Idee e grafici. - Cap. 2

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02/09/2013 11:48
Wall Street oggi chiusa per il Labor Day
Financial Trend Analysis
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Rimarrà chiusa oggi Wall Street, in occasione della festività del Labor Day. Chiusura negativa venerdì per il Nyse, con il Dow Jones che ha lasciato sul terreno lo 0,21%, il Nasdaq lo 0,84% e lo Standard & Poor's 500 lo 0,32%. (EP) Autore: Financial Trend Analysis Fonte: News Trend Online
 
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02/09/2013 12:27
Venti di crisi politica e di guerra spaventano Piazza Affari
Davide Pantaleo
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Di seguito riportiamo l'intervista sull'indice Ftse Mib e su alcune delle blue chips quotate a Piazza Affari, con domande rivolte a Roberto Scudeletti, titolare del sito PRtrading Home Page e a Pasquale Torcolacci, trader privato e titolare del sito: iltraderinborsa.it. L'indice Ftse Mib si lascia alle spalle un'altra settimana negativa, con un bilancio ancora più pesante della precedente. Ci sono le condizioni per assistere ad un recupero dai livelli attuali? Quali le attese per le prossime sedute? I venti di crisi di Governo e soprattutto di guerra spaventano la borsa che continua nella discesa, all'interno di una fase che per il momento è solamente correttiva. Infatti nonostante il macd ribassista il prezzo del grafico giornaliero è ancora sopra i supporti, mentre rimane positivo sul grafico settimanale e mensile. Le condizioni per un recupero sono quindi da verificare sul grafico più debole, cioè quello giornaliero dove sino a 16950 e 17070 circa assisteremo a semplici rimbalzi sulle medie a 24 e 12 periodi che fungono da resistenza. Solo sopra quest'ultimo livello potremo assistere ad una ripresa con naturali obiettivi i massimi precedenti tra 17370 e 17690 punti, con eventuale accelerazione sulle resistenze settimanale e mensile rispettivamente a 18050 e 18315 circa. Attenzione alla perdita di 16680-16500 e dei supporti giornalieri in area 16300-16270 che porterebbe ad una accelerazione ribassista verso quelli settimanali tra 15700 e 15150 punti. Analisi e strategie operative per alcune blue chips In chiusura di settimana Banco Popolare e Banca Popolare dell'Emilia Romagna sono stati i due bancari più colpiti dalle vendite. Quali strategie ci può suggerire per questi due titoli? Banco Popolare come la stragrande maggioranza dei bancari è un titolo da bollino rosso, visto che è sprofondata da 17.30 a poco sopra i 0.79 negli ultimi 6 anni! Sulla tenuta di questo minimo sta faticosamente tentando un rimbalzo, con un ampio e lungo movimento laterale in atto tra 0.85-0.90 e 1.65-1.21 circa, buono per trading o per un piano di accumulo sulla debolezza piuttosto che per una posizione da cassettista. Comprare una quota sopra 1.12 e 1.188 da accumulare a 1.045 e 1.005 euro, con stop sotto 0.99-0.97 euro e profit a 1.32-1.405 euro. Banca Popolare dell'Emilia Romagna ha effettuato una discesa libera da oltre 20 euro che poi si è tramutata in slavina, sino alla valanga sul minimo relativo a 2.80 di luglio 2012. Sulla tenuta di tale livello ha effettuato una salita al raddoppio, con massimo relativo a 6.78 euro, recente correzione a 4.172 ed attuale ripresa verso 5.70-5.30 circa. Entrare con una quota sopra 5.64 e 5.72 da accumulare a 5.21 e 4.91 con stop sotto 4.75 e profitto a 6.70-6.85 euro. Qual è il suo giudizio su due protagonisti del settore del risparmio gestito quali Mediolanum e Azimut? Consiglierebbe di acquistare questi due titoli sui livelli attuali? Mediolanum dopo alcuni anni di ribasso proveniente da 7 euro è riuscita a costituire una base poco sopra i 2 euro per intraprendere una fase di recupero tuttora in corso. Sul recente mancato attacco ai 6 euro sta correggendo sul supporto della media a 50 periodi giornaliera, in zona 5.30 circa. Entrare con una quota sopra 5.68 e 5.73 euro da accumulare a 5.58 e 5.35 euro, con stop sotto 5.15 euro e profit tra 6.80 e 7 euro. Azimut aspira ad entrare nel manuale delle Giovani Marmotte del Trading, grazie ad un trend perfettamente rialzista, con minimi e massimi