Pirelli & C Real Est (PRS) Il Ballo del Matto.o.oneeeeeeeeeee

Le raccomandazioni del 23 luglio http://www.soldionline.it/a.pic1?EID=18592
dove si legge
Telecom Italia: Goldman Sachs Sell con target 1,91 euro


Le raccomandazioni del 24 luglio 2007 http://www.soldionline.it/a.pic1?EID=18608
Unicredit: Lehman Brothers Overweight con target a 5.40 euro


Le raccomandazioni del 25 luglio http://www.soldionline.it/a.pic1?EID=18623
dove si legge
Generali :Societe Generale Sell con target a 27.00 euro

Le raccomandazioni del 26 luglio http://www.soldionline.it/a.pic1?EID=18638
Intesa Sanpaolo: Cheuvreux n.d. target 5.80 dollari
 
Stati Uniti: punto di svolta per il futuro dell’economia?
di Simone Comi

Alla presentazione del Monetary Policy Report il presidente della Federal Reserve Ben Bernake ha mostrato lo stato dell’economia statunitense e quali sono le prospettive per il futuro

Invertire la tendenza che vede un rallentamento della crescita del settore immobiliare e scoraggiare le pratiche abusive che hanno accompagnato la forte espansione del settore del credito a privati sono i punti cruciali per il rilancio e una progressiva stabilizzazione dell’economia statunitense.

Bernake ha poi aggiunto che sarà compito della Fed sostenere il dollaro tenendo costantemente monitorati i prezzi al consumo per evitare la crescita dell’inflazione e favorire la crescita del Pil.

La presentazione del Monetary Policy Report

La presentazione alla Camera dei Rappresentanti del Monetary Policy Report, seguita dalla replica al Senato, da parte del presidente della Federal Riserve Ben Bernake ha consegnato agli analisti un quadro della situazione dell’economia statunitense che risultava in parte noto. Nel rapporto consegnato da Bernake ai deputati statunitensi non sono state presentate novità riguardanti le stime per la crescita dell’economia e l’andamento delle variabili inflazionistiche poiché si è deciso di focalizzare l’attenzione della Federal Reserve su due comparti economici che destano forti preoccupazioni negli analisti e sui mercati finanziari.

Il presidente della Fed ha iniziato il suo intervento portando all’attenzione della Camera la difficile situazione in cui versa il mercato immobiliare statunitense, afflitto da un forte rallentamento già da qualche tempo il comparto desta le maggiori preoccupazioni negli analisti economici perché direttamente collegato al settore dei mutui bancari e perché è da sempre considerato uno dei settori fondamentali dell’economia statunitense.Secondo le stime presentate da Bernake esiste una buona possibilità che il rallentamento del settore immobiliare possa durare più a lungo di quanto previsto e che le condizioni del comparto potranno subire ulteriori peggioramenti prima di tornare a crescere e migliorare. La crisi del settore dell’immobiliare porterà per questo ad un rallentamento della richiesta dei mutui definiti “subprime”, mutui ad alto richio di insolvenza, che rischia di provocare perdite ingenti nelle obbligazioni garantite da tali mutui. Le stime della Federal Reserve riguardanti le probabili perdite nel settore obbligazionario legato ai subprime si attestano tra i 50 e i 100 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti, ma Bernake ha tenuto a precisare come non ci sia nulla di sbagliato in linea di principio nei prodotti strutturati, come le cartolarizzazioni di mutui ipotecari. Le accuse del presidente della Fed sono invece state rivolte verso quelle che Bernake ha definito pratiche abusive che hanno favorito l’espansione del comparto del credito e dei mutui ai privati anche a coloro che non garantivano una solidità patrimoniale adeguata. Per contrastare questi atteggiamenti pericolosi per la stabilità del settore del credito il presidente della Fed ha dichiarato che saranno prese misure di controllo appropriate per scoraggiare la concessione di credito a coloro i quali sono impossibilitati a garantire una solidità patrimoniale adeguata.

La presentazione di questa prima parte del Monetary Policy Report ha portato a reazioni positive sui mercati valutari e le parole di Bernake riguardanti gli impegni della Fed per il controllo del settore del credito sono state apprezzate dagli analisti finanziari perché considerate un primo importante passo verso una maggiore trasparenza in un settore fondamentale dell’economia statunitense.

Sugli stessi mercati valutari si è però registrata una nuova battuta d’arresto negli scambi della valuta statunitense con le valute dell’area europea. Le quotazioni degli scambi sterlina-dollaro si sono assestate a 2,055 dollari per sterlina, facendo segnare il peggior record per la moneta statunitense negli scambi con valuta inglese degli ultimi 27 anni. Gli scambi euro-dollaro sembrano invece mantenere un maggiore equilibrio assestandosi a 1,38 dollari per euro.La revisione al ribasso delle stime di crescita dell’economia statunitense contenute nel Monetary Policy Report e riguardanti la seconda metà del 2007 non hanno certamente favorito il dollaro sui mercati internazionali e la Federal Reserve ha previsto che la crescita del Prodotto Interno Lordo si fermerà tra il 2,25% e il 2,5% contro le previsioni del report presentato a febbraio del 2007 che prospettavano una crescita tra il 2,5% e il 3%. Secondo le valutazioni presentate da Bernake un incremento della crescita si avrà nel 2008, anche se si parla di un trend positivo che dovrebbe portare ad una crescita stimata tra il 2,5 ed il 2,75% che risulterebbe essere comunque inferiore rispetto alle stime presentate a febbraio dalla Federal Reserve.

Parlando successivamente di inflazione Bernake ha poi ribadito che la linea della Fed seguirà le politiche già attuate in passato che prevedono il controllo e un continuo monitoraggio dei prezzi al consumo effettuati dagli analisti della Banca Centrale nonostante si sia notato un moderato rallentamento dell’inflazione, che secondo Bernake potrebbe essere però il risultato di situazioni congiunturali transitorie. Le stime della Federal Reserve indicano che l’andamento dei prezzi al consumo potrebbe avere un trend tendente al ribasso durante il corso del 2007 e nel 2008, ma il presidente della Fed ha tenuto a precisare che con un elevato utilizzo dei fattori produttivi come quello statunitense l’attenzione sugli indici dell’inflazione non potrà che rimanere alta.

