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Mosca in cerca di capitali per
strade e ferrovie
Puliti (Bers): «Mosca prevede oltre 120 miliardi di euro di investimenti sui trasporti entro il 2010 E punta sulle concessioni ai colossi stranieri»
di Luca Testoni - 05-07-2003
San Pietroburgo, la città degli zar, è attraversata da una delle vie più lunghe d’Europa, Nevskij Prospekt, che porta dritto al Palazzo d’Inverno. Ed è tagliata in due dalla Neva, cantata da Puskin. Eppure, non ha una circonvallazione che permetta al traffico di rispettare i suoi palazzi e di valicare un fiume che, ogni giorno all’alzata dei ponti mobili, diventa un nemico. L’antica capitale russa è un esempio della situazione viaria della Russia: circa 910mila chilometri di strade, l’80% praticamente da rifare. Un business colossale, che nei prossimi sei-10 anni richiederà investimenti stimati attorno ai 75 miliardi di euro. Una cifra insostenibile da Mosca, a meno di non facilitare l’ingresso di gruppi di stranieri attraverso l’adozione di Public private partnership: accordi che prevedono la concessione al costruttore dell’opera realizzata. La Banca europea per gli investimenti (Bers) ha concesso a Mosca, venerdì 4 luglio, il più consistente finanziamento mai rilasciato: 290 milioni di dollari per il passante di San Pietroburgo e per il completamento di una strada di 2mila chilometri situata nei pressi del confine cinese, tra le città di Chita e Khabarovsk. «È la seconda tranche - spiega Riccardo Puliti, direttore del dipartimento Trasporti della Bers, il maggiore della banca e il più esposto verso Mosca - di un progetto avviato lo scorso anno con un primo finanziamento di 229 milioni di dollari che attiverà investimenti per altri 5 miliardi».
Dottor Puliti, si tratta di soldi pubblici o privati?
Per adesso sono soldi pubblici, poiché l’ordinamento russo non prevede il concetto di concessione. Infatti, oggi non esistono pedaggi per il transito. Ma cambierà. La legge quadro sulle concessioni è alla terza lettura alla Duma (il parlamento, ndr) e nel giro di un paio d’anni si arriverà al regolamento attuativo.
E poi cosa accadrà?
Si apriranno affari enormi per gruppi in grado di assicurarsi i grandi appalti del trasporto stradale. La Bers sta premendo perché il sistema si doti di strutture legali e amministrative in grado di mettere a punto i cosiddetti contratti Build-operate-transfer (Bot, ndr), sull’esempio di quanto avviene nel mondo anglosassone e si sta sviluppando in Europa.
Per chi si apriranno le porte?
I Bot sono contratti della durata minima di 20-25 anni, e richiedono una forza finanziaria enorme. Perciò, i protagonisti saranno gli stessi che stanno monopolizzando le concessioni nell’Est Europa (la sola Polonia vuole privatizzare tre autostrade entro fine 2003, ndr): le francesi Vinci e Bouygues, l’austriaca Strabag e gli americani di Bechtel.
E gli italiani?
Per raggiungere la massa critica necessaria, la sola ipotesi è quella di un’alleanza tra Autostrade e Impregilo. Nel frattempo è aperto il gioco delle costruzioni stradali, area dove alcune imprese italiane di medie dimensioni stanno ottenendo diversi contratti.
Le opportunità su rotaia, invece?
Valgono grossomodo le stesse considerazioni. In questo caso ci sono 56mila chilometri di rotaie da rinnovare, per un investimento stimato di 50 miliardi di dollari entro il 2010.
(Borsa&Finanza)
strade e ferrovie
Puliti (Bers): «Mosca prevede oltre 120 miliardi di euro di investimenti sui trasporti entro il 2010 E punta sulle concessioni ai colossi stranieri»
di Luca Testoni - 05-07-2003
San Pietroburgo, la città degli zar, è attraversata da una delle vie più lunghe d’Europa, Nevskij Prospekt, che porta dritto al Palazzo d’Inverno. Ed è tagliata in due dalla Neva, cantata da Puskin. Eppure, non ha una circonvallazione che permetta al traffico di rispettare i suoi palazzi e di valicare un fiume che, ogni giorno all’alzata dei ponti mobili, diventa un nemico. L’antica capitale russa è un esempio della situazione viaria della Russia: circa 910mila chilometri di strade, l’80% praticamente da rifare. Un business colossale, che nei prossimi sei-10 anni richiederà investimenti stimati attorno ai 75 miliardi di euro. Una cifra insostenibile da Mosca, a meno di non facilitare l’ingresso di gruppi di stranieri attraverso l’adozione di Public private partnership: accordi che prevedono la concessione al costruttore dell’opera realizzata. La Banca europea per gli investimenti (Bers) ha concesso a Mosca, venerdì 4 luglio, il più consistente finanziamento mai rilasciato: 290 milioni di dollari per il passante di San Pietroburgo e per il completamento di una strada di 2mila chilometri situata nei pressi del confine cinese, tra le città di Chita e Khabarovsk. «È la seconda tranche - spiega Riccardo Puliti, direttore del dipartimento Trasporti della Bers, il maggiore della banca e il più esposto verso Mosca - di un progetto avviato lo scorso anno con un primo finanziamento di 229 milioni di dollari che attiverà investimenti per altri 5 miliardi».
Dottor Puliti, si tratta di soldi pubblici o privati?
Per adesso sono soldi pubblici, poiché l’ordinamento russo non prevede il concetto di concessione. Infatti, oggi non esistono pedaggi per il transito. Ma cambierà. La legge quadro sulle concessioni è alla terza lettura alla Duma (il parlamento, ndr) e nel giro di un paio d’anni si arriverà al regolamento attuativo.
E poi cosa accadrà?
Si apriranno affari enormi per gruppi in grado di assicurarsi i grandi appalti del trasporto stradale. La Bers sta premendo perché il sistema si doti di strutture legali e amministrative in grado di mettere a punto i cosiddetti contratti Build-operate-transfer (Bot, ndr), sull’esempio di quanto avviene nel mondo anglosassone e si sta sviluppando in Europa.
Per chi si apriranno le porte?
I Bot sono contratti della durata minima di 20-25 anni, e richiedono una forza finanziaria enorme. Perciò, i protagonisti saranno gli stessi che stanno monopolizzando le concessioni nell’Est Europa (la sola Polonia vuole privatizzare tre autostrade entro fine 2003, ndr): le francesi Vinci e Bouygues, l’austriaca Strabag e gli americani di Bechtel.
E gli italiani?
Per raggiungere la massa critica necessaria, la sola ipotesi è quella di un’alleanza tra Autostrade e Impregilo. Nel frattempo è aperto il gioco delle costruzioni stradali, area dove alcune imprese italiane di medie dimensioni stanno ottenendo diversi contratti.
Le opportunità su rotaia, invece?
Valgono grossomodo le stesse considerazioni. In questo caso ci sono 56mila chilometri di rotaie da rinnovare, per un investimento stimato di 50 miliardi di dollari entro il 2010.
(Borsa&Finanza)