assolutamente crescenti. Recentemente ha effettuato un doppio massimo decrescente 17.48-17.35 euro che ha invogliato l'attuale fase di correzione tra 16 e 16.25 euro, che rende la situazione incerta. Entrare solo sopra 17 e 17.50 euro con una piccola quota, da accumulare a 16 euro, con stop sotto 14.90 euro e profit a 20-21 euro verso vette inesplorate. A chi volesse affidarsi ad una strategia più difensiva suggerirebbe di puntare su due titoli come Terna e Snam? Quali sono i livelli di supporto e di resistenza da monitorare ora per entrambi? Terna può essere senz'altro inserito in un portafoglio moderatamente difensivo per bilanciare quei birichini di titoli bancari; ha in effetti un trend di lungo termine positivo ed un rapporto rischio rendimento medio basso per un titolo azionario. In questo momento sta smaltendo la mancata rottura di 3.60 con l'attuale correzione in zona 3.10-3.21 circa. Entrare con una quota sopra 3.28 e 3.34 da accumulare a 3.20 con stop sotto 3.10-3 euro. Snam è ancora più di Terna un titolo che in giornate di borsa negativa causa bancari può rimanere anche addirittura positiva, come lo è da lungo termine, quindi da annoverare nel famoso portafoglio difensivo. Anche lei ha comunque i suoi periodi di discesa, come l'attuale, che segue il massimo relativo a 3.86 euro, col prezzo che fluttua in zona 3.60-3.50 in cerca di direzionalità. Entrare con una tranche sopra 3.58 e 3.65 da accumulare a 3.53 euro, con stop sotto 3.45 euro e profit a 4.25-4.30 euro circa. *In caso di recuperi del mercato, quali sono i titoli che potrebbero approfittarne più di altri? A quali consiglia di guardare in particolare ora? * Monitoriamo con attenzione: ANSALDO STS, DIASORIN, GENERALI, TELECOM ITALIA. Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 
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02/09/2013 12:55
Flash sui mercati
Intesa Sanpaolo Studi e Ricerche
Da seguire:
Area Euro
§La seconda stima del PMI manifatturiero dell’area euro dovrebbe confermare l’aumento a 51,3 ad agosto dal 50,3 di luglio. Lo spaccato dovrebbe confermare in particolare il recupero degli ordini, che nella stima flash hanno fatto segnare un incoraggiante 53,4. La salita dovrebbe essere trainata ancora una volta dalla Germania (52). La prima lettura del PMI italiano dovrebbe mostrare un indice a 50,9 da 50,4 precedente. Già pubblicato l’indice per l’Irlanda, salito da 51,0 a 52,0 (nuovi ordini 53,6).
Stati Uniti
§Mercati chiusi per festività.
I market mover della settimana
Nell’area euro, il focus sarà sulla riunione della BCE. I primi dati reali relativi al 3° trimestre dovrebbero mostrare a luglio una stagnazione della produzione in Germania e un calo in Francia, ma si tratterebbe di una normalizzazione dopo i forti aumenti di giugno: la tendenza di fondo dovrebbe rimanere quella di un miglioramento diffuso come segnalato dalle indagini congiunturali. La seconda stima del PIL area euro nel 2° trimestre dovrebbe confermare il ritorno alla crescita (+0,3% t/t) dopo due anni di contrazione.
La settimana è densa di dati importanti negli Stati Uniti. Gli indici ISM dovrebbero correggere modestamente ad agosto, restando su livelli elevati e coerenti con il proseguimento dell’espansione a ritmi moderati. L’employment report dovrebbe mostrare una dinamica occupazionale di poco superiore a quella di luglio e in linea con il proseguimento di un graduale calo del tasso di disoccupazione nei prossimi mesi. A luglio, il deficit della bilancia commerciale dovrebbe riallargarsi dopo l’ampio calo di giugno e la spesa in costruzioni dovrebbe aumentare modestamente.
Venerdì sui mercati
In Cina, il PMI ufficiale è salito da 50,3 a 51, mentre la rilevazione HSBC è stata confermata in rialzo a 50,1. A fronte dei segnali di miglioramento dell’attività economica in Cina, il rischio Siria diventa meno pressante per i mercati, a seguito della decisione dell’amministrazione Obama di ottenere l’autorizzazione del congresso prima di muoversi; tuttavia, è evidente che l’iniziativa militare è soltanto rinviata. Venerdì il flusso di dati è stato positivo in Europa ma deludente negli Stati Uniti. Problemi in Portogallo, dove la corte costituzionale ha bocciato le misure che avrebbero consentito il licenziamento dei dipendenti pubblici.
