Franco52
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Arrivati alla fine del primo semestre, i mercati azionari sono alle prese con una fase di negatività che dura ormai da diverse settimane. A Piazza Affari l’indice S&P/Mib ha già violato i minimi dell’anno, dando vita ad una prima reazione dopo essere venuto a contatto con l’area dei 29.000. Per capire quanto possa essere credibile un rimbalzo nel breve, con uno sguardo rivolto ai titoli che offrono spunti operativi interessanti, abbiamo sentito per Voi Alessandro Chini, Analista tecnico di Financial Trend Analysis.
Per l’indice S&P/Mib ritiene che l’area dei 29.000 raggiunta nella seduta di martedì possa rappresentare un minimo dal quale ripartire o c’è il rischio di discese anche al di sotto di tale livello? Quali le attese per le prossime settimane?
Per l’S&P/Mib, siamo andati a testare in area 29.500 l’ultimo dei ritracciamenti di Fibonacci di quello che era stato il rialzo degli ultimi cinque anni. Anche in questo caso si tratta di un livello abbastanza importante, ma volendo c’è spazio ancora per una discesa verso i 28.000 punti. Se questo dovesse avvenire nel corso delle prossime settimane, potrebbe essere il preludio per un immediato rimbalzo.
L’area dei 28.000 è da assumere come riferimento per il medio termine, perché se si scendesse al di sotto ci troveremmo di fronte ad un mercato che inizierebbe davvero a far paura.
Anche per l’S&P/Mib inizia a farsi sentire l’ipervenduto sugli oscillatori non solo di brevissimo e guardando alla distanza che c’è tra i prezzi attuali e la media mobile a 200 sedute che oggi passa in area 35.750 punti circa, si nota un divario consistente rispetto alle quotazioni raggiunte. Storicamente, quando si è arrivati ad un gap simile, il mercato ha cercato di avvicinarsi alla media, e questo è accaduto sia nelle fasi di rialzo che in quelle di ribasso. Per questo credo che con una discesa a 28.000 dovremmo essere prossimi ad una fase di rimbalzo, ma fino a quando si sta al di sotto dei 35.000, il quadro di fondo resta impostato al ribasso.
Su quale livello di prezzo invece si potrebbe pensare effettivamente alla possibilità di una prosecuzione del recupero per l’S&P/Mib?
Di strada ce n’è sempre da fare abbastanza e potremmo prendere come riferimento il massimo del 17 giugno scorso, segnato a 31.188 punti. Questo perché a marzo è stato un livello importante, facendo da supporto per quasi una settimana, e oltre questi prezzi si inizierebbe a vedere un minimo di luce in fondo al tunnel.
Questo sempre nell’ottica di un rimbalzo, fermo restando che per il momento ci possono essere delle buone occasioni tra i titoli dell’S&P/Mib, da sfruttare però nell’arco di qualche giornata.
In tale contesto, è bene puntare su quei titoli che nell’ultimo anno, in termini di forza relativa, sono riusciti a fare meglio del mercato o a muoversi in linea con l’indice. Personalmente non condivido il concetto in base al quale si ritiene che le azioni che hanno fatto peggio prima o poi si possono riprendere. Anzi, se un titoloè meno performante in un mercato che rimbalza, è uno di quelli presi più di mira nella fasi di discesa. Una chiara dimostrazione in tal senso giunge dall’analisi dei protagonisti del settore editoriale e media, come Seat Pagine Gialle o la stessa Mondadori, passando per l’Espresso e Mediaset.
La flessione che ha penalizzato i titoli del settore bancario è da sfruttare per nuovi acquisti o è prematuro aprire nuove posizioni al rialzo? Quali strategie ci può suggerire per i protagonisti del comparto?
Il settore si presenta ancora molto rischioso e se da una parte ci può essere un rimbalzo nel breve, guardando in avanti ci troveremmo di fronte a dei pericoli simili a quelli dell’indice. Non è detto che si sia arrivati sui minimi e se si dovesse scendere ancora, credo che protagonisti in negativo potrebbero essere le azioni del settore bancario.
