Il sistema monetario verso la moneta elettronica

greg ha scritto:
Grazie per le tue parole; in realtà la situazione è più complicata, ma non è il caso di approfondire.

Ciao
d'accordo, ma tu sentiti libero di contattarmi anche in privato quando vuoi : )
 
melodia ha scritto:
In arrivo il decreto antiriciclaggio sugli assegni trasferibili che ne impedirà l'automatica circolazione, salvo che si faccia un'esplicita richiesta alla Banca dietro il pagamento di una commissione. Il ministero del Tesoro presto emanerà un decreto, accogliendo così la richiesta del Comitato antiriciclaggio, che metterà fine alla possibilità di girare gli assegni per rinnovare la sua validità verso un altro creditore. Per tale particolare funzione, l'assegno ricopriva il ruolo dell'antico "pagherò", ossia della moneta circolante in quanto apponendo un numero indefinito di girate, l'assegno può "pagare" varie prestazioni con lo stesso valore, proprio come una moneta. Identica funzionalità la aveva assunta la cambiale, che per le sue caratteristiche permetteva di rateizzare o di acquisire un credito presso il creditore senza richiedere l'intervento di un istituto di credito. La cambiale sostituiva la moneta, dava credito a chi non aveva uno scoperto in banca, ma possedeva la sola capacità di pagare i propri debiti con la produttività, e per tale motivo è stato per molto tempo uno strumento molto utilizzato, essendo trasparente e democratico. L'avvento delle ricevute bancarie, dell'apertura di credito (il cd. scoperto) e delle carte di credito, nonché la pratica delle Banche di applicare dei costi troppo elevati per lo sconto, ha fatto scomparire la cambiale per fare posto alla moneta bancaria, quella che da molti viene definita "moneta fiat", ossia moneta creata dal nulla. Poiché la riserva bancaria richiesta a garanzia dei crediti concessi ai clienti della Banca e così ai detentori di un conto corrente, è stata ridotta ai minimi termini con Basilea II, la Banca ha la possibilità di contrarre crediti a sufficienza da poter pagare il ritiro del denaro con i soli pagamenti degli interessi, e può virtualizzare l'intero capitale in ulteriori investimenti.

Questo trucco rende il nostro sistema monetario usurario, in quanto il pagamento dei debito dello Stato avverrà con le tasse, e queste con la moneta elettronica del cittadino. Le Banche così controllano l'intera dinamica che riguarda la moneta, e possiede un diritto di emettere moneta che in molte costituzioni è considerato una sovranità nazionale.

Secondo gli odierni standard europei per la trasparenza del mercato monetario, gli assegni trasferibili renderebbero difficile la tracciabilità del denaro perché le firme non sono sempre leggibili, e la banca non interviene in tutti i passaggi intermedi, ma solo su quello finale, quando il debitore dovrà pagare il suo debito. Così gli assegni delle banche saranno tutti "non trasferibili", mentre quelli che si potranno ancora "girare" dovranno essere richiesti esplicitamente agli istituti di credito, pagando un costo di commissione per questo servizio, che prima era insito nell'assegno stesso.

