la Grecia ora può fallire

tontolina

Forumer storico
L'esposizione tedesca sulle obbligazioni sovrane greche è drasticamente diminuita

09 Feb 2012

da FondiOnLine.it





KoenVandeMaele.jpg
A cura di Koen Van de Maele, Responsabile Globale Reddito Fisso di Dexia Asset Management.

Nell'ultimo periodo si è assistito ad un restringimento dello spread tra Bund tedeschi, Btp italiani e Bonos spagnoli. Crede che nonostante la graduale riduzione dei rendimenti offerti dai titoli italiani e spagnoli il bund possa continuare a rappresentare il safe haven europeo?
Il rischio creditizio tedesco resta eccezionalmente limitato il che è giustificato con un robusto rating AAA. Tuttavia, le obbligazioni tedesche sono costose per le seguenti ragioni. Prima di tutto, le turbolenze dell'area euro hanno portato ad una fuga verso la sicurezza che ha conseguentemente spinto verso il basso i rendimenti tedeschi. Ma su un orizzonte temporale a più lungo termine, i livelli di stress finanziario tendono ad aumentare il che potrebbe spingere i rendimenti tedeschi verso l'alto. Inoltre, nel nostro scenario di base in cui la zona euro rimarrà grazie ad una maggiore integrazione politica, fiscale e ad un sostegno solidale, la Germania potrebbe implicitamente pagare per aiutare alcuni paesi periferici. Quindi, il profilo di credito della Germania sembra in un certo senso sottovalutato. Infine, ma non meno importante, un rendimento a 10 anni inferiore al 2% non è in linea con i fondamentali dell'economia e l'inflazione in Germania. In conclusione, non vediamo alcun problema di credito per la Germania, ma reputiamo le valutazioni correnti costose.

Vista la notevole esposizione delle banche tedesche al debito greco, come impatterebbe un’eventuale ristrutturazione del debito ellenico sul paese teutonico?
L'Autorità bancaria europea, EBA, ha pubblicato informazioni preziose nel suo ultimo stress test. Ciò dimostra che 13 delle maggiori banche tedesche hanno un'esposizione sulle obbligazioni sovrane greche di 3,2 miliardi di Euro, pari al 25% della complessiva esposizione delle 65 banche europee (13,2 miliardi di Euro). Il livello di esposizione tedesco è drasticamente diminuita rispetto al precedente stress test ( da 7,9 a 3,2 miliardi di Eur ) che, rappresentando oggi solo il 2,6% del capitale proprio core Tier1 (contro il 10,9% della media delle principali 65 banche europee), sembra più che gestibile. Inoltre, l'industria bancaria ha in media già accantonato al fondo una svalutazione del 60% dei titoli ellenici in portafoglio per prepararsi al potenziale Private Sector Involvement (Psi). Tuttavia, in caso di una ristrutturazione greca alcune banche incontreranno difficoltà e ci aspettiamo un consolidamento. Hypo Real Estate ha un'esposizione verso la Grecia del 147% rispetto al proprio coreT1, mentre la banca WGZ pari al il 73%. Inoltre, le Landesbanken, tuttora in una fase di profonda ristrutturazione, hanno un'esposizione significativa (fino al 30% in alcuni casi) ai paesi periferici della zona euro (GIIPS ), e alla Grecia in particolare, a seguito dalle loro attività di finanza pubblica. Tutti questi finanziamenti sono stati accesi tramite obbligazioni garantite (Pfandbriefs). Dato che i Pfandbriefs sono di fondamentale importanza per il settore bancario tedesco, ci aspettiamo un massiccio sostegno in caso di minaccia di perdita di capitale reale.

Gli ultimi dati sulla produzione manifatturiera mostrano segnali di ripresa del PMI tedesco, in crescita per la prima volta dallo scorso luglio. L’economia tedesca continuerà ad essere la locomotiva europea?
A dicembre la produzione industriale ha subito una contrazione del 2,9% su base mensile. Il declino è stato su larga base. Grazie alla crescita nel mese di ottobre e novembre, nel 4 ° trimestre la produzione industriale si contrarrà di solo il 7,4% trimestre su trimestre annualizzato.

La domanda interna tedesca sta aumentando più velocemente che nel resto della zona euro: ciò significa che da oggi, a differenza di quanto è avvenuto per la gran parte dello scorso decennio, la Germania è e rimarrà un motore "moderato" di crescita per il resto d'Europa .
 
Economia Europa, Hot News
Default Grecia non sarà disordinato per analisti

Nuovi haircut sul debito greco necessari in futuro per strategist

Oggi, ore 11:08 - 0 Commenti
nuvoletta.png


Secondo gli strategist di Rabobank la Grecia non andrà incontro a un default disordinato il prossimo 20 marzo. Tuttavia la ristrutturazione del debito greco, così come è configurata ad oggi, non porterà il debito di Atene a un livello sostenibile e per questo nuovi haircut saranno richiesti in futuro.
....



