il governo Lecca.... pardon Letta

cinese? :p
ecchissenefrega al cubo! :D

chi se ne frega ?? ma ben detto perbacco !!

e la risposta è ......

tvemonti !! :lol::lol: a lui, frega(va) :D:D

13-09-2011
Dopo le indiscrezioni pubblicate ieri dal Financial Times, è arrivata la conferma ufficiale da parte del Ministero del Tesoro: l'incontro con gli investitori cinesi potenzialmente interessati a rilevare una quota del nostro debito pubblico c'è stato, anche se a prendervi parte non è stato il Presidente Berlusconi, ma il Ministro dell'Economia Tremonti. Secondo i giornalisti americani, la Cina sarebbe pronta a rilevare, tramite il proprio fondo sovrano, la China Investment Corporation , il 4% del nostro debito pubblico.
 
Il Pd legifera e il Pdl ringrazia: le larghe intese funzionano alla perfezione.


ULTIMO'ORA - Pd style, spunta il ddl “salva Silvio”: si applichi la legge più favorevole all’imputato


Nel processo Ruby i giudici di primo grado hanno quantificato la pena in 7 anni di reclusione applicando la normativa della concussione per costrizione. Se il progetto di legge del Pd passasse cadrebbe la fattispecie e si procederebbe alla determinazione di pena con la vecchia formula dell’induzione. Il Pd legifera e il Pdl ringrazia: le larghe intese funzionano alla perfezione.

Se il disegno di legge fosse stato presentato dai senatori del Pdl si sarebbe gridato allo scandalo. Si sarebbe parlato di norma ad personam. In questo caso però a elaborare il testo che potrebbe ancora una volta salvare Silvio Berlusconi dall’effetto delle sue condanne ci hanno pensato i senatori piddini capeggiati di Felice Casson.
Insieme ai colleghi Filippi, Sollo, Manconi, Cucca, Dirindin, Scalia, Spilabotte, Pagliari e Di Giorgi ha presentato un disegno di legge di delega al Governo per la modifica della parte generale del codice penale
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PROCESSO RUBY A RISCHIO - All’articolo 6 al comma C del disegno di legge esiste una normativa chiara: se sono diverse la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le leggi successive, si applichi quella che, valutata complessivamente e in concreto, risulti più favorevole per l’agente, salvo che sia intervenuta sentenza irrevocabile. In tale ultimo caso, prevedere che, se la legge successiva prevede una pena di durata minore o di specie meno afflittiva, la pena sia corrispondentemente rideterminata.
Un testo che lascia poco spazio all’interpretazione dei giudici: bisogna utilizzare le leggi che siano più favorevoli all’imputato. Se applicata questa norma al processo Ruby potrebbe far cadere la condanna per concussione per costrizione decisa dalla terna di giudici presieduta da Giulia Turri
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Andiamo a vedere tutto questo perché avviene: il reato per il quale è stato condannato Silvio Berlusconi in primo grado sarebbe stato commesso nel 2010 quando il Cavaliere avrebbe telefonato alla Questura di Milano per far rilasciare Ruby sostenendo che fosse la nipote del leader egiziano Mubarak.
Quindi la legge del tempo in cui fu commesso il reato e quella vigente, usata dai giudici per emettere una sentenza di condanna a 7 anni (uno in più di quelli richiesti dal sostituto procuratore Ilda Boccassini) sono evidentemente diverse. Nel 2010 infatti, l’articolo 317 del Codice penale riguardo al reato di concussione
prevedeva che: "il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni."
Successivamente è intervenuta la legge del 6 novembre 2012 secondo la quale il reato di concussione veniva così qualificato: "Il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da sei a dodici anni."
Solo grazie a questa normativa in continuazione con il reato di prostituzione minorile è stata possibile la condanna di Berlusconi a sette anni di reclusione. Ora se il disegno di legge del Pd dovesse passare e il processo dovesse concludersi con una condanna definitiva per concussione e prostituzione minorile la quantificazione della pena potrebbe anche scendere a 5 anni. Perché la nuova normativa prevede che comunque in presenza di due norme contraddittorie tra loro va sempre applicata la più favorevole all’agente che altri non è che l’imputato. In questo caso quindi a Berlusconi andrebbe applicata la vecchia norma sulla costituzione, quella in vigore quando lui avrebbe commesso il reato per il quale è già stato condannato in primo grado.
LA RIDETERMINAZIONE DELLA PENA - La pena prevista nell’ambito del processo Ruby nei confronti di Silvio Berlusconi potrebbe non essere ridotta nel caso in cui la condanna definitiva arrivasse prima dell’approvazione del testo di legge. Le possibilità, visto che i tempi della giustizia a volte sono più lunghi di quelli dell’approvazione delle leggi, sono ridotti al lumicino.
In caso contrario però la condanna potrebbe ridursi prima del termine del processo in Cassazione. Cosa accadrebbe però nel caso teorico il Pdl ritenesse giusto presentare disegni di legge per depenalizzare la concussione? In quel caso la legge prevede che se sopraggiunge una norma che prevede una quantificazione minore della pena, la condanna stessa non verrebbe rivista ma la Cassazione potrebbe rinviare ad altro giudice per una sua rideterminazione anche in caso di condanna passata in giudicato.
E nel frattempo i berluscones avrebbero davvero tutto il tempo di presentare una legge ad personam “salva Cavaliere”. Se lo faranno sarà ancora tutto da stabilire. Il fatto però è questo: le larghe intese viaggiano a gonfie vele. Soprattutto se si tratta di difendere gli interessi di Silvio Berlusconi. -


