LA BICI INCARNA IL MITO DELL'UOMO LIBERO

Quello del decreto fatto “filtrare” alla stampa prima di averlo approvato è un atto scellerato,
del quale ci auguriamo si stiano già occupando le autorità preposte,
poiché non soltanto ha causato situazioni di panico tra le persone che vivono nelle zone interessate
ma, come se non bastasse, ha anche peggiorato le condizioni della già compromessa immagine dell’Italia all’estero.

L’aggravante è quella dei futili motivi, perché gli addetti ai lavori sanno perfettamente
che il documento è stato fatto uscire prima della firma “per deferenza” nei confronti di un quotidiano,
il Corriere, che infatti lo ha subito pubblicato ostentando il bollino rosso di “esclusivo” e
pubblicando come notizia una serie di provvedimenti che nella realtà non erano ancora stati approvati.

Ecco quali sono le zone interessate dalle nuove misure.
La mappa Le province in cui si può entrare e uscire solo per gravi motivi: mappa pic.twitter.com/KIcx1hGAnv

— Corriere della Sera (@Corriere) March 7, 2020

Risultato? Il panico, come se non ce ne fosse già abbastanza.

Migliaia di persone terrorizzate dall’idea di non poter raggiungere i propri cari fuori dalla “nuova zona rossa” o viceversa,
la stazione di Milano presa d’assalto, telefoni che squillano all’impazzata e gente attaccata al computer
per tentare di capire se lunedì potrà varcare il confine con la Svizzera o uscire dalla Lombardia per recarsi al lavoro.

Follia pura.

Si lascia filtrare la bozza di un decreto severissimo che manda nel panico la gente
che prova a scappare dalla ipotetica zona rossa, portando con sè il contagio.

Alla fine l’unico effetto è quello di aiutare il virus a diffondersi.
Non ho parole. pic.twitter.com/ZazcDnYFej

— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) March 7, 2020

I media di tutto il mondo che immediatamente la rilanciano la “non notizia” e, vista l’ora,
quasi tutte le redazioni che decidono di dedicarle la prima pagina perché a diffonderla
è stato uno tra i quotidiani più autorevoli d’Italia e perché la fonte, sia pur sconosciuta,
dev’essere per forza una “manina” interna al governo.

Quindi tutti danno per scontato che «è come se l’avessero già firmato».

Invece, guarda un po’, quella firma non arriva.

Ma arrivano – giustamente – le richieste di modifica da parte dei presidenti delle regioni:
Fontana e Bonaccini definiscono il decreto «pasticciato»;
passano le ore e viene pubblicata la Gazzetta Ufficiale, ma il decreto non c’è.

A questo punto non potrà entrare in vigore prima di lunedì.

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Intanto, però, milioni di persone – in Italia e nel resto del mondo – convinte che quelle norme siano già attive,
hanno preso decisioni e compiuto azioni reali sulla scorta di quella che, a conti fatti, nel giro di due ore si trasforma in una bufala clamorosa.

Questo decreto-fake non è che l’ultimo di una serie ormai lunghissima di atti di cialtronaggine che sono essenzialmente il prodotto di:

  • una gestione della comunicazione del tutto inappropriata

  • un sistema dell’informazione che non riesce a placare la propria fame di click nemmeno di fronte a uno stato di emergenza come quello che stiamo attraversando

  • politici che troppo spesso dimostrano di agire in funzione del consenso e non di ciò che è giusto
Essendosi perfettamente reso conto del clamoroso errore, alle 2.20 del mattino
è lo stesso premier a tentare di metterci una pezza, con una conferenza stampa
durante la quale accusa le regioni e definisce «inaccettabile» la pubblicazione della bozza,
tralasciando – ça va sans dire – che a passarla alla stampa è stato qualcuno del governo da lui presieduto.

Quindi delle due l’una: o Conte ne era al corrente, oppure la bozza del decreto è stata diffusa a sua insaputa.

In ogni caso si tratta di una mancanza inaccettabile per un presidente del consiglio.

A fronte di tutto ciò non ci rimane che sperare in un intervento energico del Capo dello Stato,
perché errori come questi hanno un prezzo carissimo sia in termini di sicurezza interna che di ricaduta economica.

È infatti demenziale pensare di poter comunicare agli italiani norme così stringenti “passandole” di nascosto al giornalista amico,
anziché aspettare di averle approvate, metterci la faccia e spiegarle lanciando un appello per il mantenimento della calma
e il rispetto rigoroso di regole dure ma necessarie.


Parliamo dell’ABC, ma evidentemente chiediamo troppo.