Questa decisione sembra essere perfettamente coerente con il sistema legislativo e bancario nel suo complesso che vuole un mercato monetario basato soprattutto sulla moneta elettronica, quando invece, la prevenzione delle pratiche di riciclaggio sembra una scusa alquanto ridicola, dato che già oggi assegni di ingenti somme non possono circolare. Inoltre, in questo caso, il reato stesso non esiste, in quanto il riciclaggio su piccole somme non viene neanche praticato, interessando transazioni milionarie, su conti esteri in paradisi fiscali, nei confronti dei quali non esistono rogatorie o leggi internazionali per le indagini. Se davvero vogliamo rendere la circolazione del denaro trasparente, che si cominci seriamente ad effettuare dei controlli sul riciclaggio di milionarie somme di denaro.
La ratio della norma è ben altra, che non viene neanche nascosta dai Banchieri che hanno richiesto al Ministero del Tesoro una serie di provvedimento che permettano di intensificare i controlli sulla circolazione del denaro riportandola interamente sui canali informatici.
Il decreto Bersani ha infatti stabilito, come norma antielusiva delle norme tributarie, che i pagamenti dei professionisti debbano avvenire a messo di c/c bancario, per tracciare i compensi e le evasioni. Allo stesso modo la Agenzia dell'Entrate ha reso obbligatorio la trasmissione dei moduli F24 per il pagamento delle imposte personali, mediante rete telematica con il pagamento a mezzo di c/c bancario.
L'introduzione della "cyerbanca", ossia della Banca virtuale accessibile mediante una rete telematica, ha contribuito ancor di più alla diffusione della moneta elettronica, avendo reso immediato e pratico l'accesso al proprio conto in banca.
La moneta cartacea è così destinata a scomparire, e il primo ad essere stato falciato è stato l'assegno trasferibile (che vale moneta), per poi coinvolgere spesso anche la cartamoneta, che ha un costo e non permette una virtualizzazione del denaro pari a quella moneta elettronica.


Fonte: http://etleboro.blogspot.com/
QUESTA è LA SCUSA MA LA VERITà è UN'ALTRA....


http://video.google.it/videoplay?docid=8208628600166597158&q=debito+pubblico
 
tontolina ha scritto:
La politica delle Lenzuolate

La seconda tornata di liberalizzazioni di Bersani, a breve distanza rispetto alla prima, giunge per dare ancora un ritocco al sistema economico "Italia" per rimetterlo completamente nelle mai dei privati e delle Authority.



È stato così gettato un "lenzuolo" su un vastissimo insieme di norme per fare una "manutenzione" a tutela dei consumatori, per cambiare la mentalità dell'imprenditoria, o meglio per cambiare la percezione dello Stato e dei servizi pubblici da parte dei cittadini. Non più un'entità che deve essere un punto di riferimento, proprio in virtù del fatto che si pagano le tasse ed esistono dei diritti sanciti dalla Costituzione, ma un organo burocratico che si limita a "vigilare" che esista "il libero servizio pubblico" in "libero mercato". Hanno dovuto inventare una parola, "lenzuolata", per dire che la sola politica economica fattibile dallo Stato è quella dei provvedimenti alla rinfusa che tocchino ogni settore economico, a tutela dei consumatori. La cosa più assurda è che i giornalisti e le associazioni dei consumatori continuano a ripetere questa parola senza capirne il significato, la usano nei loro discorsi, è entrata già nella mente delle persone, e così ha davvero cambiato il loro pensiero. Codacons e Federconsumatori hanno accolto con grande soddisfazione le nuove liberalizzazioni, perchè hanno calcolato che tra risparmio dei costi di ricarica, benzina nei supermercati ed eliminazione della commissione di massimo scoperto, le famiglie italiane risparmieranno 1000 euro all'anno. Ovviamente in tale costo non viene mai considerato il costo delle perdite per le piccole attività professionali, dei minori servizi offerti dallo Stato e che quindi dovranno essere pagati ai privati.

Quello che potrebbe sembrare un insieme di provvedimenti asistemico, è in realtà parte di un progetto legislativo che ruota per sommi capi intorno a dei punti fondamentali: la deregolamentazione dei servizi pubblici (energia, trasporti, poste, infrastrutture, istruzione, porti) con l'istituzione di una serie di comitati di vigilanza, l'introduzione nell'economia della moneta elettronica, l'inserimento delle PMI nei grandi circuiti di investimento del private equity, la cancellazione dei piccoli esercizi a favore della grande distribuzione. Così mentre vengono tagliati determinati costi bancari, l’intera moneta circolante diventerà moneta bancaria, e le piccole e medie imprese potranno crescere e consolidarsi solo se riescono ad attirare i capitali dei circuiti di investimento e nelle Borse delle Banche, che diventeranno finanziatori/proprietari. In un modo o in un altro l’economia italiana sembra che ruoti sempre più intorno alle Banche, e sempre meno intorno allo Stato o all’imprenditoria.

