Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini

CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Le Temps, Apollon et les saisons, mm.197x256, 1662, quinto stato.

L'idea per questa composizione, insolita per Claude, probabilmente originò da un quadro di Poussin, "Danza della vita umana" del 1639-40, dipinto per Giulio Rospigliosi. In particolare la figura del Tempo ricorda moltissimo, anche se in controparte, la figura nel quadro del collega francese. Nel suo primo testamento Claude lasciava a suo nipote Jean "un quadro con cornice dorata rappresentante il ballo delle quattro stagioni". Roethlisberger ha suggerito che questo lascito si riferisce probabilmente al disegno preparatorio per questa acquaforte. Questo splendido disegno è ancora oggi a Roma nella collezione Parravicini, eredi dei Rospigliosi. Durante i sette stati di questa acquaforte l'immagine non subisce dei grandi cambiamenti. Claude mandò un'impressione di questa acquaforte a Michel Passard con una iscrizione al retro. Questa stessa impressione nel 1884 apparteneva a Sir Francis Seymour Haden e fu venduta da Sotheby's ad un mercante di New York. Il Colignon acui si riferisce la dedica che Lorrain iscrisse al retro è probabilmente Francois Colignon, allievo di Callot,e incisore prevalentemente di architetture romane.
(Lino Mannocci)
 
CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Le chevrier, mm.173x231, 1663, secondo stato.

Nel secondo stato il rame porta la data 1663. Poco tempo dopo aver finito questa acquaforte Claude s'ammalò gravemente e, convinto di morire, dopo aver salutato parenti ed amici, fece testamento lasciando istruzioni per la disposizione di tutti i suoi beni. Superò invece quella malattia e visse per quasi altri vent'anni, continuando a dipingere, anche se per poche ore al giorno, ma non fece più acqueforti. L'atmosfera di grande tranquillità di quest'ultima acquaforte la rende particolarmente commovente e ne fa una nobile conclusione all'attività incisoria di questo grande maestro.
(Lino Mannocci)

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Ieri ho fatto la mia personalissima conoscenza con Daniel Hopfer. Questa sua incisione (immagine dalla Pinacoteca di Bologna)
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mi ricorda straordinariamente uno dei mosaici di Escher (tratto da wikiart)
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Ciò che pare buffo è che non se ne faccia alcuna menzione nella letteratura online.
Motivo in più per prediligere ancora le biblioteche 😎
 
Incisioni di Tranquillo Mariani, da lui realizzate e stampate personalmente presso il laboratorio dell'associazione Marte Martesana a Villa Besozzi in quel di Carugate (MI). L'autore, un ex metalmeccanico, mi ha descritto la tecnica personalmente e così la sintetizza in un video pubblicato sul suo profilo Instagram: "tecnica all'acqua e procedimento per asciugare le gocce, poi acquaforte e acquatinta".

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Molta perseveranza nella ricerca e un po' di bottom mi hanno permesso di portare a casa questo foglio un bulino di Hendrick Goltzius - Wikipedia. Avrei potuto postarlo nella discussione dei mercatini, pur non avendolo preso ad un mercatino, ma sta meglio qua. Il prezzo non posso dirlo, non è etico :eek:. Peraltro il venditore insisteva che le stampe non valgono niente ... e allora dallo a me. Peccato solo che tre angoli siano incollati ma pazienza, un difetto a questo punto minore.

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Ora l'influsso dureriano è più che evidente, vedere ad esempio la Morte della Vergine dalla serie Vita della Vergine:

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Inutile dire del richiamo alla Pietà di Michelangelo, anche se la posizione dei volti è leggermente diversa (altrimenti l'autore sarebbe stato un copista e invece ha messo la sua personalità).

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Pertaltro il Goltzius fu in Italia e a Roma nel 1590 e sarebbe stato strano se non l'avesse vista, non dispongo di studi specifici su questo foglio ma non ne dubito. Riguardo invece alle luci che sprigionano le teste (circolare dietro la testa di Maria e a stella dietro quella di Cristo) un superbo critico come Panofsky ha scritto pagine dedicate che ho letto qualche tempo fa, se le recupero ne faccio una sintesi.
Chiarisco che non sono solito incensare le mie cose ma questo foglio brilla di luce propria (peraltro non devo vendere niente a nessuno).
 
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Ultima cose, il superbo uso del bulino. Il foglio è lungo in verticale solo 17 centimetri e certi dettagli bisogna vederli da vicino altrimenti sfuggono. E poi la resa dei volumi del corpo...
 

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