Unicredit (MDD:
UCG.MDD -
notizie) spunta un +0,14% a 2,942 euro in borsa dopo che in un'intervista a Capital, l'ad di Unicredit , Federico Ghizzoni, ha confermato la volontà di pagare un dividendo agli azionisti, ma la decisione verrà presa a fine anno/inizio 2013. L'obiettivo di Unicredit è di "pagare un dividendo agli azionisti. Lo faremo senz'altro quando ci saranno le condizioni", ha spiegato il top manager.
In aggiunta, vede poco probabile un ulteriore consolidamento tra le banche italiane ed estere e indica come più probabile l'acquisto di quote crescenti nelle banche da parte di fondi di investimento e fondi sovrani. "Riguardo al livello dei prezzi attuali ritengo probabile che fondi di investimento e fondi sovrani acquisiscano quote di banche", ha aggiunto.
Per quanto riguarda, infine, il perimetro dell'istituto, Ghizzoni ha escluso un ritorno al passato lasciando intendere che Piazza Cordusio rimarrà una banca di respiro europeo poiché "Unicredit è e rimane una banca europea, molto diversificata e saldamente ancorata nei Paesi in cui è attiva".
"Sono queste le nostre radici, dunque non ci sarà un ritorno al passato, se con ciò si intende un ritiro dall'Europa o una concentrazione in un Paese. Al primo posto rimane comunque l'Italia con il 35% delle nostre posizioni di attivo", ha precisato Ghizzoni, "poi viene la Germania con il 26%, seguita dall'Austria con il 7%, mentre l'Europa dell'est conta per il 24% complessivamente. In quest'area abbiamo nei nostri piani strategici quattro mercati chiave: Polonia, Repubblica Ceca, Russia e Turchia".
Le indicazioni sul dividendo sono in linea con quanto detto in occasione della conference call sui risultati del primo semestre 2012 in cui la banca ha confermato che la decisione sul dividendo non è ancora stata presa, ma sono stati al momento accantonati 10 centesimi di euro per azione in linea con le attese degli analisti di Intermonte. Per quanto riguarda le dichiarazioni sul perimetro di Unicredit, sono in linea con recenti indicazioni del management che non vede cessioni di entità tale da modificare in modo sostanziale la presenza europea del gruppo.