IN OGNI ATTIVITA' LA PASSIONE TOGLIE GRAN PARTE DELLA DIFFICOLTA'

La Banca Centrale Europea potrebbe decidere di ridimensionare
il suo programma di acquisto di obbligazioni di emergenza già dal prossimo mese
se l’economia dell’area dell’euro non dovesse deteriorarsi,
secondo il membro del Consiglio direttivo Martins Kazaks.

Un bell’annuncio austero che la prossima settimana rischia di mandare alle stelle i rendimenti dei titoli dell’area euro.

Kazaks, che è anche a capo della banca centrale della Lettonia,
ha detto che l’impegno della BCE a mantenere favorevoli le condizioni di finanziamento
rimane la chiave per determinare di quanto supporto il blocco di 19 nazioni ha bisogno per recuperare.

I rendimenti nominali delle obbligazioni sono aumentati nelle ultime settimane,
anche per effetto dell’inflazione un po’ crescente, ma quelli reali sono rimasti molto bassi,
aiutando quindi le economia ancora claudicanti e che stanno solo ora uscendo da una situazione drammatica a causa dei vari lockdown.


“Se le condizioni finanziarie rimangono favorevoli, a giugno possiamo decidere di acquistare di meno”,
ha detto Kazaks in un’intervista giovedì.

“La flessibilità è al centro di PEPP”.

Un annuncio che farà venire i brividi a Francia Italia e Spagna.

Attualmente i titoli decennali italiani sono sotto l’uno per cento.


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La BCE ritiene che l’economi sia avviata verso la “Guarigione”, ma a quale costo?

Se le vaccinazioni sono pure in crescita ed hanno perfino superato il 25% in quasi tutti i paesi UE,
nello stesso tempo il lockdown è ancora in corso in alcuni paesi
e comunque i flussi turistici e dei viaggi sono molto lontani dall’essere ripresi.


Il settore servizi europeo è ancora in crisi, ma la BCE inizia a tirare i remi in barca.


Questa mossa dovrebbe far felici gli euroscettici, perché una stretta sui tassi d’interesse ora,
con anche le compagini sociali europee in crisi post pandemia,
sarebbe la migliore spinta politica per chi si oppone all’Euro ed alla UE.


Purtroppo il peso degli “Austeri” e dei satelliti tedeschi è ancora molto forte nella BCE e
questo non faciliterà per nulla la sopravvivenza della Moneta Unica.
 
La mortalità del Covid-19 è davvero quella che ci è stata sottolineata da tg e giornali in questi mesi?

O forse siamo stati vittime di esagerazioni da parte del mondo della scienza e della politica?

Una domanda alla quale ha cercato di rispondere uno studio condotto in Giappone dal Kobe City Medical Central General Hospital,
struttura che ha raccolto mille campioni di sangue di pazienti che hanno fatto visita all’ospedale tra marzo e aprile.

Arrivando a conclusioni ben diverse sulla base di un diverso tasso di contagiosità riscontrato da parte del virus.


Stando a quanto emerso dalle analisi, che dovranno essere confermate da ulteriore esami in altre Prefetture del Giappone,
il numero di persone realmente infettate dal Covid sarebbe molto, molto più alto rispetto a quello ufficialmente registrato.

Con tanti cittadini asintomatici o con sintomi lievi che non sanno nemmeno di essere venuti a contatto con la malattia.

Di conseguenza, il reale tasso di mortalità del virus sarebbe molto più basso, addirittura dello 0,01%.



Secondo gli autori della ricerca, il Covid-19 potrebbe essere arrrivato a Kobe,
una delle città più cosmopolite del Giappone, già alla fine dell’anno scorso.

Una scoperta che potrebbe avere conseguenze non soltanto psicologiche, nel modo di affrontare il virus,
ma anche sotto il punto di vista prettamente politico: se la mortalità della malattia fosse così bassa,
e la contagiosità più alta, si potrebbero ripensare alcune misure restrittive, allegerite o modificate soprattutto con l’arrivo della bella stagione.


I test andranno ripetuti per capire se veramente il Covid-19
che ci hanno dipinto finora non corrisponde al reale virus, più facile da trasmettere ma meno pericoloso.


Fra qualche settimana potremmo però già saperne di più,
con alcuni scienziati che invitano già a ripensare l’approccio alla pandemia alla luce di questa scoperta.
 

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