Il primo degli obiettivi sarà in realtà raggiunto con la terza tornate di liberalizzazioni prevista per giugno, il decreto per le reti (Dpcm) - per il riassetto azionario del Tesoro con relative dismissioni e privatizzazioni - e l'emanazione del decreto per il riordino delle Authority. Riordino che già ha avuto un primo si con l'approvazione della nuova Authority indipendente dei Trasporti che coordinerà le opere pubbliche per l'alta velocità, le autostrade, le ferrovie e i porti, sottraendo poteri sia ai competenti ministeri che all'Anas. Allo stesso modo verrà creata un'Authority nel settore finanziario e bancario, con la soppressione dell'Insvap (Istituto di vigilanza del settore assicurativo), dell'Uic (Ufficio Italiano dei Cambi) e del Cicr (Comitato interministeriale del controllo del risparmio), e probabilmente anche del Covip (Authority di vigilanza dei fondi pensione), affidando questi poteri alla Banca Centrale e alla Consob, in materia di vigilanza degli operatori finanziari, sul controllo del riciclaggio e trasparenza del mercato finanziario. Molti enti dunque verranno soppressi, per fare posto a questa lunga schiera di comitati di vigilanza, che danno poteri decisori ad un ristretto numero di persone scelti tra dirigenti e funzionari statali, ricoprendo presso più ruoli all'interno di diversi comitati, proprio come il modello burocratico comunitario. In questo modo si potrebbe avere anche una omogeneizzazione della decisioni dei diversi comitati, che sarebbero così espressione della stessa linea politica.
La cosa interessante da considerare è che la costituzione o il riordino di un'autorità di vigilanza sono accompagnati dalla privatizzazione e riassetto del relativo servizio pubblico, proprio perché cambia il ruolo dello Stato: alla cessione del servizio al privato corrisponde la necessità di coordinamento tra i diversi operatori. È evidente per i trasporti e le infrastrutture, perché la proposta giunge dopo la cessione di Autostrade, e presto delle Ferrovie e dei porti, mentre è più velata con il settore finanziario perché arriva con la liberalizzazione degli intermediari finanziari (Mifid) e la svolta verso la moneta elettronica (con Basilea 2 e il decreto Bersani), che hanno cambiato il ruolo di Bankitalia. Stesso destino è previsto per la comunicazione e i mass media, considerando la proposta di trasformare la Rai in una fondazione.






Una prima esperienza con tale modello di governance pubblica la stiamo vivendo con l'Authority dell'Energia, a cui verranno attribuiti dei poteri anche nel settore idrico - che sarà anch'esso stravolto da nuovi "riassetti" sulla distribuzione e la gestione degli acquedotti. Il Ministero delle Finanze deve risolvere il problema sollevato dall'autorità di regolazione di separare, non solo a livello societario ma anche a livello proprietario, chi compra e chi vende energia da chi la trasporta: l'Enel dovrà uscire da Snam, così come Enel è uscita da Terna, entrambe destinate alla Cassa di depositi e Prestiti (controllata per il 70% dal Tesoro e per il 30% dalle Fondazioni) che ha delle quote rilevanti anche di Eni ed Enel. La proposta mossa da numerosi Banche di Affari è invece quella di creare un'unica società per la distribuzione, fondendo Snam, Terna e Sogit, controllata dalla Cassa di depositi e prestiti. La risoluzione di questo dilemma si riduce dunque sul destino di quest'ultima, che forse verrà trasformata in una nuova IRI, avendo anche il controllo di Bancoposta e svolgendo un'attività di finanziamento agli enti locali in concorrenza con le Banche. Questa ipotesi dà sicuramente da pensare perché tutti ricordano la fine che è stata riservata alla prima IRI, e l'alea di liberalizzazioni certamente non promette bene, perché le Banche sono agguerrite più che mai.

