Obbligazioni valute high yield ISLANDA e Obbligazioni in ISK (1 Viewer)

troppidebiti

Forumer storico
ahahhaha vera questa cosa

in effetti gli islandesi mugugnano da quasi un anno strani rating...tra l' altro l' islanda mi sembra fosse AAA:D:D:D:lol::lol::lol::lol:
 

tommy271

Forumer storico
ahahhaha vera questa cosa

in effetti gli islandesi mugugnano da quasi un anno strani rating...tra l' altro l' islanda mi sembra fosse AAA:D:D:D:lol::lol::lol::lol:

Se il governo greco avesse fatto la stessa cosa (tra l'altro le banche greche, oltre alle obbligazioni del proprio debito pubblico , non sono piene di asset tossici come quelle del paese dei ghiacci) apriti cielo ...
 

Imark

Forumer storico
un'opinione diversa:

...

You Take Risk, You Pay The Price

This case is easy. There is no free lunch. Extra yield comes with risk. If you take risks, you pay the price. Icelandic citizens should not have to bear the brunt of this folly. I commend Iceland for telling the UK and Netherlands where to go.

Including the Netherlands, the amount in question is about $5 billion. With the veritable $trillions being flipped like pancakes these days, $5 billion might not sound like much. However, it is a very big deal to Iceland.

...

Mi può anche andare bene, però allora regole comuni e chiare sull'operatività delle banche estere in ciascun paese, e possibilità per ciascun paese di escludere dalla raccolta di liquidità quelle banche estere che non offrano garanzie adeguate senza che a queste sia consentito di invocare la libertà di impresa, sol perché ne godono in forza delle leggi del proprio paese.
 

troppidebiti

Forumer storico
forti questi islandesi ricordo ancora mesi fa i titoli delle news "rimborseremo gli inglesi ecc..ecc..." io pensavo che l' avessero già fatto da tempo e invece niente...una cosa sono gli annunci ed una cosa i fatti o meglio gli accrediti:lol::lol::lol:
 

tommy271

Forumer storico
Islanda ha avuto rassicurazioni da Gb su ingresso Ue-min. Esteri

giovedì 7 gennaio 2010 17

STOCCOLMA, 7 gennaio (Reuters) - Il ministro degli Esteri islandese dice di aver ricevuto rassicurazioni dal ministro degli Esteri britannico David Miliband sul fatto che il rifiuto da parte del presidente Olafur Grimsson di firmare la legge Icesave sul rimborso del debito non avrà alcuna ripercussioni sulla richiesta di ingresso dell'Islanda nella Ue.
Grimsson si è rifiutato di firmare una legge per rimborsare ai risparmiatori britannici e olandesi oltre 5 miliardi di dollari investiti nelle banche islandesi.
La decisione presidenziale rende obbligatoria l'indizione di un referendum sulla legge.
"Ho parlato con il segretario degli Esteri Miliband e ho il suo permesso di affermare ufficialmente che questo non pregiudica la richiesta di entrare a far parte della Ue", ha detto il ministro degli Esteri islandese Össur Skarphedinsson in un'intervista telefonica con Reuters.
Il ministro ha aggiunto che il governo di coalizione sta facendo ogni sforzo per limitare le potenziali ricadute della decisione del presidente Grímsson e ha sottolineato la necessità per l'Islanda di ricevere il sostegno dai vicini paesi nordici nell'ambito del programma di aiuti alla nazione da parte del Fondo monetario internazionale.
"Vorrei sottolineare che se i paesi nordici non saranno accanto a noi, sarebbe un colpo terribile e sarebbe in disaccordo con ciò che i loro leader hanno detto e con le nostre relazioni di lunga durata", ha detto.
 

tommy271

Forumer storico
Islanda: Grimsson, pagheremo debiti

'Onoreremo impegni' con Gran Bretagna e Olanda

07 gennaio, 15,56
(ANSA) - ROMA, 7 GEN - L'Islanda ripaghera' i debiti alla Gran Bretagna e all'Olanda. 'L'Islanda onorera' i suoi impegni' ha detto il Presedente Olafur R.Grimsson. 'La legge che ho firmato a settembre e' basata su un accordo siglato con il governo britannico e olandese'. Ma non e' detto che Londra accetti questo accordo perche', spiegano gli analisti britannici, a differenza della legge passata dal parlamento di Reykjavik, non prevede garanzie statali che assicurano il pagamento totale del debito.
 

