IN QUESTO PERIODO HO LE MANI TALMENTE PULITE, CHE SE DO UNO SCHIAFFO A QUALCUNO LO STERILIZZO!

La differenza tra un genio e uno stupido è che il genio ha dei limiti.
(Albert Einstein)
 
Mentre il resto del mondo ha stipulato accordi tra stati (in particolare con Russia e Cina)
per la regolazione e distribuzione del bene pubblico globale che è oggi il vaccino anti Covid,
l'Europa, Italia in testa, ha scelto la strada dei profitti delle multinazionali Usa.


E i risultati sono sotto gli occhi tutti.


Con la Pfizer, ad esempio, che dopo le morti in Norvegia ha deciso di tagliare la distribuzione in Europa
lasciando un paese come l'Italia nel caos di dover gestire la seconda dose dei primi vaccinati,
come scriveva il Corriere della Sera ieri, addirittura con il vaccino di Moderna.


A proposito del vaccino di quest'ultima multinazionale Usa del farmaco,
la giornalista della CBS47 (il referente della CBS per la California), Shawna Khalafi,
annuncia su Twitter che il Dipartimento della sanità pubblica della California,
ha interrotto la distribuzione delle dosi sospette di un lotto del vaccino Moderna, il Lot 041L20A,
a causa di "numero di eventi avversi superiore al normale".

Si tratta di almeno 10 casi reazioni allergiche gravi che sarebbero localizzate in un'unica cittadina
anche se il lotto di 330.000 dosi è stato distribuito a 287 fornitori in tutto lo stato della California.


Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e la Food and Drug Administration (FDA),
prosegue la giornalista della Cbs47, stanno attualmente riesaminando il lotto.
 
Lunedì 11 gennaio il Direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini,
in audizione alle commissioni Finanze e tesoro di Camera e Senato,
ha parlato di IRPEF, dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, regina della struttura fiscale dello Stato, sin dal 1973.

Questo primato ha fatto dire (giustamente) a lavoratori e pensionati – come noto tassati alla fonte, appunto con ritenuta IRPEF –
che lo Stato era poggiato interamente sulle loro spalle, e che loro, a differenza degli autonomi e (sopratutto) dei commercianti,
pagavano le tasse, e che i politici non dovevano scassare, perché se percepivano ancora uno stipendio era proprio per merito loro.


Nel 2018 i contribuenti IRPEF sono stati 41,4 milioni:

21,2 milioni hanno presentato il modello 730,

9,9 milioni hanno optato per il Modello reddito persone fisiche (ex modello Unico)

e 10,6 milioni non hanno compilato una dichiarazione dei redditi e il dato reddituale è stato acquisito tramite CU (ex CUD, ex Modello 101).


Il dato che risulta da queste dichiarazioni, ha detto Maria Ruffini Ernesto,
è che, sempre con riferimento al periodo d’imposta 2018,


«la distribuzione dell’IRPEF è schiacciata verso il basso, con un reddito dichiarato dalla metà dei contribuenti italiani non superiore a 16.795 euro».


Nel 2018 la metà dei contribuenti ha percepito meno di 17 mila euro.

In particolare 8 milioni 330 mila lavoratori dipendenti (quasi tutti del settore privato)
hanno percepito un reddito inferiore a 15 mila euro lordi annui, idem 6 milioni di pensionati.


Ciò vuol dire che, 21 milioni di contribuenti sono stati (considerando un ammontare minimo di deduzioni e detrazioni)
quasi sulla soglia della no-tax area – non hanno pagato tasse, non hanno pagato IRPEF.


Questo cambiamento della struttura fiscale è confermato da un altro dato che si ricava dal bilancio dello Stato 2018:
l’IRPEF complessiva pagata dai dipendenti pubblici (3 milioni circa) è stata pressoché pari all’IRPEF pagata dai dipendenti del settore privato (15 milioni circa ).


Inoltre, bisogna considerare che tra i lavoratori a tempo indeterminato ci sono stati circa 2 milioni di lavoratori con 2 sostituì
(due datori di lavoro o sostituti diversi) e 460 mila con 3 sostituti;

che trai i lavoratori a tempo determinato ci sono stati 2 milioni e 800 mila con 2 sostituti, un milione con 3 sostituti e 250 mila con 4 sostituti.


