Idee e grafici. - Cap. 2

ora rientrato 925, speriamo bene

ci son gli Yankee leggermente up
se come penso dovessero rientrare al close di ieri sera
dovremmo perdere pure noi qualcosa
ecco perche la quota di Don credo sia buona.
Da li , se gli yankee aiutano , con una bella rincorsa
e dopo tre tentativi, ci starebbe tutto il break dei 21000.
Io spero di esserci per sparare sul Dax, fatto qualcosa
stamane ma per pochi tick....col Daxone :D
 
Ultima modifica:
Prevista volatilità in arrivo su mercati al top. Cosa fare?

Mercato al top, quindi aumento delle probabilità di un ritorno dell'incertezza. Volatilità, dunque, con i soliti margini, sempre più alti, di guadagno ma anche di altrettante perdite.

Rossana Prezioso 10 marzo 08:25


Oknotizie

Mercoledì 12 Marzo alle ore 19.00 Pietro Origlia e Gianvito D'Angelo parteciperanno al primo confronto in diretta video su temi importanti come Euro dollaro: long o short nel breve? Indice Ftse Mib: fine del rally? o 3 titoli per una scommessa al rialzo. Partecipa all'evento gratuito della durata di 1 ora. Iscriviti qui.

Mettersi alla finestra è la parola d'ordine, soprattutto per il piccolo investitore, ma la tentazione di un azzardo è grande. Nuovi massimi, nuove euforie ma anche nuovi pericoli perché il mercato quanto più in alto va più pericoloso diventa. Da tempo molti segnali si stanno rivelando premonitori per quanto riguarda il mercato, come ad esempio il fatto che da tempo i retails si sono riversati in massa sull’azionario e il consenso è unanime per un rialzo continuato. Tipico comportamento che anticipa un crash. C’è da dire che una serie di previsioni del genere erano state fatte anche l’anno scorso, poi non avveratesi, ma è pur vero che a forza di gridare “al lupo, al lupo!!” si finisce per essere ignorati (ma si ha anche il pregio, una volta verificatasi la catastrofe, ti poter vantare doti da Cassandra). Volatilità e ansia. I peggiori nemici adesso da affrontare.
I segni della fine?

Un consensus verso l’ottimismo, quasi preoccupante, che vede non solo i grandi scettici tendere verso una positività inaudita, ma anche la continua e sistematica estinzione degli orsi.

Il tutto in un ambiente di compiacenza continuata che vede come i fondamentali non al top siano sistematicamente ignorati. Alla fine, è l’opinione comune, Fed o Bce prima o poi provvederanno evitando il crollo: in fondo se si è usciti vivi dal crollo del 2008 e l’euro è stato preso per i capelli da Draghi, le super incoraggianti (e iperottimistiche) previsioni di una crescita che arriverà, non si sa bene da cosa non spaventano per la loro inconsistenza. In particolare sui dati macro osannati per l’apporto minimo che consegnano alla storia. Non solo, ma il rapporto prezzo/azione rimane preoccupantemente alto sul fronte statunitense e ciò proprio mentre i fondamentali delle società e le lamentele dei manager circa una crescita stentata, diventano realtà. Un esempio è l’accusa arrivata su quelle che vengono definite le motivazioni ufficiali per le deludenti performance del mercato del lavoro di dicembre e gennaio. Capro espiatorio: il tempo.
- See more at: http://www.trend-online.com/prp/previsi ... cmwaN.dpuf
Mercoledì 12 Marzo alle ore 19.00 Pietro Origlia e Gianvito D'Angelo parteciperanno al primo confronto in diretta video su temi importanti come Euro dollaro: long o short nel breve? Indice Ftse Mib: fine del rally? o 3 titoli per una scommessa al rialzo. Partecipa all'evento gratuito della durata di 1 ora. Iscriviti qui.