Area Euro
L’indice di fiducia composito elaborato dalla Commissione Europea migliora ad agosto per il quarto mese consecutivo, salendo più delle attese a 95,2 da 92,5. L’indice è ora ai massimi da 17 mesi, pur rimanendo ancora al di sotto della media di lungo periodo (circa 100). Sopra la media si conferma la Germania (103,8), più indietro Francia, Italia e Spagna (91,6; 91,5 e 94,3 rispettivamente). La fiducia dei consumatori conferma la stima preliminare migliorando di quasi due punti a -15,6 da -17,4 di luglio (il trend al rialzo dura dal dicembre scorso). Anche in questo caso è la Germania il Paese con il clima di fiducia meglio impostato (-3,4). Anche nel settore produttivo si registra un netto miglioramento di morale. Nell’industria l’indice sale a -7,9 da -10,6, avvicinandosi alla media di lungo periodo (-7) sostenuto dalla componente legata agli ordini esteri, mentre nei servizi l’indice cresce a -5,3 da -7,8, ancora lontano dalla media di lungo periodo (11,7). L’indice composito della Commissione è ora coerente con un PIL all’incirca stagnante su base annua, il che conferma che il miglioramento congiunturale è destinato a proseguire nel trimestre estivo dal -0,7% a/a di primavera, ma segnala anche che la ripresa è ancora di entità modesta.
La stima preliminare di agosto sull’andamento dei prezzi al consumo ha sorpreso lievemente al ribasso mostrando un’inflazione in calo di tre decimi all’1,3% dall’1,6% di luglio, grazie soprattutto alla riduzione tendenziale dei prezzi dell’energia. Il dato è coerente con un aumento dei prezzi nel mese (+0,1% m/m dopo -0,5% m/m a luglio) spinto soprattutto dagli alimentari. I prezzi al netto delle componenti più volatili (alimentari, energia, alcol e tabacco) sul mese sono rimasti stabili, per un CPI core stabile all’1,1%. A meno di sorprese sul prezzo delle materie prime, l’inflazione potrebbe calare ancora a settembre, per poi risalire attorno all’1,5% nei mesi autunnali.
Il tasso di disoccupazione dell’area euro rimane stabile in linea con le attese per il quinto mese consecutivo al 12,1% a luglio (si tratta di un massimo dall’inizio della serie storica). I paesi dell’eurozona con la disoccupazione più bassa sono Austria (4,8%), Germania (5,3%) e Lussemburgo (5,7%). All’opposto i paesi più colpiti rimangono Grecia (27,6% a maggio) e Spagna (26,3%). Da segnalare il forte aumento registrato a Cipro (al 17,3% a luglio, in aumento di un punto e mezzo rispetto a solo tre mesi prima). Riteniamo che difficilmente la disoccupazione salirà ancora in misura significativa rispetto agli attuali livelli.
Italia. A luglio il tasso di disoccupazione è calato a sorpresa per il secondo mese consecutivo, al 12% dal 12,1% di giugno (il massimo storico era stato toccato al 12,2% a maggio). Il calo del tasso dei senza-lavoro è dovuto alla flessione delle forze di lavoro, in presenza di un’occupazione stabile. La disoccupazione giovanile ha toccato un nuovo massimo storico al 39,5%. In base all’indagine trimestrale sulle forze di lavoro, il tasso di disoccupazione si era collocato al 12,1% nel secondo trimestre, dall’11,9% dei tre mesi precedenti. Su base tendenziale, si è accentuata la caduta degli occupati (-2,5%), dovuta al persistente contrazione degli occupati più giovani a fronte di una continua crescita degli ultracinquantenni. Prosegue la riduzione tendenziale dell’occupazione italiana mentre si arresta il calo di quella straniera. Continua anche il trend di riduzione degli occupati a tempo pieno a fronte di un aumento del part-time (involontario). Mentre prosegue la flessione dei dipendenti a tempo indeterminato, da due trimestri si nota una accelerazione nella flessione del lavoro a termine e dei collaboratori. Da notare infine che, dopo sette trimestri di discesa, torna ad aumentare il numero di inattivi, in gran parte giovani di sesso maschile. In sintesi, è ancora prematuro a nostro avviso dichiarare terminato il trend di deterioramento del mercato del lavoro, che potrebbe proseguire almeno per tutto il 2013.
