Longo (IG) “Volatilità sui mercati almeno fino a metà anno”
Volatilità, vera protagonista dei mercati sia su Piazza Affari che sul resto d'Europa. Ma fino a quando gli investitori andranno sull'ottovolante? Ci risponde Vincenzo Longo, Market Strategist di IG.
Rossana Prezioso 3 ore fa
Volatilità, vera protagonista dei mercati sia su Piazza Affari che sul resto d'Europa. Ma fino a quando gli investitori andranno sull'ottovolante? Ci risponde Vincenzo Longo, Market Strategist di IG.
1) Da Piazza Affari all'Europa intera la volatilità continua ad essere l'unica certezza.Fino a quando?
Dovremmo abituarci a questo volatilità, che potrebbe accompagnarci ancora a lungo. Da inizio anno i listini azionari hanno intervallato sedute di forti cali a sedute caratterizzate da forti rialzi. Lo scenario sui mercati è diventato mutevole e sul panorama internazionale i segnali di incertezza sono arrivati da più fronti. Mentre la Bce temporeggia sull’introduzione di ulteriori misure espansive, dall’altra parte dell’oceano la Federal Reserve sta ritirando gli stimoli monetari e si prepara ad alzare i tassi. Al quadro di politica monetaria, si aggiungono rischi geopolitici emersi nell’Est Europa nelle ultime settimane, che in qualche modo frenano la propensione al rischio tra gli operatori. Non dimentichiamoci poi dei Paesi Emergenti che hanno scosso i mercati a inizio anno e che potrebbero tornare a pesare nei prossimi mesi man mano che la Fed continuerà il tapering. Rispetto a due mesi fa, quindi, lo scenario si presenta sensibilmente più incerto e le borse Usa vicino ai massimi traduco questa incertezza in volatilità. In linea generale, sembra diffondersi la convinzione che questo rally che dura da oltre 5 anni potrebbe essere prossimo a una svolta e i volumi sembrano confermare questa view. A Wall Street, le sedute in rosso hanno visto volumi sempre maggiori o in linea con la media di periodo, mentre in sui rimbalzi successivi sono rimasti sempre ben al di sotto della media.
2) Stiamo assistendo alle prime reazioni a freddo dei mercati dopo le parole della Yellen
A una settimana di distanza dalle parole della Yellen i mercati continuano a prezzare un rialzo anticipato dei tassi di interesse. Anche i discorsi di molti governatori del board della Fed, in ultimo Plosser ieri, hanno confermato la possibilità di vedere i tassi sui Fed Funds molto più alti rispetto allo 0-0,25% attuale. Gli operatori stanno puntando su un rialzo dei tassi di interesse, come dimostra la curva delle scadenze dei titoli di Stato Usa, dove si è assistito a una sensibile risalita dei rendimenti soprattutto sulle scadenze a breve. Ieri il Treasury a 2 anni in asta è stato collocato con rendimenti ai massimi del 2011 con una domanda in calo rispetto alle recenti emissioni. In una simile ottica, ogni tensione sui mercati potrebbe far preferire il Bund agli investitori al posto del Tnote. Questo farà salire lo spread Tnote-Bund verso nuovi record, dopo che negli ultimi giorni questo differenziale si è spinto ai massimi dal 2006. Il rialzo dei tassi di interesse potrebbe alimentare una nuova ondata di emissioni corporate, già molto intense negli ultimi mesi. Le aziende per evitare di dover riconoscere un rendimento maggiore sulle proprie obbligazioni cercheranno di anticipare la risalita dei tassi. Oltre che ai tassi, movimenti interessanti ce li aspettiamo sul dollaro Usa. Ogni dato macro migliore delle attese potrebbe alimentare gli acquisti sulla divisa statunitense, mentre dati sotto le attese porteranno a delle vendite temporanee. In linea generale, ci aspettiamo un dollaro più forte verso quasi tutte le valute da qui a un anno. I movimenti saranno marcati verso quelle valute, come l’Euro, dove le Banche centrali rimangono ancora accomodanti.
3) A suo tempo ci fu la reazione isterica dopo l'annuncio di Bernanke dell'arrivo del tapering. Potrebbe succedere la stessa cosa quando i tassi saranno effettivamente in rialzo?
Magari questa volta la reazione sarà più morbida. La Yellen ha iniziato ad annunciare ai mercati un possibile rialzo dei tassi, secondo le nostre stime, potrebbe essere annunciato a marzo 2015. Bernanke lo aveva fatto il 22 maggio dello scorso anno con l’annuncio della cessazione degli stimoli entro la fine del 2013 e dopo 6-7 mesi è passato dalle parole ai fatti. Anche i commenti dei vari governatori, come accennato prima, continuano a sottolineare l’arrivo dei rialzi dei tassi e hanno la funzione di preparare il mercato a questo evento. Dovremmo stare attenti agli effetti indiretti derivanti da una simile politica restrittiva, che potrebbe impattare sui Paesi emergenti, come già visto a inizio anno.
L'Ucraina ancora sotto i riflettori: i toni si infiammano e adesso si parla di escludere la Russia dal prossimo meeting del G8 (che poi diventerebbe G7).
Lo scontro ora sembra aprirsi tra Usa ed Europa. Da una parte l’Europa tenta di sostenere anche economicamente l’Ucraina ora che la Russia sta chiudendo i rubinetti e i collegamenti, ma non vuole andare oltre le sanzioni che ha già imposto. Dall’altra parte, invece, abbiamo gli Stati Uniti, sempre agguerriti, tanto che non escludono l’opzione dell’intervento armato nel caso in cui la Russia dovesse continuare a minacciare l’Ucraina. Per ora ci aspettiamo che le tensioni possano tornare ad assopirsi, ma non scompariranno del tutto. Intanto l’unica decisione per ora è stata quella di non dar vita al meeting di Sochi del G8 previsto per giugno, sostituendolo con un meeting informale del G7 .L’incertezza rimane alta sulla zona.