Analisti di istituti privati come la Bank of New York Mellon Corporation hanno spiegato in report pubblicati successivamente all’intervento di Bernake come le imprese statunitensi stiano beneficiando della valuta debole focalizzando l’attenzione sul controllo dei costi e sul recupero dell’efficienza generale e secondo alcuni di questi una possibile fase di consolidamento dovrebbe essere causata dalla liquidità nel sistema e dalla propensione al rischio da parte degli investitori. Per gli analisti di New York è inoltre probabile che negli Stati Uniti si registri una crescita economica sopra la media nel corso del secondo semestre 2007 dovuta al rallentamento della flessione del settore dell’edilizia residenziale, ad un crescente accumulo delle scorte e ad una crescita delle esportazioni nette.

Voci contrastanti sul futuro dell’economia statunitense

Le rassicurazioni date da Ben Bernake sul futuro dell’economia statunitense non sembrano riuscire a fermare le polemiche di alcuni analisti indipendenti che concordano nell’affermare che le stime degli ultimi 15 anni della produzione industriale statunitense sembrano indicare un inevitabile quanto pericoloso declino. Negli ultimi anni la percentuale di esportazione di beni e servizi statunitensi si è ridotta fino a rappresentare una parte sempre minore del totale dei prodotti e del commercio a livello mondiale tanto da vedere paesi come la Germania superare gli Stati Uniti nella quota di esportazioni. Contemporaneamente il debito della Federal Reserve è giunto nel 2006 a sfiorare i 7.600 miliardi di dollari che si prevede arriveranno ad essere 8.200 alla fine del 2007.


Dal Settembre 2001 la lotta globale al terrorismo è costata al Pentagono più di 750 miliardi di dollari con un incremento stimato di 600 milioni di dollari annui, mentre gli stanziamenti per l’assistenza ai paesi islamici moderati e ad Israele hanno raggiunto gli 8 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti mantengono nel mondo 737 basi militari terrestri e una forza aeronavale composta da 75 unità nucleari o convenzionali senza contare incrociatori, fregate, corvette, naviglio di difesa costiero e le 4.450.000 tonnellate di trasporti e piattaforme militari. Solo in Iraq e Afghanistan sono impegnati 200.000 militari statunitensi e le missioni sono costate al paese nell’anno fiscale 2006 ben 187 miliardi di dollari. Il costo della guerra in Iraq negli ultimi cinque anni ha raggiunto i 657 miliardi di dollari e gli stanziamenti statunitensi per esercito, marina e aviazione previsti per il 2008 raggiungeranno i 640 miliardi dollari, con un incremento di 15 miliardi di dollari rispetto 625 miliardi stanziati dall’amministrazione Bush per il 2007.

Le scelte statunitensi per l’economia sono sempre state caratterizzate da un basso grado di interventismo statale nella politica interna e da continue richieste di abbattimento delle barriere protezionistiche sui mercati internazionali. Sono sempre più numerosi però gli economisti che chiedono una maggiore regolamentazione dell’economia da parte del governo centrale, di misure di welfare e di scelte volte ad avviare qualche forma di protezionismo e la riforma delle organizzazioni economiche internazionali.

Conclusioni

Le scelte dei governi statunitensi riguardanti gli stanziamenti federali sono da sempre caratterizzate da alte spese per la Difesa e solo in pochi casi, come sotto la presidenza Eisenhower, il Governo di Washington è stato capace di bloccare la crescita della spesa per il Pentagono. Negli ultimi anni la situazione sembra essersi fatta realmente preoccupante poiché alla crescita degli stanziamenti per difendere ed esportare la democrazia nel mondo si è avuto un costante incremento del debito pubblico statunitense e la Federal Reserve non ha mai richiesto al Presidente Bush un impegno deciso volto a risanare almeno in parte il debito statunitense.

L’arrivo alla Casa Bianca di un presidente democratico potrebbe portare ad un’inversione di tendenza perché il ritiro delle truppe americane in Iraq e la scelta di affidarsi maggiormente a soluzioni diplomatiche per dirimere le questioni internazionali porterebbero ad un sicuro ridimensionamento delle spese per la Difesa.

Il rifiuto di Bush di estendere la copertura sanitaria pubblica ai bambini delle famiglie più povere ha portato ad aspre polemiche e gran parte dell’opinione pubblica statunitense chiede ora misure di welfare in favore di quel 15% della popolazione che non è in grado di pagare la copertura sanitaria ad assicurazioni private. Questi cambiamenti nell’opinione pubblica potrebbero presto portare a soluzioni diverse nello stanziamento dei fondi federali, diventando al contempo il punto di partenza verso un completo cambiamento delle dottrine e delle scelte delle amministrazioni statunitensi riguardanti l’economia.


http://www.equilibri.net

certo che è davvero molto democratico lasciare morire i bambini poveri in USA!
già fanno tanta fatica ad ucciderli in Irak assieme alle loro mamme!
 
Arriva il mutuo eterno
Date: 31.07.2007

Il mercato bancario si adegua all'invecchiamento delle generazioni e dopo i mutui quarantennali e o cinquantenari, lancia il mutuo eterno, con la possibilità dunque di destinare il proprio debito agli eredi. Ubi Banca offre mutui da 50 anni e il Credito Valtellinese consente ai clienti di "girare" l'impegno agli eredi, dando così vita al credito eterno, perché sarà possibile rinnovare più volte un mutuo ventennale, fino a trasferirlo da padre in figlio alle condizioni iniziali: ecco che nasce il mutuo intergenerazionale.
Le motivazioni addotte dai Banchieri dell'introduzione di questo tipo di contratti possono ridursi alla necessità di assicurare alle generazioni del presente la possibilità di accedere a mutui plurimilionari e così il diritto alla casa, oppure alle mutate condizioni del mercato immobiliare o dell'innalzamento del rischio e così del costo dell'accesso al credito. In realtà, è stato creato uno strumento diabolico, che crea l'illusione nel presente di poter contrarre con facilità un mutuo senza tener conto di alcun limite di età , per porre poi in capo alla famiglia e agli eredi futuri il debito contratto della vita precedente. Domani non sarà sufficiente una vita per comprare una cosa o contrarre un mutuo, ma occorrerà vendere la vita delle proprie generazioni alle Banche, che diventerà creditore eterno nei confronti della famiglia.

