L'angolo della poesia

Gli uomini occasionali non mi derubano
Anche se rovistano con dita accanite
Nelle pieghe del corpo mio giovane
Come in portafoglio da qualcuno perso.
Gli uomini occasionali non mi tradiscono
Dimenticano sia il nome che il viso mio.
Arrivano, e poco prendono, e poco danno.
Si vestono e … semplicemente se ne vanno.
Gli uomini occasionali non chiedono fedeltà.
Nel loro viaggio verso le stazioni prossime,
gli occasionali restano occasionali.
Si toccano, s’infiammano e bruciano.

Elka Vassileva
 
vicino ar morto s'arza er pispilio
der moribonno - un urlo alla lontana
e l'uno appresso all'artro so' un fottio
d'urli de bestie prese da la tana
e: "io ho rubbato... io ho 'mmazzato... io
so' un fro.cio... io un magnaccia... io 'na put.tana"
sopra ogni confessione sona un botto
in mezzo ar petto, er botto d'un cazzotto.
Indifferenti puro ar solleone,
guardeno fissi ar cielo che sbarbaja
e, buttati pe' tera in ginocchione,
aspetteno la mana che sguinzaja
una qua n'antra là l'assoluzzione.
Ma in cielo, come dietro a una muraja,
tirato un catenaccio da segreta,
Dio s'attura le recchie co le deta.
 
Il giorno è già passato

Il giorno è già passato
e le dolcezze son tutte passate!
O dolce voce, bocca,
tenera mano e più tenero seno,
Caldo respiro, sussurri,
come tenere voci smorzate,
Occhi splendidi, forme
superbe e i fianchi dal fascino pieno!

Il fiore s'è avvizzito
con ogni incanto ch'era germogliato,
Della beltà i miei occhi
han visto dileguare la visione,
E neppure un'impronta
sulle mie braccia la beltà ha lasciato,
E' svanita la voce,
quel cielo di purezza e di passione.

Tutto è fuggito via
innanzi tempo al cader della sera,
Quando già quegli scialbi
notte e giorno festivi, nel velame
Profumato d'amore
di quell'oscurità che più s'annera,
Cominciano a intrecciare
per il piacere nascosto le trame.


John Keats
 
Alla mia povera fragilità
guardi senza sprecar parole.

Tu sei di pietra, ma io canto.
Tu sei un monumento, ma io volo.

Io so che il più tenero maggio
all'occhio dell'Eternità è nulla.

Ma io sono un uccello e non incolparmi
se una facile legge m'è imposta.

Marina Ivanovna Cvetaeva
 
Infiamma ogni cosa che ha una tinta vermiglia,
lascia che la rosa brilli intensa e scaldi l'aria,
lascia che le nuvole della sera e del mattino
fluttuino in voluttuosi velli sulle colline,
lascia che il rosso vino spumeggi nella coppa,
e lascia che arrossisca intensamente la mia fanciulla,
sorpresa da un ardente bacio.

J. Keats
 
Ultima modifica:
Come scorrea la calda sabbia lieve
per entro il cavo della mano in ozio,
il cor sentì che il giorno era più breve.

E un'ansia repentina il cor m'assalse
per l'appressar dell'umido equinozio
che offusca l'oro delle piagge salse.

Alla sabbia del Tempo urna la mano
era, clessidra il cor mio palpitante,
l'ombra crescente d'ogni stelo vano
quasi ombra d'ago in tacito quadrante.

(G. D'Annunzio)
 
Io penso a te quando dal seno del mare
il sole sorge e i suoi raggi dardeggia;
io penso a te quando al chiarore lunare
l'onda serena biancheggia.
Io penso a te quando sale la polvere
lungo il lontano sentiero,
e nella notte oscura, quando al passeggero
sul ponte il cuore balza di paura.

WOLFGANG GOETHE
 
Come posso io
nascondere il mio nulla

ti bacio dunque sono

devo toccarti

dipendo dalla tua vicinanza presente
devo amarti
se t'amo
non ho paura dei miei occhi
oh disperata speranza
senza difesa
davanti a te
forse sbaglio
la posizione delle mani
quando mi metti in ginocchio
troppo laterali
ora la musica del mio
organetto di barberia
pare così stecchina e stecchita
rispetto all'orchestra
sinfonica del tuo canto
io uomo avventizio
creato maschio dalla
tua superiorità di donna.
 
er gusto mio

sto in campana dedietro la persiana
pare uno scherzo ma ce vo' l'ingegno
l'occhio e una punta d'estro
prima de coje ar segno - io so' maestro -
abbiti ar piano nobbile?
te sei messo er vestito de festa?
smonti da l'automobbile?
e io te sputo in testa.
 
Lazzaro

M'hai fatto co la fanga come speri
che m'entri er celo drento a li pensieri?
Mejo, Signore, che nun passi mejo
che nun te fermi - dormo
tera sotto a la tera co lo stormo
de li vermini addosso - e nun me svejo.
 

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