Idee e grafici. - Cap. 2

La fiducia delle imprese sale ai massimi dal 2011

L'indice rilevato dall'Istat a marzo conferma i segnali di ripresa annunciato dal ritrovato ottismo dei consumatori. Crescono in particolare i servizi e la manifattura: soffrono ancora commercio e costruzioni

Lo leggo dopo
103324468-dc6152da-ca61-4cfb-b0e8-a22865d70578.jpg
Il presidente dei Confindustria, Giorgio Squinzi TAG
istat, fiducia imprese, fiducia consumatori, governo Renzi

MILANO - La fiducia dei consumatori traina quella delle imprese. E così l'indice rilevato dall'Istat registra il quinto rialzo consecutivo a quota 89,5, ai massimi dal settembre 2011: la rilevazione relativa a marzo è anche la prima da quando a Palazzo Chigi si è insediato il premier Matteo Renzi. La spinta arriva dalla manifattura e, soprattutto, dai servizi, mentre costruzioni e commercio peggiorano.

In particolare l'indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere sale a 99,2 da 99,1 di febbraio. Rimangono stabili le attese di produzione (5 il saldo) e migliorano i giudizi sugli ordini (da -25 a -23); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da -3 a -1.

L'Istituto di Statistica definisce il "clima di fiducia" sulla base di una serie di domande "ritenute maggiormente idonee per valutare l'ottimismo/pessimismo" delle imprese: giudizi e attese sulla situazione economica dell'Italia; attese sulla disoccupazione; giudizi e attese sulla situazione economica delle famiglia che incidono sui consumi e di coseguenza opportunità all'acquisto di beni durevoli.

L'analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie indica un miglioramento per i beni strumentali (da 97,7 a 98,2) e un lieve peggioramento per i beni di consumo (da 99,5 a 99,4); per i beni intermedi l'indicatore rimane invariato a 100,4.
L'indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione scende a 75,8 da 76,9 di febbraio.

Migliorano le attese sull'occupazione (da -21 a -18 il saldo), mentre peggiorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (da -50 a -54 il saldo). L'indice del clima di fiducia delle imprese dei servizi continua a crescere, attestandosi a 92,4 da 90,3 di febbraio. Migliorano le attese sull'andamento dell'economia in generale (da -26 a -22 il saldo) e i giudizi sugli ordini (da -12 a -10 il saldo); peggiorano lievemente, invece, le attese sugli ordini (da -2 a -3 il saldo). Nel commercio al dettaglio, l'indice del clima di fiducia scende, passando a 94,6 da 96,3 di febbraio. L'indice diminuisce nella grande distribuzione (da 97,2 a 92,4), rimane stabile in quella tradizionale (a 96,3). (27 marzo 2014) © Riproduzione riservata
 
Accordo tra l'Ucraina e il Fmi: riforme in cambio di un piano fino a 18 miliardi

LIVEBLOG / Raggiunta l'intesa al termine di una missione dell'organizzazione di Washington che ha visitato la capitale ucraina per discutere un programma di riforme economiche. Gli osservatori chiedono più trasparenza, riportare in equilibrio i conti pubblici e riformare il sistema finanziario, energetico e monetario. Il premier lancia l'allarme: "Default se non si fanno riforme"

Lo leggo dopo
093420871-fa25d68e-3a7a-48d8-8bd3-ec3da25fc007.jpg
Il primo ministro ucraino, Yatsenyuk, nel recente incontro col collega polacco APPROFONDIMENTI
video

Obama all'Europa: "Maggiore export di gas dall'America"


video

Timoshenko: "Pronta a sparare a Putin con un mitra"


video

Mille anni di Europa in 3 minuti e mezzo


TAG
ucraina, fmi, ucraina-russia

MILANO - Una missione del Fondo monetario internazionale ha raggiunto un accordo con le autorità ucraine per prestiti tra i 14 e i 18 miliardi di dollari. Lo afferma una nota del Fondo spiegando che la missione ha visitato Kiev per fare il punto sulla situazione economica e discutere del programma di riforme economiche. L'annuncio arriva mentre il premier ucraino, Arseniy Yatsenyuk, ammonisce del fatto che se non verranno attuate le riforme richieste dal Fmi, il Pil ucraino potrebbe crollare del 10% a fine 2014, conducendo il Paese al default. Altri allarmi arrivano sul fronte energetico: il primo ministro teme che il prezzo del gas russo possa subire un'impennata dell'80% passando dagli attuali 268,5 dollari per mille metri cubi a 480 dollari a partire dall'inizio di aprile. Una galoppata del prezzo che avrebbe riflessi anche sull'inflazione, vista per quest'anno tra il 12 e il 14 per cento.