Chi vuole contrarre un mutuo extralungo si potrebbe inoltre trovare nella situazione di dover costruire la propria garanzia mediante una polizza assicurativa contro eventi temporanei o permanenti : in questo caso può essere la banca stessa a proporre un'ampia gamma di scelta di polizze assicurative Vita e multirischio, opzioni di rinvio delle rate e altri sistemi di dilazioni. In tale trucco delle Banche si nasconde l'ulteriore beffa, oltre il danno, di essere costretto ad accettare un altro contratto di debito che sarà strumentale a pagare il primo debito. Un debito a fronte di un altro debito, che rischia di provocare, proprio in funzione della ricapitalizzazione degli interessi un circolo vizioso di interessi e debiti che non si ferma alla nostra prima vita, ma si protrae negli anni venire in capo alle generazioni. Si tratta di un sistema di usura e di grave violazione dei diritti degli individui, in quanto diventano vittime inermi delle condizioni dettate dal mercato.
In realtà un'apertura in tal senso si è avuta già anni fa, con la Finanziaria del 2005, quando fu introdotta una sorte di deregolamentazione che ha portato all'introduzione del cd. Mutuo vitalizio. Allora, per far fronte al problema della capitalizzazione degli interessi nei mutui ipotecari diretti a persone che hanno più di sessantacinque anni, la Finanziaria ha introdotto la VIA ( valorizzazione immobiliare anticipata ). Alla base del provvedimento vi è la considerazione del fatto che esiste un limite al valore del debito, che non può mai superare il valore dell’immobile, sarà possibile conservare la piena della proprietà da parte del mutuatario, e avere il rimborso anticipato in ogni momento: questa ricchezza creata potrà così essere messa a disposizione delle stesse generazioni future. La VIA dunque si era prefissata di creare questo ponte "di solidarietà intergenerazionale", preso proprio dal modello inglese. In particolare con il "mutuo vitalizio" della finanziaria del 2005, anche gli anziani al di sopra dei 65 anni possono richiedere un finanziamento ipotecario, che verrà poi rimborsato in un'unica soluzione alla scadenza del contratto o alla loro morte, e fino a quel momento, gli interessati non dovranno pagare nulla alla banca. L'intero debito sarà poi estinto dagli eredi che potranno saldare il debito o, in alternativa, utilizzare l'abitazione per pagare il debito e realizzare la restante parte del valore della casa. E' nato dunque come un strumento per "monetizzare" il valore della casa degli anziani, in modo da creare così una sorta di sostegno all'età pensionabile, oppure per aiutare i figli per l'acquisto della casa.In un certo senso, dunque la VIA, ha gettato le basi per quelle norme bancarie che rilanciano sempre più all'aumento degli interessi, e così degli anni del debito, fino ad annullare completamente la capacità di un individuo di estinguere i propri debiti durante la sua vita. Il sistema bancario crea così una sorta di vincolo per le famiglie e le generazioni a venire, imponendo così il ricatto perenne della perdita della propria abitazione. Così mentre prima era possibile lasciare in eredità una casa, un patrimonio, un domani si lascerà un mutuo e un debito da estinguere, pena la perdita di tutto ciò che è stato costruito durante un'intera vita.
 
tontolina ha scritto:
Arriva il mutuo eterno
Date: 31.07.2007

Il mercato bancario si adegua all'invecchiamento delle generazioni e dopo i mutui quarantennali e o cinquantenari, lancia il mutuo eterno, con la possibilità dunque di destinare il proprio debito agli eredi. Ubi Banca offre mutui da 50 anni e il Credito Valtellinese consente ai clienti di "girare" l'impegno agli eredi, dando così vita al credito eterno, perché sarà possibile rinnovare più volte un mutuo ventennale, fino a trasferirlo da padre in figlio alle condizioni iniziali: ecco che nasce il mutuo intergenerazionale.
Le motivazioni addotte dai Banchieri dell'introduzione di questo tipo di contratti possono ridursi alla necessità di assicurare alle generazioni del presente la possibilità di accedere a mutui plurimilionari e così il diritto alla casa, oppure alle mutate condizioni del mercato immobiliare o dell'innalzamento del rischio e così del costo dell'accesso al credito. In realtà, è stato creato uno strumento diabolico, che crea l'illusione nel presente di poter contrarre con facilità un mutuo senza tener conto di alcun limite di età , per porre poi in capo alla famiglia e agli eredi futuri il debito contratto della vita precedente. Domani non sarà sufficiente una vita per comprare una cosa o contrarre un mutuo, ma occorrerà vendere la vita delle proprie generazioni alle Banche, che diventerà creditore eterno nei confronti della famiglia.