Gli scenari che apre questa "lenzuolata" sono quantomeno preoccupanti, perché mentre lo Stato sta cercando di ridurre a zero i costi amministrativi e di spesa sociale, tra i plausi delle associazioni dei consumatori, che hanno una visione così miope da non riuscire a vedere al di là di un anno. Il bilancio delle liberalizzazioni non è poi così ottimista come vogliono far credere, perché i vantaggi per le famiglie non si sono ancora avvertite, le quali tra non molto tempo si ritroveranno a dover pagare servizi pubblici, come l'istruzione e la sanità, nonostante abbiano versato un terzo del loro reddito allo Stato e alle Regioni.
 
O LA MASTERCARD O LA VITA

Gli americani vivono sempre più in un mondo fatto di carte… di carte di credito.

Un rapporto allarmante pubblicato di recente svela che, poiché i costi dell’assistenza sanitaria continuano ad aumentare notevolmente, i pazienti a basso e medio reddito ricorrono con una frequenza allarmante alle loro carte di credito per garantirsi cure mediche che altrimenti non potrebbero permettersi.

Questo debito assistenziale, che in molti casi deve essere saldato a tassi di interesse altissimi, va a gravare sul debito del consumatore che si trova già a livelli pericolosamente alti. Molte famiglie sono state schiacciate dal debito, sbattute fuori dalle loro case, costrette alla bancarotta e ad altre cose peggiori.

Il rapporto, diffuso la scorsa settimana, è stato redatto dal Demos, un gruppo di assicurazioni civili a New York, insieme all’Access Project, che è affiliato ad un istituto di previdenza sanitaria alla Brandeis University e sta cercando di estendere l’accesso all’assistenza medica negli Stati Uniti.

Immaginate per un momento un paziente gravemente ammalato che necessita di essere ricoverato in ospedale. Nella nuova e fredda realtà dell’assistenza sanitaria, il primo messaggio dato a questo tipo di paziente è spesso “ Fammi vedere i soldi”.

In molti casi, ovviamente, il paziente non possiede i soldi. Ciò che il rapporto ha scoperto è che persino le persone con una assicurazione vengono dissanguate dai costi dell’assistenza sanitaria al punto che la loro carta di credito appare come l’unica scelta.

Il rapporto afferma che, aumentando le spese detraibili e i ticket, gli ospedali si ritroveranno con sempre più pazienti incapaci di far fronte alle loro spese mediche. Alcuni analisti che si occupano di amministrazione ospedaliera, si aspettano un aumento dei pazienti che si auto-finanziano e si stanno preparando a livelli ancora più alti di insolvenza.

In riconoscimento dell’evolversi del sistema di pagamento e del rischio del debito ospedaliero inesigibile, coloro che si occupano di assistenza sanitaria stanno cercando in modo sempre più aggressivo di riscuotere anticipatamente ticket e spese detraibili. Parte di questa strategia consiste nell’incoraggiare i pazienti ad utilizzare prestatori per conto terzi, come le carte di credito per pagare spese mediche che non possono sostenere, cosa questa che le famiglie fanno spesso per fronteggiare parcelle mediche elevate.

Una cosa però è allungare la mano per afferrare la tua Visa o Mastercard per pagare una Barbie o una tv a schermo piatto, un’altra è estrarre la tua carta di credito perché hai appena saputo di avere il cancro o una cardiopatia, e non hai altro modo per pagare una cura che potrebbe evitarti un viaggietto prematuro nell’aldilà.