PS: sono giorni che scriviamo degli evidentissimi problemi di comunicazione di questo governo.
 
Gente in fuga alla stazione di Milano con tanto di bagagli al seguito e mascherina sanitaria ben salda al volto.

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Biglietterie prese d'assalto e scale mobili quasi al collasso.

È la fotografia di un paese in preda al panico, piegato della psicosi ingenerata tanto dalla esplosione
di una eventuale pandemia quanto dalla suspance per le comunicazioni tardive del Governo
sulle nuove misure relative allo spostamento delle persone nei territori assediati dal virus.

Stavolta la posta in gioco è più alta del previsto e l'indiscrezione relativa alla blindatura della Lombardia fa scappare tutti a gambe levate.

Un pasticcio madornale, goffo e deleterio.

Si tratta dell'effetto boomerang prodotto dalla bozza del decreto coronavirus varato dal Consiglio dei Ministri
che, nonostante i reiterati annunci di un'imminente sottoscrizione, allo scoccare della mezzanotte di sabato
non ha ancora ricevuto il benestare del premier.

Insomma, ci sarebbe uno scartafaccio ma mancherebbe la firma.

Soltanto dopo ore di spasmodica attesa, infatti, nella notte di domenica 8 marzo, Conte annuncia l'approvazione dei provvedimenti.

"Leggerete tutto domani sulla Gazzetta Ufficiale", si rivolge alla stampa prima di ritirarsi nuovamente nelle stanze di Palazzo Chigi.

Ma ormai la frittata è fatta e, mentre il Cdm mette a segno l'ennesimo strafalcione,
centinaia di persone si sono già messe in marcia da Milano verso il sud del Paese col rischio concreto di diffondere agevolmente l'epidemia.



Fuga da Milano per Coronavirus prima del decreto del Governo, le immagini

Tutto comincia pressapoco alle ore 20, quando le testate giornalistiche e i notiziari nazionali
anticipano parte del contenuto relativo alla bozza del nuovo decreto.

Tra le varie limitazioni in elenco, si evidenzia la necessità di "chiudere la Lombardia" con ingresso e uscita
garantita solo per motivi "gravi e indifferibili" di lavoro e famiglia.

Bastano due righe di troppo, frutto di una comunicazione istituzionale parecchio dinoccolata, a scatenare il pandemonio.

Appresa l'indiscrezione, decine di persone si riversano in massa alla stazione centrale di Milano
in ricerca di un treno che possa condurli lontano dal capoluogo meneghino, fuori dai confini serratissimi della Lombardia.

Le destinazioni sono varie e disparate: da Roma a Catanzaro, passando per Firenze fino a Bari o Napoli.

E poco importa se gli unici convogli disponibili non rispondono agli standard della modernità,
ciò che conta è garantirsi la fuga dalle terre del virus prima che giunga una interdizione ufficiale
alla libera circolazione delle persone nelle province off limits di Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna.


"C'è l'ho fatta, sono riuscita a prendere un biglietto su un InterCity per Roma", racconta una ragazza in un video amatoriale circolato su Facebook.

Intanto, tutt'attorno è solo un grande caos di provvedimenti non confermati e silenzi ministeriali.
 
...mettetevi le mascherine tutti anche le piu semplici anche fatte artigianalmente ...
l'importante è non mischiarci gli aliti e l'aeresol che ad ogni respiro buttiamo fuori dalla bocca..
piu gente mette la mascherina e riduce questo contatto e piu efficacia avranno anche se semplici..
 
Il governo dei dilettanti ha dato modo di lasciare uscire da Milano migliaia di possibili infetti,
così da propagare l'epidemia più velocemente nel resto del paese.

Il signor Conte potrà scrivere anche questo nel prossimo curriculum.

Il tragico pasticcio di un governo di incapaci.
Ma poichè come si dice "il pesce puzza dalla testa" non bisogna trascurare la responsabilità di chi lo ha voluto.
 
Questa la verità che - quasi nessuno - dice :

In 10 anni tagliati 30 miliardi alla sanità e dati 20 miliardi per i clandestini !

Adesso gli Italiani pagheranno un conto salatissimo per questa scelleratezza !
 
Ma con questi tizi al governo vi stupite ancora di qualcosa ?

La comunicazione riguardo al virus e’ gestita da Casalino con una superficialità
ed un dilettantismo accettabile finché’ avesse dovuto comunicare l’eliminazione dei concorrenti del grande fratello ...

Avrei qualcosa da ridire anche sull’imperversare degli scienziati pazzi .

Ricordiamoci sempre che gli scienziati molto spesso vivono in un loro mondo virtuale ,
ben lontano dal pragmatismo e dal raziocinio con cui vanno amministrate le vicende del mondo reale .