Guardando ai singoli titolo, per Intesa Sanpaolo un bel supporto è a 3,5 euro e si può acquistare fissando uno stop sotto questo livello. Si tratterebbe di un’operazione con un rischio limitato, nella consapevolezza di un’operazione quasi speculativa che punta ad un ritorno verso 3,9/3.95 euro.
Discorso analogo per Unicredit che per ora sembra aver trovato un supporto tra 3,9 e 4 euro, e visto che siamo vicino ad un’area supportiva, si potrebbe azzardare un acquisto, liquidando però la posizione in caso di discese su nuovi minimi.
Non molto diversa la situazione per Ubi Banca che è tornato sui minimi di marzo, in area 14,6 euro, riconosciuti nella seduta di martedì scorso. Non è da escludere un ritorno fino ai 15,6/15,7 euro.
Il settore petrolifero, anche alla luce delle elevate quotazioni dei prezzi dell’oro nero, offre ancora interessanti opportunità? Quali i titoli su cui focalizzare l’attenzione?
Nel settore energy ci potrebbero essereancora delle occasioni, a partire da Saipem che storicamente ha sempre fatto bene. Non è da escludere che il titolo possa tornare anche sui massimi assoluti in area 32. Anche Tenaris, dopo l’impennata delle ultime giornate, sta consolidando e mantiene un certo appeal. Per Saipem si potrebbe tentare un acquisto anche sui livelli attuali, perché fino a quando le quotazioni si manterranno al di sopra dei 26.5/26,5 si conferma interessante. Su Tenaris aspetterei prima un consolidamento e sui ripiegamenti è comunque da acquistare, ricordando che lo scenario cambierebbe in caso di discese sotto i 19,5/19,7 euro.
Sugli altri protagonisti del settore manterrei non poca cautela, come per ENI che a mio avviso ha un livello cardine intorno ai 23 euro. Il ribasso realizzato fino ad ora è correttivo e fino a quando si manterrà sopra i 23 euro potrà ripartire da un momento all’altro, tenendo presente che si tratta di un titolo tipicamente da cassettista che nel lungo termine difficilmente delude.
Fiat continua a perdere terreno, dopo aver perso la soglia dei 12 euro. Dove potrà arrestarsi la discesa del titolo? Quali indicazioni operative ci può fornire in merito?
Fiat a mio avviso è stato pompato in maniera anche un po’ sbagliata nei mesi scorsi e guardando il grafico, dai massimi del 2007 in area 24, il titolo ha più che dimezzato il suo valore. Sceso sotto il supporto dei 12 euro, il quadro tecnico si è un po’ complicato e ora è da vedere se quest’area sarà riconquistata. In tal caso ci potrebbe essere qualche spiraglio per un recupero più consistente, ma in assenza di ciò Fiat è destinato a scendere anche sotto 10 euro. Il supporto successivo lo si individua a 9,3 euro, e il rischio che si arrivi fin qui è elevato, ma è anche vero che un ritorno sopra i 12 euro potrebbe far sperare.
Ad oggi non riesco atrovare motivi particolarmente positivi, per cui non c’è fretta di acquistare, preferendo attendere un’eventuale discesa sui 9,3/9,5 euro, intervenendo in alternativa su ritorno sopra i 12 euro.
Su quali altri titoli consiglierebbe di puntare l’attenzione ora? In particolare tra le blue chips quali presentano spunti grafici interessanti?
Tra gli altri vorrei segnalare Fastweb che in settimana ha dato un buon segnale superando quota 21,5 euro e scommetterei sul fatto che un giorno o l’altro il titolo potrebbe essere delistato. Se la notizia dovesse venire fuori in maniera ufficiale, Fastweb potrebbe tornare sui massimi di febbraio, quando eravamo in area 26 euro, con un potenziale di crescita da non sottovalutare.
Per Telecom Italia mantengo la view che avevo assunto già un anno fa, quando tutti pensavano che potesse diventare una seconda Fiat, pronta a ripartire. Personalmente ero convinto che si potesse andare anche più giù, tanto che il titolo è sceso sotto i 2 euro e poi sotto 1,5 euro, arrivando fino a 1,15 euro. Un rimbalzo c’è già stato ma è necessario percorrere ancora molta strada per avere un segnale convincente. Un’indicazione in tal senso si avrebbe con un ritorno al di sopra di 1,5 euro e almeno fino a quel momento eviterei di impostare posizioni al rialzo sul titolo.
