La corsa al femminile in 13 punti
1 – Non lasciatevi influenzare da chi giudica il vostro stile di corsa o i vostri tempi. Voi correte per voi stesse! Per approfondirela tematica relativa allo stile leggete il nostro articolo L’efficienza della corsa.
2 – Non lasciatevi influenzare da chi vi suggerisce (perché siete donna!) un allenamento blando. Solo un’attività fisica intensa porta dei reali benefici. Si legga a questo proposito il fondamentale articolo Sport: alta o bassa intensità? che spiega perché è di poco o nulla utilità svolgere un’attività sportiva blanda.
3 – Lo sport è un’attività seria: mentre correte non usate le cuffiette per ascoltare la musica e non copritevi più del dovuto (magari per cercare di sudare!).
Per comprendere le motivazioni di questi due consigli che qualcuno potrebbe giudicare controcorrente, vi invitiamo a leggere rispettivamente i nostri articoli Corsa e musica e La sudorazione ottimale che approfondiscono nel dettaglio le due tematiche, offrendo, tra l’altro, interessanti suggerimenti pratici.
4 – Ciascuno di noi, uomo o donna che sia, ha punti di forza e di debolezza. Uno studio sugli infortuni legati alla corsa ha mostrato che le donne sono maggiormente soggette, rispetto agli uomini, a distorsioni della caviglia, fratture da stress e problemi alle anche, mentre sono meno soggette a infiammazioni al tendine di Achille, fascite plantare e infortuni al quadricipite. Ogni donna dovrebbe poi aver presente che l’osteoporosi è una patologia tipicamente femminile. Oltre alla lettura dell’articolo generale che tratta di tale patologia si consiglia la consultazione degli articoli La dieta per l’osteoporosi e La mineralometria ossea computerizzata (MOC), con particolare riguardo, relativamente a quest’ultimo, al paragrafo Mineralometria ossea computerizzata e attività sportiva.
5 – Statisticamente, le donne corrono approssimativamente più lentamente degli uomini di circa 20″/km. L’atleta femminile che deciderà di competere agonisticamente nelle categorie amatoriali troverà probabilmente una concorrenza molto scarsa (spesso le partecipanti si contano sulla punta delle dita). Deve imparare a giudicare la sua prestazione non dal piazzamento, ma dal suo riscontro cronometrico, eventualmente rapportandolo a quello maschile. Per approfondimenti su questo punto rimandiamo al nostro articolo La differenza prestativa uomo-donna.
donna e corsa – Attualmente si ritiene che un esercizio moderato durante una gravidanza normale sia assolutamente sicuro per il bambino. La precauzione più importante: evitate di surriscaldarvi (una temperatura corporea superiore a 38 °C può provocare danni al nascituro). Per verificare lo stato della temperatura, all’inizio della gravidanza misurate la temperatura rettale subito dopo una corsa. Finché si mantiene sotto i 38 °C potete mantenere lo stesso livello di sforzo durante la gravidanza. Se aumentate intensità o durata verificate nuovamente la temperatura. Inoltre evitate la doccia calda dopo l’allenamento. Approfondimenti su questa tematica si trovano nel nostro articolo Gravidanza e corsa.
7 – Le donne generalmente hanno piedi più sottili di quelli degli uomini; quando acquistate le scarpe, fareste probabilmente meglio a cercare un modello specifico per le runner. Tuttavia non sempre è così: se la forma del vostro piede lo consente, potrete anche acquistare scarpe per uomini. In ogni caso scegliete sempre una calzatura adatta al vostro piede. Questo argomento è trattato nel dettaglio nell’articolo Scegliere la scarpa da running (paragrafo: Sesso).
8 – Consideratevi comunque e sempre un’atleta. Non fate mai ciò che un’atleta professionista non farebbe mai.
9 – Se correte con uomini sceglieteveli intelligenti: lasciate perdere quelli che, se battuti, cercano rivincite.
10 – I due minerali a cui le runner devono prestare maggiore attenzione sono il calcio e il ferro (il ferro è particolarmente importante durante il periodo mestruale). Da sfatare il mito degli spinaci: i sali di ferro in essi contenuti sono di difficile assorbimento. Un’avvertenza: le runner che si allenano intensamente, hanno avuto una gravidanza nei due anni precedenti o consumano meno di 2.500 calorie al giorno dovrebbero sottoporsi ad analisi del sangue più approfondite rispetto al semplice livello di ferro (sideremia), monitorando anche la ferritina, la transferrina e la capacità totale di legare il ferro.
Per ulteriori approfondimenti si legga Il grande abbaglio del ferro.
11 – È possibile correre con un cane solo se è docile, non aggressivo nei confronto di altri cani o umani e sufficientemente atletico (deve amare le corsa!): i cani da caccia possono essere la scelta ideale.
12 – Non c’è alcuna necessità di saltare un allenamento o una gara a causa delle mestruazioni. Se soffrite di crampi, spesso la corsa allevia il dolore, grazie al rilascio di endorfine stimolato da questa pratica sportiva. Allenamenti a ritmo veloce o in collina possono essere particolarmente efficaci, secondo Jody Weitzman del Maryland Women’s Health and Support Services. Eventualmente utilizzate due assorbenti affiancati per una protezione più sicura.
13 – Se correte molto intensamente e le vostre mestruazioni si riducono o scompaiono, potreste rischiare danni ossei. L’amenorrea (l’assenza di mestruazioni) indica che il livello di estrogeni nel vostro organismo è basso o nullo. Gli estrogeni sono essenziali per il mantenimento del livello ottimale di minerali nelle ossa. Le runner amenorroiche possono correre ai ripari assumendo estrogeni e calcio. Qualsiasi runner con questo tipo di problema deve consultare il ginecologo, meglio se particolarmente sensibile alle necessità di chi corre. Per approfondimenti su questo punto si rimanda all’articolo Corsa e ciclo mestruale.
Donna e corsa: gli aspetti psicologici
donna e corsaIl test del moribondo (altresì noto come Fit People Test) applicato a un campione di popolazione fra i 23 e i 60 anni darebbe circa i seguenti risultati: uomini positivi 15%, donne positive 4%. Ricordo che si tratta di percorrere 10 km in un’ora. Si potrebbe subito obiettare che per le donne, fisiologicamente più deboli degli uomini, si dovrebbe o diminuire la distanza o dilatare il tempo. In realtà, fisiologicamente fra un uomo e una donna ci sono circa 20″/km di differenza. Anche tenendo conto di questa correzione (6’20″/km per le donne e 6’/km per gli uomini), la percentuale di donne in grado di superare il test non arriverebbe alla metà della percentuale dei maschi.
Se consideriamo anche il risultato della prova di ammissione all’accademia di Modena effettuato alcuni anni fa (2003) dove solo 41 donne su 569 riuscirono a superare i quattro test fra cui il più duro si era rivelato essere l’ultimo, ovvero percorrere un chilometro in 4’30”, si deve concludere che lo sport ha grossi problemi a entrare nell’universo femminile. Se è vero che l’educazione fisica nelle scuole è particolarmente carente per bambine e ragazze, è altrettanto vero che moltissime donne cercano di seguire un’alimentazione corretta e frequentano le palestre: com’è possibile che non arrivino a livelli fisici accettabili? Cercando di non perdere le navigatrici che sono arrivate fin qui, vediamo di inquadrare la situazione con dati realistici.
Il femminismo – Le battaglie femministe purtroppo non sono riuscite a far emergere la donna nel mondo dello sport, anzi si direbbe che abbiano avuto come unico effetto quello di allontanarla: da un lato donne in carriera che per essere uguali agli uomini imitano la parte peggiore della psicologia maschile (cioè la dedizione al lavoro per raggiungere il successo, la fama, i soldi), dall’altro donne che, rifiutando il femminismo, continuano ad alimentare una visione tradizionale (direi preistorica) della donna, tutta votata (direi immolata) all’amore per il compagno, per i figli, la famiglia. Ciò che manca è cioè il giusto compromesso che si è invece realizzato in altri Paesi dove la donna ha affermato sé stessa senza perdere di vista la qualità della vita e senza entrare in una competizione continua con l’uomo.
La motivazione – È vero che moltissime donne sono a dieta, leggono ogni pagina di fitness delle riviste femminili, vanno in palestra ecc., ma è anche vero che la motivazione non è quasi mai l’efficienza fisica, ma piuttosto l’apparire belle e desiderabili per l’uomo. Così da una parte troviamo le anoressiche (deboli e magre anziché forti e magre), dall’altra tutte quelle per cui andare in palestra o rinunciare alla brioche è uno sforzo immenso, che vale la pena fare finché non si è trovato l’uomo della propria vita.
La sfida – Perché non dirsi la verità e scoprire che finora si è fatto dello pseudosport, un po’ per mettersi la coscienza a posto e un po’ per evitare la fatica e la sofferenza fisica? Perché non provare prima a superare il test di Modena (un chilometro in 4’30”) e poi quello del moribondo (10 km in un’ora). Se non ce la fate, la prossima volta che vi sentite depresse chiedetevi se in parte non è colpa della vostra pigrizia esistenziale.