IL SOLO OBBLIGO CHE HO DIRITTO DI ASSUMERMI E' QUELLO DI FARE SEMPRE CIO' CHE RITENGO GIUSTO

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Lentamente ma inesorabilmente,

il mondo si sta trasformando in una distopica fusione fra 1984-Robocop-Terminator-Minority Report-Judge Dredd.


Singapore perde tempo, e secondo Mothership, la piccola nazione asiatica schiera robot di terra
per pattugliare e sorvegliare un area pubblica ad alto traffico pedonale,
in un progetto congiunto che coinvolge cinque agenzie pubbliche del paese:

HTX (Home Team Science and Technology Agency), National Environment Agency, Land Transport Authority, Singapore Food Agency e Housing & Development Board.


Secondo un comunicato stampa, un robot HTX sarà schierato per un periodo di tre settimane,
dal 5 settembre, per pattugliare Toa Payoh Central, area di sviluppo e residenziale
situata nella parte settentrionale della regione centrale di Singapore


I robot, chiamati Xavier, si faranno strada autonomamente tra la folla per rilevare “comportamenti sociali indesiderati”, tra cui:

  • Aggregazioni di più di cinque persone (in linea con le vigenti Misure di Gestione Covid)

  • Fumare nelle aree vietate

  • vendia ambulante illegale

  • Biciclette parcheggiate in modo improprio all’interno dell’HDB Hub

  • Dispositivi motorizzati e motociclette sui marciapiedi

Al rilevamento di una di queste attività terrificanti,
il robot attiverà avvisi in tempo reale al centro di comando e controllo
e visualizzerà il messaggio appropriato (a seconda dello scenario)
per educare il pubblico e “dissuadere” tali comportamenti.

Il dispiegamento del robot di terra ha lo scopo di supportare il lavoro dei funzionari pubblici
e ridurre la il numero di poliziotti necessario per le pattuglie a piedi.

In altre parole, Robocop è ufficialmente arrivato e, anche se per ora sarà disarmato,
sospettiamo che sia solo questione di tempo prima che anche questi Judge Dredd robotici
siano in grado di usare la forza letale contro attività “terroristiche” come fumare o gettare un chewing gum in uno spazio pubblico.


Secondo Mothership, ecco il percorso di pattuglia robotica, configurato in anticipo dai funzionari pubblici,
il tutto in anticipo rispetto all’utilizzo dei “Cani robotici” Di Boston Dynamics.


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Secondo il rapporto, “Xavier è in grado di navigare autonomamente poiché è dotato di diversi tipi di sensori,
inclusa la funzione di sicurezza. Può evitare ostacoli fissi e dinamici, come pedoni e veicoli”.


Xavier è inoltre dotato di telecamere in grado di fornire feed video a 360 gradi al centro di comando e controllo.

Le sue fotocamere possono anche catturare immagini e video in condizioni di scarsa illuminazione o al buio.



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Come ogni buon drone, i dati acquisiti dalle telecamere di Xavier vengono trasmessi in streaming a un sistema di analisi video,
con capacità di intelligenza artificiale sviluppata dagli ingegneri di visione artificiale interni di HTX.

Con una dashboard interattiva, i funzionari pubblici possono ricevere informazioni in tempo reale in un centro di comando e controllo
ed essere in grado di monitorare e controllare più robot contemporaneamente.

Potranno anche inviare messaggi audio in tempo reale, oppure pre registrati, se necessario.


Il prossimo passo: l’uso della forza.


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Goldman Sachs, dopo i segnali negativi delle ultime settimane,
in una sua nota intitolata “A Harder Path Ahead“,
ha tagliato le sue previsioni sul PIL del terzo trimestre per la terza volta nell’ultimo mese.

Quindi anche questa banca d’affari sta capendo che l’economi sta per schiantarsi contro un muro
ed è giunta a questa conclusione attraverso i seguenti passi:
  • Il 18 agosto, Goldman riduce la sua previsione per il PIL per il terzo trimestre dall’8,5% al 5,5%,
  • mentre si aspetta un “aumento maggiore dell’inflazione”, un modo edulcorato per parlare di Stagflazione, cosa molto cattiva in Economia;

  • Giovedì 2 settembre, Goldman ha tagliato per la seconda volta la stima del PIL del terzo trimestre dal 5,5% al 3,5%,
  • “per riflettere il ritmo più lento della crescita delle scorte manifatturiere e commerciali a luglio”.

