Obbligazioni societarie La saga della famiglia Espírito Santo: cosa succederà alle obbligazioni BES ed ESFG?

Intanto il parlamento portoghese boccia Coelho

PORTUGAL LEFTIST LAWMAKERS REJECT CENTRE-RIGHT, GOVT FALLS

Socialist leader Antonio Costa is expected to become prime minister in comingweeks, supported by the Communists and Left Bloc. The have promised to alleviateausterity, though critics fear a return to borrow-and-spend policies.
 
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New Bank manterrà una presenza in Spagna dopo la ristrutturazione

00:07 Filipe Alves [email protected]

Il piano di ristrutturazione che il New Bank sta mettendo a punto per l'attuazione nei prossimi mesi prevede la vendita della maggior parte degli asset internazionali, ma dovrebbe fare un'eccezione per il business in Spagna, trovato il Diário Económico.
card_Eduardo_Stock_Cunha_111115.jpg
Mantenere l'unità spagnola dovrebbe facilitare l'attrazione di investitori nella vendita della nuova banca, che sarà ri-pubblicato a breve da parte della Banca del Portogallo. Il piano di ristrutturazione è in fase di preparazione da parte del New Bank sarà in linea con quello sono stati attuati dalle banche come BCP e CGD in competizione, con una riduzione del personale, la chiusura e la vendita di rami asset non strategici. Anche le attività internazionali saranno inclusi con la vendita delle attività in paesi come la Francia (Banque Espírito Santo et de la Venetie) e Mozambico (Moza Banco). Ma la Spagna sarà, per ora, rimanere fuori dal processo di disposizione patrimoniale, un'ipotesi che il economica aveva già avanzato.
 
Qui è complicata anche dal fatto di, a mio avviso, confusione normativa.
Lo stato è azionista di NB. Se deve ricapitalizzare come può fare?! Scatta il bail-in?!

La maggiore banca portoghese può permettersi questo?

Gli ultimi numeri, usciti a settembre, mostravano una ripresa di fiducia nella banca; un incremento dei depositi..

scusate, qualche post fa si parlava che il piano di salvataggio, in caso di mancata vendita, prevedeva il WIND DOWN stile Dexia. Non è più valido ?
 
volevo vendere ZC 44 in modo almeno da avere un pò di perdite fiscali da compensare
lettera 14 ! ho lasciato perdere
almeno con la 35 mi consolo con la cedola
 
New Bank manterrà una presenza in Spagna dopo la ristrutturazione

00:07 Filipe Alves [email protected]

Il piano di ristrutturazione che il New Bank sta mettendo a punto per l'attuazione nei prossimi mesi prevede la vendita della maggior parte degli asset internazionali, ma dovrebbe fare un'eccezione per il business in Spagna, trovato il Diário Económico.
card_Eduardo_Stock_Cunha_111115.jpg
Mantenere l'unità spagnola dovrebbe facilitare l'attrazione di investitori nella vendita della nuova banca, che sarà ri-pubblicato a breve da parte della Banca del Portogallo. Il piano di ristrutturazione è in fase di preparazione da parte del New Bank sarà in linea con quello sono stati attuati dalle banche come BCP e CGD in competizione, con una riduzione del personale, la chiusura e la vendita di rami asset non strategici. Anche le attività internazionali saranno inclusi con la vendita delle attività in paesi come la Francia (Banque Espírito Santo et de la Venetie) e Mozambico (Moza Banco). Ma la Spagna sarà, per ora, rimanere fuori dal processo di disposizione patrimoniale, un'ipotesi che il economica aveva già avanzato.

Mettere in vendita Bes Vida no...? Tutto non si può avere...un annuncio, un'ipotesi...giusto per tastare il terreno :D
 
Mettere in vendita Bes Vida no...? Tutto non si può avere...un annuncio, un'ipotesi...giusto per tastare il terreno :D



peraltro fino al 2012 Bes Vida era in partnership con Credit Agricole

ma nel 2012 si sono comprati il 50% di Bes vida da Agricole per 225 milioni

BES compra totalidade da seguradora BES Vida - Economia - TSF Rádio Notícias


imho potrebbe aver senso ricreare una partnership magari con altro nome forte cosi da attirare anche maggiori clienti....

cosa fatta ad esempio da mps con Axa

staremo a vedere
 
Portogallo, la sinistra fa cadere il governo. E ora? - Il Fatto Quotidiano
Portogallo, la sinistra fa cadere il governo. E ora?
di Iside Gjergji | 11 novembre 2015
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Più informazioni su: Partito Socialista, Portogallo, Sinistra