il PD e il PDL sono lo stesso partito con gli stessi obiettivi di casta.... schifosa
 
La vera relazione al ddl costituzionale

La vera relazione al ddl costituzionale
di Raniero La Valle.
È in corso un attacco alla Repubblica e alla Costituzione; non parlo del precipitare verso il presidenzialismo che è di tutto il PDL, degli ex fascisti e di una parte consistente anche del Partito democratico: questo si discuterà quando si entrerà nel merito delle riforme costituzionali. Parlo della legge costituzionale che detta nuove e fantasiose procedure per la modifica della Costituzione, che il governo Letta d'accordo con Napolitano ha purtroppo presentato come uno dei punti fondamentali del suo programma e che, con arbitraria procedura d'urgenza, è in questo momento in discussione al Senato. Tale legge non è una legge che direttamente modifica la Costituzione, ma la "deroga", in quanto prescrive una procedura non costituzionale per la revisione costituzionale; è una legge di modifica che sarà la madre di tutte le modifiche e che perciò giustamente dai Comitati Dossetti è stata chiamata "legge grimaldello".
Si tratta infatti dell'arma che mancava per le agognate riforme della Seconda parte della Costituzione, la quale, finora, grazie agli strumenti di garanzia che la presidiano, ha resistito a tutti i venti e le maree. Il grimaldello sta per l'appunto nel disegno di legge costituzionale che, accantonando l'art. 138 della Carta che la protegge, scardina le porte d'ingresso della revisione costituzionale e mette la Costituzione, resa in tal modo "flessibile" da rigida che è, alla mercé dell'attuale maggioranza parlamentare, innaturale e iconoclasta; e nello stesso tempo impedisce che si facciano, rispettando le regole, le vere e puntuali riforme che sono opportune e coerenti (a cominciare dalla differenziazione del bicameralismo, con la novità di un Senato della Repubblica e delle autonomie).
La battaglia per far fallire questa legge interrompendone l'iter parlamentare, è dunque la battaglia estiva da fare, e la più urgente. La normativa che sancisce la deroga dovrebbe essere infatti approvata in seconda lettura (trattandosi di una legge costituzionale) tra l'ottobre e il novembre prossimi, e il tempo è poco perché si tratta di convincere il Parlamento a far cadere la legge, o almeno a non approvarla con la maggioranza dei due terzi, ciò che permetterebbe il ricorso al referendum popolare per una sua conferma o bocciatura.
Il tempo è poco anche perché in questi mesi, prima che la legge grimaldello vada in vigore, bisognerebbe modificare la legge elettorale "Porcellum"; dopo non sarà più possibile perché la riforma elettorale entrerà nel pacchetto delle riforme costituzionali e quindi se ne parlerà tra due anni, e nel frattempo il "Porcellum"sarà blindato come immodificabile, sicché o non si potranno sciogliere le Camere o si dovrà votare ancora una volta con la legge vigente, che ci ha procurato i Parlamenti deformi che sappiamo.
