Merkel: sullo scudo anti-spread bisogna rispettare le decisione dei singoli Paesi. Sta con Finlandia e Olanda?
Dopo il dietro-front di Finlandia e Olanda sullo scudo anti-spread arrivano oggi alcune dichiarazioni della cancelliera Angela Merkel che alimentano l confusione in merito alla volontà dei leader politici di tener fede agli impegni presi nell'ultimo vertice Ue del 28-29 giugno che, tra le novità, ha sancito importanti passi in avanti sull'unione bancaria europea e sull'attuazione di un meccanismo di protezione degli spread dei Paesi periferici in difficoltà. Passi importanti, certo, che verranno riaffrontati il 9 luglio in occasione dell'Eurogruppo.
Ed è per questo che se oggi la Merkel dice «le decisioni dei singoli Paesi vanno rispettate», non getta certo acqua sul fuoco. Ma anzi, rischia di alimentarlo. La stessa Merkel ha anche ribadito «Dobbiamo ancora fare chiarezza sulle decisioni prese al vertice di Bruxelles. Dobbiamo ancora fare chiarezza sulle decisioni prese al vertice di Bruxelles».
La Finlandia attraverso il primo ministro, Jyrki Katainen, assieme all'Olanda, ha preannunciato il veto sugli acquisti di titoli di Stato di Paesi dell'Eurozona sul mercato secondario da parte del Fondo salva-Stati (Esm) come strumento contro un'ascesa eccessiva degli spread.
Al momento la posizione dei due Paesi non è in grado di cambiare le impostazioni sullo scudo anti-spread decise nel vertice di fine giugno. Questo perché le quote nel fondo Esm di Finlandia e Olanda messe insieme non superano l'8% quando è previsto che la procedura di voto nel consiglio di amministrazione dell'Esm contempla, quando non l'unanimità, una maggioranza qualificata dell'85%. Il che significa che al momento gli Stati contrari allo scudo anti-spread dovrebbero avere complessivamente una quota superiore al 15% per poter rendere efficace il loro veto. Ipotesi che al momento, salvo un clamoroso dietro-front della Germania, pare improbabile.
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