Idee e grafici. - Cap. 2

qui vedo anche il giornaliero che da poche speranze a una forte discesa Stoc a 20 sul MIB

credo che prossimo martedì sarà da verificare la forza UP
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Per ora sto a guardare e rinfrescare la mia teoria
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Prevale ancora il gusto per il rischio. Nonostante tutto

A quanto pare le banche centrali hanno fatto veramente troppo non solo sui mercati, alterando tutti gli equilibri e sovvertendo tutte le regole, ma anche nella mente degli investitori.

Rossana Prezioso 4 luglio 08:05
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Oknotizie

A quanto pare le banche centrali hanno fatto veramente troppo non solo sui mercati, alterando tutti gli equilibri e sovvertendo tutte le regole, ma anche nella mente degli investitori che ormai, a prescindere da tutto, si basano solo su di loro per capire cosa accadrà e anche dalle loro stesse parole.
Draghi

Perciò se Janet Yellen parla di economie a rischio, nessuna esclusa, il mercato ascolterà solo le parole a lui più consone e cioè che per il momento non è il caso di cambiare le politiche economiche. Lo stesso dicasi per Draghi: ieri ha confermato quanto tutti sapevano, dando solo qualche particolare in più sulle varie operazioni di Tltro, come la quantità (fino a 1000 miliardi), la tipologia (solo se si presta alle imprese) e altre amenità come la pubblicazione dei verbali delle riunioni, altro particolare che lo avvicina sempre di più a una “Fedelizzazione. ovvero a una trasformazione della Bce in chiave statunitense.
Wall Street

Ma da sottolineare che, in tutto questo, ha anche specificato, inoltre, che la ripresa del Vecchio Continente sarà ancora lenta, con inflazione bassa. Eppure i mercati continuano a salire. Più di tutti Wall Street, chiusa oggi per la festività dell’Independence Day e sulla quale il gusto del rischio aleggia ancora, nonostante i molti segnali di avvertimento relativi alla crescita economica in generale. Ad aiutarli, però, il dato sul lavoro, quello che più di tutti dà il polso della situazione e che ha registrato il boom di 288mila posti di lavoro con un tasso di disoccupazione che aleggia intorno al 6% (6,1% per la precisione). Percentuale che vorrebbe, se logica è ancora tale, il rialzo dei tassi. Ma, come detto, la Yellen non ne vuole sapere. Contraddicendo se stessa, il suo predecessore, e gli stessi piani della Fed. E i mercati ovviamente, ringraziano con un Dow in odore di 20 mila punti per la fine del 2014 nel sentiment degli analisti. Da qui la “golosità” di un mercato che potrebbe offrire la sua ultima chance a chi finora ha titubato.
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C’è invece chi continua il suo atteggiamento difensivo verso azioni e buoni del Tesoro contro quella deflazione che in Europa, invece, è una realtà.
I consigli

E’ il caso di Gary Shilling che per il suo portafoglio e quello dei suoi clienti, preferisce delle voci specifiche come i Treasury, Beni di prima necessità ed alimentar, dollaro USA nei confronti dell’euro, produttori di energia nordamericani e rinnovabili, titoli che offrono rendimenti stabili. Niente più short per dollari australiani e canadesi, così come per materie prime e soprattutto per il rame, con gli investitori che aspettano una crescita più rapida in Cina e una maggiore domanda di materie prime.

Altra voce particolarmente sensibile e delicata, quella degli emergenti che hanno sottoperformato rispetto a quelli di frontiera, secondo quanto dichiarato da Russ Koesterich il quale suggerisce un’allocazione, anche piccola, per questo settore. Se non altro perchè offrono diversificazione (gli emergenti tendono a correlarsi sempre di più a causa della globalizzazione, a differenza di quelli di frontiera più “autonomi”), hanno una volatilità inferiore perchè, appunto, meno correlati, avranno crescita più rapida rispetto agli emergenti, ma soprattutto a quelli “maturi.
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News

