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Istat: italiani fanno più figli
ma si sentono più poveri
No a rinuncie divertimenti, ma meno sicurezza economica
04 Novembre 2005
ROMA. Fanno sempre più figli, ma si sentono più poveri; pensano di essere meno in salute, ma non rinunciano per questo a divertirsi. Sono gli italiani come li ritrae l'Annuario
statistico 2005 pubblicato dall'Istat.
Alla fine del 2004 rispetto all'anno precedente gli italiani
sono aumentati di quasi 600mila unità, toccando quota 58 milioni e mezzo. L'incremento si deve non solo all'ormai consueto arrivo degli immigrati (+558.189 unità), ma anche alla crescita naturale della popolazione (+15.941, un valore che non si toccava dal 1992). Le italiane nel 2004 hanno partorito 1,33 figli a testa contro l'1,29 dell'anno precedente: un record che non si registrava da 15 anni.
Nel 2005 sono cresciuti però gli italiani insoddisfatti della
propria condizione economica (47,8% contro il 44,2% del 2003). Il dato rimane stabile nel Nord mentre aumenta nel Centro e nel Sud. Italiani forse più poveri, ma più generosi: il 18,1%, a fronte del 16,5% nel 2003, dichiara di aver versato denaro ad associazioni (stabile rimane invece la partecipazione al volontariato: l'8,9%).
Anche la percezione del proprio stato di salute peggiora: il
73,4% lo giudica buono (con differenze in genere a svantaggio delle donne: 70,1% contro 76,8% degli uomini), ma rispetto al 2003 c'è un calo di due punti percentuali per entrambi i sessi.
Anche se in Italia si muore più tardi: la speranza di vita alla nascita nel 2004 ha raggiunto gli 83,7 anni per le donne e 77,8 per gli uomini.
I matrimoni (250.764 nel 2004), poi, toccano il loro minimo
storico, con un aumento di quelli celebrati con solo rito civile (ormai il 31,2% del totale). In ascesa anche il numero di studenti, sia nelle scuole superiori, dove si raggiunge un tasso di scolarità del 91,9%, che nelle università (+1,8%).
Gli italiani vogliono sempre più divertirsi: quest'anno il 66% della popolazione con più di sei anni è andata al cinema, a teatro, a un museo, alla partita, in discoteca o a un altro intrattenimento fuori casa. Le persone che scelgono queste attività sono in costante aumento (nel 1997 erano il 61,9%).
Il grande schermo si conferma in cima alle preferenze (50,7%), mentre la televisione resta un'abitudine consolidata: la guarda almeno qualche giorno la settimana il 94,5% della popolazione con più di tre anni. Un popolo di teledipendenti, ma non di lettori: apre un quotidiano almeno una volta la settimana il 58,1% degli italiani; la lettura dei libri riguarda il 42,3% delle persone con più di sei anni. L'uso del pc e di Internet, infine, coinvolge rispettivamente il 39,9% e il 31,8% della popolazione;
sono soprattutto giovani maschi e, a livello territoriale,
presenti più nelle regioni del Nord e del Centro.
ma si sentono più poveri
No a rinuncie divertimenti, ma meno sicurezza economica
04 Novembre 2005
ROMA. Fanno sempre più figli, ma si sentono più poveri; pensano di essere meno in salute, ma non rinunciano per questo a divertirsi. Sono gli italiani come li ritrae l'Annuario
statistico 2005 pubblicato dall'Istat.
Alla fine del 2004 rispetto all'anno precedente gli italiani
sono aumentati di quasi 600mila unità, toccando quota 58 milioni e mezzo. L'incremento si deve non solo all'ormai consueto arrivo degli immigrati (+558.189 unità), ma anche alla crescita naturale della popolazione (+15.941, un valore che non si toccava dal 1992). Le italiane nel 2004 hanno partorito 1,33 figli a testa contro l'1,29 dell'anno precedente: un record che non si registrava da 15 anni.
Nel 2005 sono cresciuti però gli italiani insoddisfatti della
propria condizione economica (47,8% contro il 44,2% del 2003). Il dato rimane stabile nel Nord mentre aumenta nel Centro e nel Sud. Italiani forse più poveri, ma più generosi: il 18,1%, a fronte del 16,5% nel 2003, dichiara di aver versato denaro ad associazioni (stabile rimane invece la partecipazione al volontariato: l'8,9%).
Anche la percezione del proprio stato di salute peggiora: il
73,4% lo giudica buono (con differenze in genere a svantaggio delle donne: 70,1% contro 76,8% degli uomini), ma rispetto al 2003 c'è un calo di due punti percentuali per entrambi i sessi.
Anche se in Italia si muore più tardi: la speranza di vita alla nascita nel 2004 ha raggiunto gli 83,7 anni per le donne e 77,8 per gli uomini.
I matrimoni (250.764 nel 2004), poi, toccano il loro minimo
storico, con un aumento di quelli celebrati con solo rito civile (ormai il 31,2% del totale). In ascesa anche il numero di studenti, sia nelle scuole superiori, dove si raggiunge un tasso di scolarità del 91,9%, che nelle università (+1,8%).
Gli italiani vogliono sempre più divertirsi: quest'anno il 66% della popolazione con più di sei anni è andata al cinema, a teatro, a un museo, alla partita, in discoteca o a un altro intrattenimento fuori casa. Le persone che scelgono queste attività sono in costante aumento (nel 1997 erano il 61,9%).
Il grande schermo si conferma in cima alle preferenze (50,7%), mentre la televisione resta un'abitudine consolidata: la guarda almeno qualche giorno la settimana il 94,5% della popolazione con più di tre anni. Un popolo di teledipendenti, ma non di lettori: apre un quotidiano almeno una volta la settimana il 58,1% degli italiani; la lettura dei libri riguarda il 42,3% delle persone con più di sei anni. L'uso del pc e di Internet, infine, coinvolge rispettivamente il 39,9% e il 31,8% della popolazione;
sono soprattutto giovani maschi e, a livello territoriale,
presenti più nelle regioni del Nord e del Centro.