Tornando alla missione del Fmi, alla fine del soggiorno, Nikolay Georgiev, capo missione per l'Ucraina, ha spiegato che "il Fondo e le autorità ucraine hanno concordato un programma di riforme economiche. La comunità internazionale nel suo complesso nel corso dei prossimi due anni potrà mobilitare fino a 27 miliardi dollari. Di tale importo l'aiuto del fondo si riferisce a una forchetta tra i 14 e 18 miliardi di dollari". L'accordo con le autorità ucraine è soggetto all'approvazione della direzione del Fmi.

Il Fondo Monetario Internazionale, nell'ambito del piano di aiuti, chiede a Kiev riforme
in alcuni settori chiave fra cui il comparto finanziario, le politiche monetari e di cambio, conti pubblici, e l'energia oltre che una maggiore trasparenza. L'obiettivo del programma di riforme è quello di "ripristinare la stabilità macroeconomica e riportare il paese sul sentiero di una solida crescita oltre a proteggere le categorie più vulnerabili della società" con misure per mitigare l'impatto su queste delle riforme. L'Fmi assieme ad altre organizzazioni fra cui la Banca Mondiale, svilupperà misure per aiutare ad "incrementare la trasparenza dell'attività di governo".

Nei giorni scorsi l'Europa si era fatta avanti verso l'Ucraima offrendo un piano d'aiuti del valore di 11 miliardi di euro, cercando così di tamponare il venire meno dei 15 miliardi di finanziamenti che la Russia aveva garantito e che sono stati congelati con l'escalation militare in Crimea e il cambio di governo. Il pacchetto di aiuti dovrebbe costituirsi con 3 miliardi che proverranno dal budget europeo, mentre 8 miliardi riguardano la Banca europea degli investimenti (3 miliardi) e quella per la ricostruzione e lo sviluppo (5 miliardi).

LIVEBLOG / LA CRONACA MULTIMEDIALE DELLA CRISI IN UCRAINA
 
News

27/03/2014 11:09
Certificates. Analisi del sottostante: Ftse Mib
Prodotti di Borsa
o.225160.jpg


FTSE Mib: Il Tesoro ha assegnato titoli Ctz a due anni (scadenza dicembre 2015) per 2,5 miliardi di euro, al massimo della forchetta prevista che era 2-2,5 mld. Il rendimento di assegnazione si è attestato allo 0,707%, in calo rispetto allo 0,822% registrato nell'asta del 25 febbraio scorso. Si tratta del rendimento di assegnazione più basso dall'introduzione dell'euro. In aumento la domanda che è stata di 2,02 volte l'importo offerto contro le 1,72 volte dell'asta precedente. La notizia rappresenta diversi catalizzatori positivi di medio per il FTSE Mib e per il mercato finanziario italiano più in generale. Da un lato infatti conferma l'interesse degli investitori verso il tema Italia, dall'altro la discesa dei tassi permette di liberare risorse che potranno essere usate per rilanciare la crescita. Vi è inoltre un traino alle singole aziende in scia alla rivalutazione dei titoli di Stato in pancia agli istituti di credito e ai calo dei costi di finanziamento che dovrebbero ottenere le aziende. Prodotto Sottostante Codice ISIN Scadenza Bonus Cap FTSE Mib NL0010398939 18/12/15 Contenuti tratti dalla newsletter Borsa in Diretta, pubblicata integralmente sul sito Prodotti di borsa BNP Autore: Prodotti di Borsa Fonte: News Trend Online
 
News

27/03/2014 11:31
Il mercato può salire ancora, ma è bene essere prudenti ora
Davide Pantaleo
o.jpeg


Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Carlo Corradin, analista tecnico indipendente. L'indice Ftse Mib si è riportato ad un passo dai massimi dell'anno in area 21.200. Cosa aspettarsi nel breve? Quali le sue attese per le prossime giornate? La view sul Ftse Mib Se osserviamo la trendline dei supporti che si ottiene unendo i minimi crescenti del 4 febbraio, del 3 e del 14 febbraio, abbiamo un sostegno che nelle ultime sedute transitava in area 20.500 punti di Ftse Mib. Fino a quando la soglia dei 20.600/20.500 sarà mantenuta non ci saranno motivi di preccupazione, ma è anche vero che se non ci sarà un segnale al di sopra dei 21.200 punti, si potrebbe instaurare una fase di incertezza come quella già vissuta nella seconda metà di febbraio. Quello che fa riflettere è che il mercato non sta salendo in maniera lineare ma a scalini, come si può evincere dall'osservazione dell'andamento degli ultimi due mesi. Siamo entrati in una fase moderatamente crescente e se da una parte nei primi giorni di marzo c'è stata la rottura di una importante resistenza, dall'altra non si è avuta quell'accelerazione che ci si attendeva. Il Ftse Mib è l'indice che ha guadagnato di più in Europa, ma in caso di correzione dei mercati è quello che potrebbe anche pagare più degli altri. L'attenzione deve essere rivolta al supporto dinamico ascendente dei 20.600 punti, rotto il quale guarderemo ai 20.200, persi i quali il focus si sposterà sui 19.500/19.350. Anche una correzione fino a questo livello non andrebbe a compromettere il trend di lungo periodo che possiamo prendere in esame da maggio-giugno 2012 e che ha portato le quotazioni dai 12.500 punti fino alla soglia dei 21.000 appena raggiunta. Valgono le stesse indicazioni già fornite nelle scorse settimane: se non si è già alleggerito il portafoglio sarà bene farlo e mettersi in attesa. Il mercato ha ancora margini per salire ulteriormente con un possibile target a 21.630 punti, ma allo stato attuale conviene essere prudenti poichè la strada percorsa fino ad ora è stata tanta e non ci sono state correzioni degne di nota. Prima o poi bisognerà tirare il fiato e nelle ultime settimane c'è stata una perdita di forza tanto che gli indicatori di forza non hanno raggiunto livelli già toccati prima. Da inizio anno l'RSI non è più stato in grado di creare massimi crescenti e non è da escludere che a ridosso delle resistenza raggiunte ora dal Ftse Mib, più di qualcuno possa aver scaricato le posizioni. Molto potrebbe dipendere dai dati macro che verranno diffusi nelle prossime giornate e all'inizio della prossima settimana. Cosa può dirci del mercato americano dopo che l'S&P500 ha provato a riportarsi sui massimi storici dai quali però è stato respinto? Uno sguardo all'S&P500 L'indice S&P500 è stato respinto venerdì scorso dai massimi storici e nel caso del listino americano la fase di lateralizzazione a partire dalla metà di febbraio è ancora più evidente, Ci vorrebbe una bella candela di forza, ma visto che la Federal Reserve sta rientrando dagli stimoli monetari, difficilmente dovremmo assistere ad uno sviluppo di questo tipo a breve. Propendo più per un mercato laterale che potrebbe subire delle correzioni in caso di notizie negative, motivo per cui consiglio di lasciar correre le posizioni in essere, suggerendo invece di rimanere alla finestra a quanti hanno già allegerito. Rispetto alla scorsa settimana si inizia ad intravedere un po' di perdita di forza, anche se al momento non ci sono segnali di pericolo da parte del Vix. Guardando ai bancari di Piazza Affari, ci sono dei temi che meritano di essere seguiti più di altri in questa fase? Bancari sotto la lente I bancari sono ben impostati, ma indubbiamente hanno corso tanto, e vale un po' il discorso fatto prima per l'indice. Quest'ultimo dipende molto dai bancari che hanno realizzato dei buoni movimenti durante l'ultima settimana, ma manca il là per fare un'ulteriore salto di qualità. Un esempio è quello di Intesa Sanpaolo che non è riuscito a superare i 2,33 euro, i massimi di inizio marzo, e possiamo individuare ora un trading range tra i 2,33 e i 2,15 euro. Il cedimento di quest'ultimo significherà attivare una correzione che riporterà il titolo verso i 2/1,95 euro e se ciò dovesse accadere si potrebbero tentare degli acquisti in corrispondenza di questi livelli. Solo un segnale al di sopra dei 2,33 euro potrebbe ridare forza ad Intesa Sanpaolo con possibile obiettivo a 2,5 euro. Presenta una situazione simile anche Mediobanca che non riesce a superare l'area compresa tra 8 e 8,1 euro, livelli di resistenza abbastanza importanti che il titolo non tocca dalla prima metà del 2011. L'unico titolo che non mi sento ancora una volta di promuovere a pieni voti è Banca Monte Paschi che si è fermato a ridosso di 0,26/0,25 euro. Il titolo probabilmente vive ancora della spinta inerziale attivatasi il 5 marzo, quando i corsi sono rientrati in quella fase laterale che dura ormai da un anno e mezzo. Occorre il superamento di 0,26/2,5 euro per convincermi a migliorarela view su Banca Monte Paschi che al momento rimane neutrale. Ieri hanno performato molto bene i titoli del settore lusso. Cosa può dirci in particolare di Salvatore Ferragamo e Luxottica? Due protagonisti del lusso Salvatore Ferragamo non presenta una bella situazione nel breve periodo perchè a inizio anno ha ceduto la media mobile a 200 periodi. La chiusura di ieri potrebbe essere un primo segnale almeno di reazione e se il titolo riuscirà a superare almeno i 22 euro, si potrà spostare l'attenzione sui 24 euro. Per il momento è possibile un'operazione speculativa che andrà stoppata in caso di discesa al di sotto dei recenti minimi dei 20,5/20,45 euro. Luxottica ha fatto registrare ieri la chiusura più alta da settembre scorso dopo che in avvio di settimana c'è stato un forte incremento dei volumi. Il titolo potrebbe raggiungere rapidamente i 41,8 euro, oltre i quali si sposterà lo sguardo sui massimi storici a 42,6 euro. Non ci sono margini al rialzo eccezionali, ma dobbiamo tenere conto che Luxottica quota molto vicino ai record storici dello scorso anno. Ci sono altri titoli che meritano particolare attenzione tra le blue chips? Indicazioni su alcune blue chips Segnalo UnipolSai che nelle ultime tre sedute, oltre a creare un bel gap-up venerdì scorso, ha accelerato bene e ora ha margini per toccare almeno i 3 euro. A contatto con questa soglia capiremo se c'è spazio per ulteriori crescite e qualora si dovesse attivare una correzione, bisognerà fare attenzione ai 2,66/2,62 euro, sotto cui si rischia di andare incontro alla copertura del gap, con conseguente perdita di spinta rialzista. Guarderei anche a Pirelli che nelle ultime 4-5 sedute si è appoggiato sulla media mobile a 200 periodi e in coincidenza di ciò si è avuto un aumento dei volumi di scambio. Si potrebbe anche aprire una posizione al rialzo con uno stop loss sotto i 10,9/10,85 euro per un ritorno verso quota 11,8 euro almeno. Non ci sono divergenze positive ma sui livelli attuali ci può stare un'accumulazione in ottica speculativa verso l'obiettivo degli 11,8 euro. Fonte: News Trend Online
 
