda e con la sinistra la ghigliottina che costringeva a tagliare quei 35,1 miliardi ogni anno per rientrare nei parametri fra debito e pil? Che logica ha aiutare gli altri paesi per impiccare l’Italia? Questa è una domanda che va rivolta al premier ma anche ai partiti che così acriticamente lo stanno sostenendo da mesi. A che serve un governo di unità nazionale? A farci morire tutti per obbedire alle regole di quella Angela Merkel che ormai tutti i paesi d’Europa non sopportano più, in primis la Francia che l’ha fatto ben capire con il suo recente voto alle presidenziali. Il governo di unità nazionale semmai era una grande occasione per dare all’Italia la forza di ribellarsi e fare le politiche esattamente opposte. Se la Germania vuole solo rigore, se ne vada lei dalla Ue. L’Italia difenda i suoi interessi. Che non sono certo quelli di essere costretta a sborsare 35 miliardi per gli altri, sapendo già che quel gesto la farà finire pure sul banco degli imputati.

Franco Bechis
Fonte: liberoquotidiano.it, politica, attualità, economia, esteri, costume e società
Link:: Monti ci spezza le reni per dare i soldi alla Grecia - monti, fiscal compact, debito pubblico, crisi - Libero Quotidiano
27.04.2012
 

diomede

Buongiorno
Le recenti elezioni francesi, hanno fatto palesemente emergere l'antipatia per l'arroganza e imdiktat della Merkel, l'Italia anziche' approfittarne per ribellarsi contro lo strapotere tedesco che fa?....continua a stringere accordi, elargendo ulteriori prestiti che saranno pagati con ulteriori manovre?:eek::wall::wall:

MONTI CI SPEZZA LE RENI PER DARE I SOLDI ALLA GRECIA
Postato il Lunedì, 30 aprile @ 21:18:31 CDT di davide

DI FRANCO BECHIS
liberoquotidiano.it

Regaliamo 35 miliardi anche a Irlanda e Portogallo. E il rapporto deficit/Pil si impenna al record del 124%

Lo rivela Mario Monti a pagina 36 del Def appena portato in Parlamento. Il premier italiano annuncia triste che a fine 2012 il rapporto debito pubblico/Pil schizzerà per l’Italia alla percentuale record del 123,4%. Una cifra mostruosa, che in parte deriva dalle scelte di politica economica del governo italiano, che mettendo troppe tasse ha provocato la recessione (facendo scendere dunque il Pil più delle previsioni) e che non tagliando la spesa ha provocato la crescita del debito pubblico. Ma c’è anche un’altra ragione dei guai italiani, che era meno nota.

Monti infatti nel giro di poche settimane ha messo la sua firma sotto due decisioni dell’Unione europea. La prima è il varo del famoso trattato sul fiscal compact, che rischia di mettere in ginocchio l’Italia perchè prevede l’obbligo di rientro rapido nel parametro debito/pil del 60%, costringendo a fare manovre annuali da 40 miliardi di euro l’anno per circa 20 anni. Mentre il premier, ben conscio di quel debito pubblico che stava schizzando alle stelle, con la sua firma da una parte metteva la testa dell’Italia sotto la ghigliottina, dall’altra firmava altri documenti che aggravavano ancora di più la situazione dell’Italia sborsando la bellezza di 35,1 miliardi di euro a favore di Grecia, Portogallo e Irlanda.

Il Def lo racconta così: «Lo scorso anno per il 2012 si prevedeva complessivamente un esborso aggiuntivo per la Grecia di circa 0,2 punti di Pil inclusi nel fabbisogno. Tra la fine dello scorso anno e l’inizio di quello in corso gli accordi europei sono stati modificati prevedendo che gli aiuti alla Grecia transitino attraverso l’Efsf insieme con quelli per il Portogallo e Irlanda, approvati successivamente all’uscita del programma di stabilità del 2011 (che infatti non li includeva). L’ammontare previsto delle emissioni di debito Efsf, per la quota italiana, sarà pari a circa 29,5 miliardi di euro, cui vanno aggiunte le tranche di pagamento per la costituzione del capitale dell’organismo permanente Esm (European Stability Mechamism), pari a circa 5,6 miliardi per il 2012 (anche esse non previste nella stima dello scorso anno)».

In tutto appunto fanno 35,1 miliardi di euro, una cifra spaventosamente alta che Monti si è impegnato a spendere senza per altro chiedere permesso al Parlamento né discutere pubblicamente della cosa. Certo, salvare la Grecia può essere utile anche all’Italia che era travolta dalla tempesta finanziaria subito a ruota. Ma quei 35,1 miliardi come oggi Monti riconosce, hanno un effetto grave sul debito pubblico italiano, visto che in cassa non c’erano e per pagarli si sono emessi nuovi titoli pubblici. «Complessivamente», scrive il premier italiano, «questi contributi rappresentano circa il 2,2 per cento del Pil, due punti percentuali in più rispetto alla stima dello scorso anno. D’altra parte la previsione per il fabbisogno del settore pubblico, proprio per effetto del superamento della modalità di erogazione diretta alla Grecia, è previsto essere inferiore di circa 0,2 punti percentuali di Pil rispetto alla stima dello scorso anno. A questo andamento dello stock del debito va poi associata una dinamica del Pil nominale decisamente più lenta».

