Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini

Di Guido Balsamo STELLA (Torino 1882 - Asolo 1941) confesso di non sapere nulla fuorché le notizie riprese dal catalogo.
Nel 1904 è a Monaco di Baviera, un centro culturale importante in quegli anni, direi alla pari di Vienna. Intorno al 1908 c'erano anche i russi Kandinsky e Jawlensky e gli artisti tedeschi del Blaue Reiter come Marc, Macke e Gabriele Munter. Nel 1910 o 1911 vi si recò anche De Chirico.
"In Germania l'incisione ricopriva un ruolo importante tra le arti figurative, per la capacità di tale linguaggio di rendere le tensioni emotive e drammatiche visute in quegli anni. Le avanguardie scoprivano quindi le tecniche incisorie proprio in virtù della loro capacità di comunicazione, del felice binomio tra il linguaggio grafico e il soggetto della rappresentazione".
L'arrotino, acquaforte e acquatinta su fondino, 577 x457mm (inciso), 709 x 532 mm (foglio)

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Di Guido Balsamo STELLA (Torino 1882 - Asolo 1941) confesso di non sapere nulla fuorché le notizie riprese dal catalogo.
Nel 1904 è a Monaco di Baviera, un centro culturale importante in quegli anni, direi alla pari di Vienna. Intorno al 1908 c'erano anche i russi Kandinsky e Jawlensky e gli artisti tedeschi del Blaue Reiter come Marc, Macke e Gabriele Munter. Nel 1910 o 1911 vi si recò anche De Chirico.
"In Germania l'incisione ricopriva un ruolo importante tra le arti figurative, per la capacità di tale linguaggio di rendere le tensioni emotive e drammatiche visute in quegli anni. Le avanguardie scoprivano quindi le tecniche incisorie proprio in virtù della loro capacità di comunicazione, del felice binomio tra il linguaggio grafico e il soggetto della rappresentazione".
L'arrotino, acquaforte e acquatinta su fondino, 577 x457mm (inciso), 709 x 532 mm (foglio)

Vedi l'allegato 396038
Ecco, oggi invece qualche ciabattone arricchito parla di arte minore, o di carte che non mi sognerei mai di comprare perché la sua cultura è basata solo sulle fotolitografie anni 70 e forse su quel fenomeno di strapaese che sono le televendite. Il fatto che la buona grafica costi meno di un decente quadro la rende agli occhi di costoro simile allo straccione che dorme sotto i ponti. Certamente minore è il valore venale di un oggetto e maggiore diviene la percentuale di ricarico che un mercante o una casa d'aste deve applicare, in quanto il lavoro risulta quasi lo stesso. Pertanto il tutto costa meno ed è meno commerciabile. Quanto tutto ciò incida sull'amore che artisti di alto livello hanno mosso per incidere grafiche, sul loro impegno, sulla qualità delle opere, solo dei quaquaraquà (o, attenzione, anche dei mercanti in malafede cui vivere smerciando grafiche da appendere come quadri non sarebbe comunque possibile per i troppo scarsi guadagni), solo dei quaquaraquà tronfi di ignoranza possono, dicevo, voler sostenere.
Grazie vecchio frank per il tuo sincero entusiasmo.
 
Ecco, oggi invece qualche ciabattone arricchito parla di arte minore, o di carte che non mi sognerei mai di comprare perché la sua cultura è basata solo sulle fotolitografie anni 70 e forse su quel fenomeno di strapaese che sono le televendite. Il fatto che la buona grafica costi meno di un decente quadro la rende agli occhi di costoro simile allo straccione che dorme sotto i ponti. Certamente minore è il valore venale di un oggetto e maggiore diviene la percentuale di ricarico che un mercante o una casa d'aste deve applicare, in quanto il lavoro risulta quasi lo stesso. Pertanto il tutto costa meno ed è meno commerciabile. Quanto tutto ciò incida sull'amore che artisti di alto livello hanno mosso per incidere grafiche, sul loro impegno, sulla qualità delle opere, solo dei quaquaraquà (o, attenzione, anche dei mercanti in malafede cui vivere smerciando grafiche da appendere come quadri non sarebbe comunque possibile per i troppo scarsi guadagni), solo dei quaquaraquà tronfi di ignoranza possono, dicevo, voler sostenere.
Grazie vecchio frank per il tuo sincero entusiasmo.
Di niente, baleng. Ho appena fatto su e-Bay un'offerta di ben 20 euro per un'acquaforte di un autore che non conoscevo e nondimeno, per quel poco che ho approfondito mi sembra degnissimo. Forse tu lo trovi nei mercatini. Svelerò il nome alla fine dell'asta, che riesca a prenderlo o no.
 