Default Grecia non sarà disordinato per analisti - Notizie Investireoggi.it
 
questa è vera depressione


Grecia: Pil in caduta libera nel quarto trimestre 2011

Pil greco in caduta libera grazie anche all'austerità imposta dall'Europa

Oggi, ore 11:56 - 0 Commenti
nuvoletta.png


Grecia sempre più sotterrata dalla crisi economica. i problemi strutturali dell’economia greca, le impopolari misure di austerità, la disoccupazione galoppante, hanno di fatto implicato un netto calo del Pil del quarto trimestre 2011 che è sceso del 7% sui base annua. Nel terzo trimestre il Pil della Grecia era calato del 5%
 
L’Elefante nel Salotto è la Spagna, non l’Italia

La minaccia del default Greco fa ripartire il domino: ma a differenza di quel che sembrava qualche mese fa, i dati della Spagna destano più preoccupazione dei dati economici Italiani

10 febbraio 2012 , ore 1:38 - 0 Commenti


di L’Elefante nel Salotto è la Spagna, non l’Italia - Dall'Estero - Investireoggi.it

Marshall Auerback, New Economic Perspectives - Un altro giorno e i mercati sono ancora fissati sul fatto se la Grecia arriva ad un accordo “volontario” con i suoi creditori. La parola chiave è “volontario”, perché il mito dell’”adesione volontaria” deve essere sostenuto, in modo da evitare l’attivazione di quei mortiferi credit default swap.

Ma ammettiamolo: la Grecia è un brufolo. Se il resto della zona euro avesse potuto tagliare le perdite con un minimo di rischio sistemico, Atene avrebbe fatto da un pezzo la fine di Troia. Il vero problema è che i credit default swaps potrebbero attivare un enorme pasticcio, tale da creare un nuovo stress sistemico che più che compenserebbe i vantaggi per i possessori dei CDS.

La questione più interessante è: anche se la Grecia sottoscrive finalmente un accordo, e tutti diranno che si tratta di quello “definitivo”, ma cosa pensate davvero che faranno gli Irlandesi, i Portoghesi, o anche gli Spagnoli e gli Italiani, soprattutto se (come è probabile) continueranno ad avere una disoccupazione a doppia cifra e una crescita minima?

Ora, si potrebbe sostenere che il Portogallo e l’Irlanda, come la Grecia, non sono altro che piccole componenti dell’Unione Europea e potrebbero essere coperti in una forma o nell’altra attraverso i pacchetti di sostegno già affermati nel corso degli ultimi mesi, in particolare il Fondo Europeo per la Stabilità Finanziaria (EFSF) e il Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM).

Ma non si può dire questo della Spagna – che rimane il vero elefante nel salotto, non l’Italia – anche se i costi dell’indebitamento per la Spagna rimangono più bassi di quelli dell’Italia. Ma questo è un fatto perverso.

Anche se l’Italia ha un elevato debito pubblico, però ha un basso debito privato (prodotto di anni di elevati deficit di bilancio, ma questa è un’altra storia). L’Italia ha un basso deficit fiscale, a differenza della maggior parte delle economie oggi. Ha già un avanzo primario. L’espansione maggiore del previsto degli attuali LTRO del SEBC probabilmente ridurranno il panico e la vendita forzata del debito Italiano. Il rendimento dei titoli Italiani a 10 anni potrebbe scendere al di sotto del 5% (essendo già sceso dal 7% e più di solo 6 settimane fa).

In teoria, questo rally dei titoli dovrebbe portare ad una nuova valutazione della gravità del problema Italiano, e quindi del problema del debito sovrano e del sistema bancario Europeo. Questo potrebbe essere positivo per i mercati azionari e, infatti, è stato così, dall’inizio dell’anno.

Ma la Spagna merita veramente il vantaggio sul prestito che ne ha ora nei confronti dell’Italia? I suoi titoli a 10 anni rendono circa 60 punti base in meno. È vero, il debito sovrano in rapporto al PIL è a circa il 75%, ma anche parte dell’enorme debito privato quasi certamente dovrà essere “socializzato”. Inoltre, la Spagna ha praticamente il più alto rapporto debito privato/PIL di tutte le principali economie. Il suo rapporto è quasi due volte quello d’Italia. Il suo deficit di bilancio dello scorso anno probabilmente è stato maggiore delle stime, vicino al 9% del PIL (il precedente governo socialista mentiva di routine sui dati – in realtà, nessun paese, nemmeno gli Stati Uniti, ha mentito più della Spagna sullo stato delle proprie banche. La Spagna, in rapporto al PIL, ha il più grande parco immobiliare ombra di tutto il mondo, con la possibile eccezione della Cina).

