Rottweiler
Forumer storico
Riprendo e commento l’elenco dei rischi che hai fatto: sono d’accordo con te sulle altre considerazioni che hai svolto.
Sappiamo che rimangono nella bad bank 3 partecipazioni critiche: Angola, Libia e Miami. In più, sappiamo che vi rimangono anche tutti i crediti nei confronti del Gruppo Espirito Santo, eccezion fatta per alcune unità. Voglio sperare che si tratti, in questo caso, di crediti garantiti da collaterale, altrimenti non capirei il perché dell’esclusione.
Indubbiamente rimane il timore che, per quanto draconiano, tutto questo non basti a considerare la pulizia completa.
Ma d’altronde: qual è la banca che contiene solo “oro zecchino”?
La mia preoccupazione maggiore, nonostante abbia espresso un certo scetticismo al riguardo, è relativa alla questione, sollevata da Bos, del credito verso BESA. Se questo non fosse stato neutralizzato in qualche modo, sarebbe un grosso potenziale problema.
Questo è un punto che va assolutamente chiarito, ed è un peccato che la linea con la BdP sia inaccessibile.
Se la good bank ne fosse immunizzata, non sarei sorpreso se i crediti inquietanti, proprio per via della pulizia effettuata, fossero a livelli molto più bassi di quelli di banche molto più blasonate.
Quanto al CET1 poco superiore all’8%, a mio avviso la giustificazione sta nella prospettiva che si dà a questa unità. Non si tratta di una nuova banca che inizia un lungo cammino, ma di una “unità ponte”, il cui futuro non può che essere con azionisti completamente nuovi.
Ma immaginiamo vi sia ancora della fuffa: come scrivo sotto, questo andrebbe a influenzare il prezzo di vendita, più che a innescare un altro bail-in….
Qui non ho commenti particolari da fare: credo che se si nutre questo timore, basterà attendere pochissime settimane per capirne la portata.
Non sono un esperto legale, ma sono portato a pensare che lo schema funzioni, e spiego perchè.
Non credo che la bad bank sia stata creata con uno stato patrimoniale (stimato) così sbilanciato da non riuscire a coprire i costi che potrebbero derivare da litigations. Credo anche che la BdP abbia lasciato nella bad bank assets di valore complessivamente superiore a quelli sufficienti a coprire le perdite. Esempio: non credo proprio che la recovery nei confronti del gruppo Espirito Santo sia pari a zero.
Una postilla: diversamente da Bosmeld, ho dei forti dubbi che rimanga ciccia per i subordinati. Ma conoscendo Bos, sono quasi certo che lui mira a inserirsi nella volatilità che si creerà sulla T2, più che a presentare il conto al liquidatore.
Anche qui la valutazione del rischio è questione molto soggettiva: personalmente sarei fortemente sorpreso se nessuno si facesse avanti…
Se poi il ricavato della vendita non coprisse i mezzi propri, non vedo come questo possa diventare un problema per il bondholder della good bank.
Anche questi rischi a mio parere sono integrabili nei punti precedenti. Toccherà al nuovo acquirente premunirsi.
Se poi emergesse nuova spazzatura, vorrà dire che il prezzo di acquisto ne terrà conto.
Conclusione: secondo me l’incognita maggiore rimane lo status del credito rispetto a BESA. Se questa eventualità fosse esclusa, la mia previsione è per una vendita della good bank dopo gli stress test.
E se non la vendessero a qualche strano hedge fund, ma ad una grande banca (non si può essere certi di un’ipotesi del genere, ma non mi sembra così improbabile) l’acquisto di un senior darebbe ottimi frutti.
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Credo che se alla fine le nostre conclusioni sono diverse, pur partendo da un comune sforzo di valutare i pro ed i contro al fine di giungere ad una scelta razionale (che prescinda cioè da visioni precostituite di pessimismo cosmico o di ottimismo strutturale), dipenda da diversi fattori:
- valutazione di quel che rimane nella banca Nova: dopo le schifezze che sono uscite fuori, con particolare riferimento agli affari della famiglia ed agli intrecci infragruppo che hanno coinvolto pesantemente la clientela (una cosa così obbrobriosa non l'avevo mai vista, confesso), siamo sicuri che quel che rimane nella "good" bank sia tutto oro zecchino? Con un CET1 di poco superiore all'8% (sarei curioso di sapere se phased-in o fully loaded) basta veramente uno starnuto...
Sappiamo che rimangono nella bad bank 3 partecipazioni critiche: Angola, Libia e Miami. In più, sappiamo che vi rimangono anche tutti i crediti nei confronti del Gruppo Espirito Santo, eccezion fatta per alcune unità. Voglio sperare che si tratti, in questo caso, di crediti garantiti da collaterale, altrimenti non capirei il perché dell’esclusione.
Indubbiamente rimane il timore che, per quanto draconiano, tutto questo non basti a considerare la pulizia completa.
Ma d’altronde: qual è la banca che contiene solo “oro zecchino”?