Chi vuole contrarre un mutuo extralungo si potrebbe inoltre trovare nella situazione di dover costruire la propria garanzia mediante una polizza assicurativa contro eventi temporanei o permanenti : in questo caso può essere la banca stessa a proporre un'ampia gamma di scelta di polizze assicurative Vita e multirischio, opzioni di rinvio delle rate e altri sistemi di dilazioni. In tale trucco delle Banche si nasconde l'ulteriore beffa, oltre il danno, di essere costretto ad accettare un altro contratto di debito che sarà strumentale a pagare il primo debito. Un debito a fronte di un altro debito, che rischia di provocare, proprio in funzione della ricapitalizzazione degli interessi un circolo vizioso di interessi e debiti che non si ferma alla nostra prima vita, ma si protrae negli anni venire in capo alle generazioni. Si tratta di un sistema di usura e di grave violazione dei diritti degli individui, in quanto diventano vittime inermi delle condizioni dettate dal mercato.
In realtà un'apertura in tal senso si è avuta già anni fa, con la Finanziaria del 2005, quando fu introdotta una sorte di deregolamentazione che ha portato all'introduzione del cd. Mutuo vitalizio. Allora, per far fronte al problema della capitalizzazione degli interessi nei mutui ipotecari diretti a persone che hanno più di sessantacinque anni, la Finanziaria ha introdotto la VIA ( valorizzazione immobiliare anticipata ). Alla base del provvedimento vi è la considerazione del fatto che esiste un limite al valore del debito, che non può mai superare il valore dell’immobile, sarà possibile conservare la piena della proprietà da parte del mutuatario, e avere il rimborso anticipato in ogni momento: questa ricchezza creata potrà così essere messa a disposizione delle stesse generazioni future. La VIA dunque si era prefissata di creare questo ponte "di solidarietà intergenerazionale", preso proprio dal modello inglese. In particolare con il "mutuo vitalizio" della finanziaria del 2005, anche gli anziani al di sopra dei 65 anni possono richiedere un finanziamento ipotecario, che verrà poi rimborsato in un'unica soluzione alla scadenza del contratto o alla loro morte, e fino a quel momento, gli interessati non dovranno pagare nulla alla banca. L'intero debito sarà poi estinto dagli eredi che potranno saldare il debito o, in alternativa, utilizzare l'abitazione per pagare il debito e realizzare la restante parte del valore della casa. E' nato dunque come un strumento per "monetizzare" il valore della casa degli anziani, in modo da creare così una sorta di sostegno all'età pensionabile, oppure per aiutare i figli per l'acquisto della casa.In un certo senso, dunque la VIA, ha gettato le basi per quelle norme bancarie che rilanciano sempre più all'aumento degli interessi, e così degli anni del debito, fino ad annullare completamente la capacità di un individuo di estinguere i propri debiti durante la sua vita. Il sistema bancario crea così una sorta di vincolo per le famiglie e le generazioni a venire, imponendo così il ricatto perenne della perdita della propria abitazione. Così mentre prima era possibile lasciare in eredità una casa, un patrimonio, un domani si lascerà un mutuo e un debito da estinguere, pena la perdita di tutto ciò che è stato costruito durante un'intera vita.


bene bene, i prezzi delle case non scenderanno.... :D :D
 
Come accade il disastro
Maurizio Blondet
01/08/2007
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2180&parametro=


Le azioni di una grande ditta specializzata in mutui, la American Home Mortgage, hanno perso l’87 %.
L’ancora più grande Countrywide Financial ammette che i suoi «debitori di alta solvibilità» (i migliori), che avevano acceso una seconda ipoteca sulla loro casa (così gli americani, negli ultimi anni, hanno trovato i soldi per consumare) stanno facendo «default».
Di conseguenza, la IKB Deutsche Industriebank, che fornisce fidi alle medie industrie tedesche, ha annunciato che i suoi investimenti americani sono gravemente degradati.
Così la patologia speculativa USA sta infettando il mondo.

A lungo gli storici studieranno come mai una tale follia speculativa - i prestiti a debitori noti per loro precedenti insolvenze - abbia potuto essere lasciata arrivare al punto di irresponsabilità da provocare un nuovo ‘29.

Si può spiegare con il rincaro ventennale degli immobili.
Le case aumentavano tanto e così sicuramente, che il rischio di fare il mutuo ad un insolvente appariva più che compensato dalla possibilità di rivendere l’immobile, in ogni momento, facendo profitto.
La facilità con cui si concedevano i prestiti aumentava la domanda e dunque i prezzi immobiliari, creando un circolo creduto virtuoso…
Ma da dove venivano i soldi che le banche prestavano così alla leggera?
Dal credito frazionale, la truffa primaria delle banche, in primo luogo.
Le banche moltiplicano così per dieci e per venti l’ammontare del debito contratto dagli Stati che prendono prestiti a rotta di collo dalla propria Banca Centrale, indebitandosi (ciò che è oggi «stampare moneta»).

Ma La situazione è stato aggravata dai bassissimi interessi - un minimo storico - pagati ai risparmiatori.
Le banche prestatrici prendevano denaro a basso costo e lo davano ai contrattori di mutui ad alto interesse.
Il «carry trade» ha agito come potente fattore moltiplicatore aggravante.
Il Giappone, per uscire dalla decennale deflazione, «stampava moneta» ossia inondava la sua economia di prestiti all’1%.

Gli speculatori globali (le grandi banche d’affari USA in primo luogo) si indebitavano dunque in yen all’1%, e davano a prestito quel denaro ai loro debitori col mutuo al 5 o più.
Una pacchia.
Perché non è durata?

Perché tutti hanno esagerato: le banche prestando perdutamente e troppo facilmente (tanto, gli immobili di garanzia del debito rincaravano), e i debitori indebitandosi oltre il loro reddito e la realistica possibilità di far fronte ai ratei.
Quando i tassi mondiali hanno cominciato a salire, la macchina del «boom economico» di carta s’è rotta.
Perché gli interessi hanno cominciato a salire?
L’eccessiva liquidità mondiale ha finito per investire sempre più in materie prime, che salivano astronomicamente perché la Cina, in boom rovente, le compra a qualunque prezzo.
Nello stesso tempo, la finanza che «investe» in speculazione, non ha investito abbastanza nel settore minerario - nella più basilare economia reale - sicchè le materie prime sono scarse rispetto alla domanda.
La «mano invisibile del mercato», che secondo il dogma liberista doveva far proprio questo, ha clamorosamente fallito.
La mano invisibile ha prestato ad insolventi anziché pagare salari operai e produrre beni fisici reali.
Alla fine, il rincaro delle materie prime è salito al punto che l’effetto «cinese» (merci a prezzi bassi per il consumo) è finito: la Cina oggi è aggravata da inflazione e le sue carabattole costano sempre di più.
Ciò durerà per anni.
Nel mercato unico globale, l’inflazione cinese ha inondato il mondo.
Le economie occidentali hanno subìto l’inflazione, e di conseguenza il rialzo dei tassi d’interesse.
In USA i tassi primari, pari all’1% nel 2005, sono oggi al 5,25%.
In Europa dal 2% di novembre 2005 sono oggi al 4%.
I debitori di scarso credito, che hanno contratto mutui americani all’1%, e già facevano fatica, figurarsi quanto riescono a pagare al 5-8%.
Massicce sospensioni di pagamenti, dilaganti sequestri di immobili, rimessi sul mercato, e quindi, calo dei prezzi immobiliari in USA.
Il circolo virtuoso apparente s’è rovesciato nel circolo vizioso reale.
Rapidissimo.
O meglio: da mesi i segnali d’allarme si moltiplicano.