Cerchiamo di essere chiari su una cosa: questa non è una storia di “dissolutezza” Mediterranea, almeno per quanto riguarda la spesa pubblica.
Chiunque avesse guardato ai saldi finanziari della Spagna a metà degli anni 2000, avrebbe osservato che il settore privato era fortemente in contrazione per il fiscal drag. La posizione estera era in deficit (nel conto corrente), il che significa che il bilancio pubblico e i saldi esteri stavano drenando crescita dall’economia. Eppure, ancora boom fino all’inizio della crisi. Come è successo?

Le “intemperanze” erano tutte nel settore privato, anche se si potrebbe sostenere che la politica fiscale “responsabile” del governo ha creato le circostanze per la baldoria del debito del settore privato. Fino al 2008, l’economia Spagnola era presentata come il tesoro d’Europa, tuttavia la realtà era ben diversa. Il paese ha registrato avanzi di bilancio fino al 2005, e un boom degli investimenti esteri. La maggior parte di questi investimenti sono andati nel settore delle costruzioni, che è stato stimolato con un massiccio boom immobiliare.

Alcuni anni fa, utilizzando i dati del Banco de España (banca centrale), Bill Mitchell ha rappresentato graficamente il deficit del bilancio pubblico come percentuale del PIL per la Spagna e la tutta la UEM dal 1989 al 2008 (i dati per l’UEM chiaramente non sono stati avviati sino al 1995). Come osserva Mitchell, si può notare l’inasprimento delle posizioni fiscali, come il Patto di stabilità e di crescita è stato imposto alle Nazioni UEM:

In linea con la stretta fiscale che portava ad avanzi di bilancio nel 2005, l’unico modo per continuare questo boom era che il settore privato andasse sempre più nel debito. Questo è esattamente ciò è accaduto, e siccome il boom immobiliare è stato così grande, i livelli del debito sono stati così elevati – il debito medio delle famiglie è triplicato. E questo, al contrario dell’Italia, è il problema centrale con cui sta trattando oggi la Spagna. Quindi è sbagliato mettere insieme i due paesi in maniera intercambiabile come i mercati stanno facendo. La paella e la pasta non si mescolano bene insieme.

Okay, ma questa era la Amministrazione precedente a Zapatero. Ora abbiamo un nuovo governo conservatore “responsabile” che ha promesso di portare avanti le stesse politiche anche più risolutamente. E guardate con che successo: i disoccupati in Spagna in gennaio sono aumentati di un ulteriore 4% dai 4,59 milioni di dicembre, un segno che la quarta più grande economia della zona euro sta ancora perdendo posti di lavoro ad un ritmo record. Tutti i settori hanno registrato questo aumento nella ricerca di posti di lavoro, ma il massimo aumento è stato il 5,1% nei servizi. Nel settore delle costruzioni, appesantito da quattro anni di depressione del settore immobiliare, il numero dei residenti registrati come persone in cerca di lavoro è aumentato del 2,1%. Rispetto allo stesso periodo di un anno fa, tutte le richieste sono aumentate dell’8%. Il PIL spagnolo è diminuito dello 0,3%.

Okay, “diamogli tempo”, sostengono i difensori del nuovo governo. E, se l’Amministrazione Rajoy stesse veramente intraprendendo un nuovo corso, questo sarebbe un commento corretto. Purtroppo, questo governo si è impegnato su regole di bilancio ancora più strette. In qualche modo ci si aspetta che comprimano la domanda della loro economia attraverso aumenti fiscali e tagli alle spese, ma quando la crescita più lenta che ne risulta comporta che l ‘obiettivo di riduzione del disavanzo non è raggiunto, gli Spagnoli, come i loro partners Greci, Irlandesi, Portoghese e Italiani, saranno puniti per questo.

Anche l’Amministrazione Rajoy sembra implicitamente riconoscere questo pericolo, e sta già spostando i paletti per quanto riguarda gli obiettivi di tagli di spesa in percentuale al PIL. Purtroppo, danno la colpa a circostanze esterne che sfuggono al loro controllo. Nella misura in cui acconsente a sottoporsi a regole che sono state regolarmente disobbedite dai Tedeschi e dai Francesi all’avvio dell’UEM, e questo è vero, il governo Spagnolo si rifiuta di riconoscere che la loro risoluta concentrazione sulla politica fiscale ex ante potrebbe avere a che fare con il fatto che l’economia Spagnola ha continuato a deflazionarsi ex post. Ricordate, la storia del Patto di stabilità e crescita nel corso del tempo ha dimostrato che queste regole assurde non possono essere mantenute durante un calo significativo dell’economia. E ora il nuovo governo Spagnolo vuole stringerle ulteriormente, e richiamare le reazioni fiscali pro-cicliche precedenti.

Questo, in un momento in cui il tasso di disoccupazione nazionale si avvicina al 23%, e il tasso di disoccupazione giovanile (25 anni o meno) è al 49%, secondo gli ultimi dati Eurostat.

