la crisi economica è finita "NE SONO CERTO" ! (1 Viewer)

enauro

Forumer storico
Mister Obama ed i governi del mondo sono "prigionieri"del sistema finanziario che detta le regole e decide le sorti di molta parte dell'umanità. Un piccolo esempio; di recente Obama ha fatto un bel discorso di apertura al popolo musulmano, lo doveva fare, per staccare col passato e per portare qualcosa di nuovo, ma il "nuovo" si fermerà qui, non potrà esserci un seguito; non vorrete mica che smettano le guerre, lo sapete quanto siano importanti per l'economia ecil sistema finanziario, anche italiano, certo.Le cifre sono clamorose e dietro vi stanno tante vittime innocenti. Ma facciamoci una domanda: le armi che usano il terrorrismo iracheno e talebano per uccidere tanti giovani soldati, da dove provengono? Europa, Usa e Giappone?nooooo.impossibile, perchè allora, ad ogni attentato, basterebbe risalire alle case di produzione di armi e sanzionarle pesantemente o convertirne la produzione, sarebbe troppo facile...è sicuramente da paesi fortemente arretrati dal punto di vista industriale che arrivano le armi di alta precisione per il terrorismo e sempre da paesi sottosviluppati industrialmente anche le armi fornite ai governi per combatterlo. Che ne dite, fila tutto,no? e chi aiuta a produrre armi di distruzione di massa e altamente tecnologiche per poter colpire le forze di pace, le forze Nato e tutti i giovani soldati mandati in prima linea? le banche europee, americane e giapponesi? Impossibile, saranno le banche senegalesi, congolesi, pakistane, ruandesi, e soprattutto i colossi bancari afgani.....lasciamo perdere va....
 

camillob

Forumer attivo
Se fai il paragone con il 29 per affermare che la crisi è finita, stiamo freschi!



Tanti e poi tanti anni fa, non ricordo se in quinta elementare o in prima media, ho imparato le proporzioni. Forse, se riesco ancora a non sbagliarmi a farle i 23.000 odierni di FIB potrebbero toccare 3.192 nel 2013.

Beato te che hai delle certezze!

Pace e bene.

andgui.
è difficile dare le cifre esatte, il dow del 29 perse circa 89% e se lo paragoniamo a oggi andrebbe a circa 1500 punti .( impensabile a sentire qualcuno ) però ti dico che è anche difficile se non impossibile che la crisi finisca con un solo - 50% di dow. il nasdaq nel 2000 perse 80% il nikkey dal 89 dai massimi ha perso circa 80 % dunque se non saranno 1500 saranno 3000 ......... alla faccia della crisi finita !
 

Robinhood333

Paperotrader
E' proprio quando tutti saranno convinti di questo che ci sarà il crollo.
Siamo in piena speculazione al rialzo, prima o poi la festa deve finire...

Finchè il popolo bue rimane convinto che questo sia solo un rimbalzo e poi ci sarà il vero crollo.....che poi su questo forum lo scrivono moltissimi "previsionisti":D......allora sono sicuro (anche se in borsa questo termine non esiste) che si salirà per molti anni.....

Solo quando ganniani, ciclisti ed elliottiani vedranno nuovi massimi inizieranno i crolli...

A 12.000 leggevo di 8.000......INFATTI......siamo solo raddoppiati...
 

jodi

Forumer storico
CARTE DI CREDITO
Un anno dopo Lehman Brothers:
ora c'è il rischio carte di credito

di Luigi dell'Olio

Esattamente un anno dopo il fallimento di Lehamn Brothers, un nuovo spettro agita economisti e consumatori: le crescenti difficoltà dei titolari di carta di credito. A lanciare l’allarme nei giorni scorsi è stato il presidente di Deutsche Bank, Joseph Ackermann: “tra coloro che hanno carte revolving ci sono crescenti problemi a rimborsare i crediti ricevuti”.

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La situazione
Il fallimento di Lehman Brothers rappresenta uno spartiacque nella crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo: quando - il 15 settembre 2008 - la banca americana ha dichiarato fallimento, sui mercati si è prodotto un clima di pessimismo che ha coinvolto tutti i settori e gli strumenti di investimento. Il timore è che una situazione simile possa produrre ora, ma con effetti più gravi, visto che i singoli consumatori non hanno certo le spalle larghe come una banca d’affari.Il mondo delle carte di pagamento è in continua espansione. Le più diffuse sono le carte di credito tradizionali (dette ‘charge’) e l’Italia ne conta ben 27 milioni, di cui quelle attive però sono poco più di 14 milioni. La carta è uno strumento comodo che evita il fastidio di dover portare con sé troppi soldi in contanti, e sicuro, a patto però di osservare alcune semplici regole di comportamento.
Revolving e tradizionale
Rispetto ad una carta di credito tradizionale, la revolving si distingue perché il pagamento del bene acquistato non avviene subito , ma in un periodo più lungo, concordato nel contratto stipulato. In cambio di questa facilitazione, il consumatore deve pagare un tasso di interesse, che può arrivare a toccare anche il 17-20% annuo. In sostanza, quindi, la revolving contiene in sé anche un finanziamento personale. In altre parole, questa carta offre la possibilità di spendere del denaro indipendentemente dai fondi disponibili sul conto corrente e di ripagare ratealmente il proprio debito. Ecco perché, quando si sottoscrive l’acquisto di una carta di credito revolving, bisognerebbe valutare con attenzione il costo effettivo legato al possesso e all’utilizzo dei servizi offerti. Risulta però piuttosto difficile capire quanto costa realmente, in quanto le voci di spesa sono numerose (per interessi, spese annuali, spese di incasso rata) e non facilmente sommabili.
Attenzione a costi e interessi
Le carte revolving sono quindi carte di credito particolari, che consentono di pagare le spese rateizzando gli estratti conti. Queste rate di pagamento servono a ricostruire il fido, che così è pronto per un nuovo utilizzo. Ogni mese al titolare viene inviato l'estratto conto, che riepiloga le spese fatte con la carta, l'utilizzo del credito, la rata addebitata e il fido di nuovo disponibile. Ognuno di questi estratti conto ha in media un costo di invio di 1,23 euro; per quelli superiori a 77,47 euro è prevista anche un'imposta di bollo di 1,81 euro. Le carte revolving vengono promosse dalle banche e dalle finanziarie, perché sono più redditizie delle carte di credito tradizionali: rateizzare gli addebiti aumenta infatti gli interessi che finiscono nelle casse degli intermediari. Secondo le ultime rilevazioni della Banca d'Italia, il tasso medio di interesse delle carte revolving per un credito fino a 1.500 euro è del 16,71%, quindi decisamente elevato. Ma ci sono operatori che si spingono anche oltre. Carta revolving: non è un acquisto a rate!
Molti consumatori considerano la carta revolving come un’evoluzione dell’acquisto a rate. In realtà la differenza è enorme: la prima, infatti, non riguarda il singolo bene, ma tutti quelli acquistati. Quindi le spese e gli interessi si cumulano nel tempo via via che si spende. A maggior ragione, occorre usare molta prudenza e appuntare tutte le spese che si fanno, per non correre il rischio di fare il passo più lungo della gamba.
 

JhonMob

Forumer storico
quando sarà arrivato il momento giusto, tireranno fuori le notizie negative e zac si mangeranno gran parte del rialzo.
 

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