  • dopo soli 4 giorni dopo, il 6 settembre, sotto la copertura della festa del Memorial Day,
  • Goldman ha appena tagliato la sua previsione del PIL del terzo trimestre per la terza volta,
  • mantenendo la sua previsione del PIL del terzo trimestre al 3,5%,
  • ma tagliando le sue previsioni a medio termine, a partire dal PIL del quarto trimestre che ora vede al 5,5%,
  • in calo dal 6,5%, il che significa che su base media annua, la previsione di crescita del PIL della banca è ora del 5,7%
  • (contro il 6,2% precedente) nel 2021 e del 4,6 % (contro il 4,3% precedente) nel 2022, con una forte decelerazione.

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Inoltre la banca legge gli effetti negativi della fine degli stimoli fiscali,
con 7 milioni di americani che, da domani, non avranno più contributi straordinari per la disoccupazione.


La fine dello stimolo avrà sicuramente una conseguenza sulla crescita a medio termine:


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Altro elemento poco considerato è che la spesa dei consumatori cambierà nuovamente,
tornando dai beni ai servizi, con un’altra giravolta, opposta a quella avvenuta durante la pandemia


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Alla fine perfino Goldman Sachs non riesce a fare previsioni a lungo termine completamente esatte
e deve adattarsi a leggere i tempi e vedere quello che accade.


Nulla di male, se non fosse una banca d’affari che paga fior di economisti.



Comunque questo avrà conseguenze anche per noi:
la parte di crescita trainata dall’export USA verrà a indebolirsi,
il tutto in corrispondenza anche con la fine degli stimoli nazionali.


Chi si aspetta un 2022 sfavillante, rischia di rimanere malamente deluso.
 
Lo EU Tax Observatory ha pubblicato un interessante report

relativo all’evasione fiscale nel sistema bancario europeo,

Regno Unito incluso, da cui sono risultati alcuni dati interessanti ed altri prevedibili:




  • le banche in media hanno il 14% del proprio giro d’affari in paradisi fiscali,

  • dove la tasse sono, come potete vedere dal seguente grafico, molto più contenute.


  • Tra l’altro non è che la crisi le abbia convinte a cambiare questo atteggiamento, o abbia modificato i termini del gioco
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  • La banca con maggior utile portato a lavarsi in qualche mare caldo, ma fiscalmente fresco, è HSBC, seguita da Monte Paschi Siena

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  • La banca senese appare inoltre essere quella che ha incrementato maggiormente il trasferimento dei propri utili in paradisi fiscali, seguita in questo caso da Banca Intesa

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Monte dei Paschi di Siena è al 68% posseduta dallo Stato Italiano,

quindi lo Stato Italiano è un evasore fiscale di grosse dimensioni.



Appare incredibile che lo Stato vada a fare le pulci al macellaio o al lattaio che non emette lo scontrino,

poi ammetta che una banca sistemica di cui abbia il controllo non solo sfrutti paradisi fiscali per pagare meno tassi,

ma addirittura incrementi la propria quota di business svolto attraverso i paradisi fiscali.




Che, come vediamo, sono nomi noti fra tutti gli esperti e nazioni con cui non abbiamo, sicuramente, strettissimi rapporti.




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Ora per lo stato quasi è una partita di giro:
l’utile lo prende direttamente, o quasi, come azionista e non sotto forma di tasse,
anche se una parte di questo utile derivante dai paradisi fiscali, il 32% , va agli altri soci.

Nello stesso tempo abbiamo uno stato che utilizza una propria banca per dare un pessimo esempio ai propri concittadini.

Nello stesso tempo il governo più europeista dell’Universo utilizza una banca controllata
per fare quella che è, oggettivamente, una concorrenza sleale agli altri istituti.


Chissà cosa ne pensa il ministro Franco sulla materia…
 
no green pass(1)
Da anni l’informazione finanziata con denaro pubblico, e
quindi sempre filogovernativa, schiera la sua batteria di giornalisti, accademici e intellettuali auto eletti,
per diffondere slogan incentrati sulla contrapposizione sociale e ideologizzata,
che mira a demonizzare categorie, idee e argomenti.

In una maniera o nell’altra l’obiettivo
è l’autodistruzione che la comunicazione di regime alimenta
attraverso la reciproca intolleranza basata sull’ignoranza.


Alla base i famosi “bene comune” e “non discriminazione”.

Vi ricordate il “mito della privacy” per combattere razzismo, discriminazioni e bullismo?

Quell’ipocrisia che ha pensato di dire addio ai “quadri” affissi in corridoio a fine anno scolastico
e lasciare le pagelle e le ammissioni a comunicazioni personali per difendere i giovanissimi da discriminazioni e bullismo.