Iside Gjergji
Sociologa e giurista


E così, come aveva promesso, la coalizione di sinistra ha fatto cadere ieri il neonato governo portoghese, votando in Parlamento una mozione di sfiducia con 123 voti a favore. Il percorso che però ha davanti non sarà una passeggiata. Il primo ostacolo da superare sarà la riluttanza, di dubbia costituzionalità, del presidente Cavaco Silva a consentire la formazione di un governo di sinistra. Soltanto due settimane fa egli si è detto contrario all’ipotesi di un governo di sinistra, al cui interno ci siano forze che contrastano i trattati dell’Unione europea e che vogliono la fuoriuscita dall’euro e dalla Nato.

PORTUGAL-LISBON-GOVERNMENT-OUSTED

La coalizione di sinistra pensa di aggirare l’ostacolo con la proposta di un governo socialista, con Antonio Costa come primo ministro, e con l’appoggio esterno del Bloco de Esquerda e del partito comunista. In questo modo, la soluzione, almeno apparentemente, sembrerebbe a portata di mano per tutti: al presidente verrebbe data la possibilità di non perdere la faccia, dando ai soli socialisti l’incarico di formare il governo, poiché i partiti “estremisti” resterebbero ufficialmente fuori; i mercati, la Bce e Bruxelles possono fare sonni tranquilli, perché il partito di Costa ha già dato prova di fedeltà ai dogmi dell’austerità, dell’euro e della Nato, sia con i voti del passato sia con le dichiarazioni degli ultimi giorni; il Bloco de Esquerda e il partito comunista si sentirebbero con ‘le mani libere’, potendo contemporaneamente sia appoggiare il governo sia criticarlo.

In realtà, la situazione è decisamente più complicata e l’ipotesi di nuove elezioni non è affatto scongiurata. Il blocco sociale e politico che si riconosce nel centrodestra non sembra intenzionato a rassegnarsi alla sconfitta in Parlamento, e la reazione convulsa del presidente della Repubblica, che esclude a priori la possibilità di un governo delle sinistre, a prescindere dal risultato elettorale o dal voto parlamentare, ne è la prova lampante.

I socialisti, dal loro canto, smaniosi di tornare al governo dopo gli ultimi anni di “esilio”, non si stanno curando troppo della solidità dell’alleanza con i partiti che dovrebbero appoggiare dall’esterno il loro governo. Basta osservare come la mozione di sfiducia di ieri, che secondo i partiti che l’hanno votata esprimeva una “posizione congiunta”, fosse composta da tre documenti diversi, non proprio coincidenti, per intuire che si stanno facendo i conti senza l’oste. Secondo voci di corridoio, l’unico accordo a cui sarebbero giunti finora le sinistre sarebbe l’idea di accordarsi per il futuro (attraverso incontri periodici): un meta-accordo, insomma.

Poi ci sono le sinistre, Bloco de Esquerda e partito comunista, assai diverse tra di loro, che, immemori dell’esperienza greca, si pensano furbe e capaci di giocare su più tavoli, senza mai perdere. Nella migliore delle ipotesi, pensano o sperano ingenuamente che, in qualche modo, con la pazienza, il voto o il buon senso, riusciranno a condizionare o a far ragionare sia il governo socialista di Antonio Costa che i grandi capi di Bruxelles, spingendoli, tutti insieme, ad allentare la presa sull’austerità e sul rigore di bilancio. Un po’ come quando Varoufakis si presentava ai consessi con i rappresentanti del capitale e pensava di poterli inchiodare con la teoria dei giochi, con gli argomenti democratici o, ancora peggio, con il buon senso. Oltre a ciò, le sinistre portoghesi si illudono ora a pensare che la non formale partecipazione al governo li liberi in qualche modo dalle responsabilità politiche e sociali che ne conseguono e, di conseguenza, di riuscire a non bruciare il consenso guadagnato nelle recenti elezioni.

Quel che accadrà lo scopriremo a breve. Nel frattempo, di elezione in elezione, il numero dei disoccupati di lunga durata torna ad aumentare, dopo il picco del 2014, arrivando al 47,7% (circa 618 mila persone), lo stipendio minimo continua ad essere di 505 euro al mese, e il Portogallo è tornato a essere la nazione europea con il maggior numero di emigrati in rapporto alla popolazione (si parla di numeri che superano l’emigrazione degli anni Settanta del secolo scorso).
 

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