Per l’indice S&P/Mib ritiene che l’area dei 29.000 raggiunta nella seduta di martedì possa rappresentare un minimo dal quale ripartire o c’è il rischio di discese anche al di sotto di tale livello? Quali le attese per le prossime settimane?
Per l’S&P/Mib, siamo andati a testare in area 29.500 l’ultimo dei ritracciamenti di Fibonacci di quello che era stato il rialzo degli ultimi cinque anni. Anche in questo caso si tratta di un livello abbastanza importante, ma volendo c’è spazio ancora per una discesa verso i 28.000 punti. Se questo dovesse avvenire nel corso delle prossime settimane, potrebbe essere il preludio per un immediato rimbalzo.
L’area dei 28.000 è da assumere come riferimento per il medio termine, perché se si scendesse al di sotto ci troveremmo di fronte ad un mercato che inizierebbe davvero a far paura.
Anche per l’S&P/Mib inizia a farsi sentire l’ipervenduto sugli oscillatori non solo di brevissimo e guardando alla distanza che c’è tra i prezzi attuali e la media mobile a 200 sedute che oggi passa in area 35.750 punti circa, si nota un divario consistente rispetto alle quotazioni raggiunte. Storicamente, quando si è arrivati ad un gap simile, il mercato ha cercato di avvicinarsi alla media, e questo è accaduto sia nelle fasi di rialzo che in quelle di ribasso. Per questo credo che con una discesa a 28.000 dovremmo essere prossimi ad una fase di rimbalzo, ma fino a quando si sta al di sotto dei 35.000, il quadro di fondo resta impostato al ribasso.
Su quale livello di prezzo invece si potrebbe pensare effettivamente alla possibilità di una prosecuzione del recupero per l’S&P/Mib?
Di strada ce n’è sempre da fare abbastanza e potremmo prendere come riferimento il massimo del 17 giugno scorso, segnato a 31.188 punti. Questo perché a marzo è stato un livello importante, facendo da supporto per quasi una settimana, e oltre questi prezzi si inizierebbe a vedere un minimo di luce in fondo al tunnel.
Questo sempre nell’ottica di un rimbalzo, fermo restando che per il momento ci possono essere delle buone occasioni tra i titoli dell’S&P/Mib, da sfruttare però nell’arco di qualche giornata.
In tale contesto, è bene puntare su quei titoli che nell’ultimo anno, in termini di forza relativa, sono riusciti a fare meglio del mercato o a muoversi in linea con l’indice. Personalmente non condivido il concetto in base al quale si ritiene che le azioni che hanno fatto peggio prima o poi si possono riprendere. Anzi, se un titoloè meno performante in un mercato che rimbalza, è uno di quelli presi più di mira nella fasi di discesa. Una chiara dimostrazione in tal senso giunge dall’analisi dei protagonisti del settore editoriale e media, come Seat Pagine Gialle o la stessa Mondadori, passando per l’Espresso e Mediaset.
La flessione che ha penalizzato i titoli del settore bancario è da sfruttare per nuovi acquisti o è prematuro aprire nuove posizioni al rialzo? Quali strategie ci può suggerire per i protagonisti del comparto?
Il settore si presenta ancora molto rischioso e se da una parte ci può essere un rimbalzo nel breve, guardando in avanti ci troveremmo di fronte a dei pericoli simili a quelli dell’indice. Non è detto che si sia arrivati sui minimi e se si dovesse scendere ancora, credo che protagonisti in negativo potrebbero essere le azioni del settore bancario.
Guardando ai singoli titolo, per Intesa Sanpaolo un bel supporto è a 3,5 euro e si può acquistare fissando uno stop sotto questo livello. Si tratterebbe di un’operazione con un rischio limitato, nella consapevolezza di un’operazione quasi speculativa che punta ad un ritorno verso 3,9/3.95 euro.