Strategia vincente sul lungo termine: 'prendilo e dimenticatene'

Prendilo e dimenticatene: per gli esperti, la migliore strategia per arricchirsi sul lungo termine.

Gloria Grigolon 18 febbraio 17:39

Qual è il miglior modo per proteggersi dai rischi? Quale il più efficace sistema per diminuire l’esposizione del proprio portafoglio? A tale interrogativo, la risposta dei più sembra essere unanime: puntare su bond, titoli di Stato o, più in generale, traslare il proprio investimento verso quella parte del mercato meno sensibile alle movimentazioni improvvise e sistemiche. Una teoria facile a dirsi, insomma, ma che nella pratica attuativa può riservare qualche incognita.

Per cercare di rispondere alla domanda di quale sia il miglior modo per minimizzare il rischio tramite l’acquisto ed il mantenimento in portafoglio di attività sul lungo termine, sono intervenuti tre specialisti del settore, David Blanchett di Morningstar, Michael Finke della Texas Tech University e Wade Pfau dell’American College, i quali hanno evidenziato come la validità della scuola di pensiero indirizzata al ‘mantenere’ attività (in un arco temporale lungo che assicuri maggior certezza), possa esser tradotta in una semplice formula: prendilo e dimenticatene. In tal modo, infatti, sarebbe possibile sovrappesare un portafoglio arricchendolo di attività stocks, da prendere in mano solo allo scadere di un arco temporale amplio. Blanchett ha allora precisato come, ai fini della tenuta in portafoglio, non sia importante la selezione di specifiche categorie di titoli, quanto piuttosto la scelta di indici e pacchetti di attività generici (ad esempio riferiti a determinati settori), sottolineando a tal proposito “non voglio solo spingere ad uscire e comprare –attività a caso-, ma voglio raccomandare l’acquisto di indici forti”.
L’intuizione di base

