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http://archiviostorico.corriere.it/...edeschi_affondano_Grecia_co_8_100714030.shtml
Affari Merkel ha rinegoziato la fornitura durante il braccio di ferro per il salvataggio dal default
Se due sottomarini tedeschi affondano la Grecia
Anche con la crisi Atene resta il maggior importatore Ue di armi convenzionali Rivalità storica Le spese militari elevatissime sono il prezzo (insensato) della rivalità con la Turchia
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO - Da mesi, Angela Merkel ammonisce i greci a mettere in ordine le finanze. Non gli ha chiesto, però, di tagliare gli investimenti nella Difesa, per i quali Atene spende, in rapporto al Prodotto interno lordo, più di qualsiasi altro Paese europeo. E' che le imprese tedesche sono i maggiori fornitori di armi convenzionali alla Grecia. Addirittura, in marzo, mentre Borse e titoli dello Stato greco crollavano, il governo di George Papandreu ha rinegoziato un contratto e deciso di comprare due sottomarini nuovi dalla Germania. Costo, più di un miliardo di euro. Mentre tagliava salari e pensioni per risparmiare, Atene continuava insomma a spendere per progetti militari di dubbio beneficio. Senza sollevare il sopracciglio della cancelliera tedesca. E nemmeno quello di altri leader europei: la Grecia sta infatti considerando anche l' eventualità di comprare sei fregate e 15 elicotteri dalla Francia. Dopo che ha appesantito, nei decenni scorsi, deficit e debito con importazioni di armi e aerei da Europa e Stati Uniti. Succede che quando Atene spendeva e spendeva, i fornitori sorridevano; ora, fanno la faccia feroce ma su basi selettive, chiudono un occhio quando si discutono i grandi affari. I due sottomarini - che dovrebbero essere costruiti da società di proprietà dei gruppi tedeschi Man e ThyssenKrupp - arrivano alla fine di un complicato rapporto di forniture iniziato nel 1998, sulla base del quale Atene avrebbe comprato quattro sottomarini e ne avrebbe modernizzati altri tre. Le cose sono andate per le lunghe, fino a quando, lo scorso autunno, la Grecia ha pagato più di due miliardi di euro, il 70% del dovuto, alle società fornitrici. In marzo ha poi annunciato un nuovo accordo, sulla base del quale invece di modernizzare i vecchi sottomarini ne avrebbe comprati altri due nuovi, per 1,3 miliardi. Le ragioni sono probabilmente molte: affari di corruzione e il desiderio di mantenere i 1.200 posti di lavoro in un cantiere greco in cui parte dei vascelli dovrebbero essere costruiti. Soprattutto, è però potente la spinta storica della Grecia a puntare sulla forza militare. Ancora in questi giorni di crisi drammatica, l' Egeo è continuamente sorvolato da caccia e bombardieri greci in ricognizione sulle isole e verso le coste della Turchia: nessun programma di Difesa è stato ridimensionato. E' infatti il rapporto storicamente conflittuale con Ankara ad avere spinto Atene a spese militari elevatissime. Una situazione insostenibile, oggi, tanto che durante la visita ad Atene, lo scorso maggio, del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, il vicepremier greco Theodore Pangalos ha detto di essersi sentito «forzato a comprare armi di cui non abbiamo bisogno». Al che Erdogan ha risposto che la Turchia congelerà o taglierà la sua spesa militare tanto quanto farà Atene nei prossimi anni. Ed Egemen Bagis, il negoziatore di Ankara per l' ingresso nella Ue, ha sostenuto che «una delle ragioni della crisi economica greca è il suo tentativo di competere con la Turchia in termini di spese per la Difesa». L' assurdità della situazione è dunque chiara sia ad Atene che ad Ankara, e questo è rassicurante: ieri, Atene ha emesso con un certo successo titoli a breve termine sui mercati. Non è però detto che lo sia anche in Europa: funzionari tedeschi e francesi hanno confidato al Wall Street Journal che Berlino e Parigi avrebbero condizionato il piano di salvataggio greco alla continuazione degli acquisti dei loro armamenti. Se così fosse, sarebbe il trionfo dell' immoralità al governo. Danilo Taino RIPRODUZIONE RISERVATA
Taino Danilo
Pagina 18
(14 luglio 2010) - Corriere della Sera
Affari Merkel ha rinegoziato la fornitura durante il braccio di ferro per il salvataggio dal default
Se due sottomarini tedeschi affondano la Grecia
Anche con la crisi Atene resta il maggior importatore Ue di armi convenzionali Rivalità storica Le spese militari elevatissime sono il prezzo (insensato) della rivalità con la Turchia
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO - Da mesi, Angela Merkel ammonisce i greci a mettere in ordine le finanze. Non gli ha chiesto, però, di tagliare gli investimenti nella Difesa, per i quali Atene spende, in rapporto al Prodotto interno lordo, più di qualsiasi altro Paese europeo. E' che le imprese tedesche sono i maggiori fornitori di armi convenzionali alla Grecia. Addirittura, in marzo, mentre Borse e titoli dello Stato greco crollavano, il governo di George Papandreu ha rinegoziato un contratto e deciso di comprare due sottomarini nuovi dalla Germania. Costo, più di un miliardo di euro. Mentre tagliava salari e pensioni per risparmiare, Atene continuava insomma a spendere per progetti militari di dubbio beneficio. Senza sollevare il sopracciglio della cancelliera tedesca. E nemmeno quello di altri leader europei: la Grecia sta infatti considerando anche l' eventualità di comprare sei fregate e 15 elicotteri dalla Francia. Dopo che ha appesantito, nei decenni scorsi, deficit e debito con importazioni di armi e aerei da Europa e Stati Uniti. Succede che quando Atene spendeva e spendeva, i fornitori sorridevano; ora, fanno la faccia feroce ma su basi selettive, chiudono un occhio quando si discutono i grandi affari. I due sottomarini - che dovrebbero essere costruiti da società di proprietà dei gruppi tedeschi Man e ThyssenKrupp - arrivano alla fine di un complicato rapporto di forniture iniziato nel 1998, sulla base del quale Atene avrebbe comprato quattro sottomarini e ne avrebbe modernizzati altri tre. Le cose sono andate per le lunghe, fino a quando, lo scorso autunno, la Grecia ha pagato più di due miliardi di euro, il 70% del dovuto, alle società fornitrici. In marzo ha poi annunciato un nuovo accordo, sulla base del quale invece di modernizzare i vecchi sottomarini ne avrebbe comprati altri due nuovi, per 1,3 miliardi. Le ragioni sono probabilmente molte: affari di corruzione e il desiderio di mantenere i 1.200 posti di lavoro in un cantiere greco in cui parte dei vascelli dovrebbero essere costruiti. Soprattutto, è però potente la spinta storica della Grecia a puntare sulla forza militare. Ancora in questi giorni di crisi drammatica, l' Egeo è continuamente sorvolato da caccia e bombardieri greci in ricognizione sulle isole e verso le coste della Turchia: nessun programma di Difesa è stato ridimensionato. E' infatti il rapporto storicamente conflittuale con Ankara ad avere spinto Atene a spese militari elevatissime. Una situazione insostenibile, oggi, tanto che durante la visita ad Atene, lo scorso maggio, del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, il vicepremier greco Theodore Pangalos ha detto di essersi sentito «forzato a comprare armi di cui non abbiamo bisogno». Al che Erdogan ha risposto che la Turchia congelerà o taglierà la sua spesa militare tanto quanto farà Atene nei prossimi anni. Ed Egemen Bagis, il negoziatore di Ankara per l' ingresso nella Ue, ha sostenuto che «una delle ragioni della crisi economica greca è il suo tentativo di competere con la Turchia in termini di spese per la Difesa». L' assurdità della situazione è dunque chiara sia ad Atene che ad Ankara, e questo è rassicurante: ieri, Atene ha emesso con un certo successo titoli a breve termine sui mercati. Non è però detto che lo sia anche in Europa: funzionari tedeschi e francesi hanno confidato al Wall Street Journal che Berlino e Parigi avrebbero condizionato il piano di salvataggio greco alla continuazione degli acquisti dei loro armamenti. Se così fosse, sarebbe il trionfo dell' immoralità al governo. Danilo Taino RIPRODUZIONE RISERVATA
Taino Danilo
Pagina 18
(14 luglio 2010) - Corriere della Sera