Veniamo ai primi dieci della classifica di “American Book Review”:
1. MOBY DICK di Hermann Melville: “Chiamatemi Ismaele”.
2. ORGOGLIO E PREGIUDIZIO di Jane Austen: “È verità universalmente ammessa che uno scapolo fornito di un buon patrimonio debba sentire il bisogno di ammogliarsi”.
3. L’ARCOBALENO DELLA GRAVITÀ di Thomas Pynchon: “Un grido s’avvicina, attraversando il cielo…”
4. CENT’ANNI DI SOLITUDINE di Gabriel García Márquez: “Molti anni dopo, davanti al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio”.
5. LOLITA di Vladimir Nabokov: “Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi”.
6. ANNA KARENINA di Lev Tolstoj: “Tutte le famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.
7. FINNEGANS WAKE di James Joyce: “fluidofiume, passato Eva ed Adamo, da spiaggia sinuosa a baia biancheggiante, ci conduce con un più commodus vicus di ricircolo di nuovo a Howth Castle Edintorni”.
8. 1984 di George Orwell: “Era una fresca limpida giornata d'aprile e gli orologi segnavano l'una”.
9. LE DUE CITTÀ di Charles Dickens: “Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l'epoca della fede e l'epoca dell'incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l'inverno della disperazione”.
10. OLLY DA PESARO (probabilmente della famiglia Leopardi): “Senti testina di cazzzo”.