Ma i geniali finanzieri gestori di fondi, i creativi inventori di derivati, si sono sentiti infallibili e invincibili.
Tutto il loro genio che ha fruttato loro miliardi poggiava sulla credenza che i tassi giapponesi sarebbero rimasti bassissimi e lo yen debolissimo.
Appena lo yen ha cominciato a salire, i genii si sono trovati nella condizione degli insolventi americani col mutuo: il loro debito ha cominciato a crescere.
I geniali terrorizzati, sono corsi ad alleggerirsi dei loro debiti contratti in Giappone, ciò che ha creato la prematura fine del «carry trade» e di fatto una riduzione rapida e planetaria della liquidità.
Di qui anche l’uscita di molti dal mercato azionario e la stretta sui fidi e sui mutui, prima facili ed ora difficilissimi.
Gli hedge funds hanno innescato il disastro.
Perché sono essi stessi indebitatissimi (leveraged) onde «aumentare la propria esposizione al mercato» e di conseguenza «ai profitti».
Ma quando la tendenza al boom e all’euforia si rovescia, allora anche l’effetto leva si rovescia: se prima ci si indebitava per moltiplicare i profitti, ora il debito moltiplica le perdite di vari multipli. Così gli hedge funds si trovano di colpo a secco, prosciugati fino all’ultimo dollaro.

E' successo in USA.
Ovviamente, è successo in Italia: Italease, coi suoi genii azzerati dalla Banca d’Italia con criminoso ritardo.
L’effetto finale quale sarà?
Uno shock che scuote tutto il sistema - un terremoto sistemico - consistente in questo: il rischio di ogni singolo titolo, cambiale, buono e obbligazione risulta di colpo sottovalutato, e deve essere ricalcolato.
Ovviamente al ribasso.
La carta che valeva AAA+ oggi vale BBB-.
Il più alto livello di rischio percepito provoca ovviamente che chiedere denaro a prestito costerà di più.

Il che aggraverà il rischio di fatto: aziende che possono ancora prosperare pagando sui fidi interessi del 16% (come in Italia) falliscono quando la banca chiede il 25% o peggio, il rientro immediato (come sta succedendo).
La folle euforia dei grandi usurai globali e locali si tramuta in depressione; l’ardimento demente diventa paura da pecore e da conigli, e questa congela l’economia reale: economia finanziaria è economia maniaco-depressiva.

C’è un rimedio possibile?
Le Banche Centrali dovrebbero, di concerto, ridurre i tassi per contrastare con liquidità il gelo recessivo.
Ma la cura è peggiore del male, dato che la liquidità oggi andrebbe non alle imprese reali e ai salari, ma ai giocatori speculativi della roulette globale, che sono la causa della rovina.
In ogni caso, la Federal Reserve tenterà di fare proprio questo; ma è ostacolata dal rischio che i suoi creditori esteri si liberino di Buoni del Tesoro che rendono meno, e già si squagliano come gelati al sole a causa del calo del cambio del dollaro.
La Banca Centrale Europea, che non capisce mai nulla (è governata da cloni robotici del robot Padoa Schioppa) manterrà alti i suoi interessi, sarà l’ultima ad abbassarli, e solo su ordine USA e naturalmente «meno» degli USA, il che manterrà lo svantaggio europeo dell’euro forte.
Insomma i cretini monetari centrali aggraveranno il male, perchè non hanno una teoria adatta alla nuova situazione, e così volano col pilota automatico.
Tanto, a loro gli stipendi non mancheranno.
Per noi comuni mortali, la loro «scelta» significherà disoccupazione, riduzione dei consumi, e nemmeno deflazione, perché le materie prime rincarano.
Peggio ancora che nel ‘29.

Maurizio Blondet




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ECONOMIA: il crollo di Minneapolis
Il 23 aprile 2006 pubblicai lo Speciale Granelli e Rischi, in cui illustravo la teoria di Mark Buchanan su quando succedono le catastrofi. Il crollo del ponte di Minneapolis questa settimana lo rende estremamente attuale: se le strutture di un sistema sono marce ed instabili, a un certo punto arriva il granellino di sabbia addizionale che lo fa collassare. Tutto questo, come scrissi nello Speciale citato, è particolarmente appropriato per il sistema finanziario globale, profondamente marcio ed instabile nelle sue fondamenta. Il marciume consiste nel fatto che alla base ci sono la truffa e la frode, non come eccezioni, bensì come regola. L’instabilità è data dall’insostenibilità degli squilibri accumulantesi e che del resto sono il motore del sistema. Sappiamo dunque con certezza che prima o poi arriverà il granellino di sabbia che lo farà collassare.
Questa settimana, si sono sentiti altri sinistri schricchiolii, e non resta che riproporsi il solito quesito: ci siamo?
Il collasso si avrà quando il sistema bancario-finanziario sarà costretto dagli eventi a portare i libri in tribunale, vale a dire dovrà far emergere che la stragrande maggioranza dei suoi attivi sono privi di valore.
Naturalmente, prima che si arrivi a ciò, le banche centrali entreranno in azione con il solito strumento: riduzione dei tassi d’interesse e ulteriori enormi immissioni di moneta stampata per la bisogna. Ne seguirà un inziale tentativo di recupero, ma la situazione sarà sempre più esplosiva perchè sempre più inflazionistica. Questa volta si parte già da un inflazione elevata, e la perdita di fiducia nel cartaceo sarà sempre più veloce, mentre le banche centrali non avranno più la possibilità di reintervenire in modo restrittivo.

