Comunque, questo Vannacci dà la sensazione che ci sia qualcosa che gli rode, insomma, che abbia qualche paura mal gestita
Mi sono un po' informata.
Il generale Roberto Vannacci, comandante della Task Force 45 durante la Guerra in Afghanistan, comandante del 9º Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", comandante della Brigata Paracadutisti "Folgore" e comandante del contingente italiano nella Guerra civile in Iraq è uno che ha tre lauree e diverse medaglie.
Ma soprattutto è uno che ha visto la guerra, la conosce, avrà visto morire uomini, donne e bambini.
Insomma è uno che è tornato vivo dall'inferno dell'odio.
E che fa?
Scrive un libro.
Ma non un libro sulla sua esperienza, sulla sofferenza dell'odio estremo che scarnifica gli umani.
No no, lui proprio scrive un libro sull'odio rivendicando il diritto di odiare.
Roba per cui, appunto si finisce in guerra.
Uno che ha vissuto e ha rischiato la vita nella disgrazia dei luoghi senza diritti umani, rivendica l'odio verso i medesimi.
E ci scrive un libro stabilendo le sue coordinate di normalità e violenza, prendendo quei diritti umani, masticandoli con forza e sputandoli in faccia a chi rimane basito di fronte a tanta aggressività.
Sempre che in quel libro siano scritte veramente le cose che si leggono in giro.
"Avvenire" ne ha scritto in modo pacato.