Di seguito riportiamo l’intervista sull’indice S&P/Mib e su alcune delle blue chips quotate a Piazza Affari, con domande rivolte a Carlo Corradin, Analista di B&SJoint.
www.bsjoint.com.
Nel suo intervento precedente aveva dichiarato che i minimi dell’anno costituivano un’attrattiva molto forte per l’S&P/Mib. Di fatto l’indice è scivolato su questi livelli e si è spinto anche più in basso nelle ultime sedute. Come cambia lo scenario ora a Piazza Affari e quali previsioni si possono fare per le prossime giornate?In un primo momento si era sperato che l’area dei minimi di marzo riuscisse a fronteggiare ulteriori pressioni ribassiste per l’S&P/Mib. Violato però il livello dei 30.000 punti, l’indice è arrivato a segnare nuovi minimi in area 29.500, sia venerdì scorso che nella seduta di ieri. In entrambe le sedute si è avuta una timida reazione da questo livello, dove il mercato ha trovato qualche ordine di acquisto che lo ha sostenuto. Ieri ha sicuramente influito anche lo stacco cedola di alcune blue chips, e di fatto l’indice non è riuscito a risollevarsi nel finale, complice anche l’incertezza di Wall Street.
Se nell’arco di qualche seduta non andremo a recuperare almeno i 30.400, un consolidamento al di sotto di questa soglia potrebbe favorire dapprima un pull-back, cui dovrebbe seguire una prosecuzione della discesa verso i 29.500 e i 29.000 in seconda battuta.
Ritiene che per l’indice S&P/Mib ci sia a questo punto il rischio di un’accelerazione ribassista dopo la rottura dei 30.000 punti?
Vista la situazione grafica sussiste il rischio di un’accelerazione al ribasso, pur considerando che l’evoluzione del mercato italiano dipende da vari fattori. Innanzitutto dal comportamento del resto d’Europa, senza trascurare la realtà di alcuni mercati
di sbocco quale può essere la Germania per il nord Italia o la piazza statunitense per tutto il sistema Paese.
I segnali arrivati ieri dalla Germania non sono certo confortanti, basti pensare all’indice IFO sceso più del previsto a giugno. Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti, il rafforzamento del dollaro e segnali d ripresa da parte della congiuntura a stelle e strisce, potranno aiutare li nostro indice a risollevarsi un po’. Fermo restando che nel breve termine l’impressione è che ci possano essere ulteriori scivoloni, e non è solo una sensazione, ma un dato di fatto segnalato dall’impostazione grafica.
Un rischio che sarebbe accentuato in caso di una prosecuzione della discesa degli indici americani verso i minimi dell’anno. in questo momento gran parte del sentiment moderatamente negativo che si è venuto ad instaurare nell’ultima settimana e mezza, deriva dal fatto che l’America, anche se a fatica, mantiene delle rilevanti soglie di supporto. Mi riferisco in particolare all’area dei 1.320/1.310 per l’SP500 e dei 2.400 punti per il Nasdaq Composite, messi in discussione proprio ieri, con la perdita di tale livello in chiusura di sessione.
Dunque una ripresa per il nostro indice si avrebbe solo con un ritorno al di sopra dei 30.400? Quanto è probabile che l’S&P/Mib si riporti in quest’area?
L’area dei 30.400 è molto importante perché un ritorno su questo livello andrebbe a configurare una falsa rottura, anche se sarà necessario attendere qualche sedute di conferma per la rottura. Se già nell’arco della settimana rivedremo l’S&P/Mib al di sopra di questa soglia, allora potremo ipotizzare appunto una falsa rottura. In tal caso si potrà assistere ad un riequilibrio verso i 31.300 e quindi in direzione dei 31.750 punti nella migliore delle ipotesi, ma è bene fare molta attenzione perché
è lunga la strada da percorrere per ritornare su questi livelli.
Nelle ultime giornate Fiat è stato oggetto di una pesante ondata di vendite, che hanno riportato le quotazioni al di sotto dei 12 euro, con un ritorno sui minimi di settembre 2006. Ci sono possibilità di un immediato recupero per il titolo?
Le dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato Marchionne in merito all’andamento del mercato dell’auto nel mese di giugno, hanno fornito il pretesto per dare un ulteriore scossone al titolo che ha ceduto i 12 euro. Ieri Fiat ha cercato di recuperarli in un impeto di orgoglio, fermandosi ben lontano da questa soglia di prezzo. Anche in questo caso, come per l’indice, i 12 euro rappresentano un’area molto significativa e in caso di recupero potremmo assistere ad un ribilanciamento verso i 13/13,3 euro. Diversamente, se il titolo non riuscirà a ritornare in pianta stabile sopra i 12 euro, temiamo che si possano verificare ulteriori deprezzamenti che potranno portare Fiat inizialmente verso l’area di 11/11,1 e nella peggiore delle ipotesi non è da escludere che si rivedano soglie di prezzo ancora più basse, lasciate alle spalle nella prima metà del 2006.