Questo più o meno lo schema di fondo della contraddizione irresolubile.
In questo schema, come più volte spiegato, ha un ruolo cruciale il comportamento dei prestatori di ultima istanza, cioè gli asiatici (Cina, Giappone) che hanno i soldi veri derivanti dai guadagni nel commercio mondiale. Nella misura in cui vorranno correre in soccorso, incrementando ulteriormente i loro crediti in dollari, la situazione sarà tamponata, ma è evidente che anche questo pronto soccorso ha dei limiti alla lunga.
Prendiamo in esame l’immediata attualità: adesso tutti guardano alla FED, sperando che nel comunicato di domani sera faccia intendere che è pronta ad abbassare i tassi, così favorendo una tenuta delle borse e del mercato creditizio. Ma c’è un problema: il dollaro. La prospettiva di un calo dei tassi potrebbe provocare la rottura della famosa quota 80, aumentando la chiusura dei carry trade in yen che facilmente può arrivare a 113-115. Come si è visto nei giorni recenti, tale dinamica impatterebbe sulla Borsa che continuerebbe a scendere, e la manovra insomma si rivelerebbe inutile se non controproducente, soprattutto se i rendimenti sui titoli di stato americani dovessero mettersi a salire per paura dell’inflazione e del dollaro in caduta libera.
L’unica possibilità affinchè l’annuncio di un orientamento ribassista da parte della Fed funzioni sta nel sostengo degli asiatici che dovrebbero comprare a man bassa dollari e titoli di stato americani. Ecco perchè resto concentrato su questo punto. E poichè sono convinto che gli asiatici coopereranno, penso che potrebbe funzionare ancora una volta.
Ma si tratta solo di rimandare la resa dei conti, e più la si rimanda più sarà salata.
MATERIE PRIME: in range
Come atteso, per il momento il petrolio è stato contenuto dall’area dei massimi, da dove ha lievemente stornato chiudendo allo stesso livello di 14 giorni prima. La scadenza settembre chiude a 75,7. Nuovi minimi invece per il gas naturale a 6,1 sulla medesima scadenza.
Il dollaro debole rilancia i preziosi mentre gli industriali faticano per i timori di una possibile recessione futura. Si conclude con: oro a 685(dicembre) argento a 13,15 (settembre) rame a 348(settembre) platino a 1298(ottobre) palladio a 367(settembre).
L’indice CRB a 319 (settembre).
Posizione a oltre 6 mesi: al rialzo
Posizione a 3-6 mesi: lateral-rialzista
Posizione asset: oro fisico

CAMBI: quota 80
Il dollaro, come indice generale, conclude la settimana proprio ad 80 che rappresenta il suo minimo storico assoluto: i dati deboli rivenienti dai sondaggi americani su manifatturiero e servizi, nonchè quelli deludenti del mercato del lavoro, lo hanno reso debole contro tutte le valute.Lo yen ha proseguito la sua marcia arrivando a chiudere a 118, ed ora tecnicamente sembra lanciato verso 115. Anche eurodollaro settembre pur frenato dallo yen nella fase iniziale, sui dati finali è ripartito al rialzo tornando sopra 1,38.
L’indice generale del dollaro a 80(settembre)
Posizione a oltre 6 mesi: dollaro al ribasso generale
Posizione a 3-6 mesi: dollaro lateral-ribassista
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: effetto rifugio a testa bassa
Nuova ondata di acquisti verso i tradizionali titoli di Stato, i cui rendimenti tornano a livelli da fase recessiva e il tasso a tre mesi su dicembre scende sotto al 5%. La caduta è omogenea lungo la curva ma aumenta l’irripidimento con +26 cts. tra 10 e 2 anni.
Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 scende di 11 cts. a 4,98% , il biennale scende di 7 cts. al 4,42% il quinquennale di 8 cts. al 4,48%, il decennale di 9 al 4,68% ed il trentennale di 7 cts. al 4,86%. Per contro continua ad ampliarsi il differenziale tra i titoli di stato e i corporate bonds, quello con i cosiddeti junk bonds è salito di 50 cts. in sette giorni.
In Europa il bund decennale scende al 4,32% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata si contrae a 36 cts. Anche in Giappone il decennale scende all’1,77%, mentre nei mercati obbligazionari emergenti inizia a diffondersi la paura: i rendimenti sui titoli brasiliani, ad esempio, sono saliti di 32 cts..
Posizione oltre i 6 mesi: al rialzo dei rendimenti
Posizione a 3-6 mesi: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: caduta finale
La settimana si conclude con : Dow a 13181 (-0,6%) Sp500 a 1433 (-1,8%) nasdaq a 2511(-2%) nasdaq100 a 1940(-1,9%) russell 2000 -2,9% trasporti -3,2% utilities +0,2% semiconduttori -2,9% broker-dealer -7,5% Banche -3,5%. Come si vede quindi la Borsa non solo conferma la paura specifica sui bond e colpisce drasticamente i finanziari, ma inizia ad aver dubbi anche sui tecnologici. Il rapporto tra put e call sale a 1,47. L’indice della volatilità (VIX) sale a 25,2 . Livelli che non si vedevano dai tempi dello scoppio del nasdaq.
Scendono tutti gli indici occidentali: il Nikkey a 16979 il dax a 7435 il cac a 5597, il footsie a 6224, l’italietta senza la benchè minima speranza: spmib a 39323 e mibtel a 30187.
Continua a sorprendere invece la SUPERBolla in Cina +5% ; Brasile -0,1% India -0,6% e Russia+0,2%
Posizione oltre i 6 mesi: ribasso generale
Posizione 3-6 mesi: laterale
posizione asset: nulla