Sono segni di una frammentazione e di una povertà del lavoro.


Per quanto riguarda il dato IRPEF, si tratta di un cambiamento epocale;
si tratta della fine della tassazione alla fonte,
della fine della “superiorità morale” di dipendenti e pensionati,
della fine del racconto che opponeva operi e bottegai,
della fine di quel periodo in cui dare del bottegaio era un insulto.


Se nel bilancio dello Stato l’IRPEF diventa sempre più marginale, su cosa si reggono le finanze pubbliche?


Si reggono su una flat tax mascherata.


Falt tax vuol dire un’aliquota uguale per tutti.

Che tu sia povero o ricco, che tu sia dottore o spazzino, che tu sia accattone o brokers,
scienziato o caprone, milionario o straccione, su ogni euro che spendi per comprare il pane e il latte,
il vestito e la benzina, il caffè e la varechina, paghi sempre il 22% di iva, paghi sempre una stessa accisa.


Ci smeni sempre lo stesso ammontare assoluto di denaro, sia che tu abbia un reddito di 100, sia che tu abbia un reddito di 1.000 o di un milione di euro.


La Flat tax è già tra noi.

Il direttore dell’Agenzia delle entrate non può urlarlo in parlamento.

È pur sempre un dipendete dello Stato – anche se di alto livello.

Lo dice in silenzio, tra le righe, dice che la tassazione è schiacciata, eccetera.

Poi attacca con la musica che fa sciogliere in lacrime il parlamentare e il contribuente medio
- il contribuente modello delle logomachie da propaganda televisiva -

attacca e dice che (virgolette) il sistema tributario italiano è oscuro,

che (virgolette) quest’oscurità è un freno per gli investimenti, anche esteri;

che (virgolette) le normative sono eccessivamente lunghe,
di difficile lettura sia dal punto di vista lessicale che sintattico,
soggette a continue variazioni nel tempo;

che ci vuole semplificazione;

che (virgolette) occorre una riduzione del cuneo fiscale sul lavoro;

che anche se (questo lo aggiungo io) il cuneo non c’è più, bisogna rosicchiare,
bisogna portare tutti i lavoratori a pagare zero IRPEF;
bisogna eliminare l’IRPEF e sostituirla con una bella tassa sulla strisciata,
una bella tassa piatta sul consumo: se consumi paghi, se non consumi non paghi.


Cosa c’è di più democratico!


Bisogna solo capire come meccanizzare il processo di riscossione,
bisogna costruire due-tre App intelligenti, un sistema di BigData,
introdurre un paio di algoritmi, una moneta virtuale,
e altre misure extra-parlamentari che il Direttore accenna e che vi illustrerò nella prossima puntata.
 
Caro val... analizziamo le stravaganze in corso dandogli motivazioni varie che spaziano dai miliardi mes a quelli corposi del recovery dimenticando LE RADICI DEI RENZIANI... non cambiera' nulla salvo un rafforzamento delle linee guida del mulino pd a cui renzi porta acqua, stavolta inscenando un dissenso NON ESPRESSO NEI FATTI...astensione non e' voto contro....il che la dice tutta su serieta' dei sinistroidi avallati da mattarella.
bnotte
 
Lunedì 11 gennaio il Direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini,
in audizione alle commissioni Finanze e tesoro di Camera e Senato,
ha parlato di IRPEF, dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, regina della struttura fiscale dello Stato, sin dal 1973.

Questo primato ha fatto dire (giustamente) a lavoratori e pensionati – come noto tassati alla fonte, appunto con ritenuta IRPEF –
che lo Stato era poggiato interamente sulle loro spalle, e che loro, a differenza degli autonomi e (sopratutto) dei commercianti,
pagavano le tasse, e che i politici non dovevano scassare, perché se percepivano ancora uno stipendio era proprio per merito loro.


Nel 2018 i contribuenti IRPEF sono stati 41,4 milioni:

21,2 milioni hanno presentato il modello 730,

9,9 milioni hanno optato per il Modello reddito persone fisiche (ex modello Unico)

e 10,6 milioni non hanno compilato una dichiarazione dei redditi e il dato reddituale è stato acquisito tramite CU (ex CUD, ex Modello 101).


