il BUND: la sfida alle leggi della fisica... (1 Viewer)

Fleursdumal

फूल की बुराई
a vedere poi i COT di venerdì, ci si rimane : i funds alla giornata di martedì scorso erano passati net short sul T-Bond, net short anche sul 10y , net long invece su 2y e 5y t-note

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ditropan

Forumer storico
Fleursdumal ha scritto:
a vedere poi i COT di venerdì, ci si rimane : i funds alla giornata di martedì scorso erano passati net short sul T-Bond, net short anche sul 10y , net long invece su 2y e 5y t-note


Fleurs ... mi daresti il link del sito dove vai a vredere questi cot ?

Grassie :)
 

gastronomo

Forumer storico
Interessante

US Treasuries digest recent gains, eye new supply
Mon Feb 7, 2005 09:30 AM ET
NEW YORK, Feb 7 (Reuters) - Treasury debt prices were narrowly mixed in thin trade on Monday as the market digested recent hefty gains while preparing to swallow $51 billion in new U.S. government debt in the week ahead.
Friday's sub-par payrolls report triggered a vicious short-squeeze in the market, especially at the long-end where 30-year yields fell to their lowest levels since mid-2003.

With yields so low, traders are worried this week's auction of three-, five and 10-year paper could be shunned by private investors and foreign central bank.

Such nerves were not helped by a comment from Federal Reserve Governor Edward Gramlich that it was not clear how long foreigners would remain major buyers of U.S. debt.

"There's a lot of angst about the auctions and you can bet the market will react negatively to any shortfall in the indirect bidding stats," said one trader at a U.S. primary dealer.

Primary dealers are classed as direct bidders at auctions while indirect bidders include pretty much everyone else including foreign central banks.

"We're quietly optimistic, ourselves," added the trader. "Much of the market is still short and may use the auction as a way to close out positions. And there's a clear need for duration among many investors which could see the 10-year sale go well."

For the moment, though, caution ruled and price activity was minimal at best. The benchmark 10-year note (US10YT=RR: Quote, Profile, Research) was flat at 4.08 percent, but that follows a drop from 4.15 percent on Friday.

Yields on two-year notes (US2YT=RR: Quote, Profile, Research) ticked up to 3.31 percent from 3.29 percent. Five-year note yields (US5YT=RR: Quote, Profile, Research) rose to 3.69 percent from 3.68 percent.

In contrast long-dated debt remained in demand and the 30-year bond (US30YT=RR: Quote, Profile, Research) added 6/32 in price. Its yield dipped to 4.47 percent from 4.48 percent late Friday and 4.95 percent as recently as Christmas.

As a result, the spread between two- and 30-year yields narrowed to 116 basis points, the lowest reading since early 2001 and a long way from last year's peaks around 325 basis points.

There were no major U.S. economic data due on Monday and not much in the rest of the week, with December trade figures on Thursday the only real flash point.

Treasury's quarterly refunding kicks off with $22 billion of three-year notes (US3YT=RR: Quote, Profile, Research) on Tuesday, followed by $15 billion of five-year paper on Wednesday and $14 billion of 10-year notes on Thursday.

Last month's 10-year sale drew the second smallest share of indirect bids since Treasury began releasing the data in mid-2003, heightening worries about foreign demand.

Asian central banks bought massive amounts of Treasury debt for much of last year but the pace of buying has slowed markedly in recent months. Indeed, Fed data showed foreign central banks as a whole sold a net $12.9 billion of Treasuries in the latest week.

Traders are even concerned that central banks from China, Singapore and South Korea will not make an appearance at the auctions because of national holidays this week.
 

Fleursdumal

फूल की बुराई
sì ci sono le festività per l'inizio dell'anno lunare in Asia , sul caffè si son visti i fuochi d'artificio in anticipo :D :p

comunque non mi sembra ci sia stato uno shortsqueeze terribile, sul dato son saliti solo di una figura scarsa sul T-Bond e mezza figura sul 10y, quasi niente rispetto ad altre occasioni del genere
 

ditropan

Forumer storico
uff ... è andata bene anche questa volta .... mi ha fatto penare non poco avevo messo l'ordine a 73 e l'eseguito non mi arrivava più, temevo oramai di essere stato saltato ... invece tutto OK. :) :)


... e con stò giro mi porto a casa 4$ per 3 contratti fà la bellezza di 4800$ sul porco !!! :D :D

Di piùil contratto di aprile non ha voluto darmi ... un pò un peccato perchè il contratto febbraio è arrivato fino a 70.35 ... ma finchè si guadagna va tutto bene !!! :D :D :smile:

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dan24

Forumer storico
Mercato obbligazionario
Inflazione, nessuno se ne preoccupa più, ma è giustificato?.

