La Bund-Bond Band vuol ciapar l' OVo PuVo -vm 69y (2 lettori)

PILU

STATE SERENI
nonostante l'inondamento di liquidità l'IRS a 15 anni dal 9 marzo ad oggi è passato dal 3,6 % al 3,80 % ... alla faccia nostra naturalmente ...!!!

buona giornata a tutti
 

Sharnin 2

Forumer storico
Il sistema Svizzera alla prova
Nuove pressioni sugli accordi di doppia imposizione
di Moreno Bernasconi -

La Svizzera è confrontata con una sfida che mette a dura prova le nostre istituzioni. Avere un governo collegiale, un sistema politico-istituzionale consociativo e basato sulla democrazia diretta favorisce certamente la stabilità del paese (con tutti i benefici che ne derivano), ma è un impedimento alla presa di decisioni rapide e pone non pochi problemi nei momenti di emergenza e quando occorre agire in una situazione di forti pressioni esterne. L’abbiamo visto nelle scorse settimane e avremo modo di constatarlo nei mesi a venire, che si preannunciano febbrili per l’attività diplomatica, per il Parlamento e – in ultima istanza – per il Popolo. La conduzione a marce forzate di negoziati sulla revisione di convenzioni contro la doppia imposizione (ieri hanno chiesto la revisione Stati Uniti, Giappone e Francia, altri seguiranno), che necessita l’adeguamento agli standard OCSE nell’assistenza amministrativa in materia fiscale, pone non pochi problemi al sistema Svizzera. Col senno di poi si può dire che i limiti del sistema ci hanno già penalizzato. Se avessimo negoziato in modo ponderato e progressivo negli ultimi anni ciò che oggi siamo costretti a concedere alla comunità internazionale sotto la pressione degli eventi, il Governo e il Parlamento (ma anche la stessa piazza finanziaria) non si ritroverebbero forse in una situazione più agevole? I segnali in provenienza dagli Stati Uniti e dall’Unione europea erano già chiari da alcuni anni: perché non si è agito più coraggiosamente prima? Una delle ragioni è probabilmente legata proprio agli equilibri politici svizzeri stravolti dal successo dell’UDC e in particolare ai timori che una revisione del segreto bancario avrebbe provocato un ulteriore rafforzamento di un partito già fuori misura rispetto ai tradizionali equilibri del Paese. Il funzionamento del sistema consociativo elvetico è paradossale: da un lato frena l’attuazione di rapide riforme, dall’altra finisce per imporre a Governo e Parlamento decisioni sotto la pressione degli eventi. C’è da chiedersi seriamente se non sia necessario – visto il contesto globale attuale – riformare il sistema rafforzandone la capacità decisionale.
Per il momento occorre tuttavia fare buon viso a cattivo gioco per difendere al meglio, con gli strumenti di cui disponiamo, gli interessi del nostro Paese. Quali sono le sfide che ci attendono? Le reazioni della comunità internazionale all’indomani della decisione del Governo svizzero di venerdì scorso sono chiare: alle dichiarazioni devono seguire rapidamente i fatti. I tempi per il lavoro negoziale e per l’iter parlamentare sono strettissimi.
Se è assodato che i negoziatori svizzeri (e in particolare il segretario di Stato agli Affari esteri Ambühl) hanno grande esperienza nel campo delle trattative bilaterali, non bisogna anzitutto sottovalutare la difficoltà dell’esercizio: la Svizzera farà di tutto per impedire che la breccia nel segreto bancario si trasformi in una capitolazione, ma i nostri partner hanno interessi opposti ai nostri (e noi siamo piccoli e isolati). I negoziati saranno difficili. Il risultato delle trattative sul primo accordo rinegoziato sarà poi determinante per l’esito dell’iter parlamentare e del referendum facoltativo. A tutt’oggi è difficile prevedere come i partiti politici svizzeri si muoveranno (non solo l’UDC) e soprattutto fino a che punto riusciranno a fare quadrato in funzione dell’interesse superiore del paese. Parallelamente a questa febbrile attività negoziale si svolge la vertenza fra la giustizia americana e UBS, una vertenza che si gioca anch’essa in tempi brevi e che inciderà volenti o nolenti sia sulle trattative sia sugli umori del Parlamento e del Popolo svizzero. E tutto ciò accadrà durante un anno che dal punto di vista economico si preannuncia a tinte molto fosche, con una riduzione sensibile del Prodotto interno lordo e una crescita della disoccupazione. Il sistema Svizzera è confrontato con una prova oggettivamente molto seria. Bisogna esserne consapevoli affinché ogni elemento del sistema – Governo collegiale, partiti politici, ambienti economico-finanziari e sindacati, popolo sovrano e organi di informazione – possa agire con senso di responsabilità. In questo momento è anzitutto del senso di responsabilità che c’è bisogno.

