IL SOLO OBBLIGO CHE HO DIRITTO DI ASSUMERMI E' QUELLO DI FARE SEMPRE CIO' CHE RITENGO GIUSTO

Vergognoso avere un simile ministro.


Se pensavate che parole come lockdown, chiusure, zona rossa e via dicendo
appartenessero ormai definitivamente a un passato da dimenticare il prima possibile,
sappiate che vi sbagliate. E di parecchio.

Certe parole suonano infatti sempre piacevolmente alle orecchie del ministro della Salute Roberto Speranza,
uno dei primissimi tifosi da sempre delle limitazioni alla libertà degli italiani.

E già tornato alla carica, anticipando quando e come potremmo ritrovarci a fare i conti con i vecchi, pesanti divieti.




Intervistato dal Corriere della Sera, Speranza ha infatti innanzitutto difeso i vaccini,
“lo strumento per evitare nuove misure restrittive”.

Poi ha chiarito che con l’arrivo dell’autunno, se non aumenterà il numero di persone con due dosi, il rischio lockdown sarà inevitabile.

“L’obbligo vaccinale? Non è una scelta già determinata e certa, ma uno strumento che abbiamo e se necessario andrà attuato senza paura”.

Chiarendo poi: “Potremmo trovarci in difficoltà anche con più del 90% di vaccinati,
o al contrario non avere bisogno dell’obbligo pur senza raggiungere quella quota”.


“Il virus esiste ancora, è forte e circola – ha poi incalzato Speranza –
O rafforziamo ancora la campagna vaccinale, o siamo costretti a immaginare
che a un certo punto bisognerà usare le misure del passato.
In pandemia la coperta rischia di essere corta, o la tiriamo con forza dalla parte dei vaccini o dovremo immaginare nuove chiusure”.


Insomma, gli italiani dovranno vaccinarsi, a tutti i costi.

Ignorando gli allarmi provenienti da ogni parte del mondo sulla scarsa efficacia dei farmaci anti-Covid contro le nuove varianti.


Se non lo faranno, sarà necessario ricorrere a un vero e proprio obbligo vaccinale.

E se poi tutto questo si dovesse rivelare inutile, con i contagi di nuovo alle stelle,

si darà la colpa ai “no-vax”, termine ormai utilizzato totalmente a sproposito,

e si chiuderanno di nuovo gli italiani in casa.


Un futuro decisamente roseo, quello che ci si prospetta davanti.



Per il quale non possiamo che ringraziare il ministro Speranza.
 
Da Italiano. Da lavoratore, figlio di lavoratore.
Trovo queste parole "indecenti".

LA LIBERTA' PERSONALE E' SANCITA DALLA COSTITUZIONE

C O S T I T U Z I O N E


Articolo 32

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.





Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione,

perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui,

e in qualche caso dimettere in pericolo la vita altrui.

Questo è quanto fatto dalla stragrande maggioranza dei cittadini,

cui va riconoscenza e ammirazione per il senso di responsabilità.

Chi invece pretende di non farlo, con l’eccezione di chi non può farlo per salute,

e di svolgere una vita normale frequentando luoghi di lavoro o svago,

costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà,

a rinunciare alla propria possibilità di recuperare in pieno luoghi e modi e tempi di vita
”.


Ma il presunto "vaccino" che vaccino non è, NON TI COPRE DALLA MALATTIA
E NON COPRE LA SALUTE ALTRUI PERCHE' IL VIRUS E' TRASMISSIBILE.
 
Quale scusa troveranno ancora, se ieri l'80% di vaccinati garantiva l'immunità di gregge
ed oggi - 7 settembre - questa percentuale è stata raggiunta ?


L’obbligo di vaccinazione è un meccanismo autoritario:

può l’emergenza sanitaria giustificare questo tipo di imposizioni?



Massimo Cacciari ospite a Quarta Repubblica si interroga sulla legittimità del green pass in Italia e sull’eventuale obbligo vaccinale.

Già lo scorso luglio il filosofo ed ex sindaco di Venezia si era pronunciato sfavorevolmente sull’introduzione della misura, scrivendo

«La discriminazione di una categoria di persone, che diventano automaticamente cittadini di serie B,

è di per sé un fatto gravissimo, le cui conseguenze possono essere drammatiche per la vita democratica».




