Ciao Vittorio e benvenuto.
Non sono un esperto e non ti consiglierò alcun titolo, poiché non mi ritengo in grado.
Il direttore della tua banca, sicuramente ha un budget da rispettare e quindi fa interessi che, spero, cercano di conciliare le sue esigenze con le tue.
Personalmente non odio così tanto i fondi comuni di investimento come altre persone, poiché, pur con dei costi che tu non “tocchi con mano”, in quanto già detratti dal valore quotidiano della quota, ti permettono di avere una diversificazione e di poter investire con pochi soldi su tutti i principali mercati mondiali.
Sul discorso assicurativo, sono invece d'accordo con molti circa i costi, a volte eccessivi dei vari prodotti proposti, quindi andrebbe valutato per bene.
Io credo che, per la costruzione di un portafoglio “fai da te”, sia necessario mettersi per prima cosa davanti allo specchio, e porsi delle domande guardando negli occhi la persona che hai di fronte:
- cosa voglio ottenere?
- Di quanto sono disposto a veder oscillare il valore patrimoniale del mio portafoglio (inteso come saldo giornaliero dei tuoi investimenti, senza che mi vengano istinti suicidi od omicidi),
- mi servono le cedole o posso permettermi, grazie ai miei redditi, di dimenticarle e lavorare su prodotti ad accumulo che non distribuiscono interessi?
- Quanto sono disposto a perdere in termini monetari (mi spiego, ci sono persone che posseggono 100.000 euro e non cambiano stile di vita e umore anche di fronte ad una perdita del 10%, dicendo “vabbè, è andata male” altre che con 10.000.000 di euro, di fronte ad una perdita di 100 euro, denunciano la banca o il pf per ottenerne la restituzione – sono casi estremi a puro titolo di esempio, sia ben chiaro).
- Estendere le domande alle future esigenze, per costruirsi un profilo di tempo come investitore: se ho 100.000 euro e devo ristrutturare casa nei prossimi due anni, comprerò certe cose, adatte al mio profilo, se invece ho 100.000 euro e un reddito mensile di 5.000, con spese medie di 3.000 e nessuna grossa spesa in vista, allora sono un risparmiatore “netto” e quindi ragionerò in maniera diversa rispetto al caso 1, ma, la teoria, può solo ragionare per “profili di persone” costruendone 1, 10 o 10.000, ma che rimangono pur sempre diversi alle esigenze del singolo ed unico essere umano, che, secondo me, non potrà mai essere incasellato.
- I casi della vita... anche qui, credo sia necessario pensare a cosa potrebbe succedere in futuro quando devo fare un investimento; esempio, oggi siamo tutti sani e stiamo bene, ma domani? In caso di grave malattia di uno di noi, come potrei proteggermi? Ho una bella casa, ma se arrivasse un evento eccezionale a spazzarmela via? Oppure, il mio lavoro è il più sicuro del mondo, ma se, due anni dopo la mia azienda si trovasse a dirmi “è stato un piacere, non ci servi più”, possibilità che credo stia diventando sempre più concreta per tante persone, cosa dovrei fare oggi per non trovarmi in difficoltà? (E quindi pensare alle assicurazioni non come ad un mondo unicamente di soldi buttati via, ma vederle anche in termini di copertura dei rischi)
- Altra domanda fondamentale, ho delle persone da tutelare? (figlio, moglie, genitori, ecc. che magari vivono grazie al mio reddito). Se la risposta è sì, credo vada posto un limite alla perdita massima accettabile, magari concordato con loro in caso di disgrazia che potrebbe occorrere a me (non voglio portar sfiga, ma solo fare il massimo di considerazioni che mi vengono in mente in un sabato mattina qualunque),
- E poi, anche se non sei ragioniere, usare comunque un po' di ragioneria, mi spiego meglio: stilare un mini-stato patrimoniale della propria famiglia (attivo: casa, soldi, accantonamenti nel fondo pensione, quadri, gioielli, e chi ne ha ne metta... - passivo: debiti – Ho dei mutui? Prestiti da pagare?. Fatta la differenza, ottengo il mio patrimonio netto, e qui sarebbe bene valorizzare in percentuale quanto di esso è costituito da immobilizzi (case, terreni, cose insomma più difficili da vendere, e quanto invece è costituito da beni “mobili”, come il denaro, i titoli, i fondi ecc...). Per poi passare al profitti e perdite, che dovrebbe fotografare, anche se in maniera sintetica, i miei costi e ricavi annuali, dove: i ricavi comprendono lo stipendio o l'utile che ricavo dalla mia attività, gli affitti degli immobili, gli interessi dei titoli, e i costi devono necessariamente comprendere una stima di quelle che sono le mie uscite “obbligatorie”, quali ad esempio le bollette, le tasse, l'affitto, il cibo, il vestiario, ecc.... la differenza tra costi e ricavi rappresenta quello che riesco ad “avanzare” ogni anno, quindi il mio utile di esercizio, che poi deciderò come usare, investendolo, oppure usandolo per godermi la vita. Qualora invece il risultato fosse negativo, con costi che superano i profitti, sarà bene valutare investimenti a rischio bassissimo, e pensare in primo luogo a cercare di mantenere costante la mia abitudine di vita con il capitale accantonato.
- Infine avere la consapevolezza, e tenendolo sempre ben presente nella testa, che l'invidia è una pessima maestra di vita. Mi spiego, se, dopo aver fatto le valutazioni necessarie, ritengo che devo investire in maniera tranquilla, limitando per quanto possibile le oscillazioni di capitale, mi ritrovo dopo un anno col mio rendimento del 1-2-3% e le borse nel frattempo hanno guadagnato il 100%, devo pensare: “complimenti a chi un anno fa ha visto giusto”, buon per lui, e non farmi mai prendere dalla frenesia e voglia di imitazione, poiché, come il grafico del mitico zorba (nick) insegna, la psicologia dell'investitore è sbagliata 10 volte su dieci (per essere ottimisti ).
Adesso concludo, per non diventare eccessivamente pesante, dicendoti come la vedo io.
Ho fondi di investimento, un fondo che mi piace tantissimo è un fondo molto rischioso... investe solo in titoli high-yield (alto rendimento=alto rischio), ma è molto diversificato, e, anche se in genere è sotto il benchmark (che dovrebbe essere il suo obiettivo da raggiungere ogni anno), negli ultimi 10 anni ha restituito un rendimento medio annuo superiore al 6 per cento netto, ma, dopo il fallimento di Lehman Brothers nel 2008, ha perso mi pare il 35-40% nel giro di pochi giorni, per poi riguadagnare nei mesi successivi l'intera perdita subita. Questo per farti capire che è molto diverso l'approccio di chi compra con un ottica di investimento a lunghissimo termine e di chi compra con un'ottica di investimento a breve (sbagliando magari il momento di ingresso proprio nei giorni precedenti il fallimento di un'istituzione importantissima).
Per il resto ho un portafoglio diversificatissimo e spezzettato in numerose obbligazioni e valute estere (a me piace la diversificazione valutaria, ma non la uso per guadagnare, nel senso che parto già con l'idea che potrebbe andare bene come andare male, mi basta che paghino gli interessi).
Perchè ho un portafoglio troppo diversificato? (E al mio primo ingresso tante persone che ormai considero amiche, anche senza mai avergli stretto la mano, mi hanno giustamente fatto notare che ero TROPPO diversificato).
Semplice, perchè prima di investire mi sono guardato allo specchio e mi sono chiesto: Quanto sono disposto a perdere, senza ASSOLUTAMENTE trovarmi a dover imporre rinunce ai miei familiari? (Anche per la mia tendenza a drammatizzare, ad esempio, una perdita di 50.000 euro, sarebbe troppo pesante per i miei gusti)
Ho quantificato la cifra in circa 10.000 euro, e quindi mi sono auto-imposto di non investire mai + di tale cifra su un singolo emittente, paese, o debitore che dir si voglia. E' pur vero che, operando su obbligazioni molto rischiose, quando il mercato scende, scendono tutte insieme di valore e il patrimonio si sgonfia velocemente, ma è altrettanto vero che, parlando di obbligazioni, sinora la maggior parte di esse ha continuato a pagare le cedole, e, il, mio approccio di investitore, non è mai stato quello di realizzare il maggior utile possibile dai miei investimenti, ma:
- 1 – divertirmi e appassionarmi alla materia
- 2 – ottenere una rendita mensile di integrazione al reddito
- 3 – subire, continuando a dormire serenamente tutte le notti, tanti calci nel sedere rifilatomi sinora dai mercati, stando unicamente attento a non prendere calci sul davanti poiché fanno molto più male che quelli dietro, e soprattutto ti fanno camminare gobbo per un bel pò.
- 4 – capire sempre cosa compro, prima dell'acquisto, per non poter poi dire “farabutti, figli di p., mi hanno fregato”. Non è così, i mercati con i prezzi che esprimono, siano essi bot, btp, cct, oppure bei in rupie indiane, prezzano un rischio, che può essere rischio emittente (potrebbe fallire), rischio tasso (se fisso, potrebbero salire, se variabile, potrebbe azzerarsi il parametro di indicizzazione con conseguente azzeramento o quasi delle cedole), rischio liquidità (il titolo con taglio minimo 100.000 euro sarà piu' difficile da vendere rispetto a quello con tagli da 1.000 euro, nella maggior parte dei casi), rischio oscillazioni future (azioni...ecc ecc.).
- Come ultima nota, aggiungo che mi sono preso nell'ultimo periodo il calcio nel sedere delle obbligazioni greche, ma, con la piccola posizione che avevo, il totale del portafoglio non ha avuto scrolloni da tale evento, è in leggero, ma continuo calo da inizio anno, a causa dello sgonfiamento di tanti prezzi, ma le cedole hanno ampiamente compensato tale calo.
Mi scuso per non essere stato esauriente, ma capirai che ci sono migliaia di libri specializzati sull'argomento, ed è difficile cercare di sintetizzare le proprie idee in un'oretta di un sabato mattina in cui la moglie non mi ha ancora “pressato”, ho sicuramente dimenticato tante cose, ma spero comunque di averti dato almeno un “input”, che ti aiuti a fare la scelta migliore per te e i tuoi cari.
Buon week-end.