Il dato che risulta da queste dichiarazioni, ha detto Maria Ruffini Ernesto,
è che, sempre con riferimento al periodo d’imposta 2018,


«la distribuzione dell’IRPEF è schiacciata verso il basso, con un reddito dichiarato dalla metà dei contribuenti italiani non superiore a 16.795 euro».


Nel 2018 la metà dei contribuenti ha percepito meno di 17 mila euro.

In particolare 8 milioni 330 mila lavoratori dipendenti (quasi tutti del settore privato)
hanno percepito un reddito inferiore a 15 mila euro lordi annui, idem 6 milioni di pensionati.


Ciò vuol dire che, 21 milioni di contribuenti sono stati (considerando un ammontare minimo di deduzioni e detrazioni)
quasi sulla soglia della no-tax area – non hanno pagato tasse, non hanno pagato IRPEF.


Questo cambiamento della struttura fiscale è confermato da un altro dato che si ricava dal bilancio dello Stato 2018:
l’IRPEF complessiva pagata dai dipendenti pubblici (3 milioni circa) è stata pressoché pari all’IRPEF pagata dai dipendenti del settore privato (15 milioni circa ).


Inoltre, bisogna considerare che tra i lavoratori a tempo indeterminato ci sono stati circa 2 milioni di lavoratori con 2 sostituì
(due datori di lavoro o sostituti diversi) e 460 mila con 3 sostituti;

che trai i lavoratori a tempo determinato ci sono stati 2 milioni e 800 mila con 2 sostituti, un milione con 3 sostituti e 250 mila con 4 sostituti.


Sono segni di una frammentazione e di una povertà del lavoro.


Per quanto riguarda il dato IRPEF, si tratta di un cambiamento epocale;
si tratta della fine della tassazione alla fonte,
della fine della “superiorità morale” di dipendenti e pensionati,
della fine del racconto che opponeva operi e bottegai,
della fine di quel periodo in cui dare del bottegaio era un insulto.


Se nel bilancio dello Stato l’IRPEF diventa sempre più marginale, su cosa si reggono le finanze pubbliche?


Si reggono su una flat tax mascherata.


Falt tax vuol dire un’aliquota uguale per tutti.

Che tu sia povero o ricco, che tu sia dottore o spazzino, che tu sia accattone o brokers,
scienziato o caprone, milionario o straccione, su ogni euro che spendi per comprare il pane e il latte,
il vestito e la benzina, il caffè e la varechina, paghi sempre il 22% di iva, paghi sempre una stessa accisa.


Ci smeni sempre lo stesso ammontare assoluto di denaro, sia che tu abbia un reddito di 100, sia che tu abbia un reddito di 1.000 o di un milione di euro.


La Flat tax è già tra noi.

Il direttore dell’Agenzia delle entrate non può urlarlo in parlamento.

È pur sempre un dipendete dello Stato – anche se di alto livello.

Lo dice in silenzio, tra le righe, dice che la tassazione è schiacciata, eccetera.

Poi attacca con la musica che fa sciogliere in lacrime il parlamentare e il contribuente medio
- il contribuente modello delle logomachie da propaganda televisiva -

attacca e dice che (virgolette) il sistema tributario italiano è oscuro,

che (virgolette) quest’oscurità è un freno per gli investimenti, anche esteri;

che (virgolette) le normative sono eccessivamente lunghe,
di difficile lettura sia dal punto di vista lessicale che sintattico,
soggette a continue variazioni nel tempo;

che ci vuole semplificazione;

che (virgolette) occorre una riduzione del cuneo fiscale sul lavoro;

che anche se (questo lo aggiungo io) il cuneo non c’è più, bisogna rosicchiare,
bisogna portare tutti i lavoratori a pagare zero IRPEF;
bisogna eliminare l’IRPEF e sostituirla con una bella tassa sulla strisciata,
una bella tassa piatta sul consumo: se consumi paghi, se non consumi non paghi.


Cosa c’è di più democratico!