:D:D:D
 

gipa69

collegio dei patafisici
http://www.imf.org/external/np/tr/2009/tr031909.htm

QUESTION: I had a question about the American banking efforts. The section mentioned that there was insufficient detail in the American plan, that not much had been spelt out yet and as a result markets were still very skittish. I was wondering if you could outline a little further what are the risks of the Americans more cautious approach in formulating policy? And realistically speaking, when would you expect to see -- when would you hope to see more derails?
SENIOR IMF OFFICIAL: I think that the risk today is simply one of the market continuing to be uncertain of how the troubled assets, particularly the toxic assets that are held on both the books of American banks and foreign banks that have purchased them, will ultimately be dealt with. I don't expect a delay in addressing these assets will cause a shock to the system. As you know, resolving the troubled assets is something that the U.S. authorities have struggled with, both in the previous administration and this administration. We do not have any inside information on when the plan that is being worked on by the Treasury will be announced, but presumably in the not-too-distant future.
 

Metatarso

Forumer storico
Il sistema Svizzera alla prova
Nuove pressioni sugli accordi di doppia imposizione
di Moreno Bernasconi -

La Svizzera è confrontata con una sfida che mette a dura prova le nostre istituzioni. Avere un governo collegiale, un sistema politico-istituzionale consociativo e basato sulla democrazia diretta favorisce certamente la stabilità del paese (con tutti i benefici che ne derivano), ma è un impedimento alla presa di decisioni rapide e pone non pochi problemi nei momenti di emergenza e quando occorre agire in una situazione di forti pressioni esterne. L’abbiamo visto nelle scorse settimane e avremo modo di constatarlo nei mesi a venire, che si preannunciano febbrili per l’attività diplomatica, per il Parlamento e – in ultima istanza – per il Popolo. La conduzione a marce forzate di negoziati sulla revisione di convenzioni contro la doppia imposizione (ieri hanno chiesto la revisione Stati Uniti, Giappone e Francia, altri seguiranno), che necessita l’adeguamento agli standard OCSE nell’assistenza amministrativa in materia fiscale, pone non pochi problemi al sistema Svizzera. Col senno di poi si può dire che i limiti del sistema ci hanno già penalizzato. Se avessimo negoziato in modo ponderato e progressivo negli ultimi anni ciò che oggi siamo costretti a concedere alla comunità internazionale sotto la pressione degli eventi, il Governo e il Parlamento (ma anche la stessa piazza finanziaria) non si ritroverebbero forse in una situazione più agevole? I segnali in provenienza dagli Stati Uniti e dall’Unione europea erano già chiari da alcuni anni: perché non si è agito più coraggiosamente prima? Una delle ragioni è probabilmente legata proprio agli equilibri politici svizzeri stravolti dal successo dell’UDC e in particolare ai timori che una revisione del segreto bancario avrebbe provocato un ulteriore rafforzamento di un partito già fuori misura rispetto ai tradizionali equilibri del Paese. Il funzionamento del sistema consociativo elvetico è paradossale: da un lato frena l’attuazione di rapide riforme, dall’altra finisce per imporre a Governo e Parlamento decisioni sotto la pressione degli eventi. C’è da chiedersi seriamente se non sia necessario – visto il contesto globale attuale – riformare il sistema rafforzandone la capacità decisionale.
Per il momento occorre tuttavia fare buon viso a cattivo gioco per difendere al meglio, con gli strumenti di cui disponiamo, gli interessi del nostro Paese. Quali sono le sfide che ci attendono? Le reazioni della comunità internazionale all’indomani della decisione del Governo svizzero di venerdì scorso sono chiare: alle dichiarazioni devono seguire rapidamente i fatti. I tempi per il lavoro negoziale e per l’iter parlamentare sono strettissimi.
Se è assodato che i negoziatori svizzeri (e in particolare il segretario di Stato agli Affari esteri Ambühl) hanno grande esperienza nel campo delle trattative bilaterali, non bisogna anzitutto sottovalutare la difficoltà dell’esercizio: la Svizzera farà di tutto per impedire che la breccia nel segreto bancario si trasformi in una capitolazione, ma i nostri partner hanno interessi opposti ai nostri (e noi siamo piccoli e isolati). I negoziati saranno difficili. Il risultato delle trattative sul primo accordo rinegoziato sarà poi determinante per l’esito dell’iter parlamentare e del referendum facoltativo. A tutt’oggi è difficile prevedere come i partiti politici svizzeri si muoveranno (non solo l’UDC) e soprattutto fino a che punto riusciranno a fare quadrato in funzione dell’interesse superiore del paese. Parallelamente a questa febbrile attività negoziale si svolge la vertenza fra la giustizia americana e UBS, una vertenza che si gioca anch’essa in tempi brevi e che inciderà volenti o nolenti sia sulle trattative sia sugli umori del Parlamento e del Popolo svizzero. E tutto ciò accadrà durante un anno che dal punto di vista economico si preannuncia a tinte molto fosche, con una riduzione sensibile del Prodotto interno lordo e una crescita della disoccupazione. Il sistema Svizzera è confrontato con una prova oggettivamente molto seria. Bisogna esserne consapevoli affinché ogni elemento del sistema – Governo collegiale, partiti politici, ambienti economico-finanziari e sindacati, popolo sovrano e organi di informazione – possa agire con senso di responsabilità. In questo momento è anzitutto del senso di responsabilità che c’è bisogno.