«Il governo è legittimato a imporre un trattamento sanitario, è vero. Se ne discute la legittimità in chiave culturale, etica e politica».

E’ tutto consentito «perché c’è un’emergenza sanitaria?»
, chiede Cacciari.

«E’ lecito chiedere in base a quali criteri cesserà lo stato d’emergenza?

Finirà quanto non c’è più un malato in terapia intensiva o quando nessuno ha più di 37,5 di febbre?».


Poi si scaglia contro lo strapotere dei virologi, a cui non sembra importare
della deriva dittatoriale e liberticida che questi provvedimenti portano con sé.

«Tutti a sollecitare meccanismi autoritari, come sostanzialmente è l’obbligo di vaccinazione.

Ma scherziamo? Ai virologi non frega nulla delle derive culturali e politiche di questa società?»
, insiste il filosofo.


Anche il linguaggio utilizzato nel dibattito è importante.

«La forma a volte fa sostanza: sento usare parole come ‘stanare’ chi non si vaccina. Ma ci rendiamo conto?».


Per Cacciari è meglio l’obbligo vaccinale,

«almeno sparisce l’ipocrisia» di un governo che surrettiziamente

impone la vaccinazione senza prendersene responsabilità.

«Mi arrivano centinaia di mail al giorno di medici e scienziati che mi danno ragione e mi dicono che non possono parlare».



Provvedimenti come il green pass o l’eventuale obbligo vaccinale devono garantire

«il rispetto della dignità della persona, la giurisdizione indica che la persona sia perfettamente informata.

Mi domando se possiamo dire che le persone siano state correttamente informate sui vaccini e sulle loro conseguenze.

Non c’è dubbio che i vaccini siano utili, ma questo non basta per dire che siamo correttamente informati».



Anche perché, spiega Cacciari, la vaccinazione non è una situazione priva di rischi:

«Le aziende farmaceutiche non conoscono le conseguenze a medio e lungo termine dei vaccini.


In queste condizioni, come si fa a imporre il green pass?

Siamo già arrivati all'80% della popolazione vaccinata, si continui così» cercando di convincere gli italiani.


Infine esprime grande perplessità sulla vaccinazione agli adolescenti,
tra quelli che rischiano meno in caso di infezione da Covid.

Che bisogno c’è di vaccinarli ?
 
Se tutti facessero come faccio io.
Prodotti non prodotti in Italia ? BANDITI
Pubblicità deviata ? Prodotti BANDITI
AD demente ? Negozi BANDITI
....ed è pure ignorante. Perchè il contagio avviene ugualmente,
vaccinato o non vaccinato. PIRLA. Informati prima di fare figure dimmerda.



E’ bufera su Francesco Pugliese, ad di Conad, che ieri sera durante la trasmissione Quarta Repubblica su Rete4
ha pronunciato parole decisamente forti sui non vaccinati.

“Sono favorevole al Green pass. Se io ha fatto due dosi di vaccino,
perché poi devo rischiare di contagiarmi andando al ristorante o al supermercato?
I dipendenti che non vogliono vaccinarsi andranno in aspettativa non retribuita, in modo che possiamo sostituirli”.



Bufera su l’ad di Conad, utenti infuriati

Sui social, in particolare su Twitter, le dichiarazioni di Pugliese hanno generato una ridda di polemiche.

Molti utenti attaccano duramente l’amministratore delegato di Conad.

“Ma davvero pensate che alla #Conad freghi un cazzo della salute e dei vaccinati?
Cavalcano solo il pretesto per fare pulizia di vecchi contratti a fronte di nuovi meno dignitosi”, scrive un utente.

“Adesso c’è il ‘genio’ dell’AD di #Conad, che oggi è favorevole a #GreenpassObbligatorio e vaccino per i dipendenti,
ieri quando i dipendenti della GDO, si lamentavano che loro erano esposti,
senza fare nulla, muto ed avanti con protocolli base. Cosa è cambiato?”, scrive un altro utente.