Uno dei casi più eclatanti del mito della privacy solo per combattere discriminazioni e razzismo
l’ho toccato personalmente con mano qualche anno fa.


Quando praticamente da sola in Italia ho seguito i processi inglesi per i fatti di Rotherham.

Un’anonima cittadina del South Yorkshire nel 2014 divenne famosa

perché venne alla luce il caso delle 1400 bambine e ragazzine

abusate da bande di pakistani islamici a caccia di bianche occidentali.



Rotherham fu la punta dell’iceberg di un’infame narrazione di abusi sessuali che coinvolse tante città inglesi.

Per anni, prima del 2014, le autorità tennero chiusa nei cassetti

l’inchiesta nel terrore dichiarato – e in alcuni casi messo anche per iscritto –

che lo stigma sociale del razzismo macchiasse le loro reputazioni.


Quel genere di razzismo passato alla storia come “islamofobia”.


Quando poi la storia emerse grazie ad un coraggioso giornalista, che poi perse il lavoro,

venne dato ordine alla stampa di evitare di parlare dei carnefici

indicando l’origine (pachistani!) e la religione (l’islam!)


in nome della quale avevano commesso le loro aberrazioni.


E sebbene in tutte le dichiarazioni in tribunale
le gang di musulmani continuassero a rivendicare il diritto in nome di Allah di violentare le bianche.

Toccai con mano, negli anni dei processi, le resistenze a farsi intervistare in chi lavorava al caso.

Accadde persino che il ministro ombra alle pari opportunità, la laburista Sarah Champion,
nel 2017 venne costretta alle dimissioni da Corbyn e da tutto il partito della sinistra inglese.

Aveva osato dichiarare:

“l’Inghilterra ha un problema con i pakistani che violentano e sfruttano le ragazzine bianche”
.

Il mantra era non denigrare neanche le usanze, fossero anche le più oscene: non si discrimina!


Anche in Italia, da anni, in occasione di stupri, omicidi e violenze varie,

il politicamente corretto ha imposto un certo tipo di linguaggio

quando si tratta di immigrati.

Un razzismo all’incontrario, tutelato perfino dall’Ordine dei giornalisti

che indaga e punisce i colleghi che osano chiamare le cose con il proprio nome.



Oggi, assistiamo, invece, all’osceno teatrino di tv, giornali e altissime cariche dello Stato
che istigano a discriminare e bollano come “no vax”
chiunque osi alzare la mano e porre dubbi su green pass
, vaccini, covid e obbligo vaccinale.

Proprio in un’Italia e un’Europa dov’è ancora, però,
vietato indicare nei rapporti ufficiali l’origine straniera di terroristi o criminali vari per non provocare discriminazioni.


Ecco che in men che non si dica siamo tornati indietro di 80 anni.


“Corsi e ricorsi storici” direbbe Vico al cospetto del lasciapassare verde obbligatorio
per studenti e docenti e che assomiglia tanto al “nuovo Codice della Pubblica Amministrazione”.

Il documento che costituì la prima formulazione delle autorità tedesche,
di quello che sarebbe poi diventato il cosiddetto Paragrafo Ariano,
un regolamento studiato apposta per escludere gli Ebrei,
e per estensione anche altri gruppi “non ariani”, dalla maggior parte delle organizzazioni,
da molte professioni e da altri aspetti della vita pubblica.

Nell’aprile del 1933 Hitler limitò il numero di studenti ebrei che potevano frequentare le scuole e le università,
ridusse “le attività ebraiche” nella professione medica, e con leggi e decreti successivi
limitò il rimborso ai medici ebrei da parte delle assicurazioni sanitarie costituite con fondi pubblici.

Il sindaco di Monaco vietò ai medici ebrei di curare pazienti non-ebrei
e il Ministro dell’Interno bavarese negò agli studenti ebrei l’ammissione alla facoltà di medicina.


Se a qualcuno certe misure suonano come poco familiari con il 2021,
è opportuno allora ricordare anche come la vera novità dei manifesti della seconda guerra mondiale
fu la violenza dei toni e la crudezza delle immagini.

Vedi i manifesti antisemiti diffusi nella Francia di Vichy.