Quindi quasi il 50 per cento dei lavoratori disponibili sotto i 25 anni sono senza lavoro in Spagna e rimarranno disoccupati per gli anni a venire. Questo danneggerà la crescita della produttività per il prossimo decennio o più. E’ il segno che il sistema monetario è fallito, e tentare di rinforzare tali guasti con più austerità farà solo peggiorare le cose. Le nuove “riforme”di politica fiscale proposte dal nuovo governo sono una miscela politica particolarmente tossica per la Spagna.


Naturalmente, la costante minaccia di un default disordinato in Grecia rimane una zona potenzialmente pericolosa se non è contenuta dalle azioni della BCE. Ma è più interessante vedere cosa succede, man mano che i problemi della Spagna diventano più visibili. La troika dirà alla Spagna che il 70% di taglio di capelli stile Greco non è in questione? Cercheranno di suggerire che il governo è corrotto, che il paese è pieno zeppo di gente che aggira le leggi e di evasori fiscali, e che i Tedeschi così efficienti farebbero molto meglio nella riscossione delle tasse?

La Spagna è ancora una democrazia relativamente giovane. La transizione è iniziata appena 37 anni fa, quando Francisco Franco morì nel 1975, ma di recente vi è stato un tentativo di colpo di stato, da parte di Antonio Tejero, nel 1981. Vale la pena di rifletterci, davanti al crollo dell’economia Spagnola. La decisione dei boss dell’Europa è questa: in ultima analisi, devono affrontare le conseguenze delle loro scelte politiche. Possono distruggere la zona euro continuando con lo stesso mix di politiche fallite, o salvarla aggiungendo ciò che è mancato fin dall’inizio: un meccanismo di trasferimento delle eccedenze alle zone deficitarie sotto forma di investimenti produttivi (al contrario di trasferimenti o prestiti ). Trasformare paesi come la Spagna in lande deserte all’interno della zona euro, e costringere il resto dell’area della moneta comune in una spirale di deflazione da debito è il modo più efficace per far saltare l’intero sistema e, eventualmente, minacciare l’esistenza stessa della democrazia liberale Spagnola.

Articolo originale: The Elephant in the Room Is Spain, Not Italy
 
Lo dicevo che i conti non tornavano...

Leggo oggi che con i privati non c'è ancora nemmeno l'accordo per il 50%, di LOSS sui titoli e che ci sarà in questi termini e non sul 70% , solo e forse tra 2 settimane ........Mi sà tanto che i politici Greci sono più falsi e corrotti dei nostri il che è davvero da guinness

Attualmente i conti migliori in eurolandia sono quelli di Estonia,Russia e Bulgaria che erano i più poveretti .....o almeno così è come la vedono gli amerikani

non ho parole :(:(


Low-debt countries in Europe
Public debt-to-GDP ratio
-------------2011 2012 2013
Bulgaria------17.8%20.5%20.7%
Czech Republic41.1%43.2%44.6%
Denmark44.3%45.8%47.0%
Estonia -------6.0%5.6%5.3%
Finland-------50.2%50.3%51.0%
Latvia--------39.6%40.5%43.4%
Netherlands--65.5%66.5%66.9%
Norway------55.4%55.4%55.4%
Poland-------56.0%56.4%56.5%
Russia-------11.7%12.1%12.6%
Sweden------36.0%32.6%29.2%
Switzerland---52.4%51.2%50.0%
Turkey-------40.3%38.9%36.3%
 
Ultima modifica:
Lo stallo greco penalizza l'euro - Milano Finanza Interactive Edition

Così decidono anche chi deve governare....ormai fanno ciò che vogliono senza ritegno
DA GRECO IO NON ACCETTO DI ESSERE DERISO DA UN TEDESCO!
da IL CAPO DI STATO GRECO TIRA FUORI UN PO’ DI ORGOGLIO…ERA ORA! | fxsponsor | Forex Guida | Notizie di forex – Forex in Italiano
IL CAPO DI STATO GRECO TIRA FUORI UN PO’ DI ORGOGLIO…ERA ORA!

date.png
febbraio 15th, 2012
user.png
admin
<a href='http://d1.openx.org/ck.php?n=a14978e0&cb=INSERT_RANDOM_NUMBER_HERE' target='_blank'><img src='http://d1.openx.org/avw.php?campaignid=235920&cb=INSERT_RANDOM_NUMBER_HERE&n=a14978e0' border='0' alt='' /></a>|IL CAPO DI STATO GRECO TIRA FUORI UN PO’ DI ORGOGLIO…ERA ORA!|
papoulias_2.jpeg

IL PRESIDENTE GRECO SI E’ INCAZZATO CON I TEDESCHI E I FINLANDESI
“il ministro delle finanza Schaeuble l’olanda e la finlandia stanno DERIDENDO i difficili sforzi che Atene sta compiendo per rimanere nella zona euro ed evitare il default” !
DA GRECO IO NON ACCETTO DI ESSERE DERISO DA UN TEDESCO!