Umberto BOCCIONI (1882-1916) fu, assieme a Giacomo Balla, il maggior esponente del Futurismo in pittura. Ufficiale nella Grande Guerra morì nel 1916 nel corso di un'esercitazione, cadendo da cavallo. Per inciso, ci furono anche artisti che morirono al fronte, uno per tutti Franz Marc, ucciso da una pallottola in fronte nelle trincee di Verdun, il peggior carnaio della Prima guerra mondiale. Tra il 1907 e il 1910, prima di aderire al Futurismo, incise anche qualche lastra (non molte) tra cui questa Periferia, acquaforte e puntasecca del 1908, 90 x 148 mm., conservata nella Civica Raccolta delle Stampe Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano. Erano gli anni in cui dipingeva il famoso Officine a Porta Romana. Questo è il link di una mostra che vidi nel 2005:

Umberto Boccioni Castello Sforzesco Milano

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Pubblico anche questa acquaforte di un altro futurista, Luigi RUSSOLO sullo stesso tema: La città addormentata, acquaforte del 1909-10 proveniente dalla stessa raccolta.

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Frank William BRANGWYN (1867-1956): Men on a lighter, acquaforte, inizi XX sec.
"Dal punto di vista tecnico Brangwyn privilegia l'acquaforte perché unica tecnica capace di tradurre, attraverso il bianco e nero, la luce e l'ombra, il suo pensiero artistico. In tutte le sue opere egli descrive al centro della scena una zona d'intensa luminosità, mentre progressivamente l'ombra si accentua lungo le linee laterali".
(NB: questa descrizione in catalogo è riferita a un'altra acquaforte, io le preferisco questa che pubblico).

"E' un grande poeta, un artista grande, credo il più grande del nostro tempo e di tutti i tempi. Nell'opera di quest'uomo tutti gli uomini possono comunicare. Essa è tutta un ardente omaggio alla bellezza del lavoro che essa esalta, alla solidarietà dei paesi e degli uomini: essa unisce l'Oriente e l'Occidente, il Sud e il Nord, essa è un canto alla riconciliazione del mondo".
(T.A. Steinlen in "Commedia", 11 maggio 1924)

Dichiarazione impegnativa, quella di Steinlen. Io credo fosse più grande lui, e nei prossimi giorni pubblicherò un paio di sue acqueforti.

Vedi l'allegato 395951
Di Brangwin avevo pubblicato su altro forum [ :ciapet: ] questa litografia "L'altoforno", sempre sul mondo del lavoro, di cui conservo due esemplari (uno avanti lettera)

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Théophile-Alexandre STEINLEN (1859-1923) era un artista svizzero naturalizzato francese. Oltre che pittore e scultore è noto soprattutto come illustratore, cartellonista e incisore. Dal 1883 risiedette a Montmartre, dove entrò in contatto con personaggi come il cabarettista Aristide Bruant, oltre naturalmente ai numerosi artisti che lì risiedevano. Di spirito anarchico e libertario, i suoi soggetti sono la gente del popolo minuto, operai, prostitute e mendicanti, gli stessi descritti da Emile Zola nel romanzo L'assommoir.
Queste due acqueforti ("Fuga" del 1915, "Fuggiaschi" datata 1915-18) hanno lo stesso soggetto: gli esuli che nei primi mesi di guerra furono costretti ad abbandonare le loro case nel Nordest della Francia dall'avanzare dell'esercito tedesco, poi fermato sulla Marna.

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Proseguendo il racconto oggi pubblico un'acquaforte di Luigi BARTOLINI (1892-1963) uno dei più noti incisori italiani del '900.
"Ragazze alla fontana", 1932 ca., 295 x 331 mm.

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Faccio pure un fuori programma con questa acquaforte di René MAGRITTE:
Paysage de Baucis, 1966, 225 x 169 mm.
E' stata tirata in 100 esemplari in numeri arabi + 25 h.c. e alcune prove.
Una galleria di Milano propone questo esemplare h.c. alla modica cifra di 4,5k :prr:

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Lino BIANCHI BARIVIERA (1906-1965) è stato uno dei più quotati incisori italiani del '900.
Ecco una sua acquaforte del 1951: Il Tevere al gasometro.

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Fuori programma anche oggi, per portare un po' di colore e di astrazione in questo 3rd quasi esclusivamente in bianco e nero e figurativo.
AFRO non ha bisogno di presentazioni.
1.Scarpanto, acquaforte acquatinta a colori, 347 x 497 mm.
2. Vulcani I, acquaforte acquatinta a colori, 326 x 450 mm.

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