14/07/2014 20:04
E' bene non abbandonare la cautela per il momento
Davide Pantaleo
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La nuova settimana è partita bene per le Borse europee che, sulla scia del rimbalzo messo a segno venerdì scorso, hanno continuato a guadagnare terreno quest'oggi, grazie ai segnali positivi arrivati dall'opposta sponda dell'Atlantico. Il Cac40 e il Ftse100 si sono mossi quasi di pari passo, salendo rispettivamente dello 0,78% e dello 0,84%, ma è riuscito a fare ancora meglio il Dax30 che ha guadagnato l'1,21%. Il Ftse Mib va ancora seguito a vista Si è mostrata meno tonica Piazza Affari che a differenza degli altri mercati europei è stata oggetto di non poca volatilità visto che il Ftse Mib ha attraversato in più di un'occasione la linea della parità, riuscendo comunque a chiudere gli scambi in positivo. L'indice delle blue chips si è fermato a 20.697 punti, con un progresso dello 0,4%, dopo aver toccato un massimo a 20.829 e un minimo a 20.504 punti. Il Ftse Mib si è mosso quest'oggi sostanzialmente nello stesso range già esplorato nella sessione di venerdì scorso. Se da una parte la soglia dei 20.500 punti si sta rivelando un valido supporto almeno di breve, dall'altra la tenuta di questo non ha permesso alle quotazioni di violare con decisione il primo ostacolo in area 20.700/20.800. Sarà con il superamento di questa resistenza che il Ftse Mib potrà candidarsi ad un test dei 21.000/21.100 punti, oltre i quali proseguirà il suo recupero in direzione dei 21.300 prima e dei 21.500 in un secondo momento. Nelle prossime ore sarà importante quindi monitorare la tenuta dei 20.500 punti, visto che la rottura di questi avrà l'effetto di spingere l'indice verso i 20.300 i 20.100/20.000, senza escludere estensioni ribassiste in direzione dei 19.800 punti. Con la perdita di questo sostegno bisognerà abbandonare le speranze di una ripresa rialzista almeno nel breve e al contempo prepararsi ad ulteriori flessioni verso i 19.500, con potenziali approndimenti ribassisti anche in direzione dei 19.000 punti. I market movers della prossima seduta Per domani sul fronte macro Usa si segnala l'indice Redbook relativo alle vendite al dettaglio nelle maggiori catene Usa, con riferimento alla prima settimana di luglio. Per l'indice New York Empire State Manufacturing di luglio le attese indicano un valore a 17 punti, in frenata rispetto ai 19,3 di giugno, mentre i prezzi alle importazioni a giugno dovrebbero evidenziare una variazione positiva dello 0,4% in confronto allo 0,1% del mese precedente. In calendario anche le vendite al dettaglio che a giugno sono viste in salita dello 0,6% rispetto allo 0,3% di maggio, e anche al netto della componente auto si prevede un rialzo dello 0,6% contro lo 0,1% del mese precedente. Per le scorte delle imprese a maggio la scommessa del mercato è per un progresso dello 0,6%, in linea con quello di aprile. Mezz'ora dopo l'avvio di Wall Street un'audizione al Senato del presidente della Fed, Janet Yellen, che presenterà il rapporto semestrale sulla politica monetaria della Banca Centrale americana. Sul versante societario segnaliamo Goldman Sachs e JP Morgan che, prima dell'avvio degli scambi a Wall Street, presenteranno i risultati del secondo trimestre, dai quali ci si attende un utile per azione rispettivamente di 3,05 e di 1,29 dollari. Sempre prima dell'apertura del mercato si guarderà ai conti di Johnson & Johnson, con un eps atteso di 1,55 dollari, mentre dopo la chiusura di Wall Street l'attenzione si sposterà sulle trimestrali di Intel e di Yahoo che per non deludere le attese dovranno centrare l'obiettivo di un utile per azione rispettivamente di 0,52 e di 0,38 dollari. In Europa domani si guarderà alla Germania dove è atteso l'indice Zew che a luglio dovrebbe salire da 29,8 a 30 punti, mentre in Italia si conoscerà il dato definitivo dell'inflazione di giugno, vista in salita dello 0,1% rispetto al calo dello 0,1% precedente. Uno sguardo ai titoli di Piazza Affari A Piazza Affari si segnala l'assemblea di Fintel Energia per l'approvazione dei dati di bilancio dell'ultimo esercizio. Da seguire i bancari in vista dei risultati di JP Morgan e di Goldman Sachs. Fonte: News Trend Online
 
Ben tornato al don.
Un pensiero sempre all' immenso ciampa
resto sempre della mia idea. Ripartito terzo annuale up con obiettivo 27000-28000 entro fine aprile 2015.
 