E ancora: “Visti i metodi draconiani usati da #Conad , andrò a fare spesa nei supermercati dove vige ancora la democrazia…”.

C’è pure chi invita esplicitamente al boicottaggio di Conad, con tanto di hashtag lanciato su Twitter.
“L’amministratore delegato di Conad vuole licenziare chi non si vaccina. La migliore risposta è boicottare Conad. #boicottaConad e semplice”.


E via di repliche e controrepliche:

“Vi rendete conto che state esultando perché dei lavoratori (come voi!) andranno in mezzo a una strada?!
Quella del vaccino è una scusa ridicola per liberarsi di contratti scomodi, ma voi continuate a credervi grandi progressisti”.
 
Ho la vaga impressione che la zappa aumenti sempre più il solco......
farsi trascinare da giorgetti non porterà voti...anzi.
Perchè di qui, di là, di sù, di giù, tutti a proclamare un'eresia, una falsità :
IL VACCINO NON TI COPRE DAL VIRUS.
IL VACCINO NON TI ESENTA DAL CONTAGIO.
PUOI ESSERE CONTAGIATO E PUOI CONTAGIARE.
Questa sostanza non è un "vaccino" come lo sono i vaccini che ti coprono
dalla malattia o dall'infezione.


Come era prevedibile, la Lega si è piegata alla linea della maggioranza:
ritirati tutti gli emendamenti sul green pass
, così il premier Mario Draghi non dovrà mettere la fiducia.

Imbarazzante la dichiarazione di Claudio Borghi,
che aveva votato contro l’obbligo del green pass in commissione Affari sociali alla Camera
.

Il deputato leghista infatti spiega che gli emendamenti sono stati ritirati “per doveroso rispetto del Parlamento”.

Matteo Salvini ribadisce che però è contrario all’obbligo vaccinale.

Uno slogan vuoto, visto che con l’estensione delle restrizioni del green pass, l’obbligo vaccinale diventa superfluo.


La Lega sul green pass quindi rientra nei ranghi e si accoda alla linea di Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza.

“Ritirati emendamenti maggioranza. A seguito di ciò il governo ha detto che non ci sarà fiducia e
si potrà discutere in Aula il decreto green pass. Mi sembra doveroso per un minimo rispetto al Parlamento”,
scrive su Twitter Borghi.

Evitando la fiducia si discuteranno e voteranno gli emendamenti di opposizione articolo per articolo“, scrive in un altro post.


“Sono soddisfatto del passo in avanti: qualcuno voleva mettere la fiducia
eliminando qualsiasi discussione in Parlamento e fortunatamente non è stato così”.

Il leader della Lega dunque si intesta il “successo” di aver evitato il voto di fiducia,
al prezzo di ritirare tutti gli emendamenti però.

“Noi abbiamo dimostrato buona volontà trasformando gli emendamenti in ordini del giorno.
Ora è chiaro che se ci bocciano le proposte in Aula voteremo di conseguenza“, afferma Salvini.

E le proposte riguardano i “tamponi gratuiti soprattutto per i minori,
disabili e famiglie numerose e per garantire il diritto alla scuola e anche all’università”, aggiunge.

Ma soprattutto, precisa, “visto che per molti il vaccino è sostanzialmente obbligatorio altrimenti non lavori,
perché non è lo Stato a farsi carico degli eventuali risarcimenti di eventuali danni come in altri casi?

Vediamo come ci risponderanno su questi temi, come sui tamponi gratuiti”, avverte Salvini.

“Ribadiamo il no a qualsiasi tipo di obbligo visto che gli italiani, in quaranta milioni, hanno già scelto liberamente.
Noi stiamo lavorando per garantire salute, lavoro e libertà senza parlare di chiusure e lockdown
come fa il ministro Speranza gettando tutti nello sconforto”, commenta il leader della Lega.


Sul green pass dunque nella Lega passa la linea di Giancarlo Giorgetti.

Il ministro dello Sviluppo economico in questi giorni infatti aveva anticipato che
“le condizioni di sicurezza esigono che chi frequenta i luoghi affollati dia garanzie di non contagiare.
Il green pass va in questa direzione, ne prevedo quindi un’estensione
“.