E sempre sul mercato statunitense, il Nasdaq ha visto un massimo da 14 anni a questa parte. Un’ultima nota? La paura e l’avidità si stanno unendo in un mixer micidiale che vede la seconda montare sull’onda dell’ansia creata dalla prima.
Previsioni

Se le previsioni di crash sono state sempre smentite è anche vero che però i segnali non possono essere ignorati, eppure possono essere riconosciuti. In questo momento molte persone vogliono vedere ciò che vogliono vedere. Punto e basta. L’ansia e al paura di vendere sono state dimenticate, ma il mercato non dimentica. Archivia e presenta il conto quanto prima. Un primo anticipo è stato dato dagli emergenti che invece hanno chiesto un primo impegno, quello, condiviso da molti manager, di andare long sul settore. In effetti è vero: gli emergenti si riprenderanno. Ma un giorno e nemmeno tanto vicino. Impossibile non ignorarne l’importanza, ovvia, nel mondo della crescita globale. Ma non adesso. E non ovunque. Intanto, però avidità, ansia, indiscrezioni più o meno volutamente insinuate, permettono di tirare avanti un mercato toro ancora per un po’, ma solo con il fine speculativo che da sempre lo contraddistingue soprattutto nelle sue ultime fasi. Fasi che a questo punto presentano anche un’altra caratteristica particolare: la volatilità che si prospetta in arrivo presto sui mercati. Per questo molti sono tentati (e giustamente) di mettersi alla finestra. L’unica preoccupazione per il momento sarebbe quella di riuscire a resistere alla tentazione di rientrare quando si saranno appunto picchi di guadagno, morsi di rialzi strappati appunto per attimi singoli. MA il rischio (e il possibile guadagno) in questo frangente, è cosa da lasciare ai professionisti. Il piccolo investitore è bene che resti in disparte. Per ora, almeno fino a quando non si saranno calmate le acque.
- See more at: http://www.trend-online.com/prp/previsi ... zovsp.dpuf
 
Attenzione: primi allarmi sul Btp. Prendi i soldi e scappa?

L'Italia di carta, quella fissata sulla speculazione, adesso potrebbe cambiare idea, proprio dopo l'ondata di interesse sia straniero che nazionale, per i titoli di stato.

Rossana Prezioso 10 marzo 08:00


Oknotizie

Mercoledì 12 Marzo alle ore 19.00 Pietro Origlia e Gianvito D'Angelo parteciperanno al primo confronto in diretta video su temi importanti come Euro dollaro: long o short nel breve? Indice Ftse Mib: fine del rally? o 3 titoli per una scommessa al rialzo. Partecipa all'evento gratuito della durata di 1 ora. Iscriviti qui.

In particolare sui Btp Italia che adesso rischiano di essere una palla al piede. Dalle stalle alle stelle. O se preferite, “Prendi i soldi e scappa”. Per il Btp quelli degli ultimi giorni potrebbero essere stati gli ultimi fuochi d’artificio di una festa cominciata in sordina a fine 2011 in quel Btp Day fatto più per disperazione che per patriottismo. Partita con pochi invitati (il titolo di stato made in Italy non godeva allora di grande popolarità), con il tempo l’obbligazione italiana ha saputo crearsi intorno, complice al ance, una schiera di affezionati ammiratori. MA ora fatto il suo dovere, si passa a chiudere i battenti.
Buy o sell?

Almeno stando al parere di alcuni consulenti secondo cui, adesso, la presa di profitto, eventuale, non dovrebbe suscitare ripensamenti futuri. Le soddisfazioni sono state tante da allora fosse anche solo per i rendimenti al 7% o per uno spread a 500, allora, a 175, oggi. Ma il problema, paradossalmente, viene sul “dopo”, con un rendimento piatto ovunque, o comunque non serto appetibile, che lascia interdetto chi invece spera sempre di sfruttare al massimo la sua borsa personale. Non solo, ma la propensione al rischio dell’italiano medio è particolarmente bassa e difficilmente spinge verso un azionario intrepido, ma dal rendimento più interessante. Reazione più che comprensibile tenendo conto di un panorama economico a dir poco disastroso che spinge a maggior ragione verso al protezione del gruzzoletto. Anche perchè i timori di un rinfocolamento delle tensioni tra russia e Ucraina e una generale fragilità del mercato e una mancanza di orientamento, potrebbero farsi presto sentire.
Btp Italia

