la giornata
E’ bello ciò che piace. E Piazza Affari piace: +2,16%
News alert: Eni, Snam, Saipem, Enel
Piazza Affari preferisce farsi trasportare sulle ali dell’ottimismo a stelle e strisce e dei suoi listini che aprono tutti in territorio positivo. Con un comportamento ancora schizofrenico, tipico di una volatilità estrema, Milano ieri registrava la performance peggiore nel Vecchio Continente, oggi, invece, risorge con un 2,16%
Rossana Prezioso 2 ore fa
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Piazza Affari preferisce farsi trasportare sulle ali dell’ottimismo a stelle e strisce e dei suoi listini che aprono tutti in territorio positivo. Con un comportamento ancora schizofrenico, tipico di una volatilità estrema, Milano ieri registrava la performance peggiore nel Vecchio Continente, oggi, invece, risorge con un 2,16% che vede protagonisti sopratutto petroliferi ed energetici e in prima linea Saipem (+4,14%)sulla possibilità di una cessione della quota in mano ad Eni, conferma di quanto già si vociferava da tempo. E sempre sugli energetici anche Enel festeggia (4,38%) insieme a Eni (2,43%) Snam (2,44%), Terna (3,36%)
Inutile dire come i bancari, zoccolo duro del listino italiano, abbia avuto anche la sua parte nel ritorno in territorio positivo, ritorno che è stato deciso già dall’inizio della seduta. Ma anche in questo caso c’è da ricordare il dato Abi che oggi ricorda come le sofferenze bancarie siano cresciute del 24% da maggio 2013 a maggio 2014.
Ma per trovare i motivi che hanno fatto sorridere nuovamente Piazza Affari ci si può paradossalmente rivolgere sempre alle stesse motivazioni geopolitiche che hanno creato il malumore ieri e che, a quanto pare, data la reazione relativamente cauta dei mercati soprattutto dopo l’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines su territorio ucraino, ormai sono sfruttate a uso e consumo di chi vuole interpretarle. La restituzione delle scatole nere da parte dei ribelli ucraini è considerabile un gesto di distensione? Evidentemente si.
Ormai dobbiamo mettercelo in testa, la moda di Wall Street del tanto peggio tanto meglio a quanto pare fa scuola anche da noi. Nello specifico una situazione che rende la nazione italiana fragilissima da un punto di vista economico e quindi estremamente appetibile sul mercato per il semplice fatto, evidentemente, che più c’è debolezza, più c’è bisogno di aiuti. Una forma di assistenzialismo in stile Cassa del Mezzogiorno, ma in chiave europea. E poco importa se arriva l’allarme di S&P che avvisa sulla bolla del credito, sulle allocazioni improduttive e inefficienti dettate più dalla spasmodica ricerca di un ritorno, qualunque esso sia, piuttosto che di un investimento serio e a sua volta costruttivo.
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E mentre negli Usa il settore immobiliare registra un boom di vendite di case esistenti arrivando al massimo da ottobre, confermando un’intonazione positiva, da noi, in Italia, il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti ricorda che dall’inizio della crisi, nel 2008, 70mila imprese hanno chiuso o comunque hanno iniziato le procedure per il fallimento.
Come se ciò non bastasse arriva anche la notizia che per riuscire a coprire il fabbisogno della cassa integrazione per il 2014, manca ancora un miliardi di euro. L’alternativa? Il licenziamento per 65mila dipendenti.
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