Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini (1 Viewer)

vecchio frank

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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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La danse villageoise, mm.196x256, 1637 circa, primo stato.

Questa acquaforte ripete, in controparte, un quadro di Claude, "Paesaggio con danza campestre", ora a Firenze agli Uffizi. Esiste anche un disegno preparatorio, di cui però non si conosce l'ubicazione. Questa pagina contiene innovazioni tecniche che hanno sempre affascinato gli studiosi dell'incisione. Claude infatti in questa acquaforte non solo fece nuovi esperimenti, ma probabilmente inventò una nuova tecnica. L'incertezza sul preciso contributo di questa acquaforte all'evoluzione tecnica in questa disciplina è dovuta al fatto che non è sempre possibile, partendo da un foglio stampato, ricostruire esattamente il processo che lo ha originato. Il primo piano dell'immagine è inciso in maniera simile ad altre acqueforti di Claude di questo stesso periodo. L'innovazione di questa lastra è il modo in cui Claude lavorò per ottenere i grigi che danno forma al cielo e al paesaggio sullo sfondo. Seymour Haden, grande incisore e conoscitore di tecnica dell'acquaforte, suggerì che l'artista avesse fatto uso di una pietra di pomice. Con questa pietra Claude avrebbe "graffiato" la superficie della lastra, per poi, per mezzo di un brunitoio, riabbassare parzialmente o totalmente queste graffiature ottenendo variazioni dal grigio al bianco. Questa procedura, molto simile alla "maniera nera", la precederebbe però di moltissimi anni. Un'altra possibilità suggerita è che Claude avesse ottenuto questa tonalità di fondo passando sulla lastra un pennello intriso di acido diluito. L'acido avrebbe corroso superficialmente il rame macchiandolo, e questa macchia, se stampata, avrebbe prodotto un grigio uniforme. Successivamente, con il brunitoio, l'artista avrebbe potuto creare altri grigi, o recuperare i bianchi, levigando gradualmente il rame. Questa seconda procedura, che personalmente considero la più probabile data la natura dei grigi, anticipa l'invenzione dell'acquatinta di più di un secolo.
(Lino Mannocci)
 

vecchio frank

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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Le depart pour le champs, mm.129x180, 1638-41 circa, terzo stato.

Un disegno del 1638 sicuramente servì da modello per questa composizione. L'acquaforte, in controparte rispetto al disegno, ,contiene esattamente gli stessi personaggi nello stesso paesaggio, ma con proporzioni leggermente diverse. La principale differenze è l'eliminazione di un gruppo di alberi a destra della composizione. L'immagine mostra tutti gli elementi classici del mondo claudiano: un gruppo di animali con i suoi pastori, grandi alberi, un corso d'acqua, un ponte, un mulino e paesini di collina sullo sfondo. Verso la fine degli anni Trenta il controllo tecnico di Claude era tale da poter realizzare questo delicato e luminoso foglio con una sola morsura. Gli stati successivi di questa lastra, infatti, riguardano cambiamenti che avvengono solo ai margini dell'immagine.
(Lino Mannocci)
 

vecchio frank

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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Le naufrage, mm.130x183, 1638-41 circa, terzo stato.

Questa acquaforte ha un rapporto interessante e insolito con un quadro che Claude dipinse per Paolo Giordano Orsini, duca di Bracciano, verso il 1637-38. Il quadro, purtroppo, è andato perduto, ma il disegno che lo documentò è conservato al British Museum di Londra (te pareva...).
L'acquaforte, contrariamente al solito, non è in controparte, ma nello stesso verso del dipinto. Questo fatto ha suggerito a Roethlisberger che il duca Orsini, il cui motto era "contra ventos et undas", avesse commissionato l'acquaforte per illustrare il suo motto, e solo in un secondo tempo Claude avesse ripetuto l'immagine in un dipinto. Con un disegno preciso e sensibile, e un'accurata acidatura, , Claude completò questo spettacolare soggetto con un solo intervento. I cinque stati di questa lastra sono dovuti a cambiamenti che avvengono solo ai margini dell'immagine.
(Lino Mannocci)
 

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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Le dessinateur, mm.128x180, 1638-41 circa, secondo stato.

Un disegno del 1639 e il dipinto che gli corrisponde, quest'ultimo oggi nel museo di Cincinnati, sono entrambi collegati a questa composizione. Claude usò sovente il tema del pittore al lavoro all'aria aperta. Lui stesso passava lunghe giornate a disegnare dal vero in compagnia di altri pittori. Si ha la sensazione che Claude intuisse intensamente che la presenza dell'artista dentro la composizione, al lavoro sul disegno che stiamo adesso ammirando, creasse una dimensione di rimando simbolico-metafisica di grande fascino. Benché Hind abbia suggerito che alcuni segni nel taccuino dell'artista potrebbero essere i numeri 43 e quindi indicare che la lastra fu eseguita nel 1643, io non sono di questa opinione.
(Lino Mannocci)
 

vecchio frank

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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Le port de mer au fanal, mm.139x198, 1638-41 circa, terzo stato.