Italia. In base alla stima preliminare, i prezzi al consumo sono saliti più del previsto ad agosto, di 0,3% m/m dopo lo 0,1% m/m di luglio sulla misura nazionale. In base all’indice armonizzato i prezzi sono rimasti stabili dopo il deciso calo (-1,8% m/m) di luglio. L’inflazione è calata di un decimo all’1,1% sul NIC ed è rimasta stabile all’1,2% sull’IPCA. L’aumento dei prezzi nel mese è dovuto interamente ai rincari nei trasporti (+2,7% m/m), spiegati sia dalla benzina (+1,1% m/m) che dai trasporti aerei e marittimi (+28,3% e +30,3% m/m); più marcati della stagionalità del mese anche gli aumenti per tempo libero e cultura (+0,7% m/m), anche in questo caso legati principalmente ai rincari a due cifre dei pacchetti-vacanza. Prosegue invece, dopo i rincari primaverili, il calo dei prezzi alimentari (-0,5% m/m dopo il -0,8% m/m di luglio), in particolare vegetali e frutta fresca; più marcata del prevista anche la flessione nelle comunicazioni (-0,6% m/m); in calo anche i prezzi dell’abbigliamento e dei servizi ricettivi e di ristorazione. Nell’ipotesi che l’aumento dell’IVA venga evitato, il CPI potrebbe rallentare ancora all’1% a settembre, per poi risalire in un intorno dell’1,5% per fine anno.
Germania. Le vendite al dettaglio sono diminuite a sorpresa di -1,4% m/m dopo il -0,8% m/m di giugno (rivisto al rialzo da -1,5% m/m). Il calo è spiegato da una contrazione nell’acquisto di abiti e vestiario (-2,6% m/m), informatica (-1,2% m/m) e mobili e arredi (-1,9% m/m). La variazione annua cala a -0,7% a/a dal -0,3% di giugno.
Stati Uniti
Il reddito personale a luglio aumenta di 0,1 % m/m, meno di quanto atteso dal consenso (+0,3% m/m). Fra le varie componenti di reddito, è negativa quella da lavoro, con un calo di salari e stipendi di -0,3% m/m, mentre il reddito da proprietà immobiliari aumenta di 0,6% m/m e quello da attività finanziarie di +0,6% m/m. Nel mese di giugno i salari orari erano scesi di -0,1% m/m; anche le ore lavorate avevano segnato una contrazione (-0,1% m/m); nel mese di luglio i lavoratori part-time erano aumentati di 174mila unità. Questi fattori spiegano la contrazione del reddito da lavoro su base mensile: la previsione è che il calo dei salari orari e delle ore lavorate sia temporaneo e che sia seguito da variazioni positive, con una ripresa del reddito da lavoro. La spesa personale aumenta di 0,1% m/m (il dato di giugno è rivisto verso l’alto a +0,6% m/m da +0,5% m/m) e il tasso di risparmio rimane invariato a 4,4% come a giugno. Sul dato dei consumi nominali pesano le correzioni nei comparto dei beni durevoli (-0,2% m/m, dovuta però a un calo dei prezzi nel settore) e in quello dei servizi (-0,1% m/m). In termini reali, i servizi segnano la seconda contrazione in tre mesi -0,1% m/m a luglio e a maggio). I servizi restano un capitolo debole nel sentiero dei consumi di questa ripresa. Il reddito da lavoro cala di -0,3% m/m, mentre il reddito disponibile è in crescita di 0,2% m/m. Il deflatore dei consumi aumenta di 0,1% m/m (1,4% a/a), lasciando la spesa reale invariata rispetto al giugno; anche il deflatore dei consumi core aumenta di 0,1% m/m (1,2% a/a). I dati sono deboli, e in parziale contrasto con le altre indicazioni congiunturali più positive viste recentemente.
Fonte: Mercati Flash
 
avete visto venerdi sera su rai 1 il programma petrolio ? parlavano della germania, hanno intervistato alcuni italiani che lavorano alla wosvaghen e hanno un stipendio da 2.200 minimo a 2,8000. 8 ore di cui 1 per mangiare. cioe 7 ore lavorative giornalmente. e dicono che in italia costa troppo l "operaio e per questo che non e piu competitiva.
 
avete visto venerdi sera su rai 1 il programma petrolio ? parlavano della germania, hanno intervistato alcuni italiani che lavorano alla wosvaghen e hanno un stipendio da 2.200 minimo a 2,8000. 8 ore di cui 1 per mangiare. cioe 7 ore lavorative giornalmente. e dicono che in italia costa troppo l "operaio e per questo che non e piu competitiva.


Errore da principianti considerare come costo dela manodopera solamente quanto percepisce netto l' operaio.

Se poi vai a prendere gl operai della Ferrari magari scopri che potrebbero (condizionale) guadagnare più di quelli tedeschi.
 

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