Idee e grafici. - Cap. 2

lo stoc e scarichi e indicatori in salita
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News

30/09/2013 11:54
Italia, mercati potrebbero preferire un Letta bis
IG
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Forte calo dei Btp questa mattina in scia all'instabilità politica italiana dopo le dimissioni dei ministri del Pdl del week end. Le tensioni politiche, che erano tornate a farsi sentire già a fine agosto in scia al tema IMU, non hanno mai abbandonato il Paese nelle ultime settimane e sono sfociate con la crisi di governo nelle ultime ore. Riteniamo di poter affermare che i mercati avevano già in parte scontato questa ipotesi, viste anche le performance negative dei nostri titoli di Stato rispetto a quelli spagnoli dell'ultimo mese. La nostra sensazione è che gli operatori scontavano un ritorno alle urne solo nella primavera del 2014, una volta risolte le questioni fiscali e modificato la legge elettorale attuale. Con la crisi si apre invece la possibilità di un ritorno anticipato al voto e il mercato sta prezzando la mancanza di una legge elettorale in grado di evitare un governo senza maggioranza in entrambe le Camere. Bisogna attendere ora mercoledì, quando Letta andrà alla Camera per chiedere la fiducia. Le possibilità di andare incontro a un Letta bis rimangono concrete se dovesse essere confermata la spaccatura all'interno del Pdl, con le colombe che potrebbero sostenere una simile ipotesi. Cosa aspettarsi nelle prossime settimane? Ci aspettiamo che il rendimento sul decennale italiano possa salire sino ad arrivare al 5% nell'arco di poche settimane soprattutto nel caso in cui Letta non dovesse ottenere una nuova fiducia. Solo un superamento di tale soglia potrebbe richiedere un'attivazione del piano OMT della Bce visto l'ingente ammontare del debito pubblico. Rimangono forti dubbi al riguardo. Si tratterebbe della prima attivazione di un piano, che tra l'altro necessita ancora dell'approvazione da parte della Corte costituzionale di Karlsruhe. Un ruolo chiave sarà giocato anche dalla Merkel, la cui formazione del governo riveste ora ancora di più del carattere di urgenza. In aggiunta a tutto ciò, bisogna tenere in considerazione che la richiesta di attivazione dovrebbe essere avanzata dai singoli governi nazionali, cosa che in questo momento il Paese non possiede. Ci aspettiamo che queste potrebbero essere le domande a cui Draghi si troverà a rispondere nella conferenza stampa post annuncio tassi di mercoledì. In ottica spread Btp-Bund, potremmo tornare a mettere pressione ai massimi di fine giugno a 310 punti base da qui alle prossime sedute. Una rinnovata fiducia in Letta potrebbe invece raffreddare temporaneamente i mercati con un decennale che potrebbe fermarsi in area 4,7% e uno spread a 290 punti base. La costituzione di un governo Letta 2 senza la componente più estrema (i cosiddetti falchi) potrebbe ricevere l'approvazione degli operatori, dato che la stabilità sarebbe maggiore rispetto a quella che abbiamo visto di recente. Sarà comunque di carattere temporaneo e in primavera si tornerà alle urne. Sul fronte rating, ci aspettiamo ora un downgrade del merito creditizio dell'Italia visti i maggiori rischi sul fronte fiscale che insorgono in questo clima di instabilità. Il taglio del rating potrebbe arrivare da Fitch, che al momento ha un merito creditizio un gradino più alto rispetto a quello di Moody's e Standard&Poor's. Riteniamo che il taglio arriverà a chiusura di mercati tra questa sera e mercoledì. Probabilmente le agenzie potrebbero proprio attendere l'esito della fiducia di Letta prima di agire. L'instabilità politica potrebbe infine minacciare tutti i germogli di crescita che in Europa sono sempre più forti. Questo a sua volta alimenterebbe dubbi sulla solidità dei conti italiani dopo il monito che è arrivato dalla Ue sullo sforamento del 3% per l'anno in corso. Una riduzione delle stime sul Pil sul 2014 potrebbe impattare il rapporto deficit/Pil. VINCENZO LONGO Market Strategist Autore: IG Fonte: News Trend Online
 
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30/09/2013 11:56
Italia: analisti, mercati potrebbero preferire un Letta bis