Questa acquaforte corrisponde quasi perfettamente, ma al contrario, ad un disegno del 1633-34. E' probabile che verso la fine del decennio del 1630 Claude abbia preso spunto dal suo Liber Veritatis (dove dall'inizio degli anni Trenta ricopiava tutti i suoi dipinti e disegni per tenerne traccia al fine di contrastare le falsificazioni che cominciavano a diffondersi) per trovare nuovi soggetti per le sue acqueforti. Il motivo della nave vicino al portale di un edificio fu usato da Claude la prima volta in un dipinto datato 1633 ora nella collezione del duca di Buccleuch (chiunque sia...). Durante i cinque stati di questa lastra i cambiamenti furono minimi. Claude intervenne solamente con pochi segni di puntasecca sulle vele della navicella centrale. Sin dalle primissime e rarissime impressioni il foglio è irradiato da una magica luce. Esiste una copia al contrario di questa acquaforte incisa da F. Basan.
(Lino Mannocci)
 

vecchio frank

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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Le pont de bois, mm.128x194, 1638-41 circa, quarto stato.

Questo rame è sicuramente collegato sia con il disegno "Paesaggio della partenza di Rebecca" che con il dipinto fatto per il cardinale Angelo Giori nel 1640-41. I sette stati di questa acquaforte sono tutti caratterizzati da piccole variazioni ai margini dell'immagine. Sembrerebbe che anche in questa lastra Claude abbia ottenuto i risultati desiderati con estrema semplicità.
(Lino Mannocci)
 

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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Le port de mer à la grosse tour, mm.130x193, 1641 circa, terzo stato.

Il disegno preparatorio per questa acquaforte è conservato a Firenze alla Galleria degli Uffizi. E' uno splendido disegno completamente diverso da quel primo disegno preparatorio che Claude usò per La tempete nel 630. Nel disegno degli Uffizi i dettagli sono quasi completamente assenti, e lo spazio, la luce e le cose sono realizzati per mezzo di macchie tonali giustapposte. L'effetto atmosferico è misterioso e affascinante. Malgrado l'assenza di dettagli, il disegno porta le tracce della punta usata per il trasferimento della composizione sul rame. Anche un altro disegno, che riproduce un dipinto ora perso, è collegato a questa composizione. Il rame fu rilavorato da Claude dopo il primo stato, ma i rimanenti stati sono caratterizzati da minimi cambiamenti perlopiù situati ai margini dell'immagine. Blum aveva datato l'acquaforte al 1635-36, benché sembra esserci una data (il 1641 al contrario) incisa sul sacco per terra, e ripetuta più chiaramente sul sacco che l'uomo al centro della scena regge sulla spalla. Esiste una copia anonima che a prima vista può essere scambiata per l'originale. L'intento era ovviamente quello di creare un falso, dato che il copista ha persino riprodotto il numero 9 sul margine sinistro del rame. Il particolare che la rende più identificabile è la torre sulla cima della collina sullo sfondo: nella copia la torre è meno quadrata che nell'originale.
(Lino Mannocci)
 

vecchio frank

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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Le troupeau en marche par un temps orageux, mm.161x220, 1650 circa, secondo stato.

Questa è la prima acquaforte che Claude fece dopo un intervallo di una decina d'anni. Non si conoscono le ragioni per cui l'artista decise di riprendere l'attività incisoria, né del resto perché avesse deciso di abbandonarla. Roethlisberger nel suo splendido catalogo ragionato dei disegni di Claude non specifica se "Paesaggio pastorale", un disegno nella collezione del Conte di Leicester, porta i segni della punta usata per il trasferimento della composizione sulla lastra. Pur non avendo visto personalmente il foglio io sono dell'opinione che questo sia il disegno preparatorio per questa acquaforte. Il disegno è datato, ma le ultime due cifre sono illeggibili. Il cielo minaccioso di questa immagine, in particolare nel primo stato, ricorda il cielo della "Tempête" del 1630, benché nel disegno preparatorio il cielo sia decisamente più calmo. Nel primo stato, di cui esiste una sola impressione al (facile indovinare...) British Museum, il cielo è pesante ma la terra è piena di luce, una luce grigio brillante, ottenuta attraverso una serie di brevi segni multidirezionali che raramente arrivano al nero, ma segnano quasi tutta la superficie del foglio. L'immagine è splendida, ma statica. Il bastone alzato del pastore, che spinge in fretta gli animali verso un riparo, rimane un gesto vuoto. Per evidenziare il movimento da destra a sinistra, Claude rilavorò la lastra e creò delle fasce orizzontali parallele di tono alternato. Sulla fascia scura di mezzo gli animali adesso si muovono come su di una corsia di emergenza. Alleggerendo il cielo sulle colline in lontananza e portando in primo piano i forti contrasti tonali, Claude rende perfettamente il senso dell'incipiente dramma: il temporale che ha appena lasciato le colline tra pochi istanti si riverserà con tutta la sua violenza sul pastore e i suoi animali.
(Lino Mannocci)
 