Una società non funziona affatto come dovrebbe nel momento in cui gli strozzini legalizzati vengono incoraggiati a circuire gli squattrinati o coloro i quali sono seriamente ammalati. Questo indebitamento sanitario non sorprende molto. I costi dell’assistenza sanitaria continuano ad aumentare in modo molto più veloce rispetto al reddito delle famiglie e all’inflazione e gli americani (che hanno smesso del tutto di risparmiare) erano già stati messi in difficoltà dilazionando nel tempo quantità ingenti di debito personale. Alcune famiglie hanno inserito nelle loro carte di credito anche le spese dal droghiere. In molti hanno fatto il passo finanziariamente rovinoso di utilizzare i mutui sul capitale edilizio per abbassare i saldi a debito sulla carta di credito.

Una grave malattia per le persone che si trovano già in condizioni economiche precarie può rappresentare la spinta finale verso la bancarotta.

Secondo il rapporto, intitolato “Indebitarsi per star bene”, circa il 28% delle famiglie a basso e medio reddito con debiti ottenuti con la propria carta di credito, utilizza quest’ultima per far fronte a spese sanitarie , in molti casi per gravi problemi di salute.

Nell’insieme un bel 20% delle famiglie a basso e medio reddito indebitate con la propria carta di credito, ha dichiarato di averla utilizzata per coprire importanti spese sanitarie nel corso degli ultimi tre anni.

Questo indebitamento, soggetto a tasse mensili saldate in ritardo, penali e tassi di interesse che possono raggiungere il 30%, va ad aggiungersi al trauma di una grave malattia.

Si ritiene che 29 milioni di americani siano oppressi da un debito sanitario di un tipo o dell’altro. Persone già gravate da parcelle mediche che non possono pagare, con molta probabilità si ritrovano a rifiutare ulteriori cure e a lasciare in bianco le ricette. Decisioni di questo tipo hanno conseguenze pericolose sulla vita.

Negli Stati Uniti è in atto un’epidemia di bancarotte private e si ritiene che le cause mediche giochino un ruolo importante nella metà dei casi.

Questi sono problemi che richiedono una riforma: del sistema americano di assistenza sanitaria e del conseguente meccanismo di indebitamento che minacciano seriamente il sistema di vita del paese. Infine, per farla breve, dobbiamo proteggere i pazienti finanziariamente deboli dall’universo delle carte di credito in cui non esistono limiti legali a penali ed interessi e dove l’abuso dei clienti è una consuetudine.


Bob Herbert
Fonte: http://www.nytimes.com/
Link: http://www.truthout.org/docs_2006/012207E.shtml
 