Le tensioni politiche, che erano tornate a farsi sentire già a fine agosto in scia al tema Imu, non hanno mai abbandonato il Paese nelle ultime settimane e sono sfociate con la crisi di governo nelle ultime ore. Secondo Vincenzo Longo, market strategist di IG, "i mercati avevano già in parte scontato questa ipotesi, viste anche le performance negative dei nostri titoli di Stato rispetto a quelli spagnoli dell’ultimo mese". "La nostra sensazione è che gli operatori scontavano un ritorno alle urne solo nella primavera del 2014, una volta risolte le questioni fiscali e modificata la legge elettorale attuale - aggiunge Longo - Con la crisi si apre invece la possibilità di un ritorno anticipato al voto e il mercato sta prezzando la mancanza di una legge elettorale in grado di evitare un governo senza maggioranza in entrambe le Camere". Bisogna attendere ora mercoledì, quando il premier Enrico Letta andrà alla Camera per chiedere la fiducia. "Le possibilità di andare incontro a un Letta bis rimangono concrete se dovesse essere confermata la spaccatura all’interno del Pdl, con le colombe che potrebbero sostenere una simile ipotesi" sostiene l'esperto di Ig. Ma cosa aspettarsi nelle prossime settimane? "Ci aspettiamo che il rendimento sul decennale italiano possa salire sino ad arrivare al 5% nell’arco di poche settimane soprattutto nel caso in cui Letta non dovesse ottenere una nuova fiducia - dichiara Longo - Solo un superamento di tale soglia potrebbe richiedere un’attivazione del piano Omt della Bce visto l’ingente ammontare del debito pubblico. Rimangono forti dubbi al riguardo. Si tratterebbe della prima attivazione di un piano, che tra l’altro necessita ancora dell’approvazione da parte della Corte costituzionale di Karlsruhe". Una rinnovata fiducia in Letta potrebbe, secondo IG, raffreddare temporaneamente i mercati con un decennale che potrebbe fermarsi in area 4,7% e uno spread a 290 punti base. La costituzione di un governo Letta 2 senza la componente più estrema (i cosiddetti falchi) potrebbe ricevere l’approvazione degli operatori, dato che la stabilità sarebbe maggiore rispetto a quella che abbiamo visto di recente. Sarà comunque di carattere temporaneo e in primavera si tornerà alle urne.

Fonte: News Finanza.com
 
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30/09/2013 13:00
Basta scherzare col fuoco
La Voce
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Nel tentativo di evitare la sanzione per i gravi reati economici per cui è stato condannato, Berlusconi ha aperto la crisi del Governo Letta. Con altissimi rischi, soprattutto per i titoli del debito pubblico e per le banche. Urgente dare segnali di stabilità: tenuta dei conti 2013 e legge elettorale. La crisi politica c'era già. Ma ha subito una brusca accelerazione con la scelta di Berlusconi di far dimettere i ministri del Popolo delle Libertà nel tentativo di evitare che si perfezioni la sanzione giudiziaria per i gravi reati economici (trasferimento di utili a società da lui possedute al 100% in paradisi fiscali) e non economici di cui è stato ritenuto colpevole in terzo grado. COSA SUCCEDE AI CONTI PUBBLICI La crisi che si è aperta potrebbe produrre un brusco incremento dell'onere di un debito pubblico che ha ormai superato il 130 per cento del Pil. È probabile che nei prossimi giorni le agenzie di rating decidano un ulteriore downgrading che priverebbe i nostri titoli di stato della caratteristica di essere "investment grade", con ciò obbligando molte istituzioni finanziarie, sia italiane che estere, a vendere lo stock in loro possesso. Inoltre i nostri titoli potrebbero non venire più accettati come garanzia nelle operazioni di finanziamento delle nostre banche, come già è accaduto nei giorni scorsi a Londra. Cercare una difesa nel programma Omt della Banca centrale europea potrebbe essere difficile: tale programma richiede infatti una vigilanza dell'Europa. Questa procedura, prevista dall'Omt, non è stata ancora testata ed è piena di incognite. Richiede impegni che un governo dimissionario difficilmente potrebbe assumere. Ricordiamo che da qui a giugno (data di presumibile chiusura della crisi politica dopo nuove elezioni) ci sono circa 240 miliardi di aste di titoli di stato. Se il rendimento dei titoli aumentasse di 100 punti da qui ad allora avremmo un aggravio dei costi per il servizio del debito di circa 2,4 miliardi, come la seconda rata dell'Imu. A regime il costo sarebbe di più di 20 miliardi, vanificando più di metà delle manovre fatte dal 2011 per fronteggiare la crisi del debito. DARE SEGNALI DI STABILITÀ Bisogna dunque rapidamente dare segnali di stabilità per evitare questi scenari. Si tratta di confermare il quadro a politiche invariate -quindi nessuna cancellazione della seconda rata Imu e dell'aumento dell'Iva- da qui alla fine dell'anno, varare rapidamente una legge elettorale che sia in grado di aumentare di molto la probabilità di avere un esecutivo in grado di governare dopo il voto, e assicurare al nuovo governo la possibilità di varare un'ambiziosa legge di stabilità che tagli le tasse dove ce n'è più bisogno, riducendo la pressione fiscale insostenibile che oggi grava sul lavoro. Angelo Baglioni Massimo Baldini Tito Boeri Andrea Boitani Massimo Bordignon Agar Brugiavini Daniele Checchi Francesco Daveri Daniela del Boca Nerina Dirindin Marzio Galeotti Pietro Garibaldi Francesco Giavazzi Luigi Guiso Tullio Jappelli Daniela Marchesi Tommaso Nannicini Marco Onado Fausto Panunzi Michele Pellizzari Nicola Persico Giuseppe Pisauro Michele Polo Riccardo Puglisi Carlo Scarpa Fabiano Schivardi Francesco Vella Autore: La Voce Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 

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