Più a lungo si detiene l’attività, insomma, maggiore sarebbe la possibilità di vederla accresciuta al termine di un periodo temporale medio-lungo: una teoria, quest’ultima, che istintivamente può fare storcere il naso agli investitori più avversi al rischio, spaventati dall’idea che più a lungo si detiene un’attività, maggiori sono le possibilità di vedere cambi di rotta del mercato, modificazioni degli andamenti borsistici ed inversioni di trend. Una sorta di ottovolante, che, non prevedendo zone in piano, alternerebbe rapide salite a brusche discese e che, in tal senso, non garantirebbe un ritorno certo dell’investimento al temine dell’orizzonte temporale stabilito.
Una paura certo fondata, confermano i tre, che tuttavia non muta la validità dell’idea originaria del ‘the longer you are in the market, the more uncertainty you face’.

Il concetto di base muove dal presupposto che tutti coloro che ritengono il mercato ‘efficiente’ non avranno mai buoni risultati: il mercato, infatti, presuppone la capacità di trovare quei margini e quei vantaggi sfruttando (al contrario) le strategie che, a livello di tempistica, sono ormai poco vantaggiose. Il concetto che risiede dietro l’idea dei tre ricercatori riguarda una diversificazione non più solo per asset class e aree d’azione, ma anche e soprattutto per lunghezza “temporale”, in un’ottica in cui, sul lungo periodo, i movimenti di breve vengono annullati, lasciando il posto solo ai trend più marcati di fondo. “Qualcuno può pensare che una diversificazione di portafoglio tramite la detenzione di liquidità, bond e titoli possa generare il miglior ritorno su un arco temporale di 20 anni, ma attualmente le cose non sono così: se si guarda indietro nella storia, detenere attività dopo che da queste si è ottenuto un profitto è la miglior cosa da fare. E tale tipo di diversificazione temporale –intesa come maggior periodo di detenzione- è destinata ad accrescersi nel tempo”. “Detenere titoli” ha continuato poi Blanchett “attualmente è la migliore delle cose che si possa fare”.
Il vantaggio del lungo termine

La teoria della diversificazione degli esperti, tuttavia, non rinnega il concetto che sul mercato esistano momenti più o meno buoni per comprare attività in un’ottica di lungo termine, sottolineando però come gli investitori più aggressivi (e dunque meno titubanti all’esposizione al rischio combinato su titoli ed attività stock) siano in realtà i più agevolati dal punto di vista dei ritorni finanziari: “maggiore è il periodo di detenzione a disposizione, maggiore dovrebbe essere l’aggressività del relativo portafoglio. Per un investitore con un orizzonte ‘infinito’ (ad esempio 30 anni) l’attività meno rischiosa sul quale questo potrebbe puntare in un investimento di lunghissimo termine sono i titoli societari” dove, sostiene sempre Blanchett “detenere un portafoglio composto solo da attività stocks, fa correre un rischio minore che non essere investiti in liquidità”.
Il problema maggiore, a detta del manager di Morningstar, sarebbe insomma che “le persone tendono a guardare al proprio stato patrimoniale intervenendo con interventi regolari, influenzati dalla paura del lungo termine”, intimando dunque “se effettivamente si sta per acquistare un’attività, è bene riporre quest’ultima in un angolo, per poi tornare a prenderla dopo 20 anni, senza toccarla”, in modo tale che l’emotività del breve termine non giochi brutti scherzi tramite interventi impulsivi dettati dalla paura del momento.

Prendilo e dimenticatene: più facile di così non si può.
 
Prendilo e dimenticatene: più facile di così non si può.[/QUOTE]

Ciao Don
A prenderlo......dipende dove.
In quanto se è nel posto sbagliato,
certamente è molto semplice ma
non credo propio che te lo dimentichi
:lol::lol::lol:
 
Borse contrastate ma in tenuta in attesa del PIL Usa
News alert: Mediolanum, Mediaset, Banco Popolare

Piazza Affari in positivo grazie agli spunti di alcuni bancari. Ancora denaro su Mediolanum e Mediaset, prese di profitto per i titoli del lusso.

Davide Pantaleo 1 ora fa

AGENDA MACROECONOMICA - Il calendario degli aggiornamenti macroeconomici attesi sui principali mercati internazionali. Per ciascun evento sono indicati l’orario di diffusione, il grado di importanza, l’indicazione attuale, quella precedente e la previsione degli analisti. Apri l'Agenda.

