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22/02/2013 12:11
Allarme dagli Usa: correzione del 7%?
Rossana Prezioso
"Sono sempre stato rialzista, anche nei momenti peggiori, anzi, soprattutto durante quelli, ma adesso non posso andare contro tutte le evidenze. Dopo le notizie arrivate dalla Fed, il mercato è stato più forte di tutte le speranze e gli indici hanno iniziato a virare." Ha dichiarato alla CNBC Ormai anche i bulls ad ogni costo capiscono che il gioco sta cambiando e il denaro facile che ha permesso finora la corsa sfrenata (e irresponsabile) verso l'azionario sta rallentando. Non solo, ma all'orizzonte si prepara il famoso "sequester" cioè il taglio automatico della spesa inizialmente previsto per il primo gennaio e poi rimandato, momentaneamente, in vista di un accordo, al 1 marzo. Accordo che ormai non c'è e sembra sempre più probabile che possa arrivare nell'ultima settimana. A meno che a Capitol holl non decidano di fare gli straordinari. A questo punto il pericolo deriva da un rallentamento della spesa sia da parte dei contribuenti (l'aumento delle tasse sul salario), sia da parte dei consumatori (ovvero il 70% dell'economia Usa). Spesso, però, le due categorie coincidono e questo sarà sicuramente un deterrente per la crescita dell'economia. Gli analisti già hanno puntato a un minimo dell'1%, ma i più pessimisti arrivano a credere che la flessione potrà toccare anche il 7% proprio per l'accavallarsi di tagli , aumento delle imposte e le prospettive circa la mancanza di appoggio da parte della Fed che porterà le imprese a rallentare gli investimenti per ricerca e innovazione e soprattutto a diminuire le assunzioni proprio per imposte maggiorate ( e i cui eventuali rimborsi, fanno sapere gli addetti ai lavori, arrivano sempre più in ritardo). , LA conseguenza più netta è il rallentamento dell'economia e l'aumento della disoccupazione, con un fallimento decisivo dei progetti della Federal Reserve che proprio verso il mondo del lavoro aveva indirizzato le sue prospettive di crescita e incentrato i progetti di allentamento monetario. A essere particolarmente colpiti, saranno i settori della difesa civile e militare, quest'ultima con dei tagli da sempre osteggiati dai repubblicani, uno dei tanti motivi del mancato accordo sul Fiscal cliff di dicembre. E proprio in quest'ottica la spesa dei consumatori, paradossalmente forte grazie ai dividendi straordinari decisi dalle multinazionali per evitare la scure delle tasse, stanno già indebolendosi nelle prime settimane del 2013. Molti economisti sono particolarmente critici sulla natura arbitraria dei tagli, sostenendo che una razionalizzazione dei tagli porterebbe minori problemi in vista di una serie di scelte meno critiche e meglio distribuite durante il periodo previsto di 10 anni. L'effetto cumulativo potrebbe ridurre drasticamente la crescita economica di ben 1,25 punti percentuali contro un tasso di crescita che altrimenti avrebbe potuto essere superiore al 3 per cento nel 2013, gli economisti stimano e che, nonostante la recessione è riuscita, in passato a mantenere un ritmo del 2% medio. Fonte: News
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