Ma perché questo accanimento per cambiare la Costituzione, che giunge fino al tradimento dei principi e delle regole su cui essa è fondata?
Il governo, che si è autoproclamato dominus e arbitro della riforma costituzionale, ha presentato al Senato una relazione che accompagna il disegno di legge grimaldello, dicendone tutto il bene possibile.
Ma la vera relazione, negli stessi giorni, è quella che si ricava da un documento della Jp Morgan, la famosa banca d'affari americana che ha così grandi responsabilità nelle speculazioni che innescarono nel 2008 la crisi mondiale. Per quanto la si possa accusare di avventatezza, la Morgan di capitalismo se ne intende. E in un documento del 28 maggio scorso ha scritto, nero su bianco, che la colpa del dissesto economico europeo è delle Costituzioni nate dopo la caduta delle dittature, e "rimaste segnate da quell'esperienza": insomma delle Costituzioni antifasciste. Esse mostrerebbero una forte influenza delle "idee socialiste" (l'apporto dei cattolici e dei liberali è ignorato) ragion per cui è oggi difficile applicare le misure di austerità; infatti a causa di quelle Costituzioni i Parlamenti sono troppo forti nei confronti dei governi, le regioni troppo influenti sui poteri centrali, ci sono le tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori e - addirittura! - c'è "la licenza di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo".
Già si era detto che la convinzione dominante a Bruxelles e a Francoforte (cioè nella Banca e nelle istituzioni europee e nella Banca tedesca) fosse che per affrontare la concorrenza internazionale si dovrebbero abbandonare "molte delle conquiste della civiltà europea degli ultimi cinquant'anni", ed ecco che i banchieri americani danno il nome a queste conquiste da cancellare: sono le Costituzioni.
in Italia si sta provvedendo. Glielo lasceremo fare? Raniero La Valle
 
Mezzo governo Letta è socio della fondazione "vedrò"

ma guarda un po' sono tutti aum aum

M5S, Nugnes: "Vedrò, la fondazione di Letta e Alfano: nomi e cognomi di sponsor e politici" - YouTube
tra i finanziatori della Fondazione Vedrò di ALLetta ci sono molti biscazzieri legalizzati e il governo riconoscente che fa?
condona loro una marea di miliardi di euro Nostri... tanto paga pantalone accusato pure di essere evasore fiscale

SCANDALO SLOT: ECCO COME LO STATO HA CONDONATO 98 MILIARDI AI RE DELL’AZZARDO

Cinque anno fa lo Stato chiese 98 mld € di danni alle 10 maggiori concessionarie delle slot machine - Molti apparecchi infatti sfuggirono al controllo dei monopoli - La cifra del risarcimento è spropositata che si sapeva non sarebbe mai stata incassata: nelle casse entreranno solo 700 mln €

http://www.dagospia.com/rubrica-4/b...onato-98-miliardi-ai-re-dellazzardo-61905.htm


Stefano Sansonetti per La Notizia
In principio erano 98 miliardi di euro. Cifra stratosferica, già allora apparsa esagerata. Ma per la procura della Corte dei conti si trattava del giusto risarcimento che lo Stato avrebbe dovuto pretendere dai re delle slot machine, sui quali era piovuta un'accusa pesantissima.