mercoledì 2 febbraio 2005 Da ormai diversi mesi l'interesse sull'andamento dell'inflazione sembra essere molto scemato. L'opinione generale è che nonostante l'attuale situazione di crescita economica e l'aumento del costo delle materie prime, non ci saranno comunque significative pressioni sui prezzi n ei prossimi 12-18 mesi. Cerchiamo di capire se questo atteggiamento del mercato sia corretto o se non vi sia una situazione si sotto-stima dei potenziali rischi.
Confrontando i tassi a 10 anni in Europa con il la crescita dei prezzi alla produzione (EU PPI) e al consumo (EU CPI) si può notare un andamento divergente, con tassi in discesa e PPI in netto aumento (il CPI continua a mantenersi piuttosto costante).

Guarda il grafico
http://x.jmailer.com/it/investireinformati/0702_tabella1.GIF



L'attuale salita dei prezzi alla produzione è soprattutto l'effetto dell'aumento delle materie prime; evidentemente il mercato considera l'attuale situazione transitoria e quindi non preoccupante (se no i tassi non sarebbero così bassi). Relativamente ai prezzi al consumo, è da notare come in occasione dei precedenti minimi di fine '98 (esattamente sui livelli attuali) i prezzi al consumo in Europa crescevano al ritmo di circa +1% l'anno, oggi invece siamo al +2,4%. Difficilmente quindi un ulteriore aumento del CPI dai livelli attuali potrebbe giustificare tassi a 10 anni ancora così bassi; il mercato sembra quindi escludere un aumento dell'inflazione nei prossimi mesi.
In conclusione il mercato dei tassi in Europa anticipa un calo dei prezzi alla produzione nei prossimi mesi ed esclude un aumento dei prezzi al consumo; a nostro parere questo scenario è certamente possibile ma non è il più probabile (almeno nella prima met&ag rave; del 2005). Il rischio di aumento dei tassi (e quindi di correzione delle obbligazioni) resta a nostro parere decisamente alto; solo uno scenario "giapponese" e/o una massiccia riconversione delle riserve valutarie delle Banche Centrali mondiali dall'USD all'Euro giustificherebbe un'ulteriore discesa dei tassi dagli attuali livelli. Andiamo ora ad analizzare la situazione negli Stati Uniti; data la possibilità di osservare l'andamento del CPI e PPI con e senza le componenti più volatili dei prezzi dell'energia e dell'alimentare abbiamo diviso i due grafici. Il primo confronta il livello dei tassi USA a 10 anni sia con il CPI "completo" (US CPI) che con quello che esclude le componenti di energia ed alimentare (US CPIx).

Guarda il grafico
http://x.jmailer.com/it/investireinformati/0702_tabella2.GIF


Il grafico evidenzia un forte aumento del CPI "completo"; senza la componente di energia ed alimentazione invece l'aumento della crescita dei prezzi è assai più contenuto. I tassi a 10 anni si stanno mantenendo attorno al 4% da oramai diversi mesi, nonostante il CPI "completo" si balzato dal 2% al 3,5%; è evidente quindi che anche negli USA il mercato considera l'attuale impennata dell'inflazione un fenomeno temporaneo causato soprattutto dal prezzo del petrolio.
Il secondo grafico confronta il livello dei tassi USA a 10 anni sia con il PPI "completo" (US PPI) sia con quello che esclude le componenti di energia ed alimentare (US PPIx).

Guarda il grafico
http://x.jmailer.com/it/investireinformati/0702_tabella3.GIF

L'andamento dei prezzi alla produzione in USA è decisamente aumentato sia relativamente all'indice "completo" (da -2% nel 2002 a +4%) che a quello scorporato delle componenti alimentari e dell'energia (da +0% nel 2002 a +2,20%); questo come abbiamo già detto prima non ha di fatto modificato il livello dei tassi a 10 anni che oscilla attorno al 4% da ormai 18 mesi. E' evidente che anche la salita dei prezzi alla produzione non sembra preoccupare più di tanto gli operatori, nonostante un'elevata correlazione storica (che si può osservare anche graficamente). A differenza dell'Europa inoltre, in USA uno scenario "giapponese" sembra al momento assai poco plausibile (l'economia cresce oltre il 3% l'anno), inoltre se le Banche Centrali mondiali dovessero convertire parte delle loro riserve valutarie da USD a Euro ci sarebbe sicuramente un effetto negativo sui bond americani.
In conclusione, anche se per motivi diversi, anche il mercato obbligazionario USA sembra dare per scontati scenari molto positivi sul futuro andamento dei prezzi ed è quindi a forte rischio correzione. Viceversa, solo una b rusca frenata dell'economia USA potrebbe giustificare un ulteriore ribasso dei tassi dagli attuali livelli.
 

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