Gli amministratori farebbero bene ad ascoltarle con attenzione i pareri degli esperti
( quelli VERI , non solo i fenomeni mediatici ) , dopodiché’ decidere con la propria testa .

E qui si ritorna alla radice del problema :
con la loro testa i cialtroni che ci governano non saprebbero e non dovrebbero amministrare neanche un condominio .
 
Andiamo a mangiare, poi un bel giretto in montagna. Lontano da tutti.......

Follia pura. Si lascia filtrare la bozza di un decreto severissimo che manda nel panico la gente
che prova a scappare dalla ipotetica zona rossa, portando con sé il contagio.
Alla fine l'unico effetto è quello di aiutare il virus a diffondersi. Non ho parole”.

“Non solo confonde. Porta la gente a partire dalla Lombardia (e dalle altre province con alto numero di casi) per altre zone,
favorendo in modo irreparabile la diffusione del contagio. E' un comportamento totalmente irresponsabile”.
 
Arrivava dall’Oriente anche in quel caso, precisamente da Hong Kong,
e durante le vacanze di Natale del 1969 colpì duramente l’Italia.

Coronavirus
? No, un’insidiosa forma influenzale.

Un vecchio video dell’Istituto Luce che offre un parallelismo inquietante è diventato subito – manco a dirlo – virale.

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L'influenza negli anni Sessanta come il Covid-19 oggi

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Non era Coronavirus, ma che influenza nel ’69…
Con le modalità di narrazione tipiche a cui l’Istituto Luce aveva abituato gli italiani,
quel servizio di 50 anni fa – in fondo – racconta una situazione per nulla dissimile da quella attuale,
con la quale ci stiamo trovando a fare i conti.
Un virus al quale l’Italia era del tutto impreparata arrivato dall’Est che ha rovinato il Natale al Belpaese.

13 milioni di contagi, 5mila “passati a miglior vita”
Il bilancio era stato pesante, come spiegato dalla celebre voce fuori campo, che elenca un vero e proprio bollettino di guerra:

“Una vera epidemia. Le strade, le fabbriche, gli uffici, i mercati sono mezzi vuoti.
Ha impiegato 18 mesi per arrivare ma ci ha colti impreparati. 13 milioni di italiani a letto,
1 italiano su 4, e 5mila sono passati a miglior vita.
Mercati e fabbriche sono vuoti, il contrario negli ospedali
“.

In tempi “politicamente scorretti”
Impossibile non notare, sotto il profilo squisitamente sociologico, una frase pronunciata all’interno del servizio
che, al giorno d’oggi, avrebbe fatto scoppiare un caso diplomatico di portata internazionale.

Il giornalista offre infatti una freddura: “Quando Mao starnutisce in Cina, si infetta l’Europa“.

Il politicamente scorretto era concesso, anzi era la norma anche all’interno di comunicazioni istituzionali.

Insomma: i virus non cambiano, ma il modo di raccontarli sì.
 
Ma come ? Ma non si era detto che - uno vale uno - ?


00:00 Coronavirus, chiuse la Lombardia e altre 11 province. Sei ore in balia di una informazione confusa.

02:05 Quella bozza di decreto (non ufficiale) diffusa dal governatore Fontana…

03:20 Il dilemma della terapia intensiva: mancano i posti letto e bisogna fare una scelta. Siamo alla selezione di chi va curato e chi no ?

05:30 La grande differenza tra politica e la medicina: la prima deve salvare un paese, la seconda deve salvare tutti i malati.

06:25 Per quanto siamo disposti a chiudere la Lombardia e a uccidere il paese economicamente?

06:55 I ritardi e le bugie di Trump nell’affrontare il Coronavirus scrive Gaggi sul Corriere della Sera…

07:10 Il caldo serve davvero a uccidere il virus?

07:30 Zingaretti positivo al Coronavirus. Peccato che abbia fatto il tampone senza avere sintomi andando contro le disposizioni ufficiali.
 
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In Italia, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus,
7.375 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2, 1.492 in più rispetto a sabato.
Di queste, 366 sono decedute (+ 133)
e 622 sono guarite (+33).

Attualmente i soggetti positivi sono 6.387 (il conto sale a 7.375 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti):
1.314 in più rispetto a ieri.

Sono coinvolte tutte e 20 le Regioni. Qui il punto sulla situazione in Lombardia.

I pazienti ricoverati con sintomi sono 3.557 (+906);
650 sono in terapia intensiva (+83),
mentre 2.180 sono in isolamento domiciliare fiduciario (+337).
 

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