A dispetto della chiusura negativa registrata ieri da Wall Street, la piazza azionaria giapponese quest’oggi ha chiuso gli scambi in progresso, ribaltando l’avvio in negativo. L’indice Nikkei 225 ha terminato le contrattazioni in rialzo dell‘1,01%, malgrado lo stacco dei dividendi che sul listino ha pesato nell’ordine di circa lo 0,7%. A favorisce lo shopping sarebbero stati gli acquisti un fondo pensione pubblico che avrebbe reinvestito i dividendi percepiti, ma il recupero del Nikkei è stato anche favorito da alcune ricoperture sui futures secondo quanto argomentato nelle sale di trading.

Debole l’intonazione delle Borse europee che sin dalle prime battute si sono posizionate al di sotto della parità, pur riuscendo a contenere le perdite se si tiene conto della chiusura di ieri a Wall Street. Resta più indietro degil altri il Ftse100 che scende dello 0,47%, mentre il Cac40 mostra un calo dello 0,06%, diversamente dal Dax30 che si è già riportato in positivo con un frazionale rialzo dello 0,07%.
Prevale una certa cautela in attesa di sviluppi sul fronte geopolitico, con particolare riferimento alle tensioni tra la Russia e l’Occidente dopo che il presidente Obama ha chiesto sanzioni più severe contro Mosca.

In positivo Piazza Affari dove il Ftse Mib, dopo un avvio in calo che lo ha portato a lambire la soglia dei 21.000 punti, è riuscito a risalire la china, presentandosi ora a ridosso dei 21.150 punti, con un vantaggio dello 0,17%.
Ancora denaro su Mediolanum che dopo il rally della vigilia si regala il bis con un progresso di oltre tre punti e mezzo percentuali. Prosegue lo shopping su Mediaset che sale dell‘1,49% sulla scia dei conti del 2013, e in positivo troviamo diversi bancari. Si tratta di Banco Popolare che avanza dell‘1,19% in vista dell’aumento di capitale che partirà lunedì prossimo. Bene anche Monte Paschi che progredisce dell‘1,13% dopo le ispezioni della Consob e della Guardia di Finanza negli uffici della Fondazione di MPS Capital Services.
AGENDA MACROECONOMICA - Il calendario degli aggiornamenti macroeconomici attesi sui principali mercati internazionali. Per ciascun evento sono indicati l’orario di diffusione, il grado di importanza, l’indicazione attuale, quella precedente e la previsione degli analisti. Apri l'Agenda.

In ascesa di mezzo punto Intesa Sanpaolo in attesa dei conti del 2013 e del nuovo piano industriale, mentre non riesce a fare altrettanto Unicredit che cala dello 0,16%.

Alla prova dei conti quest’oggi saranno chiamati anche Pirelli e Buzzi Unicem, con il primo in progresso di mezzo punto e il secondo in calo dello 0,37%. Prese di profitto per i titoli del lusso dopo il buon rialzo della vigilia, con Tod’s e Yoox in rosso dell‘1,5%, seguiti da Moncler che cede lo 0,71%, mentre Luxottica mostra un calo dello 0,31%, diversamente da Ferragamo che sale delloo 0,47%.

Sul fronte macro Usa oggi l’attenzione sarà catalizzata dalle nuove richieste di sussidi di disoccupazione che dovrebbero salire a 330mila unità rispetto alle 320mila della rilevazione precedente. Per il dato definitivo del PIL del quarto trimestre 2013 le stime parlano di un rialzo del 2,7%, in crescita rispetto al 2,4% della lettura precedente e in confronto al 2,5% dei tre mesi precedenti. Per l’indice home pending sales, relativo cioè alle vendite di case con contratti in corso, le previsioni indicano un calo dello 0,2% rispetto al rialzo dello 0,1% precedente.
In agenda un discorso di Sandra Pianalto, presidente della Fed di Cleveland, ma a prendere la parola sarà nuovamente James Bullard, numero uno della Fed di St.Louis.
 
Prendilo e dimenticatene: più facile di così non si può.

Ciao Don
A prenderlo......dipende dove.
In quanto se è nel posto sbagliato,
certamente è molto semplice ma
non credo propio che te lo dimentichi
:lol::lol::lol:[/QUOTE]
io e da tanto tempo che sto facendo quel tipo di portafoglio .quello che mi serviva o fato quello che metto li non mi serve oggi ,e con i dividendi e un po di trading fortunati magari continua a crescere ,ma con nuovi acquisti differenziando sempre di piu :rolleyes:
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto