alingtonsky
Forumer storico
20-02-2022 HuffPost
"Putin non ragiona come noi. Vuole mostrare che i regimi vincono”.
A dirlo è Michael McFaul, ex ambasciatore Usa a Mosca e ex consigliere per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca sulle pagine del Corriere della Sera. A chi gli domanda se, posta l’ipotesi che Putin non voglia la guerra, è possibile che possa tenere le truppe al confine per danneggiare l’economia dell’Ucraina e dividere il Paese, McFaul replica:
“È uno scenario che mi preoccupa. Putin controlla il bilancio, controlla tutto. Può tenere le truppe per un po’, ritirarle e rimandarle... Il punto è tenere alta la pressione sull’Ucraina, cosa che penso farà per il resto dei suoi giorni da presidente. La pressione sull’economia ucraina è forte. Se Putin invade, questo causerà tensioni nella società ucraina; Zelensky ha buone ragioni per cercare di mantenere la calma, ma se scoppia la guerra i suoi critici, che già dicono che non sta preparando il Paese abbastanza, alzeranno la voce”.
Per McFaul tutto questo fa parte dell’agenda di Putin che “vuole veder fallire questo governo e la democrazia ucraina, in modo da poter dire al suo popolo e al mondo: le democrazie non funzionano, i regimi come il mio sì”.
Alla domanda “Putin teme di più l’adesione alla Nato o all’Ue?”, l’ex ambasciatore Usa a Mosca replica: “La precedente crisi in Ucraina è stata scatenata dall’accesso nel lungo periodo all’UE, non alla Nato.
La più grande paura di Putin è un’Europa democratica fiorente che includa l’Ucraina, perché scalza la tesi con cui cerca di legittimare il suo regime autocratico davanti al popolo russo”.
L’altro interrogativo che viene posto a McFaul è se ci siano indicazioni che la minaccia di sanzioni stia funzionando. A questo, la replica è: “È un’ottima domanda e non ho un’ottima risposta. Putin non incontra più i suoi consiglieri per l’economia, i cosiddetti oligarchi, come faceva all’inizio della sua carriera. Questo significa che coloro che vogliono fare pressioni contro la guerra non hanno molte occasioni per provarci. Sono tutte persone che conosco bene, con cui interagivo quando ero ambasciatore: il loro accesso con il Cremlino stava sfumando già allora, mentre aumentava il peso dei falchi, i siloviki, gli ex agenti del Kgb la cui influenza è in ascesa da anni”.
L'ex ambasciatore Usa a Mosca: "Putin vuole mostrare che i regimi vincono sulla democrazia" (msn.com)
"Putin non ragiona come noi. Vuole mostrare che i regimi vincono”.
A dirlo è Michael McFaul, ex ambasciatore Usa a Mosca e ex consigliere per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca sulle pagine del Corriere della Sera. A chi gli domanda se, posta l’ipotesi che Putin non voglia la guerra, è possibile che possa tenere le truppe al confine per danneggiare l’economia dell’Ucraina e dividere il Paese, McFaul replica:
“È uno scenario che mi preoccupa. Putin controlla il bilancio, controlla tutto. Può tenere le truppe per un po’, ritirarle e rimandarle... Il punto è tenere alta la pressione sull’Ucraina, cosa che penso farà per il resto dei suoi giorni da presidente. La pressione sull’economia ucraina è forte. Se Putin invade, questo causerà tensioni nella società ucraina; Zelensky ha buone ragioni per cercare di mantenere la calma, ma se scoppia la guerra i suoi critici, che già dicono che non sta preparando il Paese abbastanza, alzeranno la voce”.
Per McFaul tutto questo fa parte dell’agenda di Putin che “vuole veder fallire questo governo e la democrazia ucraina, in modo da poter dire al suo popolo e al mondo: le democrazie non funzionano, i regimi come il mio sì”.
Alla domanda “Putin teme di più l’adesione alla Nato o all’Ue?”, l’ex ambasciatore Usa a Mosca replica: “La precedente crisi in Ucraina è stata scatenata dall’accesso nel lungo periodo all’UE, non alla Nato.
La più grande paura di Putin è un’Europa democratica fiorente che includa l’Ucraina, perché scalza la tesi con cui cerca di legittimare il suo regime autocratico davanti al popolo russo”.
L’altro interrogativo che viene posto a McFaul è se ci siano indicazioni che la minaccia di sanzioni stia funzionando. A questo, la replica è: “È un’ottima domanda e non ho un’ottima risposta. Putin non incontra più i suoi consiglieri per l’economia, i cosiddetti oligarchi, come faceva all’inizio della sua carriera. Questo significa che coloro che vogliono fare pressioni contro la guerra non hanno molte occasioni per provarci. Sono tutte persone che conosco bene, con cui interagivo quando ero ambasciatore: il loro accesso con il Cremlino stava sfumando già allora, mentre aumentava il peso dei falchi, i siloviki, gli ex agenti del Kgb la cui influenza è in ascesa da anni”.
L'ex ambasciatore Usa a Mosca: "Putin vuole mostrare che i regimi vincono sulla democrazia" (msn.com)
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