«Erano preoccupati da mesi...quella legge allarmava molti proprietari italiani, l'articolo ha rotto il ghiaccio, adesso dobbiamo convincere gli egiziani a fare chiarezza».
La telefonata di Ernesto Preatoni, il costruttore italiano considerato uno degli inventori di Sharm El Sheik, arriva dopo la pubblicazione sul Giornale del pezzo «Così il governo vuole espropriare Sharm El Sheik».
L'articolo, riprendendo quanto pubblicato dal Sunday Telegraph, segnala come un decreto - approvato a settembre dal governo egiziano dei Fratelli Musulmani - imponga ai proprietari con doppia nazionalità di vendere entro sei mesi gli immobili posseduti a Sharm El Sheik e nel Sinai a cittadini «nati da genitori egiziani».
Letto così il decreto rappresenta una spada di Damocle sospesa sulle teste dei 600 italiani proprietari di appartamenti o villette nella località turistica del Sinai.
Anche perché gli abitanti locali, quei beduini rimasti esclusi dallo sviluppo della zona, intravedono nella legge la possibilità di un riscatto.