PREVISIONI: tutto FED
In una settimana priva di dati macroeconomici, attenzione concentrata sulle parole che gli gnomi della Fed dispenseranno al grande pubblico alle ore 20,15 di martedì sera. Attesa unanime per tassi ancora fermi, ma grande incertezza sul comunicato di accompagnamento. Se dovesse restare inalterato o peggio se dovesse essere più accentuato sul rischio inflazione, è prevedibile una delusione con conseguente caduta della Borsa , attenuata solo da un eventuale recupero del dollaro. Se, viceversa, come più probabile, dovesse spostare l’accento sul rischio di minor crescita anche con riferimento ai recenti sconquassi nel mercato creditizio, la reazione iniziale della Borsa sarà al rialzo perchè si attaccherà all’ipotesi di un taglio dei tassi prossimo venturo. Ma la possibilità che il rimbalzo duri dipenderà molto dal dollaro: se quest’ultimo, come sarebbe logico in una prospettiva di tassi in calo, dovesse cadere, soprattutto contro yen, allora è molto probabile che la Borsa torni presto a scendere puntando con decisione verso i minimi dell’anno.
Saranno gli asiatici a decidere il destino di dollaro e borsa.

http://michelespallino.investireoggi.it/
 
sta succedendo il finimondo sui mercati

però ho la strana sensazione che diano la colpa ai mutui subprime americani di cui sappiamo l'esistenza

ma la grave mancanza di liquidità che ha colpito tutti, a mio avviso, dipende dalle molte operazioni di LBO finanziate e il cui debito poi è stato cartolarizzato

Ieri poi la BCE ha iniettato liquidità per quasi 100 miliardi di euro al tasso del 4% perchè il tasso overnight era salito al 4.9% e il mkto mostrava insofferenza (insomma ha calmierato i TASSI che tanto provvederà lei ad alzarli a settembre)

Mutui/ Banchieri senza direzione
Giovedí 09.08.2007 14:30
http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/commentoborse0809.html
Gli indici sui mercati azionari europei negativi tornano ad assumere una consistenza preoccupante, dopo la decisione della banca francese Bnp Paribas di sospendere l’attività dei fondi colpiti dalla illiquidità del mercato e dalla crisi dei mutui suprime Usa. E pensare che solo ieri il governatore della Boe, la Banca d’Inghilterra Merving King ha gettato acqua sul fuoco. Dichiarando, all'ombra del Tower Bridge, che “la crisi dei mutui non è di portata internazionale”.

Peccato che da Francoforte, oggi, gli abbia fatto eco contraria Jean Claude Trichet, il governatore della Banca Centrale Europea che ha sostenuto, invece, l’esistenza eccome di rischi anche in Europa a causa dei mutui suprime.

Secondo l’Istituto Centrale, infatti, "dal momento che molte transazioni recenti di leveraged buyout potrebbero essere state effettuate con l'aspettativa di un ulteriore incremento dei prezzi di acquisto, una flessione del mercato potrebbe esporre molti a condizioni di mercato che non erano state prese in considerazione nelle transazioni originali in termini di prezzo. Ad esempio, tassi di interesse di mercato più elevati potrebbero diminuire la copertura delle operazioni esistenti, spingendo forse alcuni di essi all' insolvenza".

I mercati sono disorientati e non c’è nulla di peggio, in tali situazioni, della mancanza di pareri concordi. Soprattutto da parte di rappresentanti autorevoli di organismi finanziari internazionali di riferimento. E se non bastasse, alla distonia delle campane di quartiere si aggiunge anche quella della “chiesa madre” americana. Con le indecisioni e le dichiarazioni senza mordente, ha fatto notare spesso qualcuno, del governatore della Federal Riserve, Ben S. Barnanke. Motivo in più per rimpiangere l’affidabilità persa con Alain Greenspan, un vero e proprio moderno “oracolo di Delfi”.
 
dopo i mutui subprime ora c'è
CONDUITS LA NUOVA MINACCIA GLOBALE! (Post in continuo aggiornamento)
http://icebergfinanza.splinder.com/



Come scritto in un precedente post, il banchiere Max Weber, presidente della banca centrale tedesca sottolineò il fenomeno liquidità con le seguenti parole:

“ Se sottovalutate il rischio, non venite da noi a cercare aiuto in liquidità! Più a lungo la cosa andrà avanti, più la situazione si farà rischiosa e più avrete bisogno di fortuna.

E’ tempo che il mercato finanziario faccia un passo indietro, verso una più adeguata assegnazione del prezzo in base al rischio e forse di rinunciare ad un accordo anche se sembra attraente….. La liquidità globale si prosciugherà e quando saremo a quel punto, parte di questa svalutazione del rischio si normalizzerà.”

Parole profetiche, parole portate dal vento che le banche centrali di mezzo mondo hanno in sintesi disatteso!

“ Se sottovalutate il rischio, non venite da noi a cercare aiuto in liquidità!

Situazione decisamente paradossale se pensiamo che il governo tedesco è intervenuto per salvare la IKB tramite la banca pubblica KFM. Non doveva intervenire? Il discorso è molto lungo e complesso e riguarda in sintesi la "MORAL HAZARD".

Provate Voi, se vi riesce ad entrare in un casinò sapendo che, in fondo anche se perdete i Vostri soldi prima o poi il croupiers ve li restituisce o qualcuno ve ne impresta altri per continuare a giocare!

In questi giorni, quella che sembra una mossa disperata, contraddice in tutto e per tutti alcune precedenti dichiarazioni.

Nell'ultimo FOMC, ribadendo le precedenti versioni la Federal Reserve comunica che la politica monetaria considera l'inflazione o meglio le aspettative di inflazione il pericolo principale. Recentemente la BCE ha fatto capire che l'inflazione è un pericolo serio e che la politica monetaria è accomodante, segnalando in maniera inequivocabile un rialzo dei tassi a settembre.