“Lo Stato deve prendere per il collo chi non si vaccina”;

“chi non si vaccina, spero vivamente che venga radiato”;

“Sarete agli arresti domiciliari chiusi come sorci”;

“Mi divertirei con birra e pop corn a vederli morire come mosche”;

“Rider: sputate nel cibo che portate ai no vax”;

“casi pediatrici devono resursi a poltiglia verde”;

“criminali da perseguire come mafiosi”;

“ho visto in faccia i no vax e ho capito come i nazisti ritenessero giusto ammazzare gli ebrei”;

“dividiamo i treni in carrozze: vaccinati e non vaccinati”.


No, non sono dichiarazioni di Mengele e compagni ad Auschwitz

per la “ricerca scientifica” chiesta da Hitler.

Sono le esternazioni pubbliche dei più famosi giornalisti,

virologi, politici ed intellettuali dell’Italia del 2021.



Da anni l’informazione finanziata con denaro pubblico, e quindi sempre filogovernativa,
schiera la sua batteria di giornalisti, accademici e intellettuali auto eletti,
per diffondere slogan incentrati sulla contrapposizione sociale e ideologizzata,
che mira a demonizzare categorie, idee e argomenti.

In una maniera o nell’altra l’obiettivo è l’autodistruzione che la comunicazione di regime alimenta
attraverso la reciproca intolleranza basata sull’ignoranza.


Alla base i famosi “bene comune” e “non discriminazione”.
 
Ultima modifica:
Uno studio giapponese, non coperto dai media occidentali,

mette in luce quello che molti sospettano:

esiste un legame fra le misure contro il covid-19, come il lockdown, e l’aumento del tasso di suicidi.


Vi era già uno studio nel Regno Unito che ha mostrato
che dall’inizio della pandemia sono morti 5 volte più bambini per suicidio
rispetto al numero di morti per COVID,
a fronte di una mortalità per covid nei giovani praticamente nulla.



Ora a questo primo studio se ne aggiunge uno giapponese piuttosto approfondito.


Secondo questo nuovo studio,
condotto da scienziati di un’università giapponese
insieme al Centro di sorveglianza delle malattie infettive del Giappone,

tra luglio 2020 e marzo 2021 sono stati identificati 2.665 casi di mortalità per suicidio

in eccesso rispetto alla media degli anni precedenti.


La metodologia dello studio era simile a quella di uno studio precedente.

La “mortalità in eccesso” è stata definita come la differenza tra il numero effettivo di decessi
e la soglia epidemiologica prevista (assumendo che il numero effettivo superi l’aspettativa).


Lo studio ha utilizzato i dati di tutte le cause, come riportato, dal 2005 al febbraio 2021. Sono stati inclusi i decessi segnalati da tutto il Giappone.


Utilizzando il loro modello, i ricercatori hanno determinato che
“un significativo eccesso di mortalità attribuibile al suicidio
è stato osservato tra luglio 2020 e marzo 2021,
con il più grande eccesso osservato nell’ottobre dello scorso anno,
che abbiamo notato all’epoca".


Il numero di decessi per COVID durante quel periodo è stato di 8.153,

il che significa che i decessi per suicidio in eccesso attribuibili al lockdown

e altre circostanze legate alla pandemia erano quasi equivalenti a un terzo dei decessi totali per COVID.



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Una particolarità giapponese è nel fatto che il numero di suicidi in eccesso nelle donne
superi notevolmente quello negli uomini, creando una notevole disparità di genere.

Gli autori dello studio hanno concluso che i governi dovrebbero esaminare
l’analisi del rapporto costo in salute psichiatrica – efficacia delle misure.


L’impatto sulla qualità della vita dovrebbe essere considerato tra i vari inconvenienti dei blocchi
e di altre restrizioni sull’attività economica e sociale come una parte importante delle contromisure.


“Si prevede che sarà necessario un attento monitoraggio continuo dell’eccesso di mortalità attribuibile al suicidio”.


Potete trovare lo studio completo a questo link.


Quando qualcuno avrà il coraggio di fare uno studio simile in Italia,

magari confrontandolo con l’eccesso di suicidi anche successivo al Covid?
 

Lo storico Alessandro Barbero si è recentemente unito ai professori contrari al Green Pass

non per sua avversione personale al vaccino, ma perché offeso dall’ipocrisia di un governo

che, in odo malandrino, vuole spingere i cittadini al vaccino non con un chiaro obbligo,

ma con assurdi obblighi per i non vaccinati.



Non potrebbe essere diversamente,
vista la qualità degli uomini che regnano nell’attuale maggioranza come totali sovrani,
cioè i piddini ed i pentastellati, che accompagnano una pretesa di onniscenza
ad una presunzione di superiorità e intangibilità da qualsiasi potere, a partire dal popolo.