Gli emendamenti della Lega inizialmente erano ben 900 poi ridotti a 50 e su alcuni era previsto il voto segreto,
che avrebbe potuto creare non pochi problemi alla maggioranza.


Alla fine sono stati ritirati tutti.


Restano solo quelli dell’opposizione.
 
«Speravo di essermi messo alle spalle la liturgia del terrore
che da quasi due anni siamo costretti a sopportare sul Covid.
Ed invece no, mi sbagliavo: quella fase non è ancora finita».

Parte la nuova stagione di Quarta Repubblica, su Rete 4.

Il tema principale della scaletta è quasi obbligato?

«Questo purtroppo è il Covid: una malattia, certo,
ma anche un rito del terrore che si ripete da tempo,
sempre uguale a sé stesso. Ad alimentarlo, i sacerdoti di cui non riusciamo a liberarci».


Chi sono questi «sacerdoti del terrore»?

«Sono quelli che, grazie all’emergenza, vogliono comprimere i diritti di libertà e democrazia.
Ci troviamo di fronte a una situazione surreale, basta vedere le immagini di Roberto Burioni a Venezia».


C’era anche lui sul red carpet della Mostra del Cinema, insieme con attori e registi.

«Si è presentato con il suo smoking per dirci che vuole “testimoniare l’importanza del vaccino”.
Non ho nulla in contrario rispetto alla sua presenza, ma la giustificazione moralistica mi sembra incredibile.
Bisognerebbe fare una grandissima, enorme operazione di normalizzazione contro tutta questa ipocrisia».


Nel frattempo, il governo tira dritto sui vaccini, l’obbligo è ormai dietro l’angolo.

«Se al governo cercavano un modo per rafforzare i dubbi dei pochi italiani non ancora convinti,
soprattutto per le modalità con cui sono stati raccontati i vaccini, allora ci sono riusciti in pieno.
L’obbligo, e lo dico da vaccinato, non è solo sbagliato, ma anche stupido».


Per quale motivo?

«La politica ha reso antipatico il vaccino anti-Covid.
Per convincere i dubbiosi, ci sono due strade:
l’obbligo, che è la scelta illiberale,
o il convincimento, cioè la soluzione più sana secondo me».


Che tuttavia non sembra aver dato i suoi frutti, se rischiamo di essere l’unico Paese europeo a imporre il vaccino per tutta la popolazione.

«Gli italiani, più o meno convintamente, si stanno vaccinando alla grandissima.
Non credo alla favola che gli italiani non si vaccinano, è una stronzata.
L’obbligo è una decisione stupidissima, che non fa altro che alimentare una sorta di antipatia nei confronti del vaccino.
Rientra perfettamente nella strategia di chi porta avanti la liturgia del terrore: si deve sempre trovare un nemico».


Oggi sono i non vaccinati il nuovo capro espiatorio?

«Esattamente come lo erano i runner, i giovani, o chi manifestava contro il lockdown. C’è sempre bisogno di un terrorista».


Urlare alle nuove «brigate No vax» contribuisce ad alimentare un terrore ingiustificato?

«In questo Paese, come ci insegna Carlo Maria Cipolla, la percentuale di cretini è costante ed è indifferente all’età,
alla professione e al censo delle persone, che siano esse no Expo, no Tav, no Tap o no vax.
Eppure, per la prima volta, c’è un atteggiamento diverso nei confronti di una minoranza:
si invocano le cannonate contro chi esprime posizioni contrarie alla vaccinazione, senza che la politica prenda le dovute distanze».


Che cosa pensi di quest’ansia di punizione nei loro confronti?
Qualcuno, come l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, vorrebbe far pagare loro le cure in caso di ricovero.


«Trovo assurdo che sia proprio la sinistra a proporre una sorta di privatizzazione del sistema sanitario».


Fare domande è ancora un «diritto», come sostiene Massimo Cacciari, o è diventato tabù?

«Oggi chi si fa delle domande sull’obbligo vaccinale, sull’efficacia dei vaccini, sulla strategia del lockdown,
sul green pass, viene additato come un pericoloso no vax.
Massimo Cacciari è stato coraggioso e straordinario nella sua critica».


