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26/03/2014 13:00
Exane, l'aumento dei rendimenti Usa e le conseguenze a cascata
Professione Finanza
L'ansia da palcoscenico è uno dei problemi più comuni, problema di cui soffrono anche i più rinomati e sicuri artisti di Broadway. Ma se sei Janet Yellen, nuovo Governatore della Federal Reserve, e capo della banca centrale probabilmente più potente del mondo, allora è tutta un'altra storia. A parlare è Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas, che aggiunge che potrebbe proprio essere proprio l'ansia da palcoscenico la causa del messaggio piuttosto confuso lanciato la scorsa settimana dalla Fed. "La grande novità è stato l''approccio più hawkish sull'outlook dei tassi di interesse, che ora prevede il tasso Fed funds all'1% entro fine 2015, in aumento di 25 punti base rispetto alla precedente stima, e al 2,25% a fine 2016, ovvero in aumento di 50bp. La vera confusione riguarda il messaggio contenuto nella dichiarazione dell'FOMC e quello dato in conferenza stampa dalla Yellen", spiega l'esperto.. Nella sua dichiarazione, l'FOMC era stato chiaro nel ribadire che il fed funds rate sarebbe rimasto in un range tra 0 e 25 bps "per un considerevole periodo di tempo dopo la conclusione del programma di acquisti di asset". Ma quando durante la conferenza stampa si è chiesto cosa si intendesse esattamente con "considerevole periodo di tempo", la Yellen ha risposto "un periodo di circa sei mesi". "Riteniamo che la Yellen volesse dire "di almeno sei mesi", perché, se così non fosse, ciò implicherebbe un primo rialzo dei tassi da parte della Fed tra marzo e aprile del prossimo anno", commenta Beffy, che aggiunge che secondo loro, nulla è cambiato nella politica della Fed. Nonostante l'evidente errore della Yellen nel comunicare le intenzioni della banca centrale americana, il governatore ha molto insistito sul fatto che da dicembre a oggi non ci siano stati significativi cambiamenti nella politica dell'istituto. "Inoltre, riteniamo che l'economia americana non sia in grado di generare sufficienti pressioni inflazionistiche tali da portare la Fed ad alzare i tassi prima del terzo trimestre 2015", spiega Beffy. Purtroppo il danno è stato fatto e, a giudicare dalle successive reazioni del mercato, è chiaro che secondo gli investitori la Fed ha intrapreso un cammino più hawkish. "Un esempio particolarmente indicativo a sostegno di questa tesi è fornito dal comportamento dei forward Us a 1 anno e a 2 anni, che hanno registrato un rialzo di quasi 30bp; un movimento che implica una deviazione standard pari a 3,5. E anche lo spread tra i rendimenti a 2 anni Usa / Germania è aumentato di 5 bp". Dato che i dati economici dovrebbero registrare un miglioramento nelle prossime settimane, la Fed si è soffermata su alcuni timori, timori che abbiamo avuto modo di sottolineare negli ultimi mesi. In particolari, i dubbi riguardano la capacità della Fed di mantenere i rendimenti a breve termine ancorati su livelli bassi con l'avvicinarsi della fine del Quantitative Easing. In sintesi, il rischio principale per l'outlook macro e per i mercati, soprattutto quelli emergenti, è rappresentato da un aumento dei tassi statunitensi di maggiore ampiezza rispetto a quanto previsto dal mercato. "E' quindi essenziale prestare molta attenzione alla curva dei tassi Usa - commenta il Chief Economist di Exane BNP Paribas - Un aumento sostenibile dei tassi a 2 anni potrebbe innescare un apprezzamento del dollaro nei confronti dell'euro. Un aumento persistente dei rendimenti statunitensi a 10 anni oltre il 3% potrebbe innescare una nuova fase di contrazione delle condizioni finanziarie, un calo delle valute emergenti e una pressione al rialzo sui rendimenti dei titoli periferici della zona Euro". Individuare il timing però è difficile, "e sebbene alla luce del soft patch dei dati Usa, avessimo stimato che i tassi americani avrebbero superato la soglia del 3% in estate, a causa della comunicazione confusa della Fed e del miglioramento, superiore alle nostre stime, dei dati economici degli Stati Uniti relativi al mese di febbraio, il rischio è che i mercati prezzino un rialzo dei tassi Fed più aggressivo rispetto alle iniziali previsioni degli investitori", conclude Beffy. Autore:
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