:D:D:D
responsabilità ? responsabilità nel difendere i denti d'oro dei deportati e i soldi delle mafie ? :D
belin, dobbiamo incorniciare il post di Fleurs :lol:
 

Metatarso

Forumer storico
Domanda per i liguri: è vero che a Genova avete i cinghiali davanti alla porta di casa?
magari ! il pranzo gratis :lol::D:prr:

PS: boh, la storia l'avevo sentita anche io, forse sulle alture: l'appennino è pieno di cinghiali che devastano i campi, gli orti, ecc. Ma anche in quanto a caprioli nel basso Piemonte non si scherza, fanno più danni ancora...
 

msldnl

Nuovo forumer
Siamo tutti guriz.... :D:titanic:

ora il consolidamento deve reggere l'area 840/850 per essere solo un consolidamento di breve.... e tra parentesi questo consolidamento è importante per capire se il mercato ha davvero maggiore forza che nel recente passato....
840/850? Io avrei detto 740/750 ma mi va bene lo stesso.:up:
 

Sharnin 2

Forumer storico
magari ! il pranzo gratis :lol::D:prr:

PS: boh, la storia l'avevo sentita anche io, forse sulle alture: l'appennino è pieno di cinghiali che devastano i campi, gli orti, ecc. Ma anche in quanto a caprioli nel basso Piemonte non si scherza, fanno più danni ancora...
Racconto di un genovese:
ier l’altro sera, poco prima delle 9, mia figlia che abita in un popolatissimo quartiere di Genova (Oregina) si è trovata davanti al portone di casa ben quattro cinghiali, due adulti e belli grossi, che avevano scalato un cassonetto dell’immondizia! Fuga a gambe levate e meno male che c’era ancora un negozio semichiuso lì vicino…
Pazzesco, ma vero! In piena città.
C’è un bellissimo parco attrezzato, qui, in collina. Il Peralto. Quando avevo le figlie piccole ce le portavo quasi tutte le domeniche. Alberi, praticelli, giochi, piste, vista impagabile.
Beh, ora è infrequentabile: se lo sono accaparrato gli ungulati. A decine.
Due anni fa alcuni cinghiali sono arrivati fino in Corso Italia, sul mare, vicino a Boccadasse. e sono entrati in acqua per un… salutare bagnetto.
Fotografati, filmati, pubblicati sul giornale.
Ma, per gli animalisti, guai a toccarli!

I cinghiali si sono ormai riprodotti in misura impressionante. In tutta la regione: sia a est come a ovest.
Ho un cognato che vive nell’entroterra; fa il contadino per elezione da ormai un venticinque anni. Ha dovuto recintare (a proprie spese, eh) i suoi orti che sembrano una Maginot, dopo che i nostri animalucci gliel’avevano distrutti innumerevoli volte. La moglie è il sindaco del paesino (180 anime, in tre frazioni) e gira in lungo e in largo con la propria macchina: non sa più nemmeno lei quante volte ha dovuto inchiodare, per la strada, di fronte ad intere famiglie di cinghiali. Gli abitanti di quei paesi si difendono, ovviamente, ma sono obbligati a farlo di nascosto.
Mia cognata cucina il cinghiale in modo paradisiaco……
 

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