Sempre tra gli industriali, complice anche lo stacco del dividendo di ieri, Finmeccanica è scivolato sotto i 16 euro, dopo essere stato oggetto di numerose vendite nelle scorse giornate. I prezzi attuali offrono un’occasione di acquisto?
Con la dovuta cautela il titolo offre ora delle interessanti opportunità e non è sbagliato iniziare ad accumulare sui livelli attuali. Diventa più pericoloso invece fare una scommessa in un’unica soluzione, considerando che sotto i 18 euro c’è stata una netta accelerazione al ribasso che in tre sedute ha portato alla perdita di 2 euro. Sicuramente c’è uno stato di eccesso statistico su Finmeccanica
un riequilibrio verso 17/17,5 euro è molto probabile ma è da valutare nel corso delle prossime sedute, con entrate progressive.
Nell’ambito del settore energy, Terna e Tenaris sono rimasti al centro dell’attenzione, con il primo a ridosso dei massimi e il secondo verso nuovi record. Questi due titoli possono offrire ancora soddisfazioni o è tardi per nuovi acquisti?Per Tenaris la strada percorsa fino a questo momento è sicuramente tanta ed appare inevitabile un riequilibrio dei valori almeno verso i 20 euro. In quest’area era stato già realizzato un veloce pull-back il 19 giugno scorso, mentre il giorno successivo si è avuta un’accelerazione fino a 24 euro, dove però sono scattate ingenti prese di beneficio. Un ritorno tra i 21 e i 20 euro appare fisiologico, perché Tenaris è tra i pochi che quota abbondantemente al di sopra dei valori segnati ad inizio anno. Il 2008 si era aperto intorno ai 15 euro, con una discesa verso i 12, da cui è partita una corsa in direzione dei 24 euro e alla luce di questo forte movimento al rialzo è consigliabile un sensibile alleggerimento delle posizioni.
Terna era riuscita a difendersi nei mesi scorsi con un andamento laterale tra i 2,8 e i 2,9 euro, salvo una discesa fino ai 2,6 nel momento peggiore del mercato. Ieri il titolo, complice anche lo stacco cedola, ha ceduto i 2,8 euro, e adesso molto dipenderà se le quotazioni riusciranno a riportarsi oltre tale livello e a mantenersi sopra. In tal caso si potrà tornare a guardare ai 2,95 euro che sono sostanzialmente i massimi dell’anno, diversamente diventa cruciale la difesa dei 2,7 euro, per evitare un ritorno in area 2,6 ossia sui minimi di marzo.
Mentre Unicredit è riuscito a mantenersi al di sopra della soglia dei 4 euro, Intesa Sanpaolo ha continuato a perdere terreno, scendendo fino ai 3,6euro. Per questi due titoli ci conferma le indicazioni già suggerite in occasione del precedente intervento?
I due titoli hanno consolidato e mi riferisco soprattutto ad Unicredit, mentre Intesa Sanpaolo ha dato vita ad un ulteriore step ribassista, scendendo da 3,8 a 3,6 euro. Per questo titolo sarà il caso di attendere qualche segnale di allentamento della pressione ribassista che è già arrivato invece per Unicredit. Il buon andamento al di sopra dei 4 euro fa ben sperare, ma anche in questo caso, in assenza di conferme oltre i 4,2 euro, esaurita la fase di assestamento, si rischia che le vendite riprendano il sopravvento e con esse un peggioramento della situazione, con la possibilità di scendere anche al di sotto dei minimi intraday registrati nelle ultime due settimane.
Data l’attuale situazione di mercato, ci sono altre blue chips degne di nota e che vorrebbe segnalarci? A quali in particolare rivolgerebbe la sua attenzione ora?
Sicuramente diventa più interessante Fastweb, non tanto per la performance realizzata nella seduta di ieri, quanto perché il titolo aveva consolidato bene tra i 19,3 e i 20,5 euro. Da aprile in poi il titolo è rimasto sostanzialmente in questo range di prezzo e con la seduta di ieri è stato realizzato un importante allungo. Da seguire in caso di ritorno confermato al di sopra dei 21,3/21,4 e un pull-back di tale soglia permetterà a Fastweb di iniziare a guardare verso i 22/22,25, ma anche su livelli un po’ più ambiziosi e precisamente in direzione 23,8/24 euro.
In generale sul listino ci sono molte occasioni dettate più che altro dallo stato di forte ipervenduto ma consiglierei di avere un occhio di riguardo a Lottomatica. Il titolo è da seguire in caso di superamento dei 19 euro, perché in tal caso si potranno aprire spazi di crescita verso i 19,5 e nella miglioredelle ipotesi allungare fino ai 20 euro e tornare in direzione dei 20,7 euro, segnati nei primi giorni di maggio.
Già nell’intervento precedente avevo segnalato Prysmian, e confermo la mia view, anche se il titolo è in fase di consolidamento tra 16 e 16,5 euro, che permetterà, dopo il bel movimento realizzato da fine marzo, di aprire le porte a successive riprese dell’uptrend.