Caso Coppola/ Si allarga l'inchiesta: indagati anche Faenza e D'Aguì
Giovedí 03.05.2007 13:43
Danilo Coppola
Nell'ultimo anno e mezzo, cioè dall'acquisizione di Ipi dell'ottobre del 2005, il gruppo Coppola ha ottenuto finanziamenti da istituti di credito per importi che potrebbero aver superato ampiamente i limiti previsti dalle norme della Banca d'Italia. E' l'ipotesi investigativa che ha portato la procura di Roma a contestare i reati di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita e all'ostacolo all'attività di vigilanza di Palazzo Koch all'immobiliarista (in carcere dal primo marzo scorso)
e ad alcuni funzionari di banca che con Coppola hanno avuto rapporti economici.
Per questa ragione sono finiti sotto inchiesta, con tanto di perquisizione effettuata dai militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza,
Massimo Faenza, ad di Banca Italease,
Pietro D'Agui', ex ad di Banca Intermobiliare,
Massimo Bianconi, direttore generale di Banca delle Marche ed ex funzionario di Unicredit Private Banking, nel periodo 2003-2004, e uno stretto collaboratore di quest'ultimo, Santo Fichera, capo area del Lazio.
L'acquisizione e il sequestro di materiale documentale sarà utile a chi indaga per capire se Coppola beneficiava di sostanziosi finanziamenti dando in cambio denaro o concedendo favori ai soli funzionari di banca con cui aveva rapporti o se, addirittura, esisteva una connivenza diretta dell'istituto di credito.
All'attenzione degli investigatori, infatti, ci sono i trattamenti di favore di cui ha goduto Coppola,
l'entità dei vari finanziamenti (si parla di decine di milioni di euro), lo sforamento dei tetti massimi, e la valutazione, a volte spropositata, dei tanti immobili riconducibili al gruppo. Bianconi, secondo gli inquirenti, ha lavorato in passato con Stefano Ricucci, più volte finanziato dal primo, grazie ai buoni uffici di Francesco Bellocchi, cognato del proprietario del gruppo Magiste.
Quando però
Bellocchi ha litigato con Ricucci, tanto che ora pende tra i due un contenzioso in sede civile e penale, ed e' poi passato a collaborare con Coppola, è stato quest'ultimo a usufruire dei finanziamenti concessi da Bianconi.
Italease - è l'ipotesi della procura - attraverso Faenza avrebbe fatto molti contratti di leasing con società estere intestate a prestanome ma riconducibili nei fatti a Coppola.
Quanto alla Bim, dai documenti agli atti dell'inchiesta risulta che l'istituto di credito ben sapeva che corposi finanziamenti sono stati erogati all'immobiliarista,
anche se a chiederli ufficialmente era sempre la moglie Silvia Necci. Così facendo l'amministratore delegato dell'istituto di credito avrebbe tratto in inganno la Banca d'Italia, tenendole nascosto un dato falso.
Gli accertamenti di oggi hanno riguardato anche la Mercantile leasing, ma nessuna ipotesi di reato e nessuna iscrizione sul registo degli indagati è scaturita da una verifica contabile.
http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/coppolafaenza0305.html