Mettere tutto in un unico calderone no vax neutralizza anche le obiezioni razionali?

«Credo ci sia una grandissima responsabilità degli intellettuali e della stampa di centrodestra,
che hanno fatto esattamente quello di cui sono stati vittime per anni da parte della sinistra,
che ha urlato all’allarme fascista mettendo insieme tutti, senza fare distinzioni.
Oggi, intellettuali di centrodestra, giornalisti, conduttori liberali hanno fatto lo stesso errore,
dando del no vax a tutti, esattamente come loro erano considerati fascisti solo perché berlusconiani.
Penso sia una sciatteria pericolosa perché non viene più solo dal mondo di sinistra,
che ha quel modus operandi, ma anche dagli intellettuali di centrodestra».


L’ipotesi dell’obbligo vaccinale è una mina sul percorso del governo?

«Sono curioso e scettico allo stesso tempo: al di là di chi si oppone a questo governo, ci sarà una fronda liberale capace di dire di no?».


Matteo Salvini ha già manifestato la sua contrarietà e l’idea non piace neanche a Giuseppe Conte.

«La posizione di Matteo Salvini è minoritaria.
E poi, l’ex ministro è diventato radioattivo: qualsiasi cosa dica, non va bene.
Il giornale unico del virus è ormai la voce dell’antisalvinismo.
Anche quando Salvini dice una cosa ragionevole, come quella di discutere sull’obbligo vaccinale,
la sua posizione diventa immediatamente radioattiva».


Nonostante la Lega abbia votato per sopprimere il green pass in Commissione affari sociali della Camera,
l’estensione degli ambiti in cui sarà necessario mostrare il certificato verde è ormai una certezza.


«Anche qui, il punto fondamentale è la ragionevolezza:
è giusto pensare che in alcuni luoghi ci siano dei controlli, ma, per come è stata pensata,
programmata e per come sarà estesa, la misura è semplicemente demenziale.
Ed era intuibile dal primo momento».


Che cosa intendi?

«Non è possibile, per esempio, imporre l’obbligo del green pass per i consumatori
e poi farlo sparire quando in gioco ci sono i lavoratori.
In alcuni campi i diritti vengono rispettati più che in altri e qui si genera il cortocircuito:
il lavoratore, per la sinistra e per il sindacalismo italiano, non è controllabile;
il consumatore, che è quello che spende, invece sì.
Il green pass rende l’Italia un Paese tribale: alla tribù dei consumatori puoi fare quello che vuoi;
a quella dei lavoratori, visti i decenni di protezione accordati grazie alle leggi sul lavoro, non puoi fare nulla».


Credi si riproporrà quanto accaduto nei primi mesi dell’emergenza pandemica, con tanti autonomi che criticavano il governo per averli «abbandonati»?

«La divisione tribale c’è stata con il lockdown, durante il quale alcuni gruppi hanno sofferto più di altri,
c’è con il green pass e ci sarà con i vaccini, per chi avrà una, due o tre dosi».


A proposito, si inizia con i fragili da settembre, per poi arrivare probabilmente a tutti gli altri,
nonostante l’Agenzia europea del farmaco consideri la terza somministrazione universale «non urgente»
.

«In caso di approvazione, la somministrazione della terza dose smentirebbe il racconto che ci hanno fatto finora sull’efficacia salvifica del vaccino».


Saresti contrario?

«Io non sono né favorevole né contrario.
Se approvi una terza dose, significa che due non bastano.
E chissà, un giorno approveranno la quarta e poi la quinta:
diventerà un vaccino influenzale, che è la fine probabile che faremo».
 
“Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo?”.

È la domanda che si pose Lorenz nella teoria del caos.

Io mi chiedo:

“Può una riunione di condominio condizionare le scelte politiche del nostro paese?”

e la chiamerò teoria della stupidità collettiva utilizzando, con solide basi scientifiche,

le Leggi fondamentali sulla stupidità umana stabilite da Cipolla.



Le Leggi:

1.«Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione»;

2. «La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona»;

3. «Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona
o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita»;

4. «Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide.
In particolare, i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo,
ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore»;

5. «La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista».