Prende corpo la nuova economia: la valuta complementare

Pochi giorni fa l’Ansa ha dato la notizia di un sondaggio, commissionato dal Financial Times all’Istituto britannico Harris Interactive, sul gradimento dell’euro in 4 paesi dell’Unione Europea: Francia, Germania, Spagna e Italia. Quasi due terzi degli intervistati pensano che l’euro abbia avuto un impatto negativo sulle rispettive economie, manifestando il rimpianto per le vecchie divise nazionali.
Questa importante notizia, è stata praticamente taciuta dalla macchina mediatica alle prese con le importantissime vicende coniugali dell’ingombrante Cavaliere nazionale. Inutile meravigliarci quando sappiamo di vivere in un paese al 40° posto per libertà di stampa dopo Bulgaria e Corea del Sud http://www.disinformazione.it/libertadistampa.htm .
E’ evidente che la percezione del disagio è arrivata a livelli di guardia che stridono, non poco, con il quadro quasi idilliaco che ci viene quotidianamente proposto dalle istituzioni nazionali ed europee. Sarebbe bello che i cittadini, che intuitivamente sentono montare il disagio verso la moneta unica, facessero un salto di qualità e capissero che non è un problema di euro, lira, marco, franco o peseta, ma solo della modalità con la quale tutte le monete vengono emesse. Se le monete invece di creare solo debito, alla loro emissione venissero immesse in un paese come contropartita della ricchezza prodotta, tutti si accorgerebbero immediatamente dei benefici che questo “semplice” cambiamento porta alla qualità della vita. Per averne un’idea basta leggere questo http://www.centrofondi.it/articoli/Denaro2.pdf .
Oggi percepiamo maggiormente rispetto al passato il disagio economico perché dall’ingresso dell’euro nelle nostre vite, i prezzi sono impazziti, i debiti sono esplosi a causa di un’emissione di moneta incontrollata (ogni anno circa 3 volte la crescita dei beni e servizi) e non abbiamo avuto la possibilità di ricorrere allo strumento, tanto caro ai nostri politici, della svalutazione competitiva, che poi altro non era che una forma occulta di ladrocinio ai nostri danni, insieme all’inflazione. E’ come se dal 1999 si fossero aggravati tutti gli aspetti negativi legati alla moneta fondata sul debito, ma forse è stato un bene perché finalmente, anche grazie a internet, il grande pubblico (quello che non dorme) sta scoprendo le storture legate al denaro e alla truffa perpetrata ai nostri danni, da banche centrali e commerciali e molti stanno lavorando per creare un altro mondo economico dove sia possibile vivere senza lo stress da debiti e carenza di denaro che ci rende ogni giorno che passa sempre più simili a schiavi moderni (sugli schiavi moderni http://www.centrofondi.it/report/report_07_03_06.pdf ).
Un esempio è la diffusione capillare delle monete complementari in Germania. Da chiarire che la moneta complementare, non è la risoluzione di tutti i mali monetari, ma la creazione di un’economia parallela a quella ufficiale e libera da debito, può indubbiamente aiutare una maggiore presa di coscienza del problema monetario e creare, perché no, una economia che risentirebbe meno gli effetti devastanti di un crollo, non tanto lontano, del sistema monetario mondiale.
(foto nel pdf http://www.centrofondi.it/report/report_02_01_07.pdf)
Che il problema monetario stia diventando una priorità da affrontare lo dimostra il fatto che molte aziende a livello internazionale non accettano più pagamenti in valute come dollaro o euro in cambio delle loro forniture o servizi, ma pretendano pagamenti in materie prime o altro, adottando una forma avanzata di baratto. E’ per questo che sta partendo una valuta complementare (la TRC Trade Reference Currency www.terratrc.org ) basata su un paniere di commodities tra cui anche l’oro e pensata proprio per gli scambi internazionali tra aziende (per chi conosce l’inglese consigliamo anche di leggere questo documento http://www.terratrc.org/PDF/Terra_WhitePaper_2.27.04.pdf). A tale proposito il www.centrostudimonetari.org sta studiando da tempo, con la preziosa consulenza di ex banchieri “pentiti”, una forma di clearing che permetta alle valute complementari di tutto il mondo di poter operare scambi di merci, materie prime, servizi, turismo ecc., pagando con la propria valuta complementare. In pratica sarebbe l’evoluzione delle monete complementari che pur mantenendo la caratteristica di valorizzare le economie locali, permette anche di poter effettuare scambi produttivi tra le varie realtà locali, magari di paesi lontani. Se ad esempio la risorsa da valorizzare in Italia è il turismo, attraverso questo meccanismo di clearing potremmo creare dei flussi di turisti tedeschi che pagano il loro soggiorno in Regio ed noi potremmo comprare in Germania con l’Ecoroma (www.ecoroma.org), l’ Eurobuono di Crotone o con lo Scec di Napoli (www.loscontochecammina.135.it), dei pannelli solari di nuova generazione, visto che loro sono più avanzati di noi in questo campo.
Gli esempi di interazioni tra realtà locali che adottano valute complementari sono molteplici, ma soprattutto bisogna evidenziare che all’esterno verrebbero richiesti solo quei beni, materie prime o servizi che non è possibile reperire in ambito locale.
Il futuro di un economia più a misura d’uomo, senza debito e custode rispettosa delle risorse, sta velocemente prendendo corpo.


di Pierluigi Paoletti www.centrofondi.it
 

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