L'angolo della poesia

Altro non ho che la disperazione
e una confusa voglia di sparire:
nessuna voce che venga a chiamarmi
nel pozzo vuoto in cui sto rannicchiato.
E' morte questa che già mi rinchiude.
La memoria è disfatta.
Ci fu un tempo
(a chi appartenne se niente rimane?)
quando attendevo che tu ritornassi
e pativo, chiamavo, e tu apparivi
molto ridendo di quel mio penare.
(Elio Pecora)
 
Separazione

Nel separarci,
sulle mie maniche di bianca stoffa
cade una rugiada di lacrime:
mentre il rosso vento dell'autunno
mi penetra del suo soffio.

Fujiwara No Sadaie
 
Nel tardo
pomeriggio
verso sera,
sparisce ogni speranza
s'accuccia ogni chimera.
Anche quella,
banale,
di una telefonata casuale.
Come di un numero fatto
per errore.
Mentre ai naviganti
s'intenerisce il core,
conto le ore
del tuo silenzio.
Abituarsi a non amarti.
Abituarsi a dimenticarti.
Abituarsi a non pensarti.
Abituarsi a non averti.
Abituarsi.


Ugo Straniero
 
Nessuno mi aveva mai detto che il dolore assomiglia tanto alla paura. Non che io abbia paura: la somiglianza è fisica. Gli stessi sobbalzi dello stomaco, la stessa irrequietezza, gli sbadigli. Inghiotto in continuazione.
Altre volte è come un’ubriacatura leggera, o come quando si batte la testa e ci si sente rintronati. Tra me e il mondo c’è una sorta di coltre invisibile. Fatico a capire il senso di quello che mi dicono gli altri. O forse, fatico a trovare la voglia di capire. È così poco interessante. Però voglio avere gente intorno. Ho il terrore dei momenti in cui la casa è vuota. Ma vorrei che parlassero fra loro e non a me.
(Diario di un dolore, Clive Staples Lewis)
 
Mi sono vestito lentamente, una
camicia scura, un paio di jeans;
fa molto freddo e mi metto una giacca
di panno nero con le scarpe grosse;
portafoglio, occhiali, orologio,
e giù in strada, un giorno come gli altri.
Di fronte alla prima vetrina
la vertigine mi assale e capisco
che il freddo da evitare è un altro freddo,
che sono quasi nudo:
sono uscito come tante altre volte
con tutto il cuore allo scoperto.

Enrique Gracia Trinidad
 
Ho perduto anche gli occhi guardandoti, amore,
e ho consumato le mani
pensando al tuo corpo fantasma.
Ho camminato a lungo nella troppa luce
della tua lontananza, ma nessuna impronta
resta nella mia neve.
Chi abita il tu sguardo
se ora non posso vederti,
chi è che disegna il tuo corpo
se le mie mani si sono dileguate?
Da quando sei partita sono come
naufragato nel bianco di me stesso,
e nel mio specchio si riflette un nulla.
(Joannes Eriksson)
 
Sbigottito e confuso,
troppo pieno di rumori,
senza centro né riposo,
scollegato dall’altra parte della pelle,
stordito dall’interminabile scricchiolare di questo cuore,
– terra screpolata, cenere grigia sul petto –,
così passano queste notti di caldo e dormiveglia,
queste notti in cui non sono con te.


Darìo Jaramillo Agudelo
 
Nessuno muore
adesso d’amore
ma confesso che patisco
ogni momento.
All’alba un anelito
s’impossessa di me
e nelle notti
il tuo corpo
m’inonda.
Non posso sopportare
l’agonia di saperti
in un’altro spazio.
Per questo amore
muoio in piedi
come gli alberi

Guiomar Cuesta Escobar
 
Il cuore sanguina, si perde il cuore
goccia a goccia, si piange interiormente,
goccia a goccia, così, senza rumore,
e lentamente, tanto lentamente,
si perde goccia a goccia tutto il cuore
e il pianto resta qui, dentro la mente,
non si piange dagli occhi, il pianto vero
è invisibile, qui, dentro il pensiero.

Patrizia Valduga
 
Mi basterebbe la linea del viso
accarezzarti lo sguardo, anche per poco,
poterti dire quanto somiglia alla morte
la tua assenza. Perciò ti parlo,
interrogo gli oggetti che ti hanno conosciuto,
che insieme a me ti videro fiorire
nell’erba inaridita.

Roberto Carifi
 

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