Segnali di fumo inequivocabili! Un mare di liquidità, un evento eccezionale e ripeto l'eccezionale per chi non l'avesse capito è stato riversato sul mercato per tentare di spegnere l'incendio, un'intera piscina per spegnere un fiammifero?
Visto l'autocombustione che sta propagandosi per il mondo intero ( vedi la CREDIT CRUNCH MAP INTERACTIVE sul mio blog) la situazione è terribilmente seria forse drammatica.

E pensare che economisti e analisti tecnici non hanno ancora capito che le loro analisi lasciano il tempo che trovano di fronte all'eccezionalità di un evento mai accaduto nella storia della finanza!

Siamo alla vigilia della scadenza di strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione dei crediti denominate ABCP ovvero Asset Backed Commercial Paper, gli stessi che riguardano il rischio di insolvenza della Industrie Kredit Bank tedesca, ai quali numerose banche dovranno fare fronte.

A proposito di cultura finanziaria, sarei curioso di sapere quanti in questo istante conoscono il significato del "veicolo finanziario" conduit. Conduit in inglese stà a significare appunto un veicolo finanziario che appoggiandosi ad un istituto finanziario per le sue linee di credito si finanzia a breve per investire sul lungo termine ovviamente anche in attività rischiose.

In Germania il Rhineland Fund è al centro delle preoccupazioni di IKB ma uno studio di Moody's segnala che le banche tedesche sono dotate di alcuni conduits per un totale di 100 miliardi di dollari riferiti a ottobre dello scorso anno. Immaginatevi quanto saranno in questo momento dopo la cavalcata di questi ultimi mesi, dove operazioni di LBO e M&A e scommesse sul mercato immobiliare americano erano all'ordine del giorno.

Qui sotto troverete la tabella relativa ai conduits in essere alle varie date e come vedrete più alto è l'importo più evidente è il rischio di insolvenza della banca in questione.



Ricordatevi queste parole ABCP o SIVs perchè a breve prenderanno il posto degli ormai obsoleti CDOs CMOs CLOs.

Mi conoscete come una persona moderata nelle sue affermazioni e non sono di facili catastrofismi ma una diversione oggi voglio farla.

Ogni giorno di più mi convinco che ormai siamo arrivati in prossimità dell' APOCALYPSE NOW". Sento gli elicotteri che arrivano, elicotteri delle Banche Centrali di mezzo mondo che portano i loro carichi di liquidità pronti all'evenienza.

Giorno dopo giorno mi accorgo che la mia cultura finanziaria è estremamente limitata di fronte all'ingegneria finanziaria di questi ultimi anni. Le alchimie di questo tempo mi convincono giorno dopo giorno che ormai la situazione stà sfuggendo di mano e nessuno o forse pochi se ne stanno rendendo conto.

Ho appena spiegato in sintesi cosa sia un " CONDUITS " ma nessuno conosce la dimensione di questo nuovo fenomeno finanziario. Immaginate un numero enorme di investimenti con finanziamenti a breve per investire in attività ad alto rischio ovviamente illiquide come abbia visto che improvvisamente richiedono il rientro una sorta di chiamata di margine.

Omologazione d'investimento esplosiva! Questa in sintesi è il nuovo fronte apertosi sui mercati globali.
Operazioni effettuate tramite i veicoli di investimento strutturati denominati SIVs.

Immaginatevi inoltre investimenti a lungo termine in strumenti finanziari che equivalgono a rating della galassia AAA e improvvisamente vengono declassati perlomeno a BBB-. PANICO TOTALE! ILLIQUIDITA' MASSIMA!

Forse è nascosto nel potenziale distruttivo di queste ABCP il senso del cambiamento improvviso nell'atteggiamento della Banche Centrali. Oggi gli ABCP sono come dei fantasmi che aleggiano sui libri contabili degli istituti finanziari di mezzo mondo.

Scommesse sul mercato "subprime" o sui sui derivati o solo effetto temporaneo di mancanza di liquidità, di valutazioni, di domanda?

La "commercial paper" (carta commerciale) è uno strumento finanziario a breve termine, costituito da una promessa di pagamento in forma cambiaria priva di garanzie reali, con scadenza fissa, emessa al portatore e negoziata a sconto. Questo strumento viene normalmente utilizzato dalle imprese per la copertura del fabbisogno di capitale circolante.

" CAMBIALI " che dovrebbero scadere in questi giorni, cambiali che dovrebbero ammontare a miliardi di dollari, cambiali che richiedono un intervento straordinario, unico per un evento mai successo nella storia della finanza mondiale.

Scommesse omogenee, a senso unico ecco perchè oggi giorno dopo giorno è un bollettino di guerra, esposizioni su esposizioni vengono comunicate al mercato e le insolvenze sono dietro l'angolo.


Solo il tempo e credo che non ci vorrà molto ci dirà la dimensione di questo nuovo fenomeno che associato al fenomeno "subprime", al fenomeno " CDOs e derivati affini" e al fenomeno "LBO" ovvero la leva finanziaria, ma quelli che credono sia solo un temporale di mezza estate, credetemi vivono in sostanza la sindrome di Peter Pan.

Nei prossimi post entreremo nei dettagli, ma sin da ora questa è la nuova frontiera dei prossimi giorni, una novità in esclusiva!

Aggiornamento quotidiano da BLOOMBERG.COM!

http://www.nytimes.com/imagepages/2007/08/05/weekinreview/20070805_LOAN_GRAPHIC.html

E visto che siamo in tema ecco una guida superlativa sul NEW YORK TIMES per comprendere l'ingegneria finanziaria, per uscire dal tunnel della

"INCULTURA FINANZIARIA"

HOUSING_BUSTS_AND_HEDGE_FUND_MELTDOWNS:_

A_SPECTATOR'S_GUIDE.

The New York Times




http://icebergfinanza.splinder.com/
Postato da: icebergfinanza a agosto 14, 2007 07:46 | link | commenti (15)
conduits abcp
 

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