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Il Tesoro italiano sta accantonando una montagna di soldi in previsione del crac dell'euro.

lunedì 14 luglio 2014
Siamo venuti a sapere da fonte interna ed autorevole del ministero competente, che il Tesoro italiano sta accumulando una riserva di denaro liquido superiore al momento attuale ai 92 miliardi di euro - con l'obbiettivo di raggiungere i 150 entro fine anno - in vista del tracollo della valuta unica europea.
Immagino non sia sfuggito ai più che Banca d'Italia abbia comunicato l'ammontare del debito pubblico, arrivato a 2.166,3 miliardi, e che il motivo dell'impennata sia anche da addebitare agli oltre 14 miliardi accantonati proprio dal Tesoro. Quasi quindici, per la precisione. Perchè?
Perchè far crescere il debito per accantonare contanti? Che senso ha? Da notare che nel 2013 la scorta di liquidi di questa funzione centrale dello Stato era molto inferiore: 62,4 miliardi. Ebbene, in un anno è cresciuta del 50% dell'importo precedente. Non si tratta di aggiustamenti di cassa. Quelli, si contano con le virgole.
Qua siamo di fronte a una strategia precisa: accantonare un vero "tesoro" nelle casse del Tesoro. E un tesoro in euro, proprio quando la macchina dello Stato ha un disperato bisogno di denaro, ha senso solo se lo si ritiene strategico, così importante da dover aumentare ancor di più il buco complessivo dello Stato.
E' evidente che l'Italia nel suo piccolo stia correndo ai ripari. Si sta cercando di accumulare contanti per provare a impedire l'insolvenza che s'innescherà non appena arriverà l'autunno. Le previsioni fatte dal governo Renzi sono completamente sbagliate. Non per niente, lo stesso Renzi ha concesso un'intervista al Corriere della Sera con la quale ha tenuto a "smentire" voci mai girate ufficialmente - e allora perchè smentirle? - di un possibile "commissariamento" dell'Italia da parte della Troika UE.
E le previsioni errate stanno creando una voragine nei conti pubblici, per ora tenuta nascosta. Alcuni quotidiani hanno scritto 24 miliardi di buco nei conti. Altri giornali si sono spinti a parlare di "manovra autunnale". La verità è un'altra.
In autunno, con ogni probabilità nel mese di ottobre, sarà chiaro il piano, l'exit strategy allo studio nelle cancellerie europee per far terninare l'euro in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia.
La recessione non sta dando tregua e i dati sono tutti convergenti: l'Europa dell'euro è avviata a un inasprimento della crisi, ora arrivata ad aggredire il cuore della macchina economica europea: la produzone industriale. E' in forte calo ovunque sia in circolazione l'euro.
Ed anche i fondamentali sono da brivido: quando i BTP italiani arrivano a rendere circa come i titoli di stato degli Stati Uniti d'America, voi capite che sta accadendo qualcosa di folle. La follia consiste nel tenere artificialmente in equilibrio valori finanziari che sarebbero del tutto squilibrati, se affidati al mercato o se si preferisce, se rispecchiassero davvero la realtà.
Quindi, che accadrà questa estate? Rimarrà tutto com'è ora o s'inizierà a vedere all'orizzonte la tempesta? Francamente, ho la netta sensazione che questo agosto sarà molto - molto - simile all'agosto del 2008.
Poi, il 15 settembre arrivò il crac della Lehman Brothers. E il 15 settembre 2014 riapriranno le porte del Parlamento dopo la pausa estiva...
max parisi


http://www.ilnord.it/f-156_Il_Tesoro_it ... c_delleuro
 

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