L’esempio più evidente è il Piddino Matteo Orfini che su Twitter
ha pubblicato un post che spiega benissimo come lui si senta rispetto al resto dei cittadini:


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Quindi i parlamentari hanno diritti costituzionali,

come quello di entrare in aula,

quindi non è loro richiesto nessun green pass per entrare in Parlamento.



Gli altri cittadini,

evidentemente non hanno diritti costituzionali,

come quello di libera circolazione,

della libertà personale,

dell’uguaglianza fra tutti i cittadini.



No, lui, ed i suoi simili, hanno diritti costituzionali,

mentre gli altri sono solo sudditi.



Ci sono cose eccezionali, uniche al mondo, in Italia:


ad esempio che Matteo Orfini ancora svolga politica,

anziché qualche attività socialmente, e personalmente, utile.
 
Nonostante ci sia stato che si è cagato sotto annullando
qualsiasi manifestazione ufficiale .......



Se la festa ufficiale è stata rinviata causa Covid nel 2022,
in moltissimi hanno deciso di non mancare comunque al compleanno dei 100 anni:
così, Mandello è tornata ad abbracciare i suoi “guzzisti” che in mattinata a centinaia hanno raggiunto il paese lariano.




Nessun grande evento previsto in città se non alcune piccole iniziative (vedi qui),
solo il museo della Moto Guzzi aperto durante questi giorni in cui sarebbe caduta la ricorrenza;
è bastato agli appassionati per non perdersi l’appuntamento annuale con Mandello.

Un raduno “spontaneo” e, come in passato, dai tratti internazionali:
la Moto Guzzi ha attirato ancora una volta a sé i propri estimatori da tutta Europa e dalle altre regioni d’Italia
 
Giovedì la Cina ha ceduto alle pressioni dell’economia e della finanza
e, secondo Bloomberg, ha accettato la proposta di China Evergrande
per rinegoziare le scadenze di pagamento con le banche e altri creditori,
aprendo la strada a una sospensione temporanea delle scadenze dei debiti,
mentre lo sviluppatore a corto di liquidità fatica a far fronte a più di 300 miliardi di dollari di debiti.


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La notizia arriva un giorno dopo che REDD ha riferito mercoledì sera
che Evergrande prevede di sospendere il pagamento degli interessi
sui prestiti di due banche scadenti il 21 settembre,
aggiungendo che lo sviluppatore immobiliare più grande della Cina
ha chiesto a un creditore di attendere i dettagli su un piano di estensione.

Non che servirà a molto, ovviamente, poiché Evergrande non è stata in grado di liquidare
nemmeno il suo bene immobile più importante – il suo quartier generale – a prezzo di costo.


In ogni caso, mentre le obbligazioni di Evergrande crollavano nelle ultime settimane,
il Comitato cinese per la stabilità e lo sviluppo finanziario, il principale regolatore finanziario della nazione,
aveva già dato la sua benedizione al piano di Evergrande il mese scorso,
dopo che il gigante immobiliare non aveva pagato gli interessi e il capitale su alcuni prestiti, ha detto una fonte di Bloomberg.

Dopo aver ottenuto la benedizione del governo,
Evergrande ha già contattato alcune banche e trust per richiedere proroghe delle scadenze,
secondo Bloomberg anche se non era chiaro quante di queste discussioni – se ce ne sono state –
abbiano portato ad accordi effettivi.

Come promemoria, tutto ciò che serve a un creditore
per esitare di fronte al mancato pagamento per il verificarsi di un evento tecnico d’inadempimento.

Forse altrettanto importante, apprendiamo che la sospensione dell’ultimo minuto di Evergrande
arriva quando le principali banche della società avevano discusso l’istituzione di un comitato dei creditori,
passo necessario per gestire un bancarotta, salvo poi concedere un poco più di tempo al’ultimo minuto.


Proprio l’intricata rete di obblighi di Evergrande
nei confronti di banche, “Shadow bank”, obbligazionisti, fornitori e proprietari di case
è diventata una delle maggiori fonti di rischio finanziario nella seconda economia mondiale.

Sebbene il governo cinese abbia pubblicamente esortato la società a risolvere i suoi problemi debitori,
mancava comunque un accordo con lo stato per poter ristrutturare tutto l’enorme debito,
ma la ridiscussione concordata dei termini di pagamento è un passo in questa direzione.

Purtroppo è anche una conferma che prestare soldi in Cina non significa riottenerli in scadenza,
anche quando il debitore è un colosso.
 

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