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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Berger et bergère conversant, mm.200x258, 1651 circa, dall'alto in basso: secondo, terzo e sesto stato.

Lo spunto per questa acquaforte è un disegno tratto da un quadro dipinto da Claude per Pietro Terenzio. Nonostante il suo legame con queste opere, che sono della metà degli Quaranta, questa acquaforte è tradizionalmente datata 1651-52 a causa della sua vicinanza stilistica con "Le troupeau en marche par un temps orageux" (vedi post sopra) che è datato in lastra 1651. Durante i primi cinque strati la lastra subì radicali modifiche. E' affascinante vedere come Claude inseguì con tenacia la realizzazione della sua visione. Il primo strato è conosciuto attraverso un'unica impressione ritoccata a penna dall'artista. E' una pagina magica, il segno è leggero e pervade tutto il foglio. L'occhio non riesce a seguire un percorso, le figure, gli animali e la vegetazione si equivalgono e il nostro sguardo vagherebbe senza meta se non fosse per queste correzioni a penna, ormai ingiallite dal tempo, che ci indicano non solo una possibile geometria, ma anche il pensiero dell'artista. Negli strati successivi Claude procedette a semplificare la composizione. Nel terzo stato il gruppo d'alberi sulla destra diventarono più pesanti e compatti, mentre gli alberi al centro dell'immagine vennero ridotti, permettendo così al cielo di espandersi. La nuova immagine ha un'atmosfera più tranquilla e allo stesso tempo maestosa. Ma per Claude evidentemente l'immagine non funzionava ancora come avrebbe dovuto. Il terreno in primissimo piano venne ulteriormente semplificato, rami e ramoscelli vennero eliminati, e allo stesso tempo le rocce su cui sono seduti i pastori vennero accentuate. In questo nuovo stato lo sguardo penetra l'immagine proprio attraverso questa arida e lucente porzione di terreno, da sinistra verso destra, per poi ritornare verso sinistra seguendo il movimento degli animali, fino all'albero all'estremità del foglio. Di qui, seguendo i meandri del fiume, si ritorna poi a destra verso il ponte e così via. La composizione finale ha completamente stravolto il rapporto che esisteva inizialmente tra i due pastori e tra questi e il paesaggio. Le prime impressioni erano rumorose, piene di movimenti repentini, di conseguenza la giovane coppia risultava priva di intimità. Adesso si sente appena lo scorrere del fiume e il passaggio degli animali. In questa calma il volto della donna proteso vero il compagno diventa una promessa e il gesto del braccio un invito al nostro sguardo a penetrare dolcemente il paesaggio in tutta la sua dovizia. L'immagine è diventata intima e maestosa.
(Lino Mannocci)
 
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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Mercure et Argus , mm.160x222, 1662, secondo stato.

Tra il 1659 e il 1661 Claude dipinse un quadro, "Paesaggio con Mercurio e Argo" per Michel Passard (ora nella collezione Harwood). Claude si ispirò sicuramente a questa composizione per il disegno preparatorio per questo acquaforte. Questo meraviglioso disegno è oggi ancora a Roma, nella collezione Parravicini. Claude trasse il soggetto per questi tre lavori dalle Metamorfosi di Ovidio, dove si narra che Giove trasformò la bellissima Io in giumenta per proteggerla dalla gelosia di Giunone. Quest'ultima, restando comunque gelosa, inviò Argo a controllare la giumenta. Giove a questo punto impietositosi della condizione di Io, inviò Mercurio a cullare ed addormentare Argo con la propria musica, per poi decapitarlo (zac!). Il primo stato di questa acquaforte è conosciuto solo attraverso una controprova ritoccata a penna e inchiostro. Nel secondo stato l'immagine venne rilavorata e le correzioni a penna della controprova trasferite sulla lastra. Claude inviò un'impressione del secondo stato a Monsieur Passard, per cui aveva eseguito il dipinto dello stesso soggetto. Lorenzen acquistò questa impressione, ora nel Museo Reale di Copenhagen, da un rigattiere in Danimarca per il prezzo della cornice, alla metà degli anni Cinquanta del Novecento.
(Lino Mannocci)
 

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