Noi risparmiatori e investitori avremo imparato a leggere con attenzione? Avremo fatto tesoro dalle nostre esperienze passate? Stiamo imparando a difenderci in un mondo sempre più pericoloso?
Temiamo fortemente che le risposte siano negative, visto che nulla, ma proprio nulla, sta cambiando. Ad esempio in tema di nuove quotazioni sul Mercato azionario italiano.
Ci siamo già dimenticati le recnti operazioni ed è tutto come sempre: gli organismi di controllo autorizzano, i giornali commentano positivamente, gli analisti e le banche consigliano, l'orchestrina suona e i risparmiatori ballano…
Veniamo al punto: comprereste una partecipazione in un'azienda di cui vengono cantate le lodi, sbandierati l'incredibile tasso di sviluppo, la crescita senza fine, l'eccezionale livello di innovazione, ma nella quale chi sta vendendo e vi propone l'affare non sono altri che il vicepresidente, l'amministratore delegato e il top management?
Bene. Se l'esperienza passata non ci è servita a nulla e la nostra risposta alla domanda precedente è affermativa avete una irripetibile (!?!) opportunità in questi giorni: IW Bank, la banca on line del gruppo BPU.
Dato che ci auguriamo che, ormai, tutti abbiamo imparato a leggere procediamo insieme.
Leggiamo dal Prospetto informativo relativo all'offerta pubblica di vendita e sottoscrizione e all'ammissione a quotazione sul Mercato Expandi delle azioni ordinarie IW Bank S.p.A. a pagina 45: "In data 28 gennaio 2004 Qwerty, società neo-costituita dal management e da altri dipendenti della Società, acquistò da Centrobanca il 29% del capitale sociale della Società, in esecuzione degli accordi precedentemente pattuiti, per circa Euro 1,8 milioni, pari ad Euro 0,092 per azione". Si noti che a sua volta Centrobanca aveva rilevato ad un prezzo che potremmo definire "politico" la partecipazione dal Gruppo SanPaolo-IMI, che aveva investito diverse decine di milioni di euro in pochi anni nella start-up.
E ancora a pagina 46 del Prospetto: "Il 12 maggio 2006 Banche Popolari Unite S.c.p.A. ha acquistato da Banca IMI il residuo 20% del capitale sociale della Società, per circa Euro 9,3 milioni, pari ad Euro 0,698 per azione".
E ancora a pagina 283 del Prospetto: "L'Emittente, anche sulla base di analisi svolte dal Coordinatore dell'Offerta Globale, al fine esclusivo di consentire la raccolta di manifestazioni di interesse da parte degli Investitori Istituzionali nell'ambito del Collocamento Istituzionale, ha individuato, d'intesa con il Coordinatore dell'Offerta Globale e gli azionisti venditori, un intervallo di prezzo delle azioni della Società compreso fra un valore minimo non vincolante ai fini della determinazione del Prezzo di Offerta pari a di Euro 3,60 per azione ("prezzo minimo") ed un valore massimo vincolante ai fini della determinazione del Prezzo di Offerta pari a Euro 4,95 per azione ("prezzo massimo"), a cui corrisponde una valorizzazione del capitale economico della Società pari rispettivamente a circa Euro 239,8 milioni e circa Euro 329,8 milioni". Quante belle valutazioni in fase di offerta pubblica abbiamo visto in passato…
Se negli ultimi anni abbiamo anche imparato a far di conto procediamo insieme.
Il valore di una azione, quindi la valutazione della società, è passata dai 0,092 euro per azione del 28 gennaio 2004 ai 4,275 euro (vogliamo per comodità prendere un valore medio della forchetta dei prezzi di collocamento poc'anzi riportati?). La valutazione della società è quindi cresciuta di circa 46 volte nel periodo considerato.
A fronte di cosa? Immaginiamo dei risultati fantasmagorici, che dal 2004 al 2006 hanno avuto questa progressione:
· commissioni nette: da 22,58 milioni a 29,32 milioni (+30%, ovvero 1,3 volte);
· ricavi: da 29,8 milioni a 40,5 milioni (+36%, ovvero 1,36 volte)
· utile netto: da 7,2 milioni a 2,2 milioni (- 69%).
I risultati sono confortanti: la valutazione della società è cresciuta di circa 46 volte e l'utile netto si è ridotto di due terzi…
A questo punto cosa pensano di fare i vertici della società? Vendere un bel pacchetto di azioni (3.975.000, oltre alla greenshoe di 1.338.000), praticamente da loro acquistato a 0,092 euro per azione, e possedute mediante la società Qwerty, realizzando una plusvalenza compresa tra 14 milioni di euro (al prezzo minimo della forchetta del collocamento senza considerare la greenshoe) e 26 milioni (al prezzo massimo con greenshoe).
Non contenti dell'operazione, ritenuta forse troppo poco remunerativa, cosa hanno pensato di fare il Vicepresidente, l'Amministratore delegato e il top management prima della quotazione?
Hanno in primo luogo pensato bene di sottoscrivere un piano di stock option, già a bilancio nell'esercizio 2006 (pagina 93 del Prospetto informativo), per 5.461.000 euro. Diciamo una bella fetta dell'utile 2006 della Banca…
Vicepresidente e Amministratore Delegato si sono poi deliberati nel Consiglio di Amministrazione del marzo 2006 un compenso straordinario rispettivamente di 300.000 euro e 400.000 euro (pagina 122 del Prospetto informativo). Diciamo che una "piccola" fetta è stata lasciata anche al top management (pagina 122 del Prospetto informativo).
Con eccezionale tempismo, nel Consiglio di Amministrazione del 18 aprile 2007, viene deliberato a favore dell'amministratore delegato, con voto favorevole unanime di consiglieri e sindaci, un mutuo ipotecario di 1.350.000 euro, anche se, a onor del vero, alle medesime condizioni praticate alla clientela ordinaria… (pagina 138 del Prospetto informativo).
E non vi annoiamo ulteriormente con i tecnicismi, gli ulteriori benefici futuri già deliberati e i dettagli dei piani di stock option.
Vi rimandiamo ad una attenta e approfondita lettura del Prospetto informativo.
La morale di tutto ciò, cari amici, è sempre la stessa.
Se anche accantoniamo i discorsi sulla sostenibilità della crescita di aziende di questo tipo - al riguardo vi facciamo notare che nel periodo 2004-2006 ad una crescita dei conti correnti della banca del 40% (valore sicuramente degno di nota) corrisponde una crescita di operazioni giornaliere della clientela del 5% e dei costi operativi di più del 30% (dati che si commentano da sé) - si gira al Mercato e, in particolare, ai fortunatissimi clienti (ai quali è riservato il 75% dell'offerta pubblica) e dipendenti (che hanno diritto ad uno sconto sul prezzo del 10%) il rischio futuro, che qualcuno conosce perfettamente.
Intanto per gli artefici dell'operazione non ci sono problemi. Se le cose, dato che il flottante in Borsa sarà limitato (circa 18%), dovessero andare tutto sommato bene ci sono i piani di stock option che porteranno ulteriori benefici, in caso contrario il problema sarà esclusivamente nelle mani dei risparmiatori che avranno sottoscritto le azioni in fase di collocamento a prezzi che si commentano da sé …
Sia chiaro, l'operazione è del tutto regolare, il problema riguarda l'etica: un bel gruppo di soggetti che conoscono perfettamente la situazione si arricchirà, dati i prezzi di collocamento, con certezza spostando il rischio sui risparmiatori.
Ma almeno sappiano che abbiamo imparato a leggere...