CAVOLICCHIO..MEGLIO TARDI CHE MAI….CHE SUCCEDERA’ ORA..LA PARTITA E’ SEMPRE APERTA..INTANTO IL DOLLARO GUADAGNA TERRENO RAPIDAMENTE E IL DOW JONES SEMBRA CONGESTIONATO……DOPO TANTA LATERALITA’..MAGARI PERDE TERRENO…(non sarebbe certo strano)
2844102735583640091-6902210853068877289

|
Link:
IL CAPO DI STATO GRECO TIRA FUORI UN PO’ DI ORGOGLIO…ERA ORA!
 
non so se è già stato postato

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=VPgBod1PKFY&feature=youtube_gdata_player]Grecia Costretta a Tagliare Tutto, Ma Non Gli Armamenti. - YouTube[/ame]
 
ComeDonChisciotte - GRECIA: UN CASO ESEMPLARE DI DEBITO ILLEGITTIMO

GRECIA: UN CASO ESEMPLARE DI DEBITO ILLEGITTIMO

Data: Martedì, 22 febbraio @ 07:10:00 CST
Argomento: Economia

(E INTANTO LA RIBELLIONE CONTINUA)

atenescontrifebbraio2011.jpg
DI ERIC TOUISSANT
mondialisation.ca

Riassunto : Il debito pubblico greco è divenuto di prima attualità nel momento in cui i dirigenti di questo paese hanno accettato la cura d’austerità chiesta dal FMI e dall’Unione Europea. Ciò ha provocato delle notevoli lotte sociali per tutto l’anno 2010. Ma da dove proviene questo debito greco? Per quanto riguarda il debito a carico del settore privato, l’aumento è recente: un primo forte incremento seguì all’ingresso della Grecia nella zona euro, nel 2001, una seconda esplosione del debito si produsse a partire dal 2007, quando l’aiuto finanziario concesso alle banche dalla Riserva Federale degli Stati Uniti, dai governi europei e dalla Banca centrale europea (BCI) venne parzialmente riciclato dai banchieri verso la Grecia ed altri paesi come la Spagna e il Portogallo. Sul fronte dell’indebitamento pubblico, la crescita è più vecchia. Dopo il debito ereditato dalla dittatura dei colonnelli, il ricorso al prestito è servito, a partire dagli anni 90, a colmare il buco creato nelle finanze pubbliche dalla riduzione delle imposte sulle società e sugli imponibili elevati.

D’altra parte, dopo decenni, i numerosi prestiti hanno permesso di finanziare l’acquisto di materiale militare, principalmente dalla Francia, dalla Germania e dagli Stati Uniti. Non bisogna inoltre dimenticare l’indebitamento astronomico contratto dalle autorità per l’organizzazione dei Giochi Olimpici del 2004. Il meccanismo dell’indebitamento pubblico è stato oliato dalle tangenti delle grandi compagnie multinazionali al fine di ottenere dei contratti: Siemens è un esempio emblematico.


Ecco perché la legittimità e la legalità dei debiti devono essere sottoposte ad un esame rigoroso, improntata al lavoro compiuto dalla commissione di revisione integrale dei debiti pubblici in Ecuador nel 2007-2008. I debiti che saranno classificati come illegittimi, odiosi o illegali dovranno essere dichiarati nulli, la Grecia potrà così rifiutarsi di rimborsarli, oltretutto regolando i conti in tribunale con coloro che li hanno contratti. Dei segni incoraggianti provenienti dalla Grecia indicano che la messa in questione del debito è divenuta un tema centrale e che la richiesta di creare una commissione di revisione si sta sviluppando in maniera interessante.