La mia preoccupazione maggiore, nonostante abbia espresso un certo scetticismo al riguardo, è relativa alla questione, sollevata da Bos, del credito verso BESA. Se questo non fosse stato neutralizzato in qualche modo, sarebbe un grosso potenziale problema.
Questo è un punto che va assolutamente chiarito, ed è un peccato che la linea con la BdP sia inaccessibile.
Se la good bank ne fosse immunizzata, non sarei sorpreso se i crediti inquietanti, proprio per via della pulizia effettuata, fossero a livelli molto più bassi di quelli di banche molto più blasonate.
Quanto al CET1 poco superiore all’8%, a mio avviso la giustificazione sta nella prospettiva che si dà a questa unità. Non si tratta di una nuova banca che inizia un lungo cammino, ma di una “unità ponte”, il cui futuro non può che essere con azionisti completamente nuovi.
Ma immaginiamo vi sia ancora della fuffa: come scrivo sotto, questo andrebbe a influenzare il prezzo di vendita, più che a innescare un altro bail-in….
- rischi reputazionali: come reagiranno i clienti della banca, dopo l'escalation di (pessime) notizie delle ultime settimane? Vedo che siamo rimasti choccati noi, che bene o male ne abbiamo già vissute parecchie , come reagirà la famosa casalinga di Coimbra?
Qui non ho commenti particolari da fare: credo che se si nutre questo timore, basterà attendere pochissime settimane per capirne la portata.
- rischi di litigation: su questo punto l'importante notizia postata da Top (che cioè l'eventuale contenzioso di creditori ed azionisti verrà posto a carico della bad bank) per il momento sembra scongiurare il problema, ma siamo sicuri che sia difendibile? Sarebbe interessante avere un parere da parte di Luca (se ci legge ancora). Se così fosse potrebbe essere un precedente inquietante, forse anche in ottica SNS. Vengo truffato da una banda di delinquenti, con la possibile complicità di controllori e regolatori, cerco di farmi restituire il maltolto e scopro che posso rivalermi solo sulla m. rimasta perché tutte le attività in bonis sono state sfilate via?
Non sono un esperto legale, ma sono portato a pensare che lo schema funzioni, e spiego perchè.
Non credo che la bad bank sia stata creata con uno stato patrimoniale (stimato) così sbilanciato da non riuscire a coprire i costi che potrebbero derivare da litigations. Credo anche che la BdP abbia lasciato nella bad bank assets di valore complessivamente superiore a quelli sufficienti a coprire le perdite. Esempio: non credo proprio che la recovery nei confronti del gruppo Espirito Santo sia pari a zero.
Una postilla: diversamente da Bosmeld, ho dei forti dubbi che rimanga ciccia per i subordinati. Ma conoscendo Bos, sono quasi certo che lui mira a inserirsi nella volatilità che si creerà sulla T2, più che a presentare il conto al liquidatore.
- rischi riguardanti il futuro collocamento: e se fra sei mesi si rivelasse più difficile del previsto collocare in borsa o trovare uno o più acquirenti per la banca Nova? Chi restituirà allo stato i soldi del prestito? Il fondo di risoluzione, cioè BCP e quel che resta delle altre banche?
Anche qui la valutazione del rischio è questione molto soggettiva: personalmente sarei fortemente sorpreso se nessuno si facesse avanti…
Se poi il ricavato della vendita non coprisse i mezzi propri, non vedo come questo possa diventare un problema per il bondholder della good bank.
- rischi di ulteriori comportamenti poco corretti o fuorvianti da parte di dirigenti e controllori/regolatori. Anche io ritengo che ci sia un limite alle nefandezze che si possono compiere, e come te credo anzi che la transizione verso una supervisione europea porterà a rendere più difficile che in futuro si verifichino situazioni simili (non per caso uscite allo scoperto proprio a ridosso di AQR e stress test ) però rilevo che non sempre la buona volontà di chi decide di aprire gli armadi e fare pulizia si traduce immediatamente nella soluzione di tutti i problemi. Pensa ad esempio alla storia del Banco Popolare che ancora oggi, nonostante la buona volontà degli amministratori (personalmente ho stima per Saviotti) e di BdI si trova tutt'ora costretta a fare i conti con una eredità da cui fatica a liberarsi completamente (tant'è che sono stati costretti di recente a dover fare l'ennesimo aumento di capitale). Quanto ai commenti della Banca del Portogallo... non per pessimismo, ma sono troppo smaliziato per non sapere che se davvero non ci fosse alcun problema semplicemente starebbero zitti.
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Anche questi rischi a mio parere sono integrabili nei punti precedenti. Toccherà al nuovo acquirente premunirsi.
Se poi emergesse nuova spazzatura, vorrà dire che il prezzo di acquisto ne terrà conto.
Conclusione: secondo me l’incognita maggiore rimane lo status del credito rispetto a BESA. Se questa eventualità fosse esclusa, la mia previsione è per una vendita della good bank dopo gli stress test.
E se non la vendessero a qualche strano hedge fund, ma ad una grande banca (non si può essere certi di un’ipotesi del genere, ma non mi sembra così improbabile) l’acquisto di un senior darebbe ottimi frutti.
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