dondiego49
Forumer storico
Poste, Enav, Demanio, privatizzazioni a rilento. Padoan ora punta sul 5% di Eni e Enel
A rischio 10 miliardi di incassi previsti per quest'anno. Solo con nuove cessioni si può combattere il debito
di FEDERICO FUBINI
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. TAG
privatizzazioni, pier carlo padoan
ROMA - Quando la mongolfiera non ce la fa, il pilota mette la zavorra fuori bordo. Il piano di privatizzazioni che Matteo Renzi ha ereditato da Enrico Letta minaccia di afflosciarsi al suolo subito dopo il decollo e ormai al Tesoro non resta che una soluzione: spezzare il tabù della quota di controllo del 30% in mano allo Stato e liberarsi, già quest'anno, delle risorse più pesanti. Pacchetti del 5% di Eni e di Enel possono andare sul mercato in autunno. Per far prendere quota alle privatizzazioni e contrastare l'aumento del debito non è (quasi) rimasta alternativa.
Non doveva andare così, non subito almeno. Il primo obiettivo del piano di dismissioni è arrivare a dieci miliardi di ricavi quest'anno e poi su ciascuno dei tre anni seguenti. Se l'operazione riuscisse, toglierebbe due punti e mezzo dal rapporto fra debito e Pil: la sostenibilità della posizione finanziaria dello Stato si gioca dunque anche su questo programma. Fabrizio Saccomanni lo aveva avviato da ministro dell'Economia di Letta; il suo successore Pier Carlo Padoan ora vuole ampliarlo, anche perché il debito sta salendo più in fretta del previsto.
Il problema è che nessuna delle attività designate per il mercato nel 2014 sembra pronta.
L'ARTICOLO INTEGRALE SU REPUBBLICA IN EDICOLA O SU REPUBBLICA+
(04 luglio 2014) © Riproduzione riservata
A rischio 10 miliardi di incassi previsti per quest'anno. Solo con nuove cessioni si può combattere il debito
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ROMA - Quando la mongolfiera non ce la fa, il pilota mette la zavorra fuori bordo. Il piano di privatizzazioni che Matteo Renzi ha ereditato da Enrico Letta minaccia di afflosciarsi al suolo subito dopo il decollo e ormai al Tesoro non resta che una soluzione: spezzare il tabù della quota di controllo del 30% in mano allo Stato e liberarsi, già quest'anno, delle risorse più pesanti. Pacchetti del 5% di Eni e di Enel possono andare sul mercato in autunno. Per far prendere quota alle privatizzazioni e contrastare l'aumento del debito non è (quasi) rimasta alternativa.
Non doveva andare così, non subito almeno. Il primo obiettivo del piano di dismissioni è arrivare a dieci miliardi di ricavi quest'anno e poi su ciascuno dei tre anni seguenti. Se l'operazione riuscisse, toglierebbe due punti e mezzo dal rapporto fra debito e Pil: la sostenibilità della posizione finanziaria dello Stato si gioca dunque anche su questo programma. Fabrizio Saccomanni lo aveva avviato da ministro dell'Economia di Letta; il suo successore Pier Carlo Padoan ora vuole ampliarlo, anche perché il debito sta salendo più in fretta del previsto.
Il problema è che nessuna delle attività designate per il mercato nel 2014 sembra pronta.
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