Bisogna solo capire come meccanizzare il processo di riscossione,
bisogna costruire due-tre App intelligenti, un sistema di BigData,
introdurre un paio di algoritmi, una moneta virtuale,
e altre misure extra-parlamentari che il Direttore accenna e che vi illustrerò nella prossima puntata.
Infatti il cash back NON PAGA PERLE ACQUISTI ONLINE.....motivo "narrato ai beoti creduloni" incentivare pagamenti digitali con, uso carta.....un controsenso non trovate?
....... iva 4....10.....22%......ti rendo UNA PICCOLA PARTE COLDI 10% ma resto lo incasso se compri DOVE COMANDO IO....se compri online DOVE HANNO SEDI ESTERO INCASSO UNA MISERIA....altro che chiacchiere
 
I funzionari responsabili della in California
hanno chiesto agli operatori sanitari di interrompere immediatamente
la somministrazione di un lotto di colpi Moderna COVID-19
dopo un “numero insolitamente alto” di reazioni avverse collegate alle vaccinazioni.


Su ordine dell’epidemiologa di Stato Dr. Erica S. Pan e del Dipartimento della sanità pubblica della California,
i vaccini dovrebbero essere sospesi fino a quando non sarà possibile condurre un’indagine adeguata.

Il lotto in questione è Moderna Lotto 041L20A.


#BREAKING from @CAPublicHealth : Vaccine providers have been recommended to pause the administration of a specific lot of the #Moderna #COVID19 vaccine due to possible allergic reactions that are under investigation. pic.twitter.com/cQCZeqm3ye

— Shawna Khalafi (@ShawnaKhalafiTV) January 18, 2021




Si parla di collegamento fra gli eventi avversi ed un unico lotto di produzione
perchè questi casi si sono verificati tutti in collegamento con una serie di vaccinazioni partite da un’unica clinica locale.


Questi casi sono avvenuti dopo i 23 morti in Norvegia fra gli ultra ottantenni e 55 casi simili avvenuti negli USA.


Purtroppo lo sviluppo dei vaccini è stato molto accelerato ed evidentemente non si sono fatte sperimentazioni sufficienti sugli effetti collaterali.
 
Devono costruirsi la sicurezza di un bacino elettorale per le prossime elezioni ......
se ce ne saranno ancora .........


Cambio della guardia alla Casa Bianca e cambio di atteggiamento nei confronti dei migranti anche irregolari.

Dato che i Democratici hanno lottato con le unghie e coi denti, in apparenza,
contro il “Muro al confine” a questo punto chi vuole entrare dal Sud negli USA può entrare, giusto?


Dall’Honduras si è messa in moto una colonna con almeno 9 mila persone che vogliono raggiungere gli USA.


A Honduran migrant caravan is heading to the United States.
Arriving just in time for Joe Biden’s inauguration.
This is the future Democrats’ voted for.
pic.twitter.com/sKy8NHJfkJ
— Charlie Kirk (@charliekirk11) January 15, 2021


Solitamente questo tipo di colonne poi si ingrandiscono lungo il proprio viaggio,
soprattutto in Nicaragua, altro paese centro-americano poverissimo e dalla sicurezza interna traballante.


Per ora le guardie di frontiera nicaraguensi hanno cercato di fermare la colonna, ma difficilmente riusciranno a fermare tutta questa gente:

Clashes reported as migrant caravan attempts to cross into Guatemala Clashes reported as migrant caravan attempts to cross into Guatemala pic.twitter.com/PHYt2UQYWM
— New York Post (@nypost) January 16, 2021


Biden ha promesso che tenterà di dare la cittadinanza a tutti gli immigrati illegali, circa 11 milioni già negli USA,
e di invertire molte politiche dell’amministrazione Trump,
inclusa una moratoria sulle deportazioni della polizia di frontiera, come riportato da Fox News.


Fox ha anche riferito che i funzionari di Biden potrebbero non essere così accoglienti nei confronti di questo gruppo illegale,

mentre il neo-consigliere politico Susan Rice ha detto che il confine “non sarà” completamente aperto dl primo giorno.”



“La capacità di elaborazione al confine non è come una luce che puoi semplicemente accendere e spegnere”,
ha detto Rice al sito di notizie spagnolo EFE.

“I migranti e i richiedenti asilo non dovrebbero assolutamente credere a quelli nella regione
che spacciano l’idea che il confine sarà improvvisamente completamente aperto per processare tutti il primo giorno. Non lo farà”.


Biden ha promesso molto, ora dovrà mantenere, anche a costo di inimicarsi le classi medie USA.
 

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