Ebbene, dopo 5 anni di processo, e dopo l'ultimissimo decreto con cui il governo Letta spera di coprire l'abolizione dell'Imu con gli effetti di una precedente sanatoria dei contenziosi contabili, lo Stato rischia di incassare solo 700 milioni di euro. Ovvero lo 0,7% dei 98 miliardi originariamente contestati. Succede solo in Italia, verrebbe da dire.


La storia
Alla fine del 2008 è iniziato un contenzioso contabile che, tra impugnazioni e appelli vari, si trascina ancora oggi. La procura della Corte dei conti, 5 anni fa, aveva contestato a 10 società concessionarie delle new slot e a tre dirigenti dei Monopoli di Stato un danno erariale monstre: 98 miliardi. Le 10 concessionarie erano Atlantis/B-plus (che fa capo all'ex latitante Francesco Corallo, figlio di Gaetano Corallo, sospettato di essere stato anni fa in affari con il clan Santapaola), Cogetech, Snai, Lottomatica, Hbg, Cirsa, Codere, Sisal, Gmatica e Gamenet. Tutti i big del settore.




L'accusa? Semplice. Le slot, per funzionare correttamente ed essere controllate, si sarebbero dovute collegare a un cervellone centrale gestito dalla Sogei, la società di servizi informatici del ministero dell'economia. Questo collegamento sarebbe stato fondamentale per decifrare l'ammontare delle entrate derivanti dal gioco e le tasse da pagarci.
Collegamenti e rete, però, secondo la procura hanno fatto acqua da tutte le parti. Secondo stime fatte all'epoca tra il 2004 e il 2006 su poco più di 200 mila apparecchiature da gioco quelle che non dialogavano in rete erano 130 mila. La vicenda, nel 2006, aveva attirato l'attenzione dell'allora governo Prodi, durante il quale venne istituita una commissione d'inchiesta presieduta dall'ex sottosegretario dell'economia Alfiero Grandi.

Da dove è spuntata la cifra
Inutile girarci intorno. La procura della Corte dei conti ha a dir poco esagerato nel chiedere 98 miliardi di euro di danno erariale. Una cifra spropositata, che sin da subito era chiaro non sarebbe mai stata incassata. La procura aveva in primis utilizzato il criterio delle penali previste dalla convenzione stipulata nel 2004 tra i Monopoli e le concessionarie, ovvero 50 euro per ogni ora di mancato collegamento delle slot alla rete.

Penale poi letteralmente abbattuta nel marzo del 2008, agli sgoccioli del governo Prodi, quando venne fissata in 5 centesimi. Insomma, le enormi pressioni sul governo e i grandi interessi che ruotano intorno al settore del gioco fecero sentire i loro effetti. In più la procura spiegò che nei 90 miliardi bisognava considerare anche il cosiddetto danno erariale da disservizio, in pratica il valore economico del controllo pubblico non effettuato sul gioco d'azzardo. Tecnicismi e criteri discutibili, che hanno portato la procura a spararla grossa.

La sentenza e il decreto
Sta di fatto che la sentenza è arrivata il 17 febbraio del 2012, quando la Corte dei conti ha condannato le concessionarie e due dirigenti dei Monopoli (Giorgio Tino, ex direttore generale, e Antonio Tagliaferri, tutt'ora direttore centrale) a risarcire 2,5 miliardi di euro.

Tanto, ma pur sempre poco rispetto alla richiesta iniziale. E qui si inserisce il decreto Imu approvato l'altro giorno dal governo di Enrico Letta. Tra le fonti di copertura dell'abolizione dell'imposta sulla prima casa, infatti, i tecnici del ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni, hanno fatto riferimento a circa 700 milioni di euro che dovrebbero arrivare da un condono contabile approvato dall'allora governo Berlusconi con la Finanziaria del 2006.
In essa si prevede la possibilità di sanare la posizione con il pagamento fino al 30% della somma contestata. Ora, a parte il fatto che nessuno sa se i concessionari aderiranno (nel frattempo hanno fatto tutti appello e stanno aspettando l'udienza). Ma se ciò dovesse accadere dei 98 miliardi contestati nel 2008 lo Stato incasserebbe solo 700 milioni. In ogni caso un'autentica farsa.
 
