Mi spiace...
I BOND a lunga scadenza di Ambac se li piglia la FED
Fed acquisterà bond per 600 miliardi, tassi fermi ai minimi storici
Di Diana Bin
La Federal Reserve apre i rubinetti per stimolare l'economia. La banca centrale americana ha annunciato, al termine della due giorni del Fomc, che acquisterà altri 600 miliardi di bond del Tesoro Usa a lunga scadenza entro la seconda metà del 2011, circa 75 miliardi di dollari al mese, e che entro lo stesso termine reinvestirà in obbligazioni in maturazione, portando l'immissione totale di liquidità tra 850 e 900 miliardi di dollari.
Gli economisti di
Unicredit scommettevano su una prima tranche di acquisti da 300/500 miliardi di dollari spalmati sui prossimi 6 mesi, mentre la Nomura aveva ipotizzato un investimento non oltre i 600 miliardi di dollari diviso in tre blocchi da 200 miliardi a novembre, gennaio e aprile.
Fermi ai minimi storici, come previsto, i tassi di riferimento sui prestiti interbancari, inchiodati tra lo 0 e lo 0,25% a cui erano stati portati a dicembre 2008, e a cui dovrebbero rimanere "per un periodo esteso". Il tasso di sconto è invece rimasto invariato allo 0,75%. La Fed "continuerà a monitorare le previsioni economiche e gli sviluppi finanziari e, se necessario, utilizzerà i mezzi a propria disposizione" per sostenere la ripresa, ha dichiarato la banca centrale.
Le spese per consumi, pur segnando una graduale crescita, sono limitate da un alto tasso di disoccupazione, mentre l'inflazione dovrebbe "rimanere bassa per un certo periodo". A partire dal 2008 fino ai primi mesi di quest'anno la banca centrale Usa ha speso 1.700 miliardi di dollari per ritirare le obbligazioni dalle mani delle banche e stabilizzarle, fornendo liquidità agli istituti di credito in modo da permettere loro di erogare più prestiti ai loro clienti.
Ma l'acquisto di così tante obbligazioni ha anche l'effetto di abbassare i tassi d'interesse, incoraggiando la clientela a chiedere più prestiti. Inoltre rendimenti più bassi rendono le obbligazioni meno attraenti per gli investitori rispetto ad azioni investimenti in beni fisici e tassi bassi su titoli in dollari indeboliscono ulteriormente la valuta Usa.