Traduciamo per chi non fosse a conoscenza dei termini tecnici. Secondo gli accordi che l’Italia aveva con la Ue prima dell’arrivo dei governi tecnici, l’aiuto alla Grecia sarebbe stato di circa 3 miliardi di euro da pagare direttamente. Monti ha portato quell’impegno a 35,1 miliardi di euro, emettendo titoli del debito pubblico. Il risultato sarà che il deficit scenderà di 3 miliardi di euro non per merito del governo tecnico, ma per una scelta contabile. E il debito pubblico peggiorerà di 35,1 miliardi di euro, facendo schizzare il parametro debito/pil a quel 123,4% appena annunciato per il 2012.

Valeva la pena mettere l’Italia in queste condizioni e aggravare ancora di più la manovra di rientro imposta dal trattato sul fiscal compact? Come ha fatto Monti a firmare con la mano destra lo stanziamento di quei 35,1 miliardi a Grecia, Portogallo e Irlanda e con la sinistra la ghigliottina che costringeva a tagliare quei 35,1 miliardi ogni anno per rientrare nei parametri fra debito e pil? Che logica ha aiutare gli altri paesi per impiccare l’Italia? Questa è una domanda che va rivolta al premier ma anche ai partiti che così acriticamente lo stanno sostenendo da mesi. A che serve un governo di unità nazionale? A farci morire tutti per obbedire alle regole di quella Angela Merkel che ormai tutti i paesi d’Europa non sopportano più, in primis la Francia che l’ha fatto ben capire con il suo recente voto alle presidenziali. Il governo di unità nazionale semmai era una grande occasione per dare all’Italia la forza di ribellarsi e fare le politiche esattamente opposte. Se la Germania vuole solo rigore, se ne vada lei dalla Ue. L’Italia difenda i suoi interessi. Che non sono certo quelli di essere costretta a sborsare 35 miliardi per gli altri, sapendo già che quel gesto la farà finire pure sul banco degli imputati.

Franco Bechis
Fonte: liberoquotidiano.it, politica, attualità, economia, esteri, costume e società
Link:: Monti ci spezza le reni per dare i soldi alla Grecia - monti, fiscal compact, debito pubblico, crisi - Libero Quotidiano
27.04.2012

cosa vuoi farci, i coglioni siamo noi a tenerli lì, teorici arroganti, fuori dalla realtà del popolo, racchiusi nella loro casta e pieni di privilegi e nepotismi.......e c'è qualcuno che li incensa pure :lol::lol::lol:
 

diomede

Buongiorno
Ormai i tedeschi....non hanno +remore.:wall::wall:



Ma non tutte le regole funzionano bene in ogni Paese: «Con l’uniformazione distruggiamo l’Europa». Juncker lo ha detto oggi ad Amburgo rispondendo a un’intervista di Spiegel. Per Juncker la causa principale della difficile situazione attuale ...................
........è stata una mancanza di coordinamento, in passato, nelle politiche economiche, dovuta anche all’opposizione tedesca e dei Paesi Bassi nelle trattative per i trattati di Maastricht.



Cacciamoliiiiiiiiii.

IL CASO
Juncker: "Mi dimetto
pressioni franco-tedesche"
Il presidente dei ministri dell'area euro lascia l'incarico in polemica con Berlino e Parigi: "Si comportano come se fossero i soli membri del gruppo", ha detto durante un discorso ad Amburgo
Lo leggo dopo
Jean-Claude Juncker (ansa)
AMBURGO - Jean-Claude Juncker ha deciso di lasciare la carica di presidente dell'Eurogruppo al termine del suo mandato quest'estate perché "stanco" delle ingerenze franco-tedesche nella gestione della crisi. Parigi e Berlino "si comportano come se fossero i soli membri del gruppo", ha detto Juncker durante un discorso ad Amburgo. Nonostante l'insofferenza per il ruolo di Francia e Germania, Juncker fa sapere di appoggiare - come suo successore - il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Sarebbe "un buon candidato" alla successione anche se ce ne sono anche degli altri, ha detto il presidente dell'Eurogruppo.

(30 aprile 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cacciamoliiiiiii:D:ciao:

Pit, non ci riusciremmo mai. Esiste un'altra soluzione.
Referendum popolare per chiedere l'uscita dall'Euro.
 

Pitagora

Aquila libera
Pit, non ci riusciremmo mai. Esiste un'altra soluzione.
Referendum popolare per chiedere l'uscita dall'Euro.

Buondi' Diom:)...domenica ci saranno le elezioni in Francia/Grecia e forse proprio i francesi ci indicheranno la via, come fecero con la Rivoluzione, per affrancarci dall'oligarchia finanziaria dei banchieri....mi stanno facendo ricredere circa le mie credenze capitalistiche, ho la netta sensazione che stiano affamando popoli europei x soggiogarli.:(:cool:

...visto come ci vogliono ridurre, f.klo loro e il loro....debito.
 
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Pitagora

Aquila libera
inviato.tranche.b lettura:up:

:bow:....

"Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete" (Matteo 7,15-16). :ciao:

All’epoca i giudei attendevano la venuta di un Messia, un liberatore che li liberasse dal giogo dell’oppressione romana in aderenza al contenuto delle scritture e, perciò, proliferavano i falsi profeti, coloro che sfruttavano la credulità e l’ingenuità delle persone per turlupinarle e derubarle.
 
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