NOTA BENE !!!
IL VIDEO QUA--> My World: Mandarà e Amodeo a La7 - 31 agosto 2013


su LA7 alla trasmissione "in onda" di Luca Telese, Salvo Mandarà e Francesco Amodeo hanno dubitato che dietro a Mario Monti ed Enrico Letta ci sia un disegno ben preciso del Club Bilderberg per prendere il potere in Italia...Oggi nessum media riporta la notizia...eppure ogni volta che qualcuno vicino al M5S fa dichiarazioni si avventano per manipolare, strumentalizzare le loro dichiarazioni. Perché questa volta il nulla? MEDITATE E DIFFONDETE!
 
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Le (assurde) misure del governo su Lavoro, Irpef, Ires e Iva

Un primo passo è stato fatto nell'individuare le necessità più urgenti: abbattere il costo del lavoro e favorire il mondo dei giovani. Però a ben guardare si scopre che...
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Rilancio dell’occupazione giovanile: il pacchetto del governo si occuperà dei giovani senza diploma con meno di 29 anni e almeno una persona a carico. Peccato che l’Italia sia per antonomasia, il Paese dei laureati ultratrentenni costretti a essere single a causa della mancanza di lavoro. Ah, dimenticavo: la nostra popolazione è tra le più anziane del mondo, quindi gli under 29 sono anche una minoranza. Ad ogni modo, nel caso siate over 50 potrete far ricorso a un fondo.

Ma andiamo con ordine.
Lo sgravio per chi assume persone dai 18 ai 29 anni, è di un terzo dell’imponibile calcolato sullo stipendio lordo che dovrà durare 18 mesi (12 se il contratto diventerà indeterminato) e che comunque non dovrà superare i 650 euro per ogni singola unità di lavoro. Questo per evitare di arrivare a violare le direttive Ue circa il finanziamento da parte dello stato di aziende private.
Nel contempo, però, rappresenta anche, oltre a un incentivo all’assunzione, anche l’abbattimento del costo di lavoro sulla risorsa stessa. Risorsa che deve rappresentare un aumento della forza già presente in azienda e non quindi la sostituzione.

Quello che invece fa pensare è la categoria iperspecifica cui va incontro il provvedimento e ancora di più il fatto che lo stimolo sia indirizzato maggiormente al Sud con una prima tranche di finanziamenti-bonus di 794 milioni di cui 500 milioni destinati al Mezzogiorno (chi scrive è meridionale e conosce perfettamente la triste storia dei finanziamenti pubblici che si perdono in migliaia di rivoli non sempre legali e che fanno perdere l'efficacia inizialmente riposta nel provvedimento. Dai fondi per la Salerno Reggio Calabria agli stanziamenti per il terremoto del1980 passando per i fondi per la riqualificazione del mezzogiorno, tutti capitali che non hanno di certo migliorato la situazione economica del Meridione...).
Cifra alla quale va aggiunta quella di 167 milioni per il programma rivolto a famiglie e giovani in stato di indigenza. Questa cifra, però, rientra negli altri stanziamenti, quei 700 milioni che saranno diretti a progetti di sviluppo e semplificazione.
Intanto arrivano le conferme per le coperture trovate contro l’aumento dell’Iva e che si traducono in un raddoppio dell’Irpef (nel senso che non si pagherà più l’acconto ma l’intera cifra). Paradossale ma vero un aumento di tassa (o per meglio dire l’anticipo) per evitare l’aumento di un’altra tassa che in realtà è solo rimandata (e pensare che Monti l’acconto lo aveva addirittura diminuito!). Senza contare, appunto che poi l’acconto dell’Ires si trasforma non solo nel pagamento totale della tassa ma in un anticipo rispetto all’acconto successivo (quindi il versamento del 100% + un extra rappresentato dall’anticipo).
 

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