Alcuni elementi evidenti di illegittimità del debito pubblico

Prima di tutto c’è il debito contratto dalla dittatura dei colonnelli, che è quadruplicato fra il 1967 ed il 1974. È evidente che esso rientri nella categoria dei debiti odiosi. [1].
.
Proseguendo, si trova lo scandalo dei Giochi Olimpici del 2004. Secondo Dave Zirin, quando il governo annunciò fieramente nel 1997 ai cittadini che la Grecia avrebbe avuto l’onore di ospitare sette anni più tardi i Giochi Olimpici, le autorità di Atene ed il Comitato Olimpico Internazionale previdero una spesa di 1,3 miliardi di dollari. Qualche anno dopo, il costo si era quadruplicato, salendo fino a 5,3 milioni di dollari. Appena dopo i Giochi, il costo ufficiale aveva raggiunto i 14,2 miliardi di dollari [2]. Oggi, secondo diverse fonti, il costo avrebbe superato i 20 miliardi di dollari..
.
Numerosi contratti stipulati fra le autorità greche e grandi imprese private straniere fanno scandalo dopo diversi anni in Grecia. Questi contratti hanno implicato un aumento del debito. Citiamo alcuni esempi che hanno fatto molto scalpore nella cronaca greca: diversi contratti sono stati stipulati con la multinazionale tedesca Siemens, accusata – sia dalla giustizia tedesca che da quella greca – di aver versato commissioni ed altre tangenti al personale politico, militare ed amministrativo greci per un totale vicino al miliardo di euro. Il principale dirigente dell’azienda Siemens-HellasV [3], che ha ammesso di aver “finanziato” i due grandi partiti greci, è fuggito nel 2010 in Germania e la giustizia tedesca ha respinto la richiesta di estradizione avanzata dalla Grecia. Questi scandali comprendono la vendita, da parte di Siemens e dei suoi soci internazionali, del sistema antimissile Patriot (1999, 10 milioni di euro in tangenti), la digitalizzazione dei centri telefonici della OTE – l’ente greco per le telecomunicazioni (tangenti per 100 milioni di euro), il sistema di sicurezza “C41”, acquistato in occasione dei Giochi Olimpici del 2004, sistema che non ha mai funzionato, la vendita di materiali alle ferrovie greche (SEK), del sistema di telecomunicazioni Hermes all’esercito greco, di apparecchiature costosissime agli ospedali greci..
.
Lo scandalo dei sottomarini tedeschi (prodotti da HDW, che è stata assorbita da Thyssen) per un valore complessivo di 5 miliardi di euro, sottomarini che presentavano fin dall’inizio il difetto di inclinarsi pesantemente… a sinistra (!) e di essere dotati di un equipaggiamento elettronico mal funzionante. Un’inchiesta giudiziaria sulle eventuali responsabilità (corruzione) degli ex-ministri della difesa è ancora in corso..
.
Di fatto è normale presumere che i debiti contratti per stipulare questi contratti sono inficiati da illegittimità, ovvero da illegalità. Essi dovrebbero essere annullati.
.
Oltre ai casi appena citati, è necessario capire l’evoluzione recente del debito greco. .
.
La spirale dell’indebitamento nel corso dell’ultimo decennio.

Il debito del settore privato si è ampiamente sviluppato durante gli anni 2000. Le famiglie, per le quali le banche e tutto il settore commerciale privato (grande distribuzione, automobili, costruzioni…) proponevano delle condizioni particolarmente allettanti, ed hanno fatto ricorso all’indebitamento massiccio, proprio come le imprese non finanziarie e le banche, che potevano prendere a prestito a basso costo (tasso d’interesse basso ed inflazione più forte che nei paesi più industrializzati dell’Unione Europea, come Germania, Francia, Benelux, Gran Bretagna). Questo indebitamento privato è stato il motore dell’economia greca. Le banche greche (alle quali bisogna aggiungere le filiali greche delle banche estere), grazie ad un euro forte, potevano estendere le loro attività internazionali e finanziare quelle nazionali ad un costo minimo. Esse potevano contrarre prestiti a ruota libera. Il grafico sottostante mostra come l’adesione della Grecia alla zona euro nel 2001 abbia potenziato le entrate dei capitali finanziari che corrispondono a dei prestiti o a degli investimenti “di portafoglio” (Non-IDE nello schema, ovvero entrate che non corrispondono a degli investimenti di lunga durata), mentre l’investimento di lunga durata (IDE – Investimento Diretto all’Estero) è rimasto stagnante.

graficogrecia1.jpg

Fonte : FMI [4]​


Con le enormi liquidità messe a loro disposizione dalle banche centrali nel 2007-2009, le banche dell’Europa occidentale (soprattutto quelle tedesche e francesi, ma anche quelle belghe, olandesi, britanniche, lussemburghesi, irlandesi…) hanno concesso prestiti massicci alla Grecia (al settore privato ed alle autorità). Si deve inoltre considerare che l’adesione della Grecia all’euro è stata supportata dalla fiducia dei banchieri dell’Europa dell’Ovest, che pensavano che i grandi paesi europei li avrebbero sostenuti in caso di problemi. Questi non si sono preoccupati quindi della capacità della Grecia di rimborsare i capitali prestati a medio termine. I banchieri pensavano di potersi assumere dei rischi particolarmente elevati in Grecia. La storia ha dato loro ragione, almeno fino ad oggi, la Commissione europea e in particolare i governi francese e tedesco hanno garantito un sostegno incondizionato ai banchieri privati dell’Europa occidentale. Per questo, le autorità europee hanno messo le finanze pubbliche in condizioni pietose.

Il grafico sottostante mostra come le banche dei paesi dell’Europa occidentale abbiano aumentato i loro prestiti alla Grecia una prima volta fra dicembre 2005 e marzo 2007 (durante questo periodo, il volume dei prestiti è aumentato del 50%, passando da appena 80 miliardi a 120 miliardi di dollari). Quando la crisi dei subprimes esplose negli Stati Uniti, i prestiti sono stati di nuovo fortemente aumentati (+33%) fra giugno 2007 e l’estate del 2008 (passando da 120 a 160 miliardi di dollari); successivamente si sono mantenuti ad un livello molto elevato (120 miliardi di dollari). Questo significa che le banche dell’Europa occidentale hanno utilizzato il denaro prestato loro dalla Banca Centrale Europea e dalla Federal Reserve, per aumentare i propri prestiti a paesi come la Grecia [5]. In tali paesi, essendo i tassi più elevati, esse hanno potuto fare dei lauti profitti. Le banche private hanno dunque una responsabilità pesantissima nell’eccessivo indebitamento della Grecia.

Evoluzione dell’impegno delle banche dell’Europa occidentale nei confronti della Grecia (in miliardi di dollari)

graficogrecia2.jpg

Fonte : BRI – BIS consolidates statistics, ultimate risk basis [6]​


Come mostra l’aerogramma qui sotto, una maggioranza schiacciante dei debiti greci è detenuta da banche europee, a cominciare da quelle francesi, tedesche, italiane, belghe, olandesi, lussemburghesi e britanniche.

Detentori stranieri (quasi esclusivamente banche estere e altre società finanziarie) di titoli del debito greco (fine 2008) [7]

graficogrecia3.jpg



I cittadini greci hanno tutto il diritto di pretendere che l’ammontare del debito sia ridotto radicalmente. Ciò comporterebbe che i banchieri cancellassero dei crediti dai loro libri contabili.

L’odioso comportamento della Commissione europea

Prima dello scoppio della crisi, la lobby militar-industriale appoggiata dai governi francese e tedesco e dalla Commissione europea è riuscita a far sì che il budget per la difesa fosse appena intaccato, grazie al fatto che il governo del PASOK, contemporaneamente, riusciva a tagliare sulle spese sociali (si veda il quadro sulle misure di austerità). Eppure, all’inizio del 2010, in piena crisi greca, Recep Tayyip Erdogan, il primo ministro della Turchia, che ha relazioni tese con il vicino greco, si è presentato ad Atene per proporre una riduzione del 20% del budget militare dei due paesi. Il governo greco non ha afferrato la mano tesa ad aiutarlo. È stato messo sotto pressione dalle autorità francesi e tedesche, che volevano continuare a garantire la propria esportazione di armi. In proporzione, la Grecia spende in armamenti molto più di tutti gli altri paesi dell’Unione Europea. Le spese militari della Grecia rappresentano il 4% del PIL, contro il 2,4% della Francia, il 2,7% della Gran Bretagna, il 2,0% del Portogallo, l’1,4% della Germania, l’1,3% della Spagna, l’1,1 del Belgio [8]. Nel 2010, la Grecia ha acquistato dalla Francia sei fregate da guerra (2,5 miliardi di euro) e alcuni elicotteri da combattimento (400 milioni di euro). Dalla Germania ha comprato 6 sottomarini per 5 miliardi di euro. La Grecia è stata uno dei cinque principali importatori di armi in Europa, fra il 2005 ed il 2009. L’acquisto di aerei da guerra rappresenta per questo paese il 38% del volume delle sue importazioni, in particolare l’acquisto di 26 F-16 (USA) e di 25 Mirage 2000 (Francia), quest’ultimo contratto basato su una cifra di 1,6 miliardi di euro. La lista degli equipaggiamenti francesi venduti alla Grecia non si ferma qui: si possono contare anche dei veicoli blindati (70 VBL), degli elicotteri NH90, dei missili MICA, Exocet, Scalp e dei droni Sperwer. Tramite questi acquisti la Grecia è divenuta di fatto il terzo cliente dell’industria militare francese nel decennio appena trascorso [9].

A partire dal 2010, i tassi d’interesse sempre più elevati, pretesi dai banchieri e da altre figure dei mercati finanziari, con l’appoggio della Commissione Europea e del FMI, hanno provocato il classico “effetto valanga”: il debito greco segue una curva speculativa, visto che le autorità prendono del capitale a prestito per rimborsare degli interessi (ed una minima parte del capitale preso precedentemente a prestito).

I prestiti accordati a partire dal 2010 alla Grecia da parte degli altri membri dell’Unione europea e del FMI non vanno assolutamente incontro agli interessi della popolazione ellenica; al contrario, visto che i piani di austerità attuati rappresentano un attacco molteplice ai diritti sociali della popolazione. A questo proposito [10], dovrebbe essere applicato il concetto di “debito illegittimo”, il cui rimborso dovrebbe essere contestato.

Attacchi ai diritti sociali ed altre misure neoliberiste in Grecia a partire dal 2010.
Riduzioni dei salari pubblici dal 20 al 30%. Riduzione della paga oraria, che potrebbe raggiungere il 20%, tredicesima e quattordicesima sostituite da un unico versamento, il cui importo varia a seconda della funzione. Stipendi congelati per i prossimi 3 anni. 4 pensionati su 5 nel pubblico impiego non saranno rimpiazzati. Riduzione complessiva dei salari nel settore privato fino al 25%.

I sussidi di disoccupazione sono stati ridotti, un sistema di aiuto ai poveri, istituito nel 2009, è stato sospeso. Drastica riduzione dei sussidi per famiglie numerose.

Piani per abolire i contratti collettivi e sostituirli con contratti individualizzati. La pratica degli apprendistati lunghissimi, non pagati, oppure poco retribuiti, ha assunto un carattere di legge. Il settore pubblico è ormai autorizzato a ricorrere ai contratti interinali.

L’impiego

Colpi drastici sono stati assestati alle sovvenzioni per i comuni e le circoscrizioni; ciò comporta dei licenziamenti di massa dei lavoratori comunali. Licenziamento di 10.000 lavoratori del settore pubblico con contratto a termine. Chiusura degli enti pubblici deficitari.

Tasse

Aumento delle imposte dirette (IVA aumentata dal 19 al 23% ed introduzione di tasse speciali sui combustibili, gli alcolici ed i tabacchi). Aumento dall’11 al 13% dell’IVA sui prodotti primari (ovvero i beni di consumazione quotidiana, l’elettricità, l’acqua, etc.). Aumento dell’aliquota sugli strati medi. In compenso, riduzione delle imposte sulle società.

Privatizzazioni

Intenzione di privatizzare i porti, gli aeroporti, le ferrovie, la distribuzione dell’acqua e dell’elettricità, il settore finanziario ed i terreni demaniali.

Sistema pensionistico

Le pensioni devono essere ridotte, poi congelate. L’età di pensionamento è aumentata, il numero di annualità per ottenere la pensione massima sarà portata da 27 a 40 anni nel 2005, l’importo di questa calcolato sulla media dello stipendio negli anni lavorativi, non più sull’ultimo stipendio. Bisogna aggiungere l’abolizione della tredicesima e della quattordicesima per i pensionati provenienti dal settore privato. Imposizione di un fondo per le spese, consacrato ai pensionati, che non deve superare il 2,5% del PIL.

Tariffe dei trasporti pubblici

Aumento del 30% su tutti i biglietti del trasporto pubblico.

La necessità di una revisione del debito guadagna terreno

Nel dicembre 2010, la deputata indipendente Sophia Sakorafa ha presentato un intervento al parlamento greco, proponendo l’istituzione di una commissione parlamentare di revisione sul debito pubblico [11]. Sophia Sakorafa, che fino a qualche mese fa faceva parte del partito governativo PASOK (Partito Socialista), ha comunque votato contro la finanziaria 2011 [12], proprio a causa del peso ad essa apportato dal rimborso del debito. Nel giustificare la sua posizione coraggiosa, Sophia si è riferita in larga misura alla commissione d’inchiesta promossa dall’Ecuador nel 2007-2008, che ha ottenuto una riduzione significativa del debito di quel paese. Ha proposto che la Grecia segua l’esempio ecuadoriano ed ha affermato che c’è un’alternativa alla sottomissione ai creditori, siano essi il FMI o i banchieri. Nella sua argomentazione ha posto l’accento sul “debito odioso”, che non deve essere rimborsato. Questa presa di posizione ha ottenuto una vasta eco sulla stampa. Sempre al parlamento greco, il leader di Synaspismos (uno dei partiti della sinistra radicale), Alexis Tsipras, ha ugualmente richiesto la costituzione di una commissione di revisione, “perché si venga a sapere qual è la parte odiosa, illegittima ed illegale del debito”. L’opinione pubblica in Grecia si sta sensibilizzando, i media ne sono consapevoli.

Il 5 dicembre 2010, un importante quotidiano greco pubblica un editoriale dell’economista Costas Lapavitsas, intitolato: “Una commissione internazionale di revisione del debito greco: una questione imperativa”. Nella conclusione, l’autore dichiara: “La commissione internazionale di revisione avrà un campo d’azione privilegiato nel nostro paese. Basti pensare ai contratti di debito siglati con la mediazione di Goldman Sachs, o destinati a finanziare l’acquisto di armi per constatare la necessità di una commissione indipendente. Se questi debiti si rivelano odiosi o illegali, allora saranno da dichiarare nulli ed il nostro paese potrà rifiutarsi di rimborsarli, regolando i conti in tribunale con coloro che li hanno contratti.” Delle organizzazioni sindacali, diversi partiti politici e numerosi intellettuali sostengono questa posizione, perché pensano che si tratti di uno strumento per trovare una soluzione al debito in termini di annullamento ed in termini di penalizzazione delle imprese e delle persone che si sono rese responsabili di questo indebitamento illegittimo. È inoltre da notare che un comitato greco contro il debito è nato nel 2010 [13]. Tutti questi elementi sono promettenti. Il 2011 potrebbe quindi rappresentare l’inizio di una svolta apprezzabile per quanto concerne la capacità della sinistra di offrire prospettive per resistere ai diktat dei creditori.

Eric Toussaint
Fonte: Mondialisation.ca
Link: Grce : Tout un symbole de dette illgitime
18.01.,2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DANIEL ABRUZZESE
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto