LA VITA E' FATTA DI MOMENTI. NON RIMANERE AD ASPETTARLI... CREALI!

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Accidenti :eek:
 
Adesso si capisce bene perchè i Polacchi vogliono l'estradizione delle 4 risorse.


Dai verbali di deposizione delle vittime emerge un quadro inquietante.

A raccontare l'inizio della notte di follia tra il 25 e il 26 agosto scorsi è la ragazza polacca, stuprata a turno e contemporaneamente dal branco.
La giovane era con un amico in spiaggia quando uno dei componenti del branco si "materializza" di fronte a loro
chiedendo da dove venissero e imponendo di consegnargli cellulari e portafogli.

Una rapina che ben presto si trasforma in violenza sessuale e percosse.

"repentinamente venivamo aggrediti dall' uomo che avevamo di fronte, che subito colpiva il mio amico al volto,
facendolo cadere a terra mentre dall' oscurità si materializzavano davanti a me prima due persone,
poi un terzo, che mi immobilizzavano, buttandomi a terra, poggiandomi di schiena sulla sabbia e colpendomi con più colpi al volto, alla testa e sul corpo".

Il racconto della polacca è angosciante. Lascia senza fiato.
Il ragazzo viene immobilizzato a terra con la faccia immersa nella sabbia e il vomito che lo attanagliava.
Faceva fatica a respirare, chiedeva acqua ma loro dicevano di avere a disposizione solo acqua di mare.
E mentre lui lottava per non morire, la ragazza veniva violentata.

"I tre - si legge nei documenti a disposizione del Gip - tenendomi anche per la gola quasi a strozzarmi,
facendomi rimanere senza respiro, mi calavano i pantaloni e poi gli slip.
Mentre i due mi tenevano ferma con le gambe aperte, il terzo abusava sessualmente di me,
penetrandomi nella vagina, dando poi il cambio agli altri due, che mi penetravano anche loro nella vagina".

La prima violenza sessuale sarebbe durata 20 minuti, almeno questo ricorda la vittima polacca.
Ma non bastava alle bestie del branco.
Secondo il Gip, che lo scrive nell'ordinanza, gli stupratori cominciano ad avere difficoltà a penetrare la ragazza.
La sabbia, scrive il Gip, "rendeva difficoltosa la penetrazione; infatti, dopo il lavaggio nel mare, gli aggressori hanno ripreso a violentarla più volte".

La scena si sposta dunque in acqua, dove si consuma il secondo stupro.
Dopo averla fatta rinvenire e "lavata" sulla riva

"venivo nuovamente trascinata da questi per circa due-tre metri verso la spiaggia,
ad almeno 15 metri dal mio amico, che sentivo ancora lamentarsi.
Ancora immobilizzata da almeno due di questi, ancora di schiena sulla sabbia,
venivo girata su un fianco e penetrata contemporaneamente da due di questi criminali sia in vagina sia nell' ano ove mi eiaculavano".
 
:d::d:
ok... mi tengo pronta :melo:
Di solito in vacanza ne faccio dippppiù :confused:... ma quest'anno non ci sono ancora andata :cry:


Ne ho depennate un' ottantina e ne devo ancora scaricare un 150 della moglie però...:d::help:
Mi spiace :tutti:
Rimedia presto allora :) avevo visto un' alba sul mare e ti avevo pensata in... vacanza dalle tue stupende montagne :up:
 
Ne ho depennate un' ottantina e ne devo ancora scaricare un 150 della moglie però...:d::help:
Mi spiace :tutti:
Rimedia presto allora :) avevo visto un' alba sul mare e ti avevo pensata in... vacanza dalle tue stupende montagne :up:

Purtroppo, per problemi di lavoro di mio marito, sono saltate le vacanze a luglio sulle dolomiti. :(
Forse per fine settembre riusciamo ad andare qualche giorno sull'Isola d'Elba. :)
 
Il baratro non ha fine, è senza fondo.
Dopo aver legalizzato l'occupazione di immobile, ora viene legalizzata la violazione di domicilio.


Un homeless che per ripararsi dal freddo si introduce in un’abitazione privata non commette reato.

Lo ha deciso la Cassazione con un verdetto che dimostra vicinanza agli “ultimi“.
La Suprema corte ha infatti annullato una condanna a tre mesi e dieci giorni di reclusione emessa dalla dalla Corte di Appello di Brescia a un “soggetto senza fissa dimora”.
Si tratta di uno straniero proveniente dall’est Europa – Ion T. di 36 anni – condannato in secondo grado nel giugno 2015 dopo essere finito sotto processo,
e non era la prima volta, per essersi introdotto nell’abitazione di Luca G., a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, la sera del 24 novembre 2014 per ripararsi “dai rigori dell’inverno”.

Nel ricorso agli ermellini, la difesa dell’homeless ha chiesto che fossero tenute in considerazione “le particolari condizioni di emarginazione
in cui era maturato il reato” e “l’esigenza di Ion T., soggetto senza fissa dimora, di reperimento di un alloggio notturno“.
Secondo i giudici della Cassazione,

“le particolari condizioni dell’imputato, quali le particolari circostanze di miseria e di emarginazione,
e la considerazione dei motivi a delinquere attinenti al reperimento di un alloggio notturno, escludenti una spiccata capacità a delinquere
ed una maggiore gravità soggettiva, giustificano ampiamente, ad avviso del collegio, la valutazione di particolare tenuità del fatto”,
con “conseguente annullamento senza rinvio, della sentenza impugnata”.

Applicando la legge che ha “depenalizzato” i reati di scarso allarme sociale – come appunto la violazione di domicilio
la Suprema Corte ha quindi annullato la condanna dell’homeless.
Molto più severa, invece, la posizione della procura generale della Cassazione, che aveva chiesto di dichiarare “inammissibile” il ricorso di Ion T.

E invece gli ermellini hanno deciso in modo opposto: chi è in condizioni di emarginazione o miseria non può dormire all’addiaccio.
 

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