Altro paradosso, l’arma a doppio taglio di quei Btp italia, indicizzati all’inflazione, che tanto successo avevano a loro volta riscosso. presso gli investitori italiani. Grandi protagonisti adesso sulla scia dell’innegabile rischio deflazione, ridotti a comprimari, con pochi margini di aumento del rendimento sulla parte variabile. Si tratta in pratica di un minor guadagno. am almeno, non una perdita. Quindi? Come spesso accade adesso potrebbe essere giunto il momento, per molti, di mettere al sicuro il capitale pensando non più tanto a guadagno, ma prendendo in considerazione l’opzione più conveniente sul fronte dei costi. Nel caso si voglia tentare un ultimo assalto alla diligenza , volendo evitare l’azionario e restare nel mondo dei bond, si può sempre optare, extrema ratio, per un solido Corporate. Ovviamente con la saggezza di una scelta estremamente oculata e sempre con un portafoglio ben impostato. Inutile dirlo, ma sempre bene ricordarlo.
- See more at: http://www.trend-online.com/prp/previsi ... tdd1a.dpuf
Mercoledì 12 Marzo alle ore 19.00 Pietro Origlia e Gianvito D'Angelo parteciperanno al primo confronto in diretta video su temi importanti come Euro dollaro: long o short nel breve? Indice Ftse Mib: fine del rally? o 3 titoli per una scommessa al rialzo. Partecipa all'evento gratuito della durata di 1 ora. Iscriviti qui.
Periferici?

La tentazione dei periferici? E’ grande, molto, ma si deve tenere bene a mente che una cosa: all’Italia finora è andata bene perché rappresenta una sorta di ibrido tra il settore degli emergenti (per i margini di crescita) e quelli delle economie mature (per la struttura della sua impostazione di base), come anche la Spagna, nostra eterna avversaria nella lotta per la sopravvivenza. A differenza di altre realtà, come quella portoghese o Greca, che per quanto appetitose in ambito speculativo, rischiano sui fondamentali (ovviamente nel caso di Roma la voce “debito” fa storia a sè) e pagano la sotterranea debolezza di un’Europa unita a forza e di un euro troppo pesante per rappresentare una possibilità di riscatto soprattutto sull’export. E in questo caso è l’Italia a pagare il conto più delle altre. Forse anche per questo motivo si preferisce un Bel Paese “cartaceo” quindi i suoi titoli, piuttosto che quello reale, quindi la sua economia. Ad ogni modo, a conti fatti, Italia e Spagna sembrano essere i due panorami più affidabili nell’incostante affidabilità dei periferici. Ma una cosa è certa: chi si vuole tirar fuori, per il momento ha poche alternative. Unica strada il parcheggio. Meglio, perciò scegliere quello meno costoso, a questo punto.
Wall Street

Almeno fino a quando i rendimenti Usa non si saranno allineati. Perché questo accadrà, come è ovvio che sia, con il tapering in corso e le manovre non infinite della Fed per evitarne il rialzo. Infatti sul fronte Usa il toro è previsto, al sesto anno consecutivo, ancora in corsa, o per meglio dire, in una passeggiata lunga ma più tranquilla, in un azionario in aumento (lento) rispetto al + 30% segnato nel 2013. Meno d i un terzo dei mercati Toro riescono ad arrivare al sesto anno, ma quelli che ce la fanno offrono rendimenti interessanti. Intanto gli analisti, a Wall Street, aspettano l’arrivo di quella forza preponderante nei consumi, che possa permettere alle società di reggere il passo di quanto fatto finora sotto l’effetto (devastante?) del doping di Bernanke.
- See more at: http://www.trend-online.com/prp/previsi ... hWtnc.dpuf
 
Etfs in riposizionamento... ed è boom per l'oro
News alert: Oro, Soros George, Roubini Nouriel

C’è una dinamica sconosciuta dietro il gold, che va oltre il fattore macroeconomico ed il contesto geopolitico. L'importante non è comprenderla, ma seguirla.

Gloria Grigolon 1 ora fa


Oknotizie

C’è chi avanza e chi torna indietro, riportando in auge l’interesse per quel bene che tanto è stato bistrattato lo scorso anno: l’oro.
Il gold è tornato, e con una forza dirompente è riuscito a riattestarsi sopra la soglia dei 1370 dollari l’oncia, a livelli che mancavano sul mercato dal 18 settembre 2013. Una tendenza dettata dall’instabilità e dall’agitazione di una piazza frenetica, sospinta da un lato dalle tensioni che, a livello geopolitico hanno congelato gli animi di oriente ed occidente; dall’altro, da un crescente timore legato alle dinamiche d’oriente, con una Cina in fase di sofferenza sempre più acuta dovuta ad un contenimento della propria politica di crescita.