La prima Legge trova immediata dimostrazione nella riunione di condominio;
a qualunque latitudine ed in qualunque situazione ci si trovi,
si resta stupiti della nostra precedente incapacità di valutare i nostri simili per la naturale tendenza a sopravalutarli.
La riunione di condominio ci apre gli occhi rapidamente e la Legge manifesta la sua diabolica efficacia:
con grande disagio ci si accorge che la stupidità è non solo presente ma potrebbe prevalere.

In quel momento la seconda Legge comincia a dispiegare i suoi effetti;
sedicenti ingegneri, eccellenti avvocati, casalinghe disperate,
riservati nelle loro vite, una volta seduti in una assemblea cominciano a manifestare gli effetti più deleteri della stupidità
(fischiano, alzano la voce, battono le mani, insultano, ecc.).
Presi dal Sabba condominiale, officiato da un amministratore nel ruolo catartico di guida dei devoti,
invocano con forza e determinazione il decisionismo:
“Non perdiamo tempo in inutili discussioni, si decida e basta” urlano agitandosi.


Che si tratti di costruire una fogna o di espropriare un terreno o di investire rilevanti risorse in impianti fotovoltaici,
inevitabilmente l’ingegnere, il professionista, la casalinga esprimono
(curiosamente dopo aver premesso che di quello di cui stanno per parlare non capiscono una mazza)
i loro pareri definitivi con l’unica invocazione di fare presto a decidere.

L’intelligenza, l’analisi, l’informazione, insomma l’Einaudiano conoscere per deliberare è bandito
grazie al ruolo ermeneutico dell’officiante amministratore nel quale, lo stupido collettivo,
riversa assoluta fiducia per la semplice incapacità di valutare gli argomenti e decidere in base alle informazioni ricevute.


In quel momento la quarta Legge entra in gioco e piombiamo fatalmente nel vano tentativo di far ragionare gli stupidi.
Avviliti ed annichiliti di fronte all’inutilità di questa azione, prendiamo coscienza della quinta ed ultima Legge:

«La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista».

Questa esperienza, che sono certo di condividere con larga parte dei generosi lettori di questo pezzo,
ha come conseguenza la sintetica riflessione fatta dal Presidente dell’Assemblea,
mio caro amico solitamente mite e riflessivo:

“Fate un po’ quello che vi pare, io ho di meglio da fare, col cavolo che mi ci rivedrete quà dentro”.


L’effetto di questa presa di posizione, comprensibile ed estremamente appagante
perché ci libera della presenza di molti degli stupidi nei nostri dintorni,
solitamente preclusa sul posto di lavoro, dove siamo condannati a convivere con la stupidità,
la riserviamo alla nostra dimensione assembleare tipicamente in:
riunioni scolastiche o condominiali, partecipazioni alla gestione delle attività associative come circoli sportivi o territoriali
ed alla attività politica ed in particolare al diritto di voto.


Ed è in quel momento, dopo che le Leggi di Cipolla hanno dispiegato tutta la loro efficacia,
che il lavoro di Lorenz si manifesta nella mia teoria della stupidità collettiva,
determinando come la banale riunione di un condominio,
con la comprensibile reazione del Presidente e l’inconsapevole decisionismo degli altri,
si moltiplichi per milioni di volte nelle scelte politiche scatenando l’uragano nel quale ci dibattiamo ormai da anni.


L’elettore collettivo, nella fretta di decidere, non vuole perdere tempo ad informarsi o capire

e grazie alla concitazione della sua decisione elettorale, la segretaria di un poliambulatorio,

urlando il suo disprezzo per la politica e i politici, è stata proiettata,

da schiere compatte di elettori in Parlamento, alla vicepresidenza del Senato,

con la stessa leggerezza con la quale i medesimi elettori

sono capaci di affidare le decisioni sul lavoro di rifacimento
delle scale

o di realizzazione di un tetto fotovoltaico all’amministratore che da anni li deruba grazie al loro tacito consenso

ed alla pigrizia di controllare la rispondenza delle promesse ai fatti, salvo pentirsene quando ormai è troppo tardi.