Discorso analogo per Unicredit che per ora sembra aver trovato un supporto tra 3,9 e 4 euro, e visto che siamo vicino ad un’area supportiva, si potrebbe azzardare un acquisto, liquidando però la posizione in caso di discese su nuovi minimi.
Non molto diversa la situazione per Ubi Banca che è tornato sui minimi di marzo, in area 14,6 euro, riconosciuti nella seduta di martedì scorso. Non è da escludere un ritorno fino ai 15,6/15,7 euro.
Il settore petrolifero, anche alla luce delle elevate quotazioni dei prezzi dell’oro nero, offre ancora interessanti opportunità? Quali i titoli su cui focalizzare l’attenzione?
Nel settore energy ci potrebbero essereancora delle occasioni, a partire da Saipem che storicamente ha sempre fatto bene. Non è da escludere che il titolo possa tornare anche sui massimi assoluti in area 32. Anche Tenaris, dopo l’impennata delle ultime giornate, sta consolidando e mantiene un certo appeal. Per Saipem si potrebbe tentare un acquisto anche sui livelli attuali, perché fino a quando le quotazioni si manterranno al di sopra dei 26.5/26,5 si conferma interessante. Su Tenaris aspetterei prima un consolidamento e sui ripiegamenti è comunque da acquistare, ricordando che lo scenario cambierebbe in caso di discese sotto i 19,5/19,7 euro.
Sugli altri protagonisti del settore manterrei non poca cautela, come per ENI che a mio avviso ha un livello cardine intorno ai 23 euro. Il ribasso realizzato fino ad ora è correttivo e fino a quando si manterrà sopra i 23 euro potrà ripartire da un momento all’altro, tenendo presente che si tratta di un titolo tipicamente da cassettista che nel lungo termine difficilmente delude.
Fiat continua a perdere terreno, dopo aver perso la soglia dei 12 euro. Dove potrà arrestarsi la discesa del titolo? Quali indicazioni operative ci può fornire in merito?
Fiat a mio avviso è stato pompato in maniera anche un po’ sbagliata nei mesi scorsi e guardando il grafico, dai massimi del 2007 in area 24, il titolo ha più che dimezzato il suo valore. Sceso sotto il supporto dei 12 euro, il quadro tecnico si è un po’ complicato e ora è da vedere se quest’area sarà riconquistata. In tal caso ci potrebbe essere qualche spiraglio per un recupero più consistente, ma in assenza di ciò Fiat è destinato a scendere anche sotto 10 euro. Il supporto successivo lo si individua a 9,3 euro, e il rischio che si arrivi fin qui è elevato, ma è anche vero che un ritorno sopra i 12 euro potrebbe far sperare.
Ad oggi non riesco atrovare motivi particolarmente positivi, per cui non c’è fretta di acquistare, preferendo attendere un’eventuale discesa sui 9,3/9,5 euro, intervenendo in alternativa su ritorno sopra i 12 euro.
Su quali altri titoli consiglierebbe di puntare l’attenzione ora? In particolare tra le blue chips quali presentano spunti grafici interessanti?
Tra gli altri vorrei segnalare Fastweb che in settimana ha dato un buon segnale superando quota 21,5 euro e scommetterei sul fatto che un giorno o l’altro il titolo potrebbe essere delistato. Se la notizia dovesse venire fuori in maniera ufficiale, Fastweb potrebbe tornare sui massimi di febbraio, quando eravamo in area 26 euro, con un potenziale di crescita da non sottovalutare.
Per Telecom Italia mantengo la view che avevo assunto già un anno fa, quando tutti pensavano che potesse diventare una seconda Fiat, pronta a ripartire. Personalmente ero convinto che si potesse andare anche più giù, tanto che il titolo è sceso sotto i 2 euro e poi sotto 1,5 euro, arrivando fino a 1,15 euro. Un rimbalzo c’è già stato ma è necessario percorrere ancora molta strada per avere un segnale convincente. Un’indicazione in tal senso si avrebbe con un ritorno al di sopra di 1,5 euro e almeno fino a quel momento eviterei di impostare posizioni al rialzo sul titolo.