Mentre infatti il livello del rame ha continuato a scontare negativamente le tensioni di un contesto in cui il blocco della finanza e dell’industria hanno esasperato le economie nazionali mondiali (oggi soprattutto in territorio renminbi), l’oro ha guadagnato oltre il 10% in poco più di un mese ($1244 al 31 gennaio) e quasi venti dollari l’oncia in una sola seduta (mercoledì 12 marzo). Una forza dirompente e che ha riportato in crescita la domanda asiatica, a livelli di scambio superiori rispetto al periodo precedente lo scoppio delle tensioni ucraine.
Chi sta comprando oro?

Il collasso del 28% registrato lo scorso anno non è stato in grado di sopravvivere nemmeno di fronte ad una crescente richiesta di metallo fisico proveniente dall’est del mondo, il quale, non solo ha aumentato le proprie detenzioni, ma ha anche potuto far leva su un prezzo che, al crescere degli acquisti, calava. L’affare del secolo per qualsiasi compratore, verrebbe da dire. Quel che fa ragionare, allora, è un altro elemento: eccezion fatta per le presunte azioni speculative di alcune delle maggiori banche internazionali, un crollo del prezzo aureo così consistente ha potuto trovare spiegazione nella sola azione congiunta dei grandi fondi d’investimento Etfs, i quali, liquidando in modo sempre più consistente quote investite, hanno riversato sul mercato un monte di ‘carta’ d’oro connessa al metallo giallo solo nel nome ma non nella sostanza. Primo della fila: George Soros.
- See more at: http://www.trend-online.com/commodity/e ... W14tc.dpuf
Pagina 2)
L’Ucraina non conta: la tela dell'oro la tessono gli Etfs

Stupisce allora il fatto che, all’oggi, la straordinaria performance del gold sia ascrivibile proprio all’operato di quei grandi fondi che, riposizionatisi, hanno rigonfiato il prezzo del metallo prezioso?
La spiegazione ufficiale è l’invasione dell’Ucraina. La spiegazione ufficiosa, tuttavia, tende piuttosto ad analizzare il fatto che, in un passato non tanto lontano, sebbene le condizioni di precarietà e paura fossero ben alte (si richiami, per esempio, l’insurrezione popolare Egiziana, la guerra civile di Istanbul e lo scoppio del caso Usa-Siria del recente 2013), il riscontro sull’oro è stato ben irrisorio, preferito invece, quest’ultimo, ad un asset ben più volatile (lo S&P), che poco aveva a che fare con l’incertezza del momento.

Oggi, invece, in una sola settimana, gli afflussi sugli Etc aurei sono ammontati a 28 milioni di dollari, con un aumento generalizzato che ha interessato l’intera gamma di Exchange Trader Funds (specie su nickel e palladio).
Gli Etfs determinano la caduta dell’oro. Gli Etfs decidono la ripresa dell’oro. Gli Etfs sono una rognosa incognita per l’oro, dalla quale guardarsi bene nel caso si sia intenzionati ad acquistare in un’ottica di non breve termine. Concorde col parere è sembrato anche Nouriel Roubini, che già dal finire del 2013 (quando l’oro sembrava averci preso gusto nello scendere implacabilmente alla volta degli under-1200) aveva pronosticato il catafascio della quotazione aurea entro il 2015 (a 1000 dollari l’oncia). Per un ‘Mr. Doom’ straordinariamente negativo, a confortare gli animi non è arrivata nemmeno l’affermazione di George Soros, il quale ha affermato, all’oggi, di non avere la minima intenzione di riposizionarsi col proprio fondo sull’oro, mentre intanto però il valore della quotazione aurea (e delle quote in fondi in essa investiti) prosegue in rapida crescita.
- See more at: http://www.trend-online.com/commodity/e ... lWhcl.dpuf
C’è una dinamica sconosciuta dietro il gold, che va oltre il fattore macroeconomico ed il contesto geopolitico. C’è un movimento clandestino di fondo che, mentre da un lato convince ed attrae il mercato (della serie ‘sopra i $1375, il target è $1425’), dall’altro gli trama contro, lasciando le redini del gioco in mano ad investitori ‘potenti’, la cui ‘potenza’ è data non tanto dalla singolarità dell’azione, quanto piuttosto dalla coordinazione nell’attuarla. - See more at: http://www.trend-online.com/commodity/e ... RKKnz.dpuf
 
chi vincerà la battaglia di UCG SELL o LONG
emot-question.gif
thimbsup.gif



spacer.gif
spacer.gif
spacer.gif
spacer.gif
Allegati:


21748
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto