LA MIA UNiCA AMBIZIONE E'QUELLA DI NON ESSERE NESSUNO,MI SEMBRA....

Voi siete matti....non avete idea di quello che potrebbe succedere. Impensabile. :rolleyes::rolleyes:

meglio matti che schiavi ... meglio macerie che mafia politica in ogni angolo della ns società.... azzo lo hanno fatto in islanda argentina e molti altri posti ... possiamo essere ricordati come coloro che dopo l'era della civiltà romana hanno fondato l'era di un "nuovo-vecchio" mondo :D:up:
 
Atene - Migliaia di manifestanti stanchi delle misure di austerity sono scesi in strada oggi in Grecia, dove è in corso lo sciopero di 24 ore che metterà alla prova la risolutezza del governo di unità nazionale.

Al grido di "andatevene, prendete il budget e andatevene fuori da qui", i cittadini greci si sono riversati per le strade davanti al parlamento per protestare contro la nuova dose di misure di austerità richieste dai creditori stranieri nell'ambito del piano di salvataggio.

I leader europei hanno approvato questa settimana una tranche di aiuti da otto miliardi di euro, per consentire alla Grecia, ora guidata dal governo tecnico del premier Lucas Papademos, di evitare il default.

I sindacati che rappresentano circa 2,5 milioni di persone -- circa metà della forza lavoro nazionale -- hanno proclamato lo sciopero in segno di protesta contro gli aumenti di tasse e i tagli ai salari imposti ai cittadini già gravati da tagli a stipendi e pensioni.

"Ci stanno uccidendo. Stanno uccidendo i lavoratori. Stanno uccidendo lo spirito greco", ha detto Evangelos Routsas, un manifestante di 55 anni.

"Siamo qui per dire loro che non resteremo in silenzio".

Le misure fanno parte della manovra di bilancio della Grecia per il 2012, che dovrebbe essere approvata dal parlamento la prossima settimana.

"Quando è troppo è troppo. Siamo scesi in strada per dire che questo piano di bilancio è un piano di bilancio di austerità -- un piano di bilancio da fame -- che non deve passare", ha detto Christos Kiosis, capo del sindacato Eydap, all'emittente televisiva greca Net tv.

I negozi e gli uffici del centro di Atene sono rimasti aperti, ma ci sono stati disagi per quanto riguarda i servizi pubblici, come al porto del Pireo, il più grande del paese, per e treni, autobus e tram, che sono rimasti fermi questa mattina e che rimarranno fermi anche questa sera.

L'antica Acropoli è rimasta chiusa al pubblico, e anche spazzini, medici, giornalisti e impiegati di banca hanno incrociato le braccia. Molte scuole sono rimaste chiuse.

La polizia ha parlato di 14.000 persone per le strade di Atene, mentre i sindacati hanno riferito di più di 20.000 manifestanti.
 
Gran Bretagna: sciopero storico a difesa delle pensioni



30/11/2011 -
Dopo decenni oggi tutto il settore pubblico torna a scioperare compatto in Gran Bretagna contro l'aumento dell'età pensionabile e la diminuzione degli assegni. Marce e picchetti in tutto il paese, duro braccio di ferro col governo.

Ospedali, scuole e uffici pubblici rimarranno chiusi tutto il giorno o funzioneranno al minimo, ritardi e cancellazioni stanno bloccando porti ed aeroporti a causa dell'astensione dal lavoro degli addetti doganali e degli incaricati del controllo passaporti.

Bloccati anche la nettezza urbana, il fisco, alcuni servizi pubblici di gestione statale. Secondo i primi dati si calcola che circa il 60% delle 21.700 scuole pubbliche della Gran Bretagna non abbia affatto aperto le sue porte stamattina a causa del primo massiccio sciopero di tutti i lavoratori del settore pubblico da 32 anni a questa parte. I sindacati che hanno proclamato lo sciopero generale di oggi denunciano l’ingiustizia della controriforma del sistema pensionistico decisa dal governo di Londra per ‘risanare’ il bilancio statale. Così come in Italia anche in Inghilterra il refrain recita: “siccome l’aspettativa di vita è aumentata, bisogna aumentare anche l’età pensionabile”. E così l’esecutivo ha deciso che i lavoratori britannici debbano andare in pensione a 67 anni a partire dal 2026, ben 8 anni prima di quanto preventivato solo pochi mesi fa nell’ultimo intervento governativo in merito.

La cosiddetta ‘riforma’, oltre a portare a 67 anni l’età minima per potersi ritirare dal lavoro, contempla l’aumento dell’importo dei contributi e la riduzione degli assegni mensili, visto che l’importo della pensione non sarà più calcolato come media del salario ricevuto negli ultimi anni ma su quello di tutta la vita lavorativa. Se l'intervento di Cameron dovesse andare in porto, la contribuzione alla propria pensione salirà da qui a due anni del 50%, passando dal 6,4 al 9,6% su base mensile.
Inoltre il ministro delle Finanze George Osborne ha fatto infuriare i lavoratori congelando i salari fino al 2013 e prevedendo per quell'anno un aumento pari soltanto all'1%. Si prevede che nei prossimi anni a causa della cosiddetta 'austerity' nel settore pubblico e nell'indotto saranno addirittura 700 mila i posti di lavoro tagliati. Un vero e proprio massacro sociale in un paese che non se la passa certo bene.
Nel tardivo e goffo tentativo di evitare lo sciopero - proclamato da una trentina di sigle sindacali in rappresentanza di circa due milioni di lavoratori del settore pubblico - il governo di centrodestra ha presentato nei giorni scorsi una versione leggermente edulcorata della controriforma, prevedendo che l’aumento dell’età pensionabile non sia applicato ai funzionari pubblici il cui pensionamento sia previsto nei prossimi dieci anni. Londra ha anche previsto di aumentare i contributi statali e di adeguare il meccanismo di rivalutazione delle pensioni ad un costo della vita sempre più elevato.

Ma quella di oggi si annuncia come una mobilitazione storica da parte dei lavoratori pubblici britannici. I media di Londra la equiparano, oltre che al duro braccio di ferro con la ‘lady di ferro’ Margaret Thatcher del 1979, che coinvolse un milione e mezzo di lavoratori, addirittura allo sciopero generale contro il governo conservatore nel 1926. Centinaia tra presidi e cortei sono previsti in tutto lo Stato, mentre da questa mattina all’alba sono partiti i picchetti davanti a vari edifici pubblici e alle stazioni dei treni e delle metropolitane. I lavoratori si sono anche schierati davanti agli ingressi del parlamento scozzese a Edimburgo nel tentativo di bloccare o almeno ritardare l’ingresso degli eletti.

Anche le rappresentanze diplomatiche britanniche all'estero e addirittura le basi militari di Londra sparse in giro per il mondo soffriranno gli effetti dello sciopero, il che ha irritato non poco il premier David Cameron preoccupato per l'inevitabile danno di immagine.
 

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