piergj

Forumer attivo
Si complica la situazione in Islanda, più dal punto di vista politico che finanziario, soprattutto in relazione agli aiuti che il Paese ha avuto da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dall'Eurozona. Il Governo islandese si avvia, infatti, ad indire un referendum, da tenersi il 20 febbraio, sulla restituzione a Gran Bretagna e Paesi Bassi dei 5 miliardi di dollari persi dai loro risparmiatori nell'ambito del collasso delle banche. Secondo il Ministro delle Finanze islandese Gylfi Magnusson, un esito negativo del referendum ed, in generale, ogni ritardo nel rimborso dei depositi potrebbe mettere in discussione il programma di aiuti del FMI, nonché gli sforzi per allentare i controlli sui capitali, con ulteriori conseguenze negative sull'economia. Il Parlamento islandese aveva già approvato, alla fine del 2009, la restituzione dei fondi, ma il presidente della Repubblica Olafur Grimsson ha stupito tutti non firmando il provvedimento, passaggio necessario per la trasformazione in legge. Il rifiuto del presidente implica, in termini costituzionali, che l'Islanda si esprima sulla legge attraverso un referendum; per altro i sondaggi mostrano una certa freddezza da parte della popolazione, poco incline a perdere l'indipendenza della nazione piegandosi alle richieste della comunità finanziaria, che invece spinge per l'approvazione del provvedimento.
La vicenda sta determinando una revisione del merito di credito sovrano da parte di tutte le principali agenzie. Moody's ha, infatti, affermato che il no del Presidente della Repubblica ai rimborsi complica l'uscita dell'Islanda dalla crisi, aggiungendo che la rinnovata instabilità politica potrebbe portare ad azioni di segno negativo sul rating del Paese, attualmente pari a Baa3 (con prospettive stabili). Il 5 gennaio Fitch aveva già ridotto il rating islandese a BB+ (da BBB-), assegnando un Outlook Negativo, mentre nello stesso giorno S&P aveva messo il rating del Paese (BBB-) sotto osservazione con implicazioni negative, aprendo la strada ad un possibile downgrade. Il vero nodo resta il meccanismo di aiuti stanziati all'Islanda, di fatto inceppatosi dopo la decisione presa da Grimsson. Le principali reazioni sono state la minaccia da parte della Gran Bretagna di isolare l'Islanda a livello finanziario, ed eventualmente di porre il veto alla sua adesione all'Unione Europea, oltre al congelamento di parte del prestito da 10 miliardi di dollari da parte dei Paesi Nordici.


...mi chiedevo se è vera questa notizia e, se non contrasta con gli ultimi messaggi...

Ciao

PJ
 

Imark

Forumer storico
Si complica la situazione in Islanda, più dal punto di vista politico che finanziario, soprattutto in relazione agli aiuti che il Paese ha avuto da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dall'Eurozona. Il Governo islandese si avvia, infatti, ad indire un referendum, da tenersi il 20 febbraio, sulla restituzione a Gran Bretagna e Paesi Bassi dei 5 miliardi di dollari persi dai loro risparmiatori nell'ambito del collasso delle banche. Secondo il Ministro delle Finanze islandese Gylfi Magnusson, un esito negativo del referendum ed, in generale, ogni ritardo nel rimborso dei depositi potrebbe mettere in discussione il programma di aiuti del FMI, nonché gli sforzi per allentare i controlli sui capitali, con ulteriori conseguenze negative sull'economia. Il Parlamento islandese aveva già approvato, alla fine del 2009, la restituzione dei fondi, ma il presidente della Repubblica Olafur Grimsson ha stupito tutti non firmando il provvedimento, passaggio necessario per la trasformazione in legge. Il rifiuto del presidente implica, in termini costituzionali, che l'Islanda si esprima sulla legge attraverso un referendum; per altro i sondaggi mostrano una certa freddezza da parte della popolazione, poco incline a perdere l'indipendenza della nazione piegandosi alle richieste della comunità finanziaria, che invece spinge per l'approvazione del provvedimento.
La vicenda sta determinando una revisione del merito di credito sovrano da parte di tutte le principali agenzie. Moody's ha, infatti, affermato che il no del Presidente della Repubblica ai rimborsi complica l'uscita dell'Islanda dalla crisi, aggiungendo che la rinnovata instabilità politica potrebbe portare ad azioni di segno negativo sul rating del Paese, attualmente pari a Baa3 (con prospettive stabili). Il 5 gennaio Fitch aveva già ridotto il rating islandese a BB+ (da BBB-), assegnando un Outlook Negativo, mentre nello stesso giorno S&P aveva messo il rating del Paese (BBB-) sotto osservazione con implicazioni negative, aprendo la strada ad un possibile downgrade. Il vero nodo resta il meccanismo di aiuti stanziati all'Islanda, di fatto inceppatosi dopo la decisione presa da Grimsson. Le principali reazioni sono state la minaccia da parte della Gran Bretagna di isolare l'Islanda a livello finanziario, ed eventualmente di porre il veto alla sua adesione all'Unione Europea, oltre al congelamento di parte del prestito da 10 miliardi di dollari da parte dei Paesi Nordici.


...mi chiedevo se è vera questa notizia e, se non contrasta con gli ultimi messaggi...

Ciao

PJ

E' vera. Il presidente islandese ha stigmatizzato il fatto che, anche senza un'apposita legge parlamentare, resta in piedi l'accordo del governo islandese con quelli britannico ed olandese per il ripagamento scaglionato dei fondi icesave che i due governi nazionali assumono di aver anticipato nella loro restituzione agli investitori dei propri paesi.

E' vero anche questo, ma ove tale accordo non fosse trasposto in apposita
legge, un futuro governo potrebbe chiedere una revisione degli accordi, circostanza che diviene ancor più probabile in caso si indica un referendum che dia esito negativo e porti alla definitiva non promulgazione della legge predisposta dal parlamento.

E' facile infatti assumere che la volontà popolare potrebbe difficilmente essere contrastata da qualsiasi forza politica ove il consenso alla non responsabilità per i fondi Icesave conseguisse il 70% dei suffragi elettorali.

In Europa ad oggi si è applicato il criterio (non scritto, ma comunemente accettato) per cui ciascun paese assumeva responsabilità per il comportamento delle proprie banche nei vari salvataggi, senza fare distinzione circa la nazionalità dei beneficiari delle operazioni di soccorso. Si veda quanto stanno cercando di fare gli irlandesi, per un confronto.

La liquidità in particolare è stata salvaguardata, atteso che ricrearla in capo ai singoli titolari è l'operazione in assoluto più difficile da compiere. Rammento che tutti i creditori delle banche islandesi, senior unsecured compresi, si sono invece ritrovati con un pugno di mosche in mano...
 

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