Tra breve torneremo a votare per le Amministrative
ed a Roma lo stupido elettore collettivo tornerà in azione


votando Virginia Raggi perché è tanto carina e per bene,

Roberto Gualtieri che tanto è del Pd ed io ho sempre votato a sinistra,

Enrico Michetti non fosse altro che per scoprire chi sia,

senza che nessuno faccia lo sforzo di ascoltare Carlo Calenda unico capace di proporre soluzioni e strategie.


Badate quello che sto dicendo non significa votare Calenda,
ma votare Raggi dopo che si è certi che le sue proposte per Ama, Atac e lo sfascio romano,
siano migliori di quelle proposte da Calenda, dallo scialbo Gualtieri o dallo sconosciuto Michetti,
che potrebbe sorprenderci tutti a patto di scendere dalla biga e rientrare nel nostro millennio.
 
Piccola riflessioni su questi giorni.


Guardo indietro a più di un mese di vicende italiane
e vedo una dilagante follia estiva che non ci ha risparmiato niente,
con un assurdo crescendo nei toni e un dilagare di argomenti surreali.

All'inizio di agosto si registrava un crollo delle prenotazioni,
conseguenza diretta della prima tranche di introduzione del green pass:
la grande stampa compatta si è affrettata ad attribuirlo alla paura per il diffondersi della variante delta (!).


Un agosto dal clima disteso e costruttivo, senza dubbio.


FIM CISL twitta la sua posizione contraria all'obbligo di green pass per le mense aziendali e bang:
twitter sospende un account ufficiale attivo da dieci anni (https://www.lastampa.it/.../cisl-contro-l-obbligo-del...).

Una delle ipotesi è la solita segnalazione di massa - la guerra per bande imperversa sui social.


Ma forse l'episodio che più mi ha colpito è stato la virtuale lapidazione di Claudia Gerini, poveretta,
che avrebbe dovuto dire "ottimo e abbondante, posso averne ancora, signore?" e basta.

Non lo ha fatto, è stata bollata come novax etc etc etc.

Questa storia dei non vaccinati bollati come novax ha un qualche fondamento?

No: il 95% dei vaccini forniti allo stato italiano è stato somministrato
(https://www.facebook.com/groups/3082297638466078/posts/4986437724718717/).


La realtà è che le forniture non coprono il fabbisogno,
eppure si insiste a battere sulla vaccinazione dei giovani
e ad agitare la bandiera green pass
quando le fasce a rischio non sono ancora completamente coperte.



(https://www.nature.com/articles/d41586-021-01964-2).


All'incirca in contemporanea Neil Ferguson si esibiva in un improvvido "all in":
in UK inevitabili 100.000 casi al giorno, dopo il "freedom day", diceva
(https://twitter.com/imperialmed/status/1416727170798526464),
ed in capo a neanche una settimana l'outbreak britannico raggiungeva il picco e i casi iniziavano a calare.

La realtà sa essere assolutamente impietosa.


Il 2 aprile 2020 Nature usciva con uno speciale

"I modelli che hanno guidato la risposta mondiale a COVID19"
(https://www.nature.com/articles/d41586-020-01003-6),

e Ferguson e l'Imperial College erano in prima linea.


Come si può notare i modelli, quali che fossero e qualsiasi fosse la loro qualità,
come strumenti per guidare la risposta alla pandemia sono stati usati molto,
molto, molto male, nel migliore dei casi.

Ed in alcune occasioni, come per Ferguson e IC,
il pessimo uso è da ascrivere direttamente a chi ha prodotto il modello.


Per qualche motivo costoro sono stati difesi ad oltranza.


Altri, invece (Ioannidis) sono stati crocifissi per aver messo in dubbio l'assoluta fondatezza delle politiche di risposta a COVID19.


Ma si sa, un'epidemia è un fatto politico con risvolti medici etc etc etc.


In tutto questo il salotto buono della comunicazione scientifica ha retto il sacco come e quando poteva:

in una situazione pandemica non c'è da informare,

ma da orientare il pubblico (evidentemente è scritto in un qualche manuale).
 
In agosto succedevano una serie di eventi inerenti quello che all'inizio era "l'anticorpo GSK-Vir" (VIR-7831), ora noto come Sotrovimab.


Il 26 maggio FDA aveva concesso a sotrovimab una Emergency Use Authorization,

mentre EMA il 21 dello stesso mese aveva espresso parere favorevole e indicazioni sull'uso.


Il 13 luglio, sorpresa: Speranza annuncia l'autorizzazione alla distribuzione di sotrovimab in Italia
(https://www.aboutpharma.com/.../anticorpi-monoclonali.../).


Il 27 di luglio la Commissione Europea firma un accordo di joint procurement per 220.000 dosi del farmaco
(https://ec.europa.eu/.../presscorner/detail/en/mex_21_3942).


Da un certo punto di vista sotrovimab non cambia molto il quadro "mAb e COVID":

è un anticorpo diretto contro la proteina spike

e si tratta di un farmaco da somministrare per endovena destinato a pazienti a rischio con sintomi COVID moderati.


1631017151052.png



La cosa notevole di sotrovimab è che è stato sviluppato a partire da un campione di sangue del 2003 di un paziente SARS

(https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2021.03.09.434607v5):

a dimostrazione che, nonostante si parli di continuo delle sue mutazioni, anche la spike di SARS-CoV-2

esibisce tratti molto conservati rispetto al suo predecessore (il fenomeno è eclatante con la proteasi 3CL).



Questo che significa?

Che il farmaco potrebbe risultare più efficace di altri mAb sulle varianti presenti e future.

Vedremo cosa verrà fuori dal suo uso clinico e da ulteriori studi.


Usciti largamente di scena i Mab Lilly davanti a varianti su cui non sono più efficaci,

a questo punto restano in campo REG-COV e sotrovimab.

Degli anticorpi BMS non si hanno notizie da mesi,

mentre AZD7442 ha ottenuto buoni risultati in fase III, stando al comunicato dell'azienda
(https://www.astrazeneca.com/.../azd7442-prophylaxis-trial...).


AZD7442 sarebbe il primo mAb anticovid somministrato per iniezione intramuscolo,

in caso di approvazione, il che ne renderebbe possibile la somministrazione domiciliare.
 
Il GP in salsa italo-francese in molti paesi dell'area europea non esiste proprio

e non lo prendono in considerazione, specialmente a nord della nostra penisola,

posti dove la vita continua molto più tranquillamente che in Italia.



A questo proposito torna bene un commento sulla situazione danese:


"Comunque più al nord il green pass (o corona pass come lo chiamiamo qui)
l'abbiamo attivato in primavera, per tutto (ristoranti, luoghi di lavoro, bar, parrucchieri, musei).

Certo il green pass - come in Italia anche se il dibattito sembra dimenticarselo -
non equivaleva alla vaccinazione obbligatoria e quando hai un miliardo di centri per i test gratuiti
farsi due o tre test a settimana diventa una strana ma normale routine.

Comunque, si diceva, con il corona pass attivato la vita è continuata più o meno tranquillamente
e, piano piano, si sono tolte tutte le restrizioni.

E adesso, tra pochi giorni, togliamo anche il corona pass.

Non sono sicurissimo quale sia al momento la situazione in altri paesi della regione
ma in generale le ospitalizzazioni sono basse (anche in presenza di aumenti del numero di casi)
e la scelta politica sembra andare verso la normalizzazione della gestione:

con molti vaccinati (perché i test ovunque e gratuiti saranno dismessi a breve)

la gente si ammalerà come si ammala di altre malattie

ma non intaseranno gli ospedali mettendo in crisi il sistema sanitario.


Va detto che in tutto questo periodo il governo è stato caratterizzato da grande pragmatismo
e da decisioni relativamente rapide, per cui le cose sono così al momento
ma questo non vuol dire che resteranno così se dovesse cambiare lo scenario per un qualsivoglia motivo."


E la Danimarca non è certo un caso isolato,

tanto che ormai del famigerato "modello svedese" ormai non si parla quasi più.


Insomma, che la pandemia sia un fatto politico

e che quindi in ogni nazione sia funzione della vicenda politica nazionale dovrebbe ormai essere evidente a tutti.




Immagino che qualcuno dirà: eh, ma vedrete in autunno.......

......